SandroWeb Posted December 2, 2020 Report Share Posted December 2, 2020 MERCOLEDÌ 2 DICEMBRE 2020 - Di sfide professionali ne ha affrontate tante. Ne ha vinte e ne ha perse come capita nella vita. Ma quella cominciata ieri mattina con il primo allenamento a Trieste per Giuseppe Pillon, detto Bepi, è diversa dalle altre. Lo scrive oggi Ciro Esposito su "Il Piccolo": gli esoneri e i subentri fanno parte della carriera di qualsiasi allenatore, specie se ci si occupa di calcio e ancor di più se lo si fa nei club italiani. Ma questa volta il tecnico trevigiano si prende in carico una squadra che finora non ha brillato ma non è nemmeno stata mai allo sbando. E poi la società ha investito molto su Pillon. Milanese, per la prima volta dall'inizio della sua era, ha lasciato al tecnico il palcoscenico della conferenza stampa. Niente spiegazioni sulla scelta, niente sollecitazioni su aspettative e obiettivi. Forse è meglio così. Pillon ha le spalle grosse. «Se dopo 26 anni sono ancora qui chiamato da una società seria e prestigiosa come la Triestina significa che la mia passione è come quella di quando ho cominciato. Sono entrato in corsa tante volte ma questa è la prima occasione nella quale il contratto è lungo. Non solo i canonici sei-sette mesi e poi si vede. Qui c'è un progetto ambizioso e questo mi ha convinto a gettarmi in questa avventura». La squadra è ben strutturata è quello che manca è la continuità di risultati e anche talvolta durante alcuni match. Insomma c'è da curare alcuni dettagli. Quali sono le priorità di Pillon?«Ho visto le ultime cinque partite della Triestina e soprattutto quella di Carpi. Domenica la squadra ha giocato bene. Le è mancata solo la gestione di un vantaggio meritato. Ecco per migliorare una squadra già valida bisogna lavorare sulla compattezza in campo e sulla gestione del risultato. Se riusciamo a fare questo faremo il salto nel rendimento. Perché la qualità c'è». È normale che per raggiungere la continuità ci voglia un po' di tempo. «Per esperienza so che subentrare è sempre un'incognita. Il tecnico ha il compito di trasmettere i suoi principi e la sua mentalità il prima possibile ma non bastano pochi giorni. Quando un allenatore deve lasciare un gruppo con il quale ha lavorato per mesi c'è sempre un dispiacere nei giocatori. E questo l'ho percepito anche nel primo allenamento ma ho trovato anche molta serenità nell'ambiente. Ma poi in campo quando ci si allena e quando si gioca cambia tutto». Che idea si è fatto della mancanza di continuità di risultati di un gruppo che comumque non è lontano dalla vetta. «Gli alti e bassi li ho visto ma giudicare da fuori è troppo facile. Devo verificare la situazione lavorando sul campo. Ma non dobbiamo dimenticarci che finora ci sono stati anche tanti imprevisti a causa del Covid. Non è facile per noi allenatori affrontare defezioni così numerose e repentine e mi sa che dobbiamo abituarci a convivere con questo virus anche nei prossimi mesi. Purtroppo questo è un campionato anomalo e dobbiamo adattarci».A Pillon, come a ogni tecnico, va dato del tempo, nell'immediato tuttavia ci sono quattro scontri diretti da affrontare in tre settimane. E mica si può sbagliare. «Ci sono subito delle belle gare, scontri diretti che contribuiranno ad alzare il livello della concentrazione della Triestina. Per noi devono essere uno stimolo. Comunque dobbiamo prima di tutto pensare a giocare con la Sambenedettese domenica. La squadra di Zironelli è tosta e ha alcuni elementi di grande spessore. Affrontiamo gli ostacoli uno alla volta». E a proposito di campionato anomalo si gioca senza spettatori e questo può fare la differenza specie in una piazza come Trieste. «Ho affrontato da allenatore tante partite al Rocco e l'assenza del pubblico è un fattore negativo soprattutto per i giocatori. Ai tifosi non faccio promesse perché non mi piacciono i proclami. Posso però dire che i miei giocatori devono dare in campo tutto quello che hanno. Perché questo è fondamentale al di là dei risultati».Trieste è un'altra tappa di una carriera lunghissima. Com'è cambiato il calcio e cosa ha imparato Pillon? «È cambiato tanto ma io penso che l'allenatore più bravo è quello che dispone i giocatori che ha nel ruolo più congeniale a loro e che sa motivarli anche durante la settimana. Questo ho imparato finora e anche che bisogna sempre guardare avanti. Ma non ho mica finito di imparare...» - Si intravvede la luce in fondo al tunnel in casa Allianz dove i tamponi effettuati l'altro giorno hanno finalmente dato esiti confortanti. Lo scrive Lorenzo Gatto: dei dieci positivi inizialmente registrati, rimangono positivi al Covid solamente due elementi del gruppo squadra, soggetti per altro già individuati nei test della scorsa settimana. Risultato incoraggiante ma non definitivo in vista del prossimo impegno di campionato programmato a Roma domenica alle 16.30.IDONEITÀ: Per tornare sul parquet, ma anche semplicemente per la ripresa degli allenamenti, i giocatori devono sottoporsi a specifici esami cardio-polmonari. La negatività al tampone, quindi, di per sè significa poco. Oggi si conoscerà l'esito dei test effettuati ai primi atleti usciti dalla positività, se tutto sarà come negli auspici della società l'Allianz raggiungerà il numero minimo di atleti previsto dal protocollo per scendere in campo contro la Virtus. Nel frattempo, si può tornare in palestra con i pochi giocatori rimasti totalmente fuori dal contagio del gruppo squadra. Uno sparuto manipolo di uomini ai quali si aggiungerà Alviti, di ritorno da Tallinn dove ha potuto torgliersi la grande soddisfazione dell'esordio con la maglia azzurra. Proprio Davide sarà senza dubbio l'uomo più in condizione del gruppo, per gli altri servirà un lungo lavoro per ritrovare una condizione fisica accettabile.IL PRESIDENTE: «L'attenzione alla salute degli atleti e dei dipendenti da parte della società è e sarà sempre massima - ha dichiarato Mario Ghiacci - con controlli approfonditi e costanti. Mi auguro che tutti possano riprendere l'attività prima possibile. Vorrei ringraziare gli operatori del Policlinico Triestino Salus, che non hanno mai fatto mancare il loro supporto per monitorare la situazione all'interno della squadra. Per ultimi, anche se andrebbero citati per primi, vorrei dire grazie a tutti quei tifosi, che con i loro messaggi e richieste di informazioni, fanno sentire la loro vicinanza ai ragazzi».IL CALENDARIO: Per ritrovare una condizione fisica accettabile servirebbe tempo. Atleti che non scendono in campo dal 25 ottobre, fermatisi del tutto da quasi tre settimane e debilitati da una positività che qualche traccia rischia di lasciarla, dovrebbero avere la possibilità di rifare almeno in parte la preparazione. E invece, incurante delle problematiche che sorgeranno, la Lega ha programmato i recuperi inserendoli tra le partite di campionato. Da domenica a Roma fino all'ultimo match contro la De' Longhi Treviso, l'Allianz si ritroverà a giocare ogni tre giorni, un programma impegnativo già per una squadra in salute e con il roster al completo. Un aspetto che, inevitabilmente, finirà per incidere pesantemente sul prosieguo della stagione biancorossa.LE ALTRE: Restando sul tema Covid, buone notizie da Cremona con la Vanoli che ha comunicato di aver superato le problematiche legate ai contagi e di non avere più positivi all'interno del gruppo squadra. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
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