SandroWeb Posted December 6, 2022 Report Share Posted December 6, 2022 MARTEDÌ 6 DICEMBRE 2022 - «Io amo Trieste, amo la Triestina e sono il primo che vado avanti. Devono venire con me». Come scrive Ciro Esposito su "Il Piccolo" odierno, sosì si era pronunciato Massimo Pavanel al termine della disfatta di Piacenza. La determinazione del tecnico e forse la settimana trascorsa assieme in ritiro hanno fugato i dubbi sulla volontà degli alabardati di uscire dal tunnel e anche quelli di chi non credono nella capacità di Pavanel di compattare il gruppo. Questo è un aspetto non secondario emerso dalla prestazione con la Feralpisalò. I giocatori non hanno mollato di un metro gli avversari, mordendo le caviglie facendo falli, gettando la palla in tribuna quando serviva. Tutti segnali di un gruppo che non ha smobilitato a dispetto dei risultati molto deludenti dell'ultimo mese. Certo la Feralpisalò non è sembrata molto ispirata, fatto che spesso succede a molte squadre alla terza partita di fila in sette giorni, e nel finale ha dato l'impressione anche di accontentarsi di non perdere. La Triestina comunque ci ha messo del suo tanto da meritarsi qualche applauso da quella minima parte del pubblico arrivata al Rocco (quasi tremila dei quattromila abbonati non erano presenti). E la partita di domenica ha dimostrato ancora una volta quanto la carica agonistica conti in questo campionato tanto equilibrato perché poco tecnico. Ma a parte la grinta e la concentrazione della Triestina durata per la prima volta quest'anno fino ai minuti di recupero c'è anche un aspetto tecnico-tattico.Il 4-3-3 è da sempre l'assetto preferito da Pavanel con un uomo davanti alla difesa (domenica Gori) e un altro a ridosso delle punte (Minesso) una potente (Adorante) e l'altra più guizzante (Ganz). Questo consente di sviluppare la fase offensiva con i terzini allargando le maglie del centrocampo avversario. Pavanel farebbe bene a continuare su questo cliché per dare un'identità all'Unione. Lo aiuta al momento la maxi-squalifica di Felici perché l'allenatore si ritroverebbe un surplus di esterni e in più con il giovane ex-Palermo come il migliore di questo avvio di stagione. Del resto la squadra è stata costruita da Romairone su un altro assetto con l'anomalia di Minesso e senza una punta di peso. Ecco perché la Triestina è una squadra poco "centrata" e difficile da governare. Va detto poi che con l'assetto di domenica è paradossalmente più facile trovare le misure a una squadra più forte che gioca a specchio. Quando invece ci si trova a dover affrontare squadre da zona salvezza spesso con tre dietro e una linea a 5 (come ha giocato ad esempio il Piacenza) le operazioni si fanno più complicate. E questo sono e saranno le partite che l'Unione dovrà vincere se vuole tirarsi fuori dalle pesti e trovare quella continuità finora mancata in modo eclatante. Un'identità tattica definita assieme alla vis pugnandi e ad azzeccati aggiustamenti a gennaio possono portare fuori dal tunnel. La strada numericamente è in salita. L'Unione non deve toppare le prossime due partite con San Giuliano e Pergolettese e poi per evitare i play-out dovrà fare un girone di ritorno da oltre 25 punti. Insomma si tratta di un'impresa ardua ma non impossibile. Intanto Pavanel si deve concentrare sulla partita di domenica per evitare una prestazione come quella di Piacenza. Stavolta un rovescio sarebbe imperdonabile. - C'era una squadra che in troppi, e troppo frettolosamente, indicavano come principale indiziata a lasciare la categoria. C'era una squadra che destava scetticismo e curiosità perchè aveva deciso di mettere sulla panchina un trentenne alla prima esperienza da head coach. C'era una squadra che...«Vedrai, ben che vada, avranno dieci punti alla fine della stagione».C'è una squadra che nella sua corsa verso la salvezza ha sostenuto due scontri diretti, entrambi in trasferta, e li ha vinti. C'è una squadra che assiste adesso alla scoperta del proprio coach dopo che in un mese ha vinto tre partite e davanti all'esigente popolo del Forum per tre parziali se l'è giocata alla pari con Milano. C'è una squadra che, vincesse domenica sera, sarebbe più vicina alla zona play-off che a quella retrocessione.L'ieri e l'oggi della Pallacanestro Trieste sono tutti qui. E per una volta lasciamo che parlino i fatti. Lo scrive Roberto Degrassi oggi sul quotidiano locale: i biancorossi, dopo lo scalpo di Napoli un mese fa, domenica scorsa si sono presi anche quello di Reggio Emilia, due punti pesantissimi per rincorrere la serenità. La serie degli scontri diretti riserva, da qui alla fine del girone d'andata, in ordine sparso Verona, Scafati e Treviso, altre pretendenti alla salvezza. Intanto domenica all'Allianz Dome - a proposito, sarà la volta buona per tornare sopra le tremila presenze? - arriverà Brindisi con la prospettiva, battendola, di agganciarla a quota 8.A Reggio Emilia la squadra di Marco Legovich piazzato il primo break non si è più fatta raggiungere. Ruotando 11 giocatori ma mantenendo costante la pressione difensiva Trieste ha arginato i terminali offensivi emiliani e ha tolto dal match il temuto Hopkins, uno che peraltro se non è in giornata è già bravo ad annullarsi da sè. I biancorossi hanno vinto nella sera in cui il loro giocatore più noto per capacità d'attacco, Gaines, allenatosi a mezzo servizio in settimana, ha scritto zero. Una rarità per uno che è stato capocannoniere della serie A.IL COACH Nel dopogara Legovich ha elogiato il gruppo. «Uomini veri, un gruppo che sta bene anche dal punto di vista umano». Di questo gruppo, però, l'artefice è proprio il coach più giovane del campionato. Ha convinto due tiratori, Gaines e Campogrande, che se non è serata si può pur sempre contribuire in altro modo alla causa. Ha gestito l'esuberanza di Bartley, tatticamente anarchico in precampionato, valorizzando le sue doti fisiche e tecniche ma nel contesto del collettivo. Risultato: il "toro" porta palla se serve, aiuta a rimbalzo, selezione meglio le conclusioni. Ha dato fiducia, attendendolo, a AJ Pacher, lo ha incoraggiato a prendersi più responsabilità e quello ha elevato il proprio rendimento. Ha lavorato su Deangeli per dargli anche una dimensione offensiva e adesso il capitano mette una tripla a partita senza prendere a badilate il canestro. Ha coinvolto Bossi anche dopo l'arrivo di Ruzzier, confermandogli la stima e un ruolo nel gruppo. Infine, quella che sembra ormai una missione: far esplodere definitivamente Lever. Non c'è occasione in cui Legovich non sottolinei che l'altoatesino ha margini di miglioramento importanti ma deve convincersene. A Reggio Emilia Lever è stato protagonista nell'ultimo quarto infilando quattro liberi e andando a sfidare in uno contro uno Reuvers battendolo in semigancio. Una bella dimostrazione di personalità. La coppia Pacher-Lever insieme sul parquet, apparentemente insolita visto che sarebbero le due ali forti del roster, si dimostra un'arma interessante. Rispetto a Spencer è più ordinata e affidabile e rispetto a Vildera ha più colpi in attacco sapendo colpire dai 6,75 Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
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