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    • Vedo molte iniziative in questi giorni tra l'incontro con i tifosi lunedi e comparsate a "canestro per la ricerca" che sficia con el torneo 3x3 de oggi, domenica.  Begl. Fa piazer ... Una città coinvolta a 365° (cit.)
    • DOMENICA 16 GIUGNO 2024 «La promozione in serie A, conquistata mercoledì contro Cantù, mi toglie un peso dal cuore.I meriti vanno dati a chi ha gestito questa stagione, devo dire che ho gioito in modo particolare perchè il ritorno di Trieste nella massima serie cancella una retrocessione che ho sempre considerato una vera ingiustizia». Mario Ghiacci, invervistato da Raffaele Baldini e Lorenzo Gatto per "Il Piccolo", l'uomo che nell'ultimo decennio ha lasciato un'impronta indelebile sulle vicende del basket triestino, è ormai pronto a lasciare. Premiato lunedì scorso, alla vigilia di gara-3 contro la San Bernardo Cantù davanti ai 6300 tifosi che gli hanno tributato un applauso carico di riconoscenza, il dirigente reggiano diventato ormai triestino di adozione concluderà il prossimo 30 giugno una storia lunga 13 anni. Un periodo che, vissuto nel mondo dello sport pofessionistico, rappresenta davvero un'era geologica. In tredici anni condensi emozioni, delusioni, sensazioni che ti porti appresso per sempre. Quella porta dell'ufficio del PalaTrieste che verrà chiusa per l'ultima volta, conserverà il vissuto di chi non si è risparmiato, di chi ha avuto profondo rispetto per la propria creatura, di un capitano del vascello rimasto al timone anche quando la nave affondava. Mario Ghiacci è stato il sindaco della Pallacanestro Trieste, la figura alla quale ti rivolgevi quando tutto sembrava perso. Figura che ora lascerà un vuoto enorme, un telefono che squilla senza risposta, uno sguardo in cerca di rassicurazioni che incrocia fredde pareti bianche, quel salvagente che manca quando sei nel mare in tempesta. SENTIMENTI : «L'amore per questa società, per i suoi tifosi e per la città in generale resterà immutato - dice l'ex presidente del sodalizio biancorosso - . La Pallacanestro Trieste è stato un lavoro, senza dubbio, ma c'è sempre stato molto di più. Ha rappresentato una parentesi importante della mia vita tanto che oggi, l'idea di impegnarmi in un'altra società mi sembrerebbe una sorta di tradimento. Poi nello sport mai dire mai». LUNGO PERCORSO : Dieci stagioni nelle quale il lavoro di Ghiacci ha salvato in tre occasioni il basket di vertice a Trieste. «Un'avventura bellissima cominciata, o per meglio dire ricominciata, nell'estate del 2013 (dopo i due campionati vissuti a cavallo tra il 2001 e il 2003 ndr) - ricorda Ghiacci- per volontà dell'allora sindaco Roberto Cosolini che mi chiamò per tentare di dare un futuro a una società che con l'uscita di scena di Acegas doveva cercare il modo di tenersi in piedi. Avevamo un budget risicatissimo che non arrivava al milione di euro, nei primi due anni riuscire a far quadrare i conti e far sopravvivere la Pallacanestro Trieste è stato molto difficile. Con l'arrivo di Alma la società ha trovato una sua nuova dimensione. Da lì è cominciato il percorso per andare verso la serie A ». L'INGRESSO DI ALLIANZ; Anni di esaltazione collettiva terminati nel marzo del 2019 quando, dopo una prima strepitosa stagione nella massima serie, i problemi giudiziari del patron Scavone portarono all'uscita di scena della proprietà che aveva ridato solidità economica alla Pallacanestro Trieste. «Ho cominciato a contattare tutti gli sponsor che avevamo in precedenza ma a novembre del 2019, non fosse arrivata la sponsorizzazione Allianz, probabilmente oggi non saremmo qui a festeggiare questa promozione nella massima divisione. Devo ringraziare Sergio Balbinot, Maurizio Devescovi e Giacomo Campora per la fiducia che mi hanno sempre dimostrato e per l'aiuto concreto che ci hanno garantito in un momento estremamente difficile. L'ARRIVO DI COTOGNA «Quando a febbraio del 2022 Allianz mi comunicò che a giugno avrebbe terminato la sua sponsorizzazione in Pallacanestro Trieste- ricorda Mario Ghiacci - ho cominciato a muovermi. Sapevo che il procuratore Dario Santrolli, ai tempi in cui Toti era presidente a Roma, aveva portato un imprenditore americano interessato a investire nel basket e gli ho chiesto se fosse a conoscenza di possibili investitori interessati a sbarcare in Italia. Tramite Ron Rowan ci mise in contatto con il professore universitario che teneva i corsi di management sportivo che hanno frequentato i soci di Cotogna, lui ne parlò in aula e da lì partì tutto. In seguito, saputo che Richard De Meo si trovava in Italia, l'ho invitato a venire due giorni a Trieste facendogli vedere città, palazzetto e cercando di coinvolgerlo. Una volta tornato negli Stati uniti, convinto dalla bellissima relazione fatta ai suoi colleghi, il gruppo Cotogna cominciò la due diligence durata per mesi alla fine della quale decise di acquisire le quote della Pallacanestro Trieste diventandone proprietario. Con orgoglio devo dire che aver tenuto i conti a posto pur passando attraverso gli anni difficili del Covid è stata la condizione fondamentale per il buon esito della trattativa». SALUTI FINALI : «Tante le persone incontrate in questo lungo percorso che vorrei salutare- conclude Ghiacci-. Ne cito solo alcuni ma ognuno di loro sa quanto è stato importante per me e quanta è la gratitudine che nutro nei loro confronti. Un grazie a Luca Farina e Marco Bono, compagni di un viaggio nel quale c'è stato sicuramente qualche screzio ma che ci ha regalato anche tante soddisfazioni, Livio Biloslavo e Andrea Tecchio, collaboratori preziosi e indispensabili oltre a tutti i ragazzi della sede, entrati giovani e inesperti e oggi determinanti nella struttura. E un ultimo pensiero va a Andrea e Samantha, rappresentanti di una tifoseria che resterà per sempre nel mio cuore. Avevo sofferto per le critiche ricevute dopo la retrocessione, avrei potuto parlare di più e spiegare il perchè di certe scelte ma ho sempre pensato prima di tutto al bene della società. L'applauso che la gente di Trieste mi ha dedicato nel corso di queste finali è stata una sorta di liberazione e, davvero, mi permette di lasciare felice questa splendida e lunga avventura». - Molta curiosità, una fiducia comprensibilmente prudente, ma anche qualche perplessità di fronte alla scelta di Michele Santoni come nuovo allenatore per la prossima stagione, mentre trova un unanime entusiasmo la prospettiva finalmente concreta di avere un centro sportivo per la Triestina. Come scrive Antonello Rodio, questo l'attuale stato d'animo dei tifosi in un momento nel quale la società alabardata, dopo la scelta del tecnico, sta lavorando nell'ombra per l'allestimento della nuova squadra e ha dato il via al lungo iter che porterà alla realizzazione della nuova casa dell'Unione in quel di Montedoro. Sulla scelta di Santoni per la panchina, resta prudente Lorenza Hovhannessian delle Mule Alabardate, che però vorrebbe rimanessero i giocatori più amati dalla tifoseria: «Personalmente non conosco i trascorsi di mister Santoni, sarà una scoperta spero piacevole sperando che non venga smantellata l'intera squadra. Sì all'innesto dei giovani, mantenendo però i punti fermi che fanno da ossatura e ai quali la tifoseria è legata. Per quanto riguarda il centro sportivo il progetto è fantastico, speriamo tutti di rimanere nei tempi previsti, così finalmente la nostra Unione avrà una casa. Speriamo che sia l'inizio di nuovi progetti e tante soddisfazioni». Ancora più ottimista Michele Bertocchi del Triestina Fan Club Bar Capriccio: «Vero che non conosciamo bene Santoni se non per quanto dicono sul web, ma i resoconti dei tifosi che l'hanno avuto ne parlano bene, inoltre se la società l'ha scelto avrà avuto i suoi buoni motivi. Io sono fiducioso, di certo servirà che i tifosi abbiano pazienza per un discorso di meccanismi da trovare. Credo comunque che sia uno che ha una visione del calcio adatta a questa società. Ha lavorato con Di Carlo, è andato all'estero, conosce tante lingue: il calcio moderno ormai è questo, bisogna aggiornarsi. E poi abbiamo una società seria che sta facendo grandi cose e investendo tanto, partendo dal centro sportivo di Muggia: in 105 anni mai vista una società che, seppur qui da nemmeno un anno, ha rifatto il terreno del Rocco e ha messo in cantiere il centro sportivo. E anche sul campo in fondo siamo arrivati quarti, insomma basta negatività, serve più positività». Ha molte più perplessità invece Franco Della Gala, del Triestina Club Mattonaia: «Per me la scelta della società su Santoni è mirata a creare un lavoro da svolgere esclusivamente con i giovani, e sicuramente non italiani. È un allenatore giovane, con prospettive importanti, che lavora bene con i giovani, però non ha esperienza italiana e l'impatto con la Lega Pro non sarà facile. Se farà una buona stagione nessuno gli dirà niente, ma non credo proprio sia un tecnico per vincere il campionato. Prevedo una squadra di giovani, ma non da promozione. Sia chiaro, per me questa è una società seria con tanti soldi, ma il loro interesse è più sul business che sul piano sportivo. E la tifoseria se n'è accorta. Sul piano sportivo servirebbe maggior chiarezza: sento parlare di ulteriore nuova ricostruzione ma penso che così serviranno ancora un paio d'anni di serie C prima di fare il grande salto. Pieno appoggio invece alla soluzione del centro sportivo in quel di Muggia, Polidori da gran tifoso si è dato molto da fare, la società ha soldi, vuole investire e riuscirà a costruirlo, proprio perché il loro focus è il business. Però, ripeto, mi aspetto di più sul piano sportivo, e mi fa rabbia pensare che a inizio stagione la Triestina era più avanti del basket, mentre ora la pallacanestro è stata promossa e l'Unione resta al palo». Si torna alla prudente fiducia con Vincenzo Cornacchia del Triestina Club Opicina Alabardata: «Credo che non si possa dire ancora niente sull'allenatore, tanti parlano bene di lui ma bisogna vedere cosa sarà capace di fare. So che vorrebbe rinnovare tante cose, ma la società lo conosceva già e per loro non credo proprio sia una scommessa. A noi tifosi comunque servirà avere pazienza. Quanto al centro sportivo non posso che essere contento che sia almeno iniziato l'iter. Bisognerà aspettare ancora un po', ma è importante che sia avviato il percorso per una struttura che a Trieste mancava da sempre».
    • Le rose quest'anno saranno di 23 giocatori. La nostra sarà composta da una decina di giocatori dell'anno scorso, possono essere 8 come 12 non lo so, la maggioranza degli arrivi saranno stranieri e giovani, che dovranno giocare il calcio voluto da Santoni. È stato preso per quello, non per allenare la tipica formazione italiana di Serie C. Nomi non ha senso farli, seppure qualcuno mi è stato accennato, primo perché scriverli su un forum per poi doverli vederli spiattellati su siti e giornali non è una buona idea e secondo perché alla stragrande maggioranza non direbbero nulla. Si può vincere il campionato così facendo? Menta e i suoi sono convinti di si. Noi semplicemente non lo sappiamo. Sui giocatori triestini, a domanda mi è stato risposto che l'unico a cui potevamo essere interessati è Calò, al quale è stata fatta una proposta che ha rifiutato. Gli altri non interessano. Non ha senso dire che si poteva offrire di più, sempre si può, ma evidentemente quello è stato valutato il suo valore - come per ogni calciatore - e quello è stato offerto. Inoltre se la prima punta deve essere alta e fisicata, da alternarsi con Vertainen, cosa centra Rocco nella vignetta?
    • Semplicemente perchè il Legnago è la squadra più a Sud tra quelle nominate e visto che si adotta un sistema prettamente geografico, anche per evitare ricorsi, è l'unica soluzione possibile.
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