Jump to content

Diocesi di maribor e debiti


Recommended Posts

Corre l'anno 2007...

Siamo a Maribor, in Slovenia. Una televisione controllata dalla chiesa slovena trasmette programmi pornografici e scoppia il patatrac. Negli stessi giorni arriva al Vaticano una strana richiesta: l'autorizzazione per aprire due mutui, per un totale di 10 milioni di euro.

A quel punto, insospettiti dal tutto, i vertici del Vaticano cominciano ad approfondire la vicenda e scoprono delle cose...

Il papa si decide di spedire a Maribor un ispettore di fiducia per studiare le carte da vicino. Gianluca Piredda, esperto di bilanci, arriva in Slovenia all'inizio del 2010 con il titolo di "visitatore apostolico". Ci mette poco a capire che il dissesto dell'arcidiocesi è di proporzioni bibliche. Le sue conclusioni vengono spedite in un rapporto a Roma lo scorso ottobre. "L'espresso" è in grado di rivelarne il contenuto.

La piccola chiesa ha fatto il passo più lungo della gamba, creando un grande impero economico che ora traballa. L'avventura parte all'inizio degli anni Novanta, quando la diocesi di Maribor costituisce la banca Krek (in dieci anni diventa il decimo istituto del Paese, nel 2002 viene venduto) e una società commerciale (la Gospodarstvo Rast). Passa qualche anno, e nascono due holding per investimenti e business assortiti, la Zvon 1 e la Zvon 2, controllate a loro volta dalla Rast.

Le società comprano immobili, altre Spa, fanno ipoteche con le banche da cui si fanno prestare decine di milioni, decidono di investire non solo in finanziarie e aziende sicure, ma pure in settori tecnologici come le fibre ottiche e la telecomunicazione. Solo la holding Zvon 1 ha "investimenti a lungo termine pari a 416 milioni di euro" si legge nel rapporto conoscitivo "e debiti fuori bilancio pari a 524 milioni". Nulla è andato come previsto: "C'è la possibilità reale", conclude il dossier segreto "che tutte le società indicate vadano verso il fallimento. Le conseguenze sarebbero pesanti".

Tra i vari investimenti della chiesa slovena c'è di tutto: 94 milioni per le azioni della banca Abanka, 72 milioni per l'azienda Helios specializzata in materiali da costruzione, 13 milioni nella società di gestione Krek, 18,8 nella Petrol (energia, gas e petrolio), altri 22 nella misteriosa Cinkarna, il cui core business è la produzione e la distribuzione di "pigmenti di diossido di titanio". Ci sono anche aziende all'estero, in Croazia, come la Sole Orto, a cui sono stati girati 20 milioni di euro.

L'investimento "più critico", si legge, è proprio quello nella T-2 (120 milioni complessivi), una società che si definisce su Internet, senza modestia, "il Futuro". È controllata quasi al 100 per cento dalle due holding ecclesiastiche, e le sue attività si concentrano su servizi di telefonia, Internet e televisione veicolati ai clienti attraverso una rete in fibre ottiche costruita ad hoc. [...]

Fonte: L'Espresso

Link to comment
Share on other sites

Join the conversation

You can post now and register later. If you have an account, sign in now to post with your account.

Guest
Reply to this topic...

×   Pasted as rich text.   Paste as plain text instead

  Only 75 emoji are allowed.

×   Your link has been automatically embedded.   Display as a link instead

×   Your previous content has been restored.   Clear editor

×   You cannot paste images directly. Upload or insert images from URL.

Loading...
  • Recently Browsing   0 members

    No registered users viewing this page.

×
×
  • Create New...
×
Il Forum di Elsitodesandro
Home
Activities
Sign In

Sign In



Search
More
×