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LUNEDI' 8 SETTEMBRE 2025 - Se il buongiorno si vede dal mattino, sapendo sin dal principio che parlare e analizzare il basket precampionato è sempre un’arma a doppio taglio in questo particolare momento di stagione, la Pallacanestro Trieste che ha iniziato da poco le proprie fatiche vincendo (e bene) la prima amichevole mercoledì scorso a Lonato del Garda contro Trento sembra di fatto già ben incanalata sulla strada giusta. E per Michele Ruzzier (intervistato dal sottoscritto per City Sport), uno dei “metronomi” di questa squadra, c’è già la convinzione che il gruppo che tanto bene ha saputo fare nello scorso anno ha saputo mettere subito in ritmo i nuovi arrivati: una chiave fondamentale, già in questa fase di preparazione dove si vedono le grandi potenzialità della squadra di coach Gonzalez. Michele, partiamo innanzitutto da chi è arrivato in questo gruppo-squadra da poche settimane: è già un bell’andare… “Senza dubbio. Penso al nostro nuovo allenatore e penso ai nuovi compagni di squadra, tutti hanno saputo integrarsi al meglio senza particolari difficoltà. Avendo già un nucleo solido dallo scorso anno è una variabile che finisce con il fare la differenza, agevolando anche la conoscenza fuori dal campo. E su questo siamo indubbiamente già avanti”. Arrivi nuovi e importanti, già partendo dalla panchina. Per quel poco che avete avuto modo di vedere sin qui, Israel Gonzalez è così tanto diverso da Jamion Christian? “Innanzitutto c’è da dire che entrambi hanno un approccio molto calmo con i giocatori: non sono tecnici che tendono a urlarti contro se sbagli qualcosa, spiegando invece le cose con tranquillità che a me personalmente fa molto piacere. Quest’anno abbiamo la fortuna di avere un nuovo coach che parla anche in italiano, un valore aggiunto importante. Ma di fatto caratterialmente si assomigliano molto e il passaggio di consegne per noi è stato più soft”. E sul lato squisitamente tattico? “Indubbiamente, nel senso buono del termine, c’è l’idea di un po’ meno di “corri e tira” rispetto al passato. C’è un sistema di gioco diverso, fatto di corsa e contropiede con tiro da tre annesso ma con una visione di un basket più europeo, basato su maggiore tattica e più attenzione nel cercare di pensare sempre quale sia la giusta cosa da fare. Sarà una Trieste con un gioco molto corale, ognuno dovrà mettere le proprie peculiarità al servizio di ciò che coach Gonzalez vorrà da noi”. Attendendo di vedere all’opera Ramsey, che idea ti sei fatto invece dei nuovi giocatori? “Tutti stanno dando segnali importanti: penso ad esempio a Toscano-Anderson e a Sissoko, che sono entrati entrambi in punta di piedi all’interno dello spogliatoio e con lo stesso atteggiamento umile, pur essendo due atleti completamente diversi per ruolo e curriculum. E sono piacevolmente sorpreso da Mady, è eccezionale pur essendo giovane e non avendo esperienza europea. Sono altresì curioso di ciò che saprà portare Ramsey a questo gruppo: l’ho visto solo in video sino a qui, ma ha qualità di realizzatore che bene possono sposarsi a questa squadra”. Pronti, via e avete già dato un discreto “scossone” vincendo bene la prima amichevole estiva. Te lo aspettavi? “Posso dire che sono sicuramente sorpreso da ciò che abbiamo saputo fare sul lato difensivo: in attacco già ci conosciamo un pochino, avendo provato un paio di soluzioni, ma a difesa del nostro ferro abbiamo fatto bene pur allenandoci da poco tempo assieme. C’è un “impianto diverso” rispetto al passato, l’attenzione è sempre la stessa ma le cose sono cambiate ad esempio nella difesa sul pick&roll, lasciando meno spazio alle soluzioni avversarie nel due contro due”. Vi attende un doppio impegno, tra campionato e BCL: siete già orientati col pensiero a quello che di fatto sarà un surplus di energie da dover spendere? “Pensare adesso a questo è prematuro, noi penseremo a giocare e a fare bene. Chiaramente verremo gestiti a livello fisico, ma penso soprattutto che fare le coppe è bello e stimolante. Sarà un motivo in più per dare il massimo”. La società è stata sufficientemente chiara: è tempo di provare ad alzare qualche trofeo. Vivete tutto questo con un po’ di pressione in più? “Mantenere ed elevare gli standard dello scorso anno sarà sicuramente la cosa più difficile. Ma ci siamo rinforzati e sicuramente la nostra volontà è quella di ottenere risultati migliori rispetto a quanto fatto la passata stagione: siamo pronti a metterci in gioco”. - Rimpianto ampiamente comprensibile per mister Marino a fine di Triestina-Ospitaletto. Come scrive Guido Roberti oggi su “Il Piccolo”, troppo limitante il non poter disporre di cambi nell’arco dei 90 minuti, per di più in un calcio che ormai da alcuni anni si è abituato alle cinque sostituzioni. Cause e conseguenze imputabili direttamente ai consueti pasticci della società. “C’è rabbia, tutti volevamo fare risultato e la partita si era messa bene non avevo cambi. Gunduz era stanco, i ragazzi erano stanchi perché stiamo spingendo tanto. Io mi aspettavo che questo aspetto e questo lavoro si iniziassero a far sentire. In certi momenti volevo mandare i quinti di centrocampo più alti ma non riuscivano”. Aggressione alta che nel primo tempo era riuscita bene. “Il problema è tenere quella condizione, perché quando l’avversario ti manda da una parte all’altra con il giro palla diventa dura. La partita era alla nostra portata nonostante fossimo in super-emergenza e chiedo se qualche allenatore avrebbe potuto far meglio con la rosa a disposizione. Questi ragazzi stanno dimostrando con orgoglio di essere all’altezza ma devi anche avere una rosa che in certi momenti ti consenta di fare cambi. Se avessi avuto un cambio quell’espulsione non ci sarebbe stata. Ci stiamo mettendo cuore e orgoglio, mi spiace vedere lo stadio così. Non condivido, questi ragazzi stanno andando oltre e se avessimo avuto un po’ di gente lì a sostenerci, Trieste può essere il dodicesimo uomo in campo”.
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Fermo per micro-frattura alla caviglia
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Complimenti per la prima vittoria. Ma una curiosita': Fernando Bono (italo argentino) che era stato annunciato il 2 luglio, che fine ha fatto?
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se oggi arrivasse la fideiussione vuol dire che qualcosa sta cambiando: a questo punto io tornerò in stadio perchè Marino e questi ragazzi, con la loro voglia, se lo meritano!
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Il team manager adesso c'è, pure bravo e con un bel pedigree. Il ds, per ora, è Franco. Ed è difficile non vederlo come un uomo di Menta. Poi magari sarà bravo, certo Monza non era il posto ideale per dimostrarlo: Galliani è una presenza leggermente ingombrante...
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