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Giro 2023: la sfida


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Ormai lo sanno anche i sassi.Il Giro d'Italia 2023 sara' una sfida tra Evenepoel, campione del mondo e fresco dominatore della Liegi, e Roglic, Sloveno solido, forse poco spettacolare, ma estremamene concreto.Ma sara' veramente cosi? Le sorprese, che nei grandi giri possono materializzarsi e non di rado si sono materializzate, son proprio escluse?

Scopriamolo insieme, analizzando partecipanti e percorso, se veramente la partita sara' tra loro due e gli altri dovranno solo sperare e lottare per un comunque prestigioso terzo posto.

 

Il Percorso

Il tracciato della corsa Rosa 2023 si sviluppera' su 3489 km(  3445 nel 2022), con un dislivello complessivo di 51400 metri (50580 nel 2022), i km a cronometro saranno sarannno 73,2 divisi in tre frazioni(26,6 nel 2022 con sole due tappe contro il tempo).Saranno 7 le tappe adatte alla ruote veloci, pero' di  completamente piatte o prive di insidie altimetriche significative ne contiamo solo 4.

6 frazioni mosse o collinari, 5 quelle di alta montagna. Gli arrivi in salita saranno 7, calcolando pure la crono del Lussari.

Un Giro complessivamente disegnato benssimo, addatto a un po' tutti i tipi di corridori,velocisti,cacciatori di classiche, finisseur, scalatori, cronoman.

Ma osserviamolo nel dettaglio.

Prima settimana

si parte subito con il botto, con una crono che non e' un semplice prologo, ma una tappa di 19.6 km che si snodera' dapprima sulla ciclabile litoranea nel lungomare abruzzese poco piu' a sud di Pescara, per poi arrivare ad Ortona dove dal porto si salira' un po' piu' lontano dall'Adriatico, proponendo un arrivo leggermente all'insu'.Intendiamoci, non una salita spezza gambe, ma nel contesto di uno sforzo contro il tempo, questi ultimi 3/4 km saranno probabilmente decisivi.Una tappa per cronomen che sanno anche andare di rapporto su salite di media/pendenza senza produrre eccesiva quantita' di acido lattico.

Altimetria/Profile Stage 1 Giro d’Italia 202

Sara' una lotta molto accesa per la prima maglia rosa, che non riguardera' solo i vari Ganna e Kung, primi nomi che vengono in mente, ma si potranno facilmente inserire di due sfidanti principali per la maglia rosa finale, Roglic e Evenepoel, anch'essi molto a loro agio nelle corse contro il tempo.

La tappa successiva non dovrebbe sfuggire alla voglie di vittoria dei velocisti.La frazione inizia mossa, con due gpm anche nella successiva parte centrale della tappa, da dall'ultima difficolta altimetrica all'arrivo ci sono una settantina di km piatti, che dovrebbero permettere un arrivo a ranghi completi del gruppo.vento dal mare permettendo.

Quella dopo invece, che inzia inizia a Vasto per terminare a Melfi, e' un po' piu' complicata.Non dovrebbe preoccupare gli uomini di classifica, ma i velocisti puri, si', considerato che le difficolta' non insormontabili ma nemmeno trascurabili, sono concentrate tutte nel finale,con una salita di una decina di km, spezzata da un tratto di falsopiano con delle pendenze che potrebbero mettere in grave difficolta' i velocisti meno avezzi allo sforzo quando la strada sale. Dal culmine mancheranno 26 km al traguardo.Probabilmente non sufficienti per un ricompattamento totale del gruppo dei girini.

Martedi 9 si fara' sul serio, invece, con il primo arrivo in salita.Non e' proprio in salita, ma possiamo considerarlo tale visto che dallo scollinamento mancheranno solo 3000 metri alla linea de meta,come si dice in Spagna.La salita e' quella comunemente conosciuta con il nome dell'arrivo di tappa,Lago Laceno, ed ha visto nel 98 il primo duello Pantani/Zulle in quello splendido Giro, duello che si concluse con una sverniciata galattica inflitta da Zulle al compianto Romagnolo,nel tratto in falsopiano che precede lo scollinamento.Salita che fu replicata nell'edizione 2012 e fu a sua volta,in un certo qualmodo,decisiva, visto che il no contest di quella tappa, permise ad Hesjedal di salvarsi(il Canadese era apparso in difficolta' sulle erte della salita campana) e probabilmente quella scarsa vogli di battagliare da parte dei vari Basso, Scarponi, Rodriguez, decise le sorti di quel Giro, visto che il Nordamericano vinse di misura a Milano il suo primo ed  unico Giro.

Altimetria/Profile Stage 4 Giro d’Italia 2023

Salita finale

Salita Colle Molella/Climb Colle Molella Stage 4 Giro d’Italia 2023

 

Erta che presenta un 3/4 km davvero impegnativi..Probabilmente gia' qualche favorito misurera' la febbre a qualche avversario.

Si continua a solcare i suoli della Campania, nelle tappe 5 e 6, quelle con arrivo a Salerno e Napoli.Frazioni dal profilo altimetrico simile, con un finale dolce al cospetto di una parte iniziale e mediana delle tappe piuttosto complicate, specie quella che iniza e finisce a Napoli. Tappe per velocisti?Ni,nel senso che la presenza di velocisti che tengono in salita(Matthews, Groves e soprattutto Pederesen) potrebbero invogliare le loro squadre a fare, come si dice, corsa dura sin dall'inizio, obbligando le squadre dei velocisti puri a dispendiosi inseguimenti dagli esiti tutt'altro che scontati.

Nella prima vera tappa di montagna, quella prevista per venerdi' 12 maggio, l'arrivo ricordera' ancora le gesta di Pantani.Lassu' nel 99 diede la prima scrollata alla classifica, staccando Gotti,Jalabert, Heras e via discorrendo.Vincendo la sua prima tappa in un Giro che per lui si rivelera' maledetto.Stiamo parlando di Campo Imperatore, sul Gran Sasso.Tappa Lunga di gran dislivello.Dopo aver affrontato a meta' tappa le salite pedalibili a  dir il vero di Rionero Sannitico e Roccaraso, si ridiscendera' verso quote basso collinari, per arrvare ai piedi del Gran Sasso a circa 400 metri.Nei restanti 48 km si salira' in modo irregolare sino ai 2130 metri del traguardo.Ultimi km duretti, duri se si condidera che si pedalera' gia sui 2000 metri di altitudine.

Altimetria/Profile Stage 7 Giro d’Italia 2023

Salita Calascio/Climb Calascio Stage 1 Giro d’Italia 2023

Salita Campo Imperatore/Climb Campo Imperatore Stage 7 Giro d’Italia 2023

La prima settimana terminera' con una tappa da prendere con le molle.Quella che arriva a Fossombrone potrebbe avere un finale elettrico viste le salite, tipo muri Fiandre e Cotes Liegi, proposti negli ultimi 50 km.

 

La seconda settimana

Nel giorno antecendente al primo  e meritato riposo, si disputera' una tappa chiave di questo Giro:la cronometro che partira' da Savignano sul Rubicone al Tecnogym village di Cesena.

35 km piattissimi, ove le uniche asperita' saranno i ponti o i cavalcavia.Inutile persino postare l'altimetria.Eppure e' uno spartiacque della corsa..da quello che e' stato a quello che sara'.

Probabilmente le energie non saranno piene come 8 giorni prima e a prevalere potrebbe essere chi ha recuperato meglio gli sforzi, comunque non trascurabili, dei primi 8 giorni di corsa.Questo vale per chi cerchera' di vincere la tappa e anche per chi lottera' per racimolare secondi nella generale. Ammesso e  non concesso che le due cose non coincidano.

Detto del riposo, si ripartira' alla volta della Versilia in una frazione molto simile altimetricamente a quelle di Salerno e Napoli.Ragion per cui l'andamento potrebbe risultare simile.

Piu' facile,anche se non completamente piatta, la tappa che ricordera' il campionissimo Coppi, che finira' presumibilmente in un volatone in quel di Tortona.

Meno agevole ed aperta a molte soluzioni, la tappa che portera' i girini a Rivoli.Primi 140 km ondulati, ma poi ci sara' la salita del colle Braida a scompaginare il tutto; salita vera,di una decina di km con dei tratti che sfiorano la doppia cifra di pendenza, la cui sommita' e' a circa una trentina di km scarsi dal traguardo.Anche i velocisti piu' resistenti in salita potrebbero incontrare delle difficolta', se ci sara' una certa battaglia sulle pendenze piu' dure.

Ma questo e' solo un antipasto.Nell'unico sconfinamento di questo Giro, si arrivera' a Crans Montana, in una delle tre super tappe previste in questo Giro.Lunga oltre i 200 km con ben 5100 metri di dislivello distribuiti in tre difficolta:la prima il Gran San Bernardo, 34 interminabili km con pendenze via via meno dolci e piu' arcigne, la seconda, la Croix de Coeur, probabilmente la salita piu' dura del Giro, 15 km  e mezzo con una pendenza media dell'8,8%, con gli ultimi km  sopra il 10, e poi l'arrivo che e' la difficolta' meno arcigna ma che dopo tutto quello che e' venuto prima, probabilmente causera' distanze  e distacchi non proprio trascuralbili:poco piu' di 13 km al 7 percento abbondante.

Altimetria/Profile Stage 13 Giro d’Italia 2023

 

Salita Gran San Bernardo/Climb San Bernardo Stage 13 Giro d’Italia 2023

 

Salita Gran Croix de Coeur/Climb Croix de Coeur Stage 13 Giro d’Italia 2023

Salita Gran Crans Montana/Climb Crans Montana Stage 13 Giro d’Italia 2023

Inutile dire che potenzialmente questa tappa potrebbe mettere le ali a qualcuno e tarparle, forse definitivamente a qualche altro.

La seconda settimana terminera' con il ritorno in Italia, a Cassano Magnago.Traguardo che e' aperto a molte soluzioni, dipende da come verra' affrontato il  Sempione ad inizio tappa.Probabilmente potrebbe partire una fuga, ma l'esito dipendera' da tanti fattori.

La terza Settimana

Noi le settimane le facciamo inziare da domenica, perche' e' cosi che ci piace di piu'.E questa domenica, sempre giorno di vigilia di un riposo, proporra' una bella tappa, simil giro di Lombardia.Certamente il kilometraggio e' ridotto rispetto alla classica delle foglie morte, ma il profilo altimetrico e' maledettamente simile.Epilogo da fuga da lontano, ma non e' detto che i migliori non tentino qualche manovra di disturbo..cosi..non si sa mai.

 

Altimetria/Profile Stage 15 Giro d’Italia 2023

E speriamo che i corridori si riposino in modo proficuo, perche dal martedi sino alla fine della domenica di Roma, saranno 4  le tappe decisive per l'esito finale.

A cominciare dalla tappa trentina con l'arrivo previsto sul Bondone, da  un versante percorso piuttosto di rado, che io ricordi ma nelle edizioni recenti della corsa rosa.

Ma ridurre le potenzialita' della tappa al solo arrivo,comunque duro, e' inesatto.

Prima ci saranno da scalare 3 gpm, tra cui il temibile Santa Barbara.Anche in questa occasione di supereranno i 200km di lunghezza ed  i 5000 di dislivello.

Altimetria/Profile Stage 16 Giro d’Italia 2023

 

Salita Santa Barbara/Climb Santa Barbara Stage 16 Giro d’Italia 2023

 

Salita Bondone/Climb Bondone Stage 16 Giro d’Italia 2023

 

Inutile dire che da qua in poi le tappe di montagna, compresa questa, sono potenzialmente decisive.

Per fortuna il giorno dopo gli organizzatori sono stati magnanimi proponendo la tappa piu' facile del Giro, qua i velocisti superstiti dovranno solo preoccoparsi di stare coperti nel gruppo e prendere la ruota giusta per poter trionfare in quel di Caorle..

Ma nei tre giorni successivi...forse non saranno del condor, ma in quota rapaci il giro ci va eccome.

Si inizia con la tappa dolomitica della Val Zoldana.

Asiago, l'impervio Cibiana e arrivo in quota sull'asfalto della forcella Staulanza, questo il menu', che potrebbe essere indigesto a piu' di qualcuno,di giornata.

Non la tappa piu' dura di questo Giro, ma questo non significa che potrebbe risultare selettiva come se fosse davvero la tappa piu' dura del Giro.

Altimetria/Profile Stage 18 Giro d’Italia 2023

Salita Crosetta/Climb Crosetta Stage 18 Giro d’Italia 2023

Salita Forcella Cibiana/Climb Forcella Cibiana Stage 18 Giro d’Italia 2023

 

Salita Val di Zoldo/Climb Val di Zoldo Stage 18 Giro d’Italia 2023

 

Erte non particolarmente lunghe, quelle del finale, ma a tratti molto secche.Forse,in ottica di duello a due, piu' favorevoli a Roglic piuttosto che a Remco.Ma questa e' sola e pura teoria.

Ma non ci sara' tempo per il recupero.Siamo sulle Dolomiti e ci resteremo, anzi faremo un bel giretto, diretti all'iconico rifugio Auronzo.

L'ultima volta che il Giro ci arrivo' fu sotto una fitta nevicata con una vittoria altrettanto iconica dello Squalo messinese.

Ovviamente non sara' l'unica difficolta' di questa tappa.Prima i ciclisti affronteranno nell'ordine:Campolongo, Valparola, Giau, 3 croci, prima di arrivare al Lago di Misurina ed affrontate poi nel finale la terribile asperita' che portera' al traguardo ai piedi delle 3 cime di Lavaredo.Gli ultimi 50 km sono terribili, con l'accoppiata Giau, dal versante piu' impervio e Tre cime di Lavaredo.Questa volta non si va sui 200 km ma si superano e nettamente i 5000 di dislivello.Inutile dire che e' una delle tappe piu' dure degli ultimi anni.

Altimetria/Profile Stage 19 Giro d’Italia 2023

Salita Giau/Climb Giau Stage 19 Giro d’Italia 2023

 

Salita Tre Cime/Climb Tre Cime Stage 19 Giro d’Italia 2023

Ma mica e' finita qua.L'epilogo delle tappe di montagna e' il sogno del povero e appena scomparso Cainero.Forse una pazzia(non da tutti gradita) ma la crono che arrivera' in cima al monte Lussari incuriosisce parecchio. In una location dai contorni tutt'altro che atei, qualche richiamo a qualche Santo o un invocazione  per un aiuto a qualche figura sopranaturale, a qualche corridore facilmente scappera'.Il disegno di questa cronometro di 18 km e mezzo  e' molto semplice,10 km praticamente in quota, e gli ultimi 8..beh, non c'e' bisogno di alcun commento.Basta guardare l'altimetria.Con 5 km simili allo Zoncolan versante Ovaro.Cainero e gli organizzatori del Giro forse sognano una conclusione al cardiopalma tipo Tour 2020.Non e' detto che il giochino riesca ma e' indubbio che questa tappa racchiuda tutto il significato del Giro:Km a crono e salita.

 

Altimetria/Profile Stage 20 Giro d’Italia 2023

 

Salita Monte Lussari/Climb Monte Lussari Stage 20 Giro d’Italia 2023Il

Il Giro per quel che riguarda la classifica finale, probabilmente finira' qua.

Resta solo la passarella finale a Roma, di cui, confesso, parlo malvolentieri, visto lo scippo perpetrato alla nostra Trieste,  che era praticamente certa di aver l'onore di ospitare la conclusione del Giro.Prima che l'intevento del manager di RCS cambiasse le carte in tavola, costrigendo la di certo non piccola carovana del Giro ad un disagevole trasferimento verso la capitale.

A parte lo sfogo finale, il Giro ha un percorso da 9 pieno in  pagella.Forse con  una tappa di media montagna piu' incisiva si sarebbe raggiunta la perfezione.

Ma il resto devono disegnarlo i protagonisti della pedivella.Di  cui avremo modo di parlare piu' avanti

Modificato da alvin66
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Corsi  e ricorsi.

A Lago Laceno nel lontano 1976, uno stagionato Gimondi sfilo' la maglia rosa ad un emergente F.Moser, appena conquistata un giorno prima nella crono di Ostuni.Si era all'ottava tappa, e il Bergamasco tenne il simbolo del primato  sino alla 19ma quella che arrivava alle Torri del Vajolet, dove il belga De Muynck scavalco' in classifica il Felice nazionale.Ma fu un primato effimero visto che quel Giro lo vinse Gimondi stesso che ribalto' la classifica nella tappa a crono di Arcore.

Nella tappa di Campo Imperatore si scalera' il valico di Rionero Sannitico, che fu una delle salite della prima vera tappa appenninica del Giro del 1909, la prima della storia della corsa a tappe organizzata dalla Gazzetta. Da quando fu istituito il gran premio della montagna potendo ufficializzare quindi il passaggio in cima, scollinarono per primi su quella montagna nomi del calibro di Bartali,Van Impe e Hinault.

Nella tappa di Crans Montana affrontando la temibilissima salita della  Croix de Couer, a meta' scalata si transitera' a Verbier, arrivo di tappa nel tour 2009 e teatro di una terrificante progressione  del pistolero Contador, con tempi di scalata, vam e watt per kilo molto rilevanti, al punto che su quei km in solitaria di Contador che stacco' di ruota i fratelli Schleck con una rasoiata mostruosa, furono molto chiacchierati e diedero adito a molti sospetti.Per la cronaca Contador vinse con 43 secondi su Andy Schleck e poco piu' di un minuto su un non ancora affermato V.Nibali. Quel Tour lo vinse lo Spagnolo, che dovette lottare anche con il suo compagno di squadra in Astana L. Armstrong, desideroso di rivincere il suo ottavo Tour, prima della bufera doping che lo travolse qualche anno dopo.ui

L'arrivo al rifugio Auronzo stimola molti ricordi ed episodi curiosi.

Nel 1967 il tempo era per nulla invitante, e la tappa corsa sotto la pioggia in pianura si concluse sotto la neve al rifugio Auronzo.

Ed e' ancora Gimondi il protagonista.Il maltempo, la salita davvero dura per i rapporti dell'epoca e soprattutto il tasso alcolico di motli tifosi intenti a combattere neve e freddo con bibite non certo analocoliche, fecero degli ultimi km della tappa una gara a chi spingesse di piu i protagonisti .Gimondi in ogni caso stacco' Anquetil, il prestigioso rivale dell'epoca, e vinse anche la tappa.Ma il vero freddo su Felice gli arrivo' a mo di doccia, dalla giuria,che annullo' la tappa ed il suo arrivo con relativi distacchi, per le troppe spinte ricevute dai corridori.

Gimondi non la prese bene ma cio' non gli impedi' di scalzare il Francese dal primo posto in classifca nella tappa successiva, e mantenne il primato sino al traguardo finale, vincendo  il primo dei suoi  3 Giri d'Italia  .

La scalata del 1974 fu importante per una serie di motivi.Innanzitutto perche' fu l'ultimo Giro vinto dal Cannibale, ma fu anche la scalata di mille promesse non mantenute da chi quel Merckx lo mise in grande difficolta'.Quei 12 secondi, il distacco nella classifica che lo divise dal Belga, furono una promessa. un illusione, una speranza.Lui era uno scalatore abbastanza atipico, alto, dalle movenze gentili,neopro di  20 anni,che fece tremare il Cannibale sulla salita piu' iconica di allora.Nato nella Bergamasca come Gimondi, il suo nome? Giovanbattista Baronchelli.Tista o Gb per gli amici e tifosi.

Chi osa sfidare Merckx sulle 3 cime a vent'anni, non puo' non avere un futuro luminoso e vittorioso.Invece la carriera di Tista, pur costellata di un numero considerevole numero di vittorie, piu' di 90(per dire i Nibali, i Bettini sono sulla cinquantina) e' un elenco di occasioni mancate, di rovesci imprevisti.Mai vincente in un grande Giro, dovette sopportare anche l'avvento delle rivalita' Moser -Saronni che lo relego' come terzo uomo del ciclismo italiano, spesso dimenticato e sovrastato dalle polemiche tra i due.Quei 12 secondi gli sono pesati tanto, lo hanno accompagnato per tutta la carriera.Trionfo' e' vero in due classiche monumento (2 Lombardia a distanza di molti anni), ma oltre ai giri morbidi, poco adatti alle sue caratterische disegnati per il duo Moser-Saronni, ebbe pure la sfortuna di incontrare spesso campioni in giornata di grazia, come quella volta a Sallanches, dove fu l'ultimo ad arredersi ad uno strepitoso Bretone che di nome faceva Bernard Hinault.Si gioco' il mondiale contro un campione con la C maiuscola, l'ultimo dei grandi si dice, perdipiu' in giornata super.Magari senza quella giornata in stato di super grazia il buon GB si sarebbe portato a casa una maglia iridata conquistata a casa di Hinault, battendolo e ingigantendo una carriera iniziata a vent'anni con quei 12 secondi di troppo,con quei 12 secondi che Merckx difese a grande fatica sui tornanti che portavano sul Rifugio Auronzo.Staccato e traballante sulla bici..Al cospetto del vincente ed elegante Baronchelli.

Quando 12 secondi da roseo auspicio diventano triste presagio... di una carriera mai sbocciata completamente..

 

 

  • Grazie 1
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1 ora fa, alvin66 ha scritto:

Corsi  e ricorsi.

A Lago Laceno nel lontano 1976, uno stagionato Gimondi sfilo' la maglia rosa ad un emergente F.Moser, appena conquistata un giorno prima nella crono di Ostuni.Si era all'ottava tappa, e il Bergamasco tenne il simbolo del primato  sino alla 19ma quella che arrivava alle Torri del Vajolet, dove il belga De Muynck scavalco' in classifica il Felice nazionale.Ma fu un primato effimero visto che quel Giro lo vinse Gimondi stesso che ribalto' la classifica nella tappa a crono di Arcore.

Nella tappa di Campo Imperatore si scalera' il valico di Rionero Sannitico, che fu una delle salite della prima vera tappa appenninica del Giro del 1909, la prima della storia della corsa a tappe organizzata dalla Gazzetta. Da quando fu istituito il gran premio della montagna potendo ufficializzare quindi il passaggio in cima, scollinarono per primi su quella montagna nomi del calibro di Bartali,Van Impe e Hinault.

Nella tappa di Crans Montana affrontando la temibilissima salita della  Croix de Couer, a meta' scalata si transitera' a Verbier, arrivo di tappa nel tour 2009 e teatro di una terrificante progressione  del pistolero Contador, con tempi di scalata, vam e watt per kilo molto rilevanti, al punto che su quei km in solitaria di Contador che stacco' di ruota i fratelli Schleck con una rasoiata mostruosa, furono molto chiacchierati e diedero adito a molti sospetti.Per la cronaca Contador vinse con 43 secondi su Andy Schleck e poco piu' di un minuto su un non ancora affermato V.Nibali. Quel Tour lo vinse lo Spagnolo, che dovette lottare anche con il suo compagno di squadra in Astana L. Armstrong, desideroso di rivincere il suo ottavo Tour, prima della bufera doping che lo travolse qualche anno dopo.ui

L'arrivo al rifugio Auronzo stimola molti ricordi ed episodi curiosi.

Nel 1967 il tempo era per nulla invitante, e la tappa corsa sotto la pioggia in pianura si concluse sotto la neve al rifugio Auronzo.

Ed e' ancora Gimondi il protagonista.Il maltempo, la salita davvero dura per i rapporti dell'epoca e soprattutto il tasso alcolico di motli tifosi intenti a combattere neve e freddo con bibite non certo analocoliche, fecero degli ultimi km della tappa una gara a chi spingesse di piu i protagonisti .Gimondi in ogni caso stacco' Anquetil, il prestigioso rivale dell'epoca, e vinse anche la tappa.Ma il vero freddo su Felice gli arrivo' a mo di doccia, dalla giuria,che annullo' la tappa ed il suo arrivo con relativi distacchi, per le troppe spinte ricevute dai corridori.

Gimondi non la prese bene ma cio' non gli impedi' di scalzare il Francese dal primo posto in classifca nella tappa successiva, e mantenne il primato sino al traguardo finale, vincendo  il primo dei suoi  3 Giri d'Italia  .

La scalata del 1974 fu importante per una serie di motivi.Innanzitutto perche' fu l'ultimo Giro vinto dal Cannibale, ma fu anche la scalata di mille promesse non mantenute da chi quel Merckx lo mise in grande difficolta'.Quei 12 secondi, il distacco nella classifica che lo divise dal Belga, furono una promessa. un illusione, una speranza.Lui era uno scalatore abbastanza atipico, alto, dalle movenze gentili,neopro di  20 anni,che fece tremare il Cannibale sulla salita piu' iconica di allora.Nato nella Bergamasca come Gimondi, il suo nome? Giovanbattista Baronchelli.Tista o Gb per gli amici e tifosi.

Chi osa sfidare Merckx sulle 3 cime a vent'anni, non puo' non avere un futuro luminoso e vittorioso.Invece la carriera di Tista, pur costellata di un numero considerevole numero di vittorie, piu' di 90(per dire i Nibali, i Bettini sono sulla cinquantina) e' un elenco di occasioni mancate, di rovesci imprevisti.Mai vincente in un grande Giro, dovette sopportare anche l'avvento delle rivalita' Moser -Saronni che lo relego' come terzo uomo del ciclismo italiano, spesso dimenticato e sovrastato dalle polemiche tra i due.Quei 12 secondi gli sono pesati tanto, lo hanno accompagnato per tutta la carriera.Trionfo' e' vero in due classiche monumento (2 Lombardia a distanza di molti anni), ma oltre ai giri morbidi, poco adatti alle sue caratterische disegnati per il duo Moser-Saronni, ebbe pure la sfortuna di incontrare spesso campioni in giornata di grazia, come quella volta a Sallanches, dove fu l'ultimo ad arredersi ad uno strepitoso Bretone che di nome faceva Bernard Hinault.Si gioco' il mondiale contro un campione con la C maiuscola, l'ultimo dei grandi si dice, perdipiu' in giornata super.Magari senza quella giornata in stato di super grazia il buon GB si sarebbe portato a casa una maglia iridata conquistata a casa di Hinault, battendolo e ingigantendo una carriera iniziata a vent'anni con quei 12 secondi di troppo,con quei 12 secondi che Merckx difese a grande fatica sui tornanti che portavano sul Rifugio Auronzo.Staccato e traballante sulla bici..Al cospetto del vincente ed elegante Baronchelli.

Quando 12 secondi da roseo auspicio diventano triste presagio... di una carriera mai sbocciata completamente..

 

 

aggiungerei  la tappa del Santa Barbara-Bordala  e successiva Folgaria  dove vinse un giro Savoldelli  che sul Bordala nel punto piu' duro  e a 7° ventosi  era in crisi nera e si era staccato  salvo poi  recuperare nella discesa su Rovereto  e poi   a Rovereto trovarono 28° gradi afosi   e     incredibilmente Savoldelli  recupero' le forze  e ando' in crisi   Evans  che si stacco di  12 minuti o piu'. Mi pare fosse il 2005.   Stavo sul Bordala   nel punto piu' duro  al 12°  e Savoldelli   aveva una faccia che tutti davano per spacciato ed invece....

 

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1 ora fa, Cip ha scritto:

aggiungerei  la tappa del Santa Barbara-Bordala  e successiva Folgaria  dove vinse un giro Savoldelli  che sul Bordala nel punto piu' duro  e a 7° ventosi  era in crisi nera e si era staccato  salvo poi  recuperare nella discesa su Rovereto  e poi   a Rovereto trovarono 28° gradi afosi   e     incredibilmente Savoldelli  recupero' le forze  e ando' in crisi   Evans  che si stacco di  12 minuti o piu'. Mi pare fosse il 2005.   Stavo sul Bordala   nel punto piu' duro  al 12°  e Savoldelli   aveva una faccia che tutti davano per spacciato ed invece....

 

Credo fosse l'edizione del 2002..quella tormentata del doping.Evans ando' in crisi sul passo Coe ad una decina di km dal traguardo scarsi.

Hamilton se ne accorse ma fu a sua volta stroncato da Savoldelli, in giornata di grazia. La bambola di Evans fu una delle piu terrificanti che ricordi..prese mi sembra un quarto d'ora in quei 10 km ..

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10 ore fa, alvin66 ha scritto:

Credo fosse l'edizione del 2002..quella tormentata del doping.Evans ando' in crisi sul passo Coe ad una decina di km dal traguardo scarsi.

Hamilton se ne accorse ma fu a sua volta stroncato da Savoldelli, in giornata di grazia. La bambola di Evans fu una delle piu terrificanti che ricordi..prese mi sembra un quarto d'ora in quei 10 km ..

Si giusto!    Mi ricordo benissimo la tappa  che avevo fatto con amici pero' partendo da Verona  fino ad Arco  e poi   Santa Barbara (che e' duro  soprattutto all'inizio e a meta' per poi spianare  negli ultimi 2 km)   Bordala   che e' breve  quasi fosse il proseguimento  del Santa Barbara  dopo la discesa ripidissima a Ronzo Chienis (2 km al 18-20%!)    ma   a causa della discesa che ti raffredda le gambe  e  dei 3 km successivi del Bordale    sempre oltre il 10% con punte al 15%     lo paghi tutto!   Io ero  proprio sulla parte piu' dura del Bordala  e la faccia di Savoldelli non diceva nulla di buono e si stava staccando  mentre Evans in quel momento  era assolutamente bello da vedere in faccia.  Il problema  e' stato che   in basso   ad Arco  e poi a Rovereto    c'era un caldo afoso molto fastidioso e umido mentre in quota a 1500 m   c'era vento forte  e  freddino ( tra i 7 e i 10 gradi).  Sicuramente questo ha contribuito alla  sopravvivenza di Savoldelli e alla successiva debacle di Cadel Evans.    Savoldelli era rientrato in fondo alla discesa a Rovereto  ma all'attacco del Folgaria Passo Coe    quando si sono infilati nella gola il clima era  caldo e afoso e Cadel  e' andato in crisi totale.       Io ed i miei amici,    dopo il carro scopa  abbiamo fatto la discesa e la successiva salita   verso Folgaria per poi  ridiscendere a Rovereto dalla parte di Terragnolo   e rientrare a Verona.   Ricordo che   dalla Tv  che guardavamo al Bar   su al passo Bordala   Cadel saliva verso Folgaria a 8 km/h !!!      Io  che sono sempre stato  buon passista scalatore, 1 ora dopo lo facevo  a 12-13 km/ora  ma avevo gia' 56 anni...       Una delle cotte piu' brutali che abbia visto.      Simile a quella del  1998 di Zulle  quando Guerini e Pantani arrivarono soli a Selva Val Gardena    dopo aver fatto la Marmolada  e il Sella.   Quella volta ero   a due km  prima dello scollinamento sul Sella   e   Zulle   si era preso una cotta micidiale.  Ricordo anche  Leblanc   che piangeva e voleva scendere di bicicletta  e lo abbiamo rimesso in sella e spinto per 500 metri...  anche li il freddo   e le pendenze  della Marmolada prima  e poi caldo a Canazei  e le pendenze della seconda parte del Sella avevano distrutto   alcuni in maniera micidiale. Penso che quel giro  avesse avuto una cronometro iniziale a Trieste nella quale ulle aveva doppiato Pantani  se non ricordo male.

Modificato da Cip
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Già sulla Marmolada zulle andò a gambe all'aria. Da lì sino a selva il sio svantaggio nei confronti del pirata e del comuqne staccato tonkov aumentò. 

Ma la sia vera bambola la prese due giorni dopo sul crocedomimi.. Fino a quel punto era ancora in lotta per il podio quantomeno. In una delle tappe più selettive a mia memoria, si arrivava a montecampione, zulle prese sulla ventina di minuti. 

E ricordi bene sulla sverniciata, a crono, di zulle su Pantani. Il sorpasso avvenenne presso l'allora Marinella, poco dopo il bivio si Miramare. 

Ma eravamo, pensa, solo una paio di giorni prima della sua crisi sulla Marmolada e 4 prima della sua bambola a montecampione.. 

In un grande giro i valori cambiano all'improvviso.. Basta davvero poco

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1 ora fa, alvin66 ha scritto:

Già sulla Marmolada zulle andò a gambe all'aria. Da lì sino a selva il sio svantaggio nei confronti del pirata e del comuqne staccato tonkov aumentò. 

Ma la sia vera bambola la prese due giorni dopo sul crocedomimi.. Fino a quel punto era ancora in lotta per il podio quantomeno. In una delle tappe più selettive a mia memoria, si arrivava a montecampione, zulle prese sulla ventina di minuti. 

E ricordi bene sulla sverniciata, a crono, di zulle su Pantani. Il sorpasso avvenenne presso l'allora Marinella, poco dopo il bivio si Miramare. 

Ma eravamo, pensa, solo una paio di giorni prima della sua crisi sulla Marmolada e 4 prima della sua bambola a montecampione.. 

In un grande giro i valori cambiano all'improvviso.. Basta davvero poco

Si vero! mi ero dimenticato   il Croce Domini, altra salita che conos co beneissimo  e che ti frega, e poi Monte Campione, forse piu' regolare  ma    se hai le gambe vuote...      Comunque il Croce Domini non finisce mai, pare che non sia duro a Bagolino    e poi pare che spiani al Gaver  ma      alla fine  non  arrivi mai su......discesa anche tosta.    Veramentew un bel giro quello. Uno dei piu' belli che ricordi

 

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I Protagonisti

Per la maglia rosa

1) Evenepoel. Per me, come dice D.Peterson, nr.1. E' in forma strepitosa e straripante, ha vinto una Liegi scalando la Redoute a bocca chiusa.Ha una buona squadra, anche se non la migliore, almeno sulla carta e va fortissimo pure a crono e quest'anno i km  contro il tempo non mancano.Papabile anche per la prima rosa del Giro, domani.I Dubbi  sono solo sul tipo di corsa del Giro e le sue salite, le sue tappe..Differenti da quelle della Vuelta.Potrebbe magari pagare qualcosa nella terza settimana.

2)Roglic.La sfida, in teoria, e' tra loro due.Lo Sloveno ha dalla sua piu' esperienza e un modo di correre generalmente sparagnino che potrebbe permettergli di riservare qualche energia nella terza durissima settimana.La squadra e' ottima, nonostante le defezioni per covid degli ultimi giorni.Kuss un lusso come luogotenente sulle salite.Ciononostante, penso che la lotta non sia solo affar loro.

3) TGH, G.Thomas Li metto appaiati come terzo incomodo. Il primo e' l'unico partecipante che ha gia' vinto un Giro, il secondo credo sia l'unico ad aver vinto un Tour.A favore del buon Tao c'e' che e' in forma, che tutto l'anno e' andato mediamente forte, a favore del Gallese c'e' l'esperienza, esperienza che gli ha permesso l'anno scorso di arrivare a podio al Tour, dietro i due extraterrestri.In piu' l'ineos sembra essere la squadra piu' forte in assoluto, una squadra che potrebbe sconvolgere anche la corsa quando meno te lo aspetti.

4) Almeida. Si fa preferire a Vlasov per due ragioni:la prima e' che e' tutta la stagione che fa forte, la seconda e' perche' al Giro e' la quarta volta consecutiva che ci viene e conosce la corsa e l'atmosfera della gara a tappe italiana.Ha una buona/ottima squadra, va abbastanza forte a crono..e, insomma, credo sara' un cagnaccio mica da ridere.

5) Vlasov Il 27enne Russo, arriva al Giro quatto quatto.Un po' come Hindley l'anno scorso.Per questo va tenuto in seria considerazione,nonostante un'inizio stagione ben poco sfavillante. Se in giornata in salita sa far male davvero in piu' si avvale di una squadra in cui spiccano le presenze di Kamna,Jungels e Konrad, luogotenenti pregiati al pari del Kuss della jumbo.E non e' detto che qualcuno di loro non si trovi nelle parti alte della classifica all'inizio della terza settimana.Potrebbero risultare delle armi tattiche molto pericolose.

6) T.Pinot. Lo confesso, faro' il tifo per questo corridore francese che ha vinto molto meno di quanto ci si aspettasse quando la sua carriera era all'inizio.Debolezze, sfortune, disastri gli hanno sempre impedito di raggiungere qualcosa che probabilmente avrebbe meritato.Al Romandia e' andato forte, al netto delle sfighe puo', sempre se vi puntera', arrivare anche a podio..e chissa'.....

7) D.Caruso. Probabilmente avra' tutto il tifo delle strade italiane dalla sua parte.Vi arriva in condizione discrete/ottime. Potrebbe far male non solo in salita ma anche in qualche discesa.Di sicuro lui e la sua squadra(davvero forte) non partono rassegnati ad un ruolo di comprimari.Attenzione al nostro Damiano.

8 ) H.Charty Questo simpatico spilungone arriva alla corsa rosa sentendosi non per forza battuto dal duo Roglic/Evenepoel.Cosi almeno proclama.E noi, che siamo di animo buono, gli crediamo...sino a prova contraria.Ottimo e sgraziato scalatore.E qui le montagne non mancano..

9) J.Haig Molto bene al Tota.Questo fa sperare a lui e alla sua squadra in un buon Giro.E' un corridore completo che si difende discretamente anche a crono.Ha nel suo bagaglio un podio alla Vuelta.Effettivamente puo' fare molto bene.

10) Buitrago.Altro portacolori del team Bahrain, che ha tre punte di tutto rispetto.Messosi  in mostra l'anno scorso vincendo la tappa di Lavarone, potrebbe quest'anno fare un ulteriore salto di qualita'. Quello che ha fatto intravedere, e piuttosto nitidamente, gia' alla Liegi è un'ottima premessa. 

11) P.Konrad Nel caso di disgrazie del suo capitano Vlasov, potrebbe essere una valida alternativa della Bora.Perche' nelle ultime settimane ha dimostrato una crescita di condizione molto interessante.Ed e' un ciclista costante, senza grossi guizzi.Ma se in forma senza pure grossi sbaracamenti.Potrebbe lottare per una top 10..forse anche qualcosina di piu'.

12) Anresman/Sivakov Li metto assieme come i loro capitani.Per una ragione o per l'altra potrebbe restare in classifica facilmente..e diventare delle chiavi tattiche molto importanti per l'Ineos.

13) R.Uran. Come ama dire un noto telecronista, Cane vecchio sa...e Uran ha la necessaria esperienza per "ficarghela a tutti"..l'esperienza di sicuro.Vedremo le gambe.Arriva in Abruzzo con poche e di certo non memorabili, corse nella stagione..

14) Fortunato L. Non me ne voglia l'eterno Pozzovivo ma prefersico puntare,come seconda nostra speranza, ad un giovane, tra l'altro in crescita in questo ultimo periodo. Se arriva nei 10 sara' comunque un successone.E arrivarci e' nella sue corde.

15) Jungels B. Quest'anno non si e' mai visto.L'anno scorso,pero', ha sfiorato  la top ten al Tour.come diceva Bugno....Vedremo.

Poi qualche nome a sorpresa qua e la': Kamna prima di tutti.Anche lui potrebbe trarre vantaggio il poter essere arma tattica della Bora.

Detto di Pozzovivo che se arriva nei 10 sarebbe da ovazione perenne, ci metto il trio EF Cepeda,Ciacedo e soprattutto lo zingaresco Healy,che tanto ha fatto bene nelle Ardenne.Barguil potrebbe benissimo entrare nella parti alte della classifica,ma bisogna vedere se un piazzamento  nella generale gli interessa di piu' di una vittoria di tappa.Stesso discorso per Mollema, che se si sente in grado potrebbe lottare anche per la generale ma piu' facilmente crediamo che punti ai successi parziali.Una certa curiosita per Rubio, portacolori di una Movistar tutta votata alle volate di Gaviria, ma che potrebbe ritagliarsi degli spazi importanti in ottica classifica generale.

Penso di non aver dimenticato nessuno.

A piu' tardi per i cacciatori di tappa..

 

 

Modificato da alvin66
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I Cacciatori di tappe

 

1 M.Pedersen  Considerate le tappe non di montagna, con la maggior parte dei profili accidentati, considerata che la squadra e' quasi tutta votata alla sua causa, considero l'ex campione del mondo il papabile per la maglia ciclamino finale e plurivincitore  di tappa

2 Matthews Piu' o meno vale il discorso fatto per Pedersen.Il classico velocista che tiene bene in salita.In questo giro potrebbe essere protagonista in piu' di qualche tappa

3 Groves K.  e' il terzo velocista con buona attitudine a superare indenne sulle salite piu' innocue. Dei tre e' il piu' inesperto.Ma ci sono diverse tappe che possono diventare ghiotte occasioni.

4 Gaviria F.  Dei velocisti puri e' forse il piu' consistente.Forse in qualche tapp)a potrebbe anche essere uno dei poche ruote veloci che si possono salvare.

5 Magnus Cort  Se fosse in forma come alla Vuelta 2021 sarebbe il principale avversario di Pedersen

6 Dainese E' il nostro uomo di punta per le volate.

7 Cavendish .   Di sicuro il piu' titolato.ma anche molto stagionato.

8 Ackermann  Sembra un po' lontano dai suoi giorni migliori.Ma se dovesse trovare la forma...

9 Consonni  Potrebbe essere una sorpresa.Lieta..interessante il tandem con Cimolai.

10 Milan  Chissa se il Friulano di Buia ci dara' qualche emozione.

11 Albanese  dopo tanti piazzamenti sarebbe d'obbligo una vittoria.

12 Pasqualon  buona alternativa Bahrain a Milan, considerato che in salita non e' un paracarro.

e poi ci sono i vari Kung, Mollema, Rota, Skuijns, De Marchi,Leknessund, gli italiani Formolo,Ulissi se avranno qualche giorno di liberta', S.Clarcke, Moscon, Velasco, LL Snachez ecc.ecc.

Insomma il sale non manca..vedremo la pietanza se sara' saporita..

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Punteggi del giochino

 CLASSIFICA FINALE

Indicare i primi cinque della classifica generale

10 punti per posizione indovinata nella classifica finale del Giro.

6 punti per ogni corridore messo nella top five nella posizione sbagliata nella classifica finale del Giro.

CLASSIFICA DI TAPPA

Indicare i primi tre della tappa

4 punti per ogni corridore indovinato nel piazzamento nei pronostici di ogni tappa.

2 punti per ogni corridore indovinato nei primi 3 ma nella posizione errata.

1 punto per chi indovina chi indossa la maglia rosa alla fine della tappa. 

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