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Come in tutte le cose, c’è gente che è appassionata e e per certi versi malata di Triestina che si rode il fegato, si informa di continuo ecc. poi c’è la grossa maggioranza che la Triestina la segue o la seguirebbe se ci fosse uno spettacolo di livello. In C purtroppo, a parte qualche partita qua e là, il livello è basso e preferiscono altro. Lo sport è intrattenimento e se lo spettacolo latita la gente non va. Da qui a dire che la città se ne sbatte ce ne passa
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Questo post qua ga ciapado 8 grazie e 1 mi piace. Dopo le robe xe cambiare un bic. Volevo solo per segnalarlo. Comunque dal diritto civile: Importanza del marchio: Il marchio è un elemento fondamentale dell'identità aziendale, contribuisce alla costruzione dell'immagine aziendale, alla fidelizzazione dei clienti, e può essere un valore aggiunto per l'azienda oltre ad altre amenità riguardanti copyright e, per quanto riguarda la Triestina, storia e successi.
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SABATO 31 MAGGIO 2025 - Tra pochi giorni la città potrebbe risvegliarsi senza più una squadra di calcio. Come scrive oggi Laura Tonero su "Il Piccolo", le ore passano. I nove punti di penalizzazione sulle spalle pesano come un macigno e agli appuntamenti del 4 e 6 giugno, per saldare le pendenze il primo e per perfezionare l'iscrizione alla serie C il secondo, manca un soffio. Il silenzio della società in queste ore cruciali, l'assenza di rassicurazioni, non fa che aumentare l'agonia dei tifosi, appesi ormai a un filo di speranza. Tifosi che hanno deciso di recedere il marchio, acquistato dopo l'ultimo fallimento, concesso all'Unione sportiva Triestina Calcio 1918 srl. Un atto formale dell'Associazione nazionale Triestina Club del presidente Sergio Marassi, davanti alla penalizzazione, che si dice «disponibile a rinegoziare ex novo un prestito del marchio, se e quando saranno mutate le condizioni presenti». È l'emblema di una preoccupazione condivisa dalle istituzioni, che hanno trattato con i guanti bianchi la società a stelle e strisce. Anche a discapito di chi, ad esempio, qualche concerto in più al Rocco lo avrebbe voluto vedere. Si ricorderanno a riguardo le polemiche. Ora è la società a dover giustificare questa situazione così sgangherata. Mai potranno dire che la città e le istituzioni non li abbiano sorretti, sotto l'aspetto economico in primis (i fondi della Regione, che per il momento non parla, con "Io sono Friuli Venezia Giulia" in primis) e poi in termini di partecipazione e di un affetto incondizionato. «La Triestina è patrimonio della nostra città – sottolinea il sindaco Roberto Dipiazza – è un valore, per questo nelle prossime ore chiamerò la società, proponendo un incontro perché voglio che mi rendicontino la situazione, spiegandomi bene come stanno le cose per poi capire se ci sono delle vie d'uscita. La situazione è certamente preoccupante». Per venirne fuori nelle casse della Triestina dovrebbero arrivare 5 milioni per gli impegni da rispettare la prossima settimana, e poi risulta ne servano circa altri 2,2 milioni da qui a fine giugno, per saldare contributi, stipendi arretrati. «Al di là degli investimenti che ci sono stati da parte delle istituzioni – precisa l'assessore con delega agli impianti sportivi Elisa Lodi – ricordo che il Comune continua ad occuparsi della manutenzione dello stadio, del campo, per garantirne la perfetta funzionalità». Lodi si dice «seriamente preoccupata per le ripercussioni che un esito negativo della vicenda potrebbe avere sulla città. Da triestina – aggiunge – sono amareggiata, dispiaciuta del fatto che la Triestina si trovi ad affrontare un altro momento veramente difficile, come purtroppo è già avvenuto in passato». «Hanno avuto il supporto di tutti – continua – abbiamo affrontato e superato anche problemi interni alla giunta per questioni legate alla Triestina, era stata riposta molta fiducia in questo progetto e mi auguro riescano ancora a trovare delle soluzioni». L'assessore ci tiene a sottolineare però che «a chi ha giocato e all'allenatore vanno fatti i complimenti, perché con concretezza e serietà hanno salvato un campiona to già difficile: ora la partita importante la deve giocare la società». Un pizzico di ottimismo ieri è arrivato dal sindaco di Muggia Paolo Polidori, che sulla sua pagina social ha scritto "Io scommetto che arrivano", riferendosi ai soldi nelle casse dell'Unione. «Al di là dello scoglio del 4 e il 6 giugno, serviranno poi i soldi per affrontare il campionato – valuta Polidori – ma sono fiducioso, perché da parte della società sono stati investiti dei soldi, e non credo uno metta denaro in una società decotta e senza speranze di recupero». E se non dovesse andare così? «Si rischia di veder sparire la Triestina almeno per un anno – sostiene – perché nell'eventualità poi qualcuno la rilevi, non ci sarebbero più i tempi utili per l'iscrizione al campionato, ma non ci voglio neanche pensare». Polidori si è speso anche per il progetto del centro sportivo che la Triestina vorrebbe realizzare proprio sul territorio di Muggia. Uno degli obiettivi più importanti per lo sviluppo del club alabardato. Certo, con l'aria che tira sembrano lontani oggi i discorsi di un partenariato pubblico e privato. Senza contare che la Triestina ha avanzato anche una proposta al Comune di Trieste per gestire con la formula del project financing lo stadio Rocco. Ora, per riprendere il filo di questi progetti, serve che la Triestina batta un colpo, dando segnali di solidità. Si attendono segnali nelle prossime ore - La stagione della consacrazione, a 31 anni compiuti, per scoprirsi giocatore di A dopo una carriera vissuta all'ombra della massima serie. Come scrive oggi Lorenzo Gatto, è il percorso che Francesco Candussi ha saputo fare in un campionato disputato in crescendo e con numeri importanti, smentendo con i fatti chi lo descriveva come un giocatore di talento ma senza gli attributi necessari per poter essere competitivo ad alto livello. E invece, grazie alla fiducia che il general manager Mike Arcieri e coach Jamion Christian gli hanno dimostrato, è rimasto in biancorosso dopo la promozione e, partendo da quarto lungo (dopo l'arrivo di Kelley, anche da quinto), ha saputo ritagliarsi uno spazio importante lasciando il segno in un finale di stagione che ha confermato tutte le sue potenzialità. Oltre 7 punti a partita realizzati in 12,5 minuti di media, tirando con il 56% da due punti e il 34% da tre. È stato un po' il microonde biancorosso, il giocatore che più di ogni altro ha saputo fare la differenza entrando dalla panchina. IL LEGAME CON CHRISTIAN Un percorso limpido, lineare, costruito sulla base di un rapporto schietto nel quale non sono mancati i momenti di confronto. Scambio di idee che è stato fondamentale per la crescita di entrambi. La fiducia reciproca ha consentito a Francesco di esprimersi senza condizionamenti, rendimento in crescendo ed esploso in gara-due dei play-off quando, sul parquet del PalaLeonessa, "Candu" ha ritoccato il suo record personale nella massima serie e, grazie ai 19 punti messi a referto, ha guidato la sua squadra a un successo che avrebbe potuto cambiare i destini della serie. Le cose sono andate diversamente, rimangono alla fine della stagione le splendide parole colme di affetto e riconoscenza che il coach ha rivolto al suo giocatore nell'ultima conferenza stampa prima del ritorno negli Stati Uniti d'America. IL FUTURO E adesso, archiviato un campionato che ha indubitabilmente posto Candussi sotto i riflettori della serie A, il destino del giocatore in vista della prossima stagione è tutto da decifrare. Resterà in biancorosso o deciderà di cambiare aria e provare altri palcoscenici? Il general manager Michael Arcieri, nei primi ragionamenti su quella che sarà la squadra delle prossima stagione agonistica, ha parlato di un ampliamento della rosa per poter reggere il peso del doppio impegno tra campionato italiano e coppa europea. Per lui è pronto un ruolo da quinto lungo, ruolo sul quale il giocatore sta ragionando anche in virtù di un minutaggio che potrebbe non essere garantito. Senza fretta e soprattutto senza pressione. Francesco sa che dopo il campionato che ha giocato a Trieste le richieste, anche dalla massima serie e anche da squadre di livello, non mancheranno
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Da MangiafuocoMcrae · Inviato
Trapani ha iniziato bella presuntuosa,credendo di asfaltare Brescia,che invece ha giocato la sua solita partita: di esecuzione in attacco,di pazienza,di solidità difensiva, di durezza mentale,riuscendo anche a non spremere troppo i suoi big. Grande colpo di Brescia -
In questo caso il marchio ha rilevanza giuridica pari a zero............ .basta vedere che Juve e Inter lo hanno cambiato di recente e restano Juve e Inter
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