alvin66 Inviato 4 Maggio 2009 Segnala Condividi Inviato 4 Maggio 2009 Il regista Afro newyorkese prende spunto da un racconto di Benioff per girare un film,che a mio giudizio,e' uno dei migliori degli ultimi anni. La trama e' semplice e potrebbe non dire granche':e' il racconto delle ultime 24 ore di liberta' di uno spacciatore, prima di andare in carcere.Infatti,qualche tempo prima, l'antidroga americana irrompe a casa sua con un mandato di perquisizione,e vi trova della roba nascosta nell'imbottitura di un divano. Condannato a 7 anni nel carcere di Otisville,Monty Brogan(un bravissimo Edward Norton),cerca di vivere le ultime 24 ore di vita,attorniato da rimpianti,dolore,recriminazioni e sospetti.Chi aveva parlato?Pur non dicendolo apertamente,lui crede che la sua ragazza con cui convive,Naturelle(Rosario Dawson), abbia spifferato tutto alla Polizia,condannandolo di fatto a sette anni d'inferno. Il clima del film e' pervaso di soffusa sofferenza e lo sfondo e' la New York appena colpita dall'attentato dell'11 settembre cui il film sembra ispirarsi in una sottile similitudine.Ferita e confusa e' l'America post 11.09.01, colpiti e disorienatati sono i protagonisti del film,da Monty,a suo padre,ai suoi 2 amici d'infanzia:il professore frustrato invaghito della sua allieva(il sempre positivo P.Seymour Hoffman) e l'arrampicatore di Wall Street (un sorprendente B.Pepper).Tutti con il loro carico di dolore,rancore,rabbia,confusione. Il film contiene delle scene intense:la recriminazione di Monty davanti allo specchio di un bagno, in cui esprime il suo odio verso tutto il mondo che lo circonda, che poi finisce nella amara riflessione espressa all'epilogo del rancoroso soliloquio( NO.FANCULO TU MONTY,AVEVI TU E L'HAI ROVINATO,BRUTTA TESTA DI C...O),e la scena dei 2 suoi amici che discutono del futuro di Monty vicino alla vetrata di un appartamento..con la vista tragica direttamente sulle rovine delle TWIN TOWERS. Il finale dona emozione e commozione. e' un monito?una acida sintesi?o una semplice considerazione? Sta di fatto che per Spike lee il sogno americano e' finito lo stesso momento in cui la societa' a stelle e' strisce ha avuto la certezza che l'innocenza e' svanita.o forse non e' mai esistita..ed il destino e' segnato.incontrovertibile perche' inevitabile... Cita Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
Ghost Inviato 6 Maggio 2009 Segnala Condividi Inviato 6 Maggio 2009 (modificato) E non era ancora arrivata la crisi finanziaria. Ora il sogno americano è veramente in crisi e senza poter dare la colpa ad altri se rifacesse il film adesso sarebbe ancor più malinconico Modificato 6 Maggio 2009 da Ghost Cita Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
Frangia Ostile Sez. Perugino Inviato 6 Maggio 2009 Segnala Condividi Inviato 6 Maggio 2009 Bel film. Fa riflettere. Come si può perdere tutto. Consapevolmente ciao voto: 7 Cita Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
MONTAG Inviato 1 Dicembre 2009 Segnala Condividi Inviato 1 Dicembre 2009 Il film contiene delle scene intense:la recriminazione di Monty davanti allo specchio di un bagno, in cui esprime il suo odio verso tutto il mondo che lo circonda, che poi finisce nella amara riflessione espressa all'epilogo del rancoroso soliloquio( NO.FANCULO TU MONTY,AVEVI TU E L'HAI ROVINATO,BRUTTA TESTA DI C...O),e la scena dei 2 suoi amici che discutono del futuro di Monty vicino alla vetrata di un appartamento..con la vista tragica direttamente sulle rovine delle TWIN TOWERS. Se fosse stato solo queste 2 scene già sarebbe stato bellissimo. Uno perchè solo una coppia di valore artistico quali Norton/Lee potevano realizzare una simile scena. Sceneggiatura, improvvisazione e la bravura di rendere quelle parole vive. Qualcosa di simile c'è in "Berlinguer ti voglio bene" dove un Benigni strepitoso accompagna il suo ritorno a casa da una balera dove finalmente aveva trovato una donna con un soliloquio altrettanto irriverente e divertente. Qui in più c'è la conclusione amara, che in fondo è il sottotitolo di tutto il film. Poi il coraggio di Lee di rompere un muro: prima di questo nessun film aveva mostrato ground zero all'america. Lo fa un regista newyorkese per condire la storia di una rovina personale che per un attimo diventa da individuale ad universale in un gioco di significati e di rimandi che colpisce al cuore. 8,5/10 Cita Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
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