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Inviato

Dal Piccolo de ieri:

Offre limoncello al sonnifero, in treno spariscono soldi e gioielli

In cella il driver Domenico Bonafede: il pm lo accusa anche di avere approfittato dello stordimento di una passeggera

«Gradisce un bicchierino di limoncello?»

Questo approccio ha messo nei guai Domenico Bonafede, 55 anni, un driver di terza linea dell’ippodromo di Montebello che possiede un unico trottatore: il cavallo si chiama Fantomas.

E come Fantomas, il personaggio delle storie ”noir” ideate dallo scrittore Marcel Allain, Domenico Bonafede - col limoncello ”tagliato” con un potente sonnifero da cavalli - avrebbe addormentato più di una ignara passeggera che viaggiava sui treni che collegano Trieste a Udine, a Venezia e Tarvisio. Lo sostiene l’inchiesta della Polizia ferroviaria. Secondo l’accusa lo scopo del ”driver” era quello di impossessarsi degli orologi, di qualche monile o del contenuto del portafoglio delle belle addormentate. In un’occasione, secondo il pm Cristina Bacer che ne ha chiesto e ottenuto l’arresto dal giudice Raffaele Morvay, è andato più in là; ha approfittato del sonno della viaggiatrice per allungare le mani sul corpo della dormiente non solo per prelevare i gioielli. Quando si sia fermato, non si sa. Ma per la legge l’attempato Fantomas nostrano avrebbe compiuto una violenza sessuale.

Lo hanno bloccato ieri mattina nei pressi dell’ippodromo gli investigatori della Polfer e della Squadra mobile che per mesi avevano cercato un ladro da strada ferrata e si sono invece imbattuti, dopo gli approfondimenti investigativi, in un presunto malvivente sessuale. Lui non ha opposto resistenza e la notizia che lo avevano portato al Coroneo è corsa a Montebello per le scuderie, chiuse per ferie estive, ma ben popolate di quadrupedi. Ora Fantomas, quello con le zampe, è rimasto solo. Prima di essere portato via, ”Mimmo” Bonafede ha chiesto agli altri stallieri di occuparsi del suo cavallo e dei suoi due cani. Negli ultimi mesi ha guadagnato poco con le corse. Fantomas in luglio ha incassato 1500 euro, nemmeno uno in agosto mentre in giugno aveva messo complessivamente in tasca 910 euro. Nulla in maggio e in aprile: 1280 euro in marzo.

I dettagli dell’indagine dovrebbero essere resi noti stamane in Questura. Va fatta luce su molti particolari oscuri e sul numero di coloro che sono stati avvicinati sui treni, addormentati col limoncello e poi derubati. Le denunce non mancano ma riguardano nella stragrande maggioranza la sparizione di soldi e preziosi. È possibile che altre donne abbiano subìto oltraggi dopo essere state addormentate e non si siano fatte avanti? Domenico Bonafede, basso di statura, è nato in Sicilia ma ha lavorato a lungo negli ippodromi di Torino e Milano. Ed è difficile dimenticare la sua fisionomia dopo averlo visto una sola volta. (c.e.)

Inviato

E dal quotidiano odierno:

IL CASO

Limoncello al Tavor: «Mi servivano soldi»

Il driver: derubavo le passeggere e ne approfittavo, ma mai oltre un certo limite

Domenico Bonafede ha ammesso le accuse

«Signor giudice, avevo bisogno di soldi per mantenere i miei cavalli. Per questo ho addormentanto qualche passeggera. Ho preso i soldi, ma mai tutti quelli che avevano. A volte ho anche allungato le mani. Non sono riuscito a resistere. Ma, la prego di credermi, non ho mai approfittato oltre un certo limite».

Ha ammesso praticamente tutte le accuse Domenico Bonafede, 55 anni, residente in via del Ghirlandaio, il driver di terza linea dell’ippodromo di Montebello, arrestato per aver rapinato con questo sistema almeno cinque giovani passeggere del treno che Vienna Venezia. Lo ha fatto davanti al gip Raffaele Morvay. Era presente il difensore Pietro Volpe. Ma Bonafede ha anche parlato di una quindicina di episodi dei quali appunto solo cinque sono al momento noti al pm Cristina Bacer, il magistrato che ha coordinato le indagini degli agenti della polizia ferroviaria. Al driver è stato chiesto di sottoporsi spontaneamente al test del Dna per accertare la sua responsabilità in un caso di violenza carnale consumata ai danni di una ragazza cittadina della Repubblica ceka avvenuta proprio su quel treno e denunciata alla Polfer di Roma.

«L’idea di addormentare le possibili vittime - ha raccontato Bonafede riprendendo pari pari le prime dichiarazioni rese agli investigatori della Polfer - mi era venuta guardando un telefilm. Per mettere in atto il piano - ha spiegato - mi sono servito del Tavor, un tranquillante che mi ero fatto prescrivere. Ho tritato una tavoletta e ho sporcato il bicchiere dove poi avrei versato il caffè - oppure del Limoncello - destinato alle viaggiatrici».

Il suo sistema era ingegnoso. Andava in treno fino a Tarvisio, poi si nascondeva nella toilette per gli handicappati della stazione. Lì aspettava il treno proveniente da Vienna. Entrava in azione al momento del cambio dei controllori. E per conquistare la fiducia delle vittime - come hanno accertato gli agenti della Polfer - faceva finta di leggere un libro in inglese o in tedesco. Chiedeva il significato di qualche parola e così riusciva a chiacchierare. Poi tirava fuori dalla borsa il Limoncello, oppure il thermos con del caffè caldo. Per non destare sospetti beveva il primo bicchiere; poi, facendo finta di esersesene dimenticato, ne offriva un bicchiere alla vicina di scompartimento. Ovviamente il bicchiere era stato precedentemente trattato con il Tavor.

A dare l’allarme un paio di mesi fa era stata una giovane tedesca che si era risvegliata di soprassalto mentre l’uomo la stava toccando nelle parti intime. La donna aveva subito segnalato il caso alla Polfer ed appunto erano scattate le indagini. Anche in un altro caso gli era andata male. Ci aveva provato con una ragazza di colore che nonostante diversi caffè corretti con il Tavor non aveva ceduto al sonno. E così lui aveva abbandonato l’impresa.

«Peccato - ha confessato ai poliziotti - avrei voluto tornare in azione in occasione della imminente mostra del Cinema di Venezia. Arrivano tante ragazze con buone possibilità economiche e sicuramente avrei raggranellato qualche soldo». (c.b.

)
Inviato

O_o ma che sonado questo.

Cioè, de tuti i modi per rubar bori, questo me par el più mona, pericoloso, e con facilità de vignir becai.

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