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I suntini sandrini di martedì 9 agosto 2022


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MARTEDÌ 9 AGOSTO 2022

- «Che bello che è stato, grazie. Oggi mi ritiro». Come scrive oggi Roberto Degrassi su "Il Piccolo", ci sono giorni che i tifosi vorrebbero non arrivassero mai. Quel giorno che un campione vorrebbe fosse il più lontano possibile, ma non così lontano da far stemperare intanto ricordi e affetto. Probabilmente,in realtà, il giorno perfetto per ritirarsi non esiste. Daniele Cavaliero ha scelto un pomeriggio di un lunedì di inizio agosto, affidando l'ufficializzazione della sua scelta a un laconico post su Instagram accompagnato da una foto che squarcia il cuore: "Cava" bambino, minicestista. Quando tutto è cominciato.Nove parole e una tenera immagine. Senza riflettori. Senza clamore. Domani la Pallacanestro Trieste comincerà una nuova stagione, senza il suo capitano. Un ruolo che Daniele aveva ereditato da Andrea Coronica, l'amico con cui condivideva il quartetto dell'Ave Maria - come a loro piaceva chiamarsi - insieme a Juan Fernandez e Teo Da Ros. Un gruppo che da ieri è consegnato definitivamente all'album dei ricordi della storia della Pallacanestro Trieste. E fa sorridere pensare che se ci si basasse esclusivamente sull'anzianità di servizio alla causa biancorossa i gradi di capitano dovrebbero spettare ora a Lodovico Deangeli. Triestino, il più giovane della squadra. Sarebbe un suggestivo segnale di continuità. Ma per questi discorsi ci sarà tempo.L'ultima immagine di Daniele Cavaliero giocatore è lui, di spalle, seduto sul parquet dell'Allianz Dome a raccogliere emozionato, confuso, felice come un bambino - anzi, come quel bambino visto ieri su Instagram - il travolgente affetto dei suoi tifosi. E quel "suoi" non è buttato là. Cava è stato il campione che ha mantenuto l'anima da tifoso. Nazionale e campetto. Club di vertice e campetto. Una carriera in ascesa e campetto. La fine di una splendida avventura e campetto. Ieri ha preferito limitare qualsiasi commento a quella manciata di parole postate su Instagram. Ma lo scorso maggio, entrando negli spogliatoi con ancora negli occhi l'enorme striscione dedicatogli dalla Curva Nord, aveva confidato i suoi sentimenti: «Mi sento come un marinaio che è arrivato alle colonne d'Ercole e non sa cosa c'è davanti. Mi prenderò tempo. Questa comunque è casa mia, lo rimarrà sempre, tornerò nella mia curva con i miei ragazzi e tiferò».Campione e tifoso. Come quando nel 2004, splendida promessa della Pallacanestro Trieste, c'era anche lui in piazza dell'Unità sotto il Municipio per difendere la speranza di conservare la società nel basket che conta evitando il fallimento. Giorni che erano un bivio. Se Trieste fosse stata salvata avrebbe fatto di quel ventenne la bandiera, altrimenti una realtà come la B2 sarebbe stata troppo stretta e una punizione eccessiva per contenere quel talento. La carriera ha dovuto costruirsela altrove. E lo ha fatto, eccome. A modo suo. Senza proclami, con un rigore professionale mascherato sotto la faccia da eterno ragazzo.Quando è tornato lo ha fatto da campione-tifoso. «Sono qui perchè voglio riportare la mia Trieste in serie A». La chiusura del cerchio. La rivincita. Restituire alla città quella ribalta cui aveva dovuto rinunciare in quel dannato 2004. Ha mantenuto la promessa. E non si è fermato. Play-off, final eight di Coppa Italia, vittorie da ricordare come quella al Forum di Assago contro l'Armani. Triple. Energia. Entusiasmo.Daniele Cavaliero si ritira e con lui andrebbe ritirato il suo numero 18. Oltre le colonne d'Ercole, adesso, c'è solo l'infinito grazie di una città. Standing ovation per Cava

- La Triestina è vicinissima a un altro colpo. Come scrive oggi Antonello Rodio, si tratta di uno dei tre-quattro elementi di esperienza che un po' tutti, dal direttore generale Romairone al tecnico Bonatti, hanno indicato come ancora necessari per completare la rosa alabardata. E il nome è di quelli davvero importanti, che con la categoria c'entra poco visto che ci è passato una decina di anni fa, ma poi ha giocato solamente in B e in A. E rappresenta esattamente l'identikit di ciò che attualmente alla Triestina intendono per elementi di esperienza: giocatori attorno alla trentina e non di più. Si tratta del centrocampista Mirko Gori, che di anni ne ha appena 29, ma vanta già un curriculum di prestigio che fa capire come la serie C possa essere per lui un nuovo trampolino di lancio. Per oltre dieci anni è stato in pratica una bandiera del Frosinone, dove è cresciuto e dove da protagonista in mezzo al campo è stato autore di ben tre promozioni e dello storico doppio salto dei ciociari dalla serie C alla A dal 2013 al 2015. Gori manca dalla serie C proprio da quel lontano campionato 2013/14, dopo due stagioni in cui raccolse 32 presenze. Nei dieci anni seguenti per lui una lunghissima militanza con il Frosinone tra serie B e A, che si è interrotta solo lo scorso gennaio, quando il centrocampista è andato in prestito all'Alessandria. Lo score totale di questi dieci anni parla chiaro: per lui 38 presenze in serie A e ben 159 fra i cadetti, dove vanta anche tre reti. Sul piano tattico va a irrobustire un reparto che era ancora limitato quanto a numeri: in tutti i test finora abbiamo visto solamente Crimi e Pezzella giocare da coppia in mezzo al campo, con al massimo l'inserimento di Lovisa. Ora con Gori (alto 177 centimetri) arriva un centrocampista centrale in grado di svolgere bene le due fasi, capace di dare il proprio contributo sia in interdizione sia in fase di costruzione, grazie a buone doti tecniche, di resistenza e agilità. Dopo il prestito all'Alessandria, Gori è rientrato nelle file del Frosinone con cui ha un contratto fino al 2024: un mese fa sembrava molto vicino alla Reggina, ma poi la Triestina ha operato il sorpasso. Ancora non sono noti i termini dell'accordo, ma dovrebbe arrivare all'Unione a titolo definitivo. Ma la società rossoalabardata continua a lavorare anche in altri settori, soprattutto quello difensivo dove negli ultimi test si è aperta più di qualche crepa. Il nome più caldo a riguardo resta quello del difensore centrale Matteo Di Gennaro, classe '94 e negli ultimi mesi compagno di squadra proprio di Gori nell'Alessandria. Di Gennaro ha giocato fra i cadetti, oltre a una parentesi con il Livorno (46 presenze in due anni), anche lo scorso anno proprio con l'Alessandria (29 presenze), mentre in serie C vanta 150 presenze con le maglie di Renate e Ascoli, oltre che ancora di Livorno e Alessandria. 

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