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MERCOLEDÌ 10 DICEMBRE 2025 - Un traguardo significativo, un numero che racchiude passione, dedizione e una carriera costruita passo dopo passo: sono 300 le presenze nella massima serie del basket italiano raggiunte da Michele Ruzzier nella trasferta di sabato sul campo del Banco di Sardegna Sassari. Il play-maker triestino si conferma una figura solida e rispettata nel panorama della Serie A: il suo percorso è l'esempio di come il talento, se supportato da serietà, impegno e lavoro, possa sbocciare e imporsi ai massimi livelli. Basi cestistiche che affondano nel fertile terreno del Centro Arcobaleno a Trieste, il luogo dove tutto è iniziato. Nella palestra Rodari di via Giuseppe Pagano, Stefania Sperzagni e Matteo Massalin capiscono da subito le potenzialità di un ragazzo che, passo dopo passo, attraverso il percorso nelle giovanili, arriva a vestire la maglia della prima squadra. È la stagione 2010-2011, le prime apparizioni (sei in stagione) con l'Acegas di Eugenio Dalmasson in serie A d'Eccellenza. La gavetta in biancorosso, con responsabilità crescenti guidando la squadra alla salvezza nel campionato di serie A2 2013-'14 poi il passaggio alla Reyer e il salto in serie A. Il rispetto che si è guadagnato in questi anni, da parte di allenatori, compagni e avversari, non è casuale. Sempre corretto in campo e fuori, Ruzzier è ammirato per la sua intelligenza cestistica. La sua forza risiede nella visione di gioco e nella capacità di essere un vero e proprio faro in campo, capace di elevare il rendimento di coloro i quali, con lui, hanno condiviso il parquet. Un giocatore in grado di leggere le difese e orchestrare al meglio la manovra offensiva: di play-maker come Michele, oggi, ne sono rimasti pochi. «300 è un numero importante e che fa impressione, banalmente vuol dire che sto diventando veramente vecchio – scherza Ruz –. Seriamente è un traguardo significativo, direi il sogno di bambino che si realizza. Essere arrivato fin qui è senza dubbio una cosa bella e che mi riempie di orgoglio. Non vuole essere però un punto di arrivo. Spero di avere ancora tante presenze davanti a me e di potermi togliere altre soddisfazioni di questo tipo». Una esperienza più che decennale arricchita da tappe di successo in piazze storiche. Ha infatti vestito casacche importanti e prestigiose come quelle di Venezia, Varese e Virtus Bologna, contribuendo al blasone di club dalla grande tradizione. Uno dei momenti più alti della sua carriera da protagonista è stata la vittoria della Coppa Italia a Cremona, un trofeo che testimonia la sua capacità di essere decisivo nei momenti che contano. Dopo aver girato l'Italia e aver raccolto successi e preziose esperienze, Michele Ruzzier è tornato a vestire i colori della Pallacanestro Trieste. Un ritorno che lo consacra come profeta in patria, il leader designato che incarna la tradizione e l'orgoglio cestistico della città. Le sue 300 presenze non sono e non devono essere un punto di arrivo, ma l'ennesima riprova di un percorso costellato di sacrificio, classe e, soprattutto, tanto basket. - «Se qualcosa può andar male, lo farà»: come scrive Antonello Rodio oggi, bisogna davvero andare a scomodare la legge di Murphy per descrivere quanto capitato alla Triestina lunedì a Gorgonzola e in genere il periodo alabardato. Perché la sequenza di eventi sfortunati e a tratti grotteschi piombati sul capo dell'Unione è a dir poco incredibile. E nonostante questo, la squadra di Tesser non ha mai mollato, ci ha dato dentro fino all'ultimo secondo anche dopo il rigore sbagliato, e proprio come contro la Pro Patria ha finito in crescendo, mettendo così nel cassetto anche l'eventualità di una condizione fisica precaria. LA TENUTA MENTALE Dopo tutto quello che sta accadendo, però, la domanda sorge spontanea: fin quando riuscirà a tenere mentalmente questa squadra a dir poco ammirevole? Perché sì, questa Triestina è solo da ammirare per quanto ci mette di impegno e di cuore, per come combatte, corre e lotta sul campo, e per come riesce a stare sempre sul pezzo con determinazione e carattere in un contesto che distruggerebbe le motivazioni di un toro. Ma quanto potrà durare questo carburante dopo che tutto quanto accade attorno cerca di bucare il serbatoio? UN CONTESTO INFERNALE Il contesto in cui si muove la squadra, è quasi infernale: già il panorama societario con il silenzio che continua a imperversare non è di quelli molto stimolanti, ma poi oltre alla mazzate pesantissime dei punti di penalizzazione (in totale ben 23, con una serie di reclami sempre respinti, l'ultimo dei quali proprio ieri come riferiamo a parte), a questa squadra ne stanno capitando di tutti i colori anche sul campo, dove avrebbe meritato tantissimi punti in più di quei pochi che invece è riuscita a racimolare. SFORTUNE DA GUINNESS La serie di eventi contro il Giana è da guinness dei primati: il gol del vantaggio dei padroni di casa viziato da un possibile fallo su Ionita, un gol annullato a Vertainen per un fuorigioco che (forse) è di pochi millimetri, l'infortunio dello stesso finlandese, un calcio di rigore assegnato ai padroni di casa dai contorni surreali, un'altra rete annullata stavolta a Ionita per un fallo che solo l'arbitro ha visto, infine l'incredibile scivolone sul dischetto di Faggioli in occasione del rigore con pallone che, sfortuna nella sfortuna, va a incocciare l'incrocio dei pali. C'è materiale in grado di stendere un bisonte, che si somma a tutte le traversìe capitate all'Unione da agosto in poi. LE BATOSTE SUL MORALE Eppure questa squadra, sia prima con Marino che ora con Tesser, sul campo non solo dà l'anima, ma spesso meriterebbe di vincere e davvero di agguantare una salvezza che ora invece assomiglia ormai a una mission impossible. Ma, appunto, quanto sarà in grado di tenere la squadra dopo queste continue batoste sul morale? A parte le sconfitte immeritate, perché quella col Giana non è certo la prima, adesso è molto pesante anche lo stop a Vertainen, di cui si saprà di più nelle prossime ore. Ma essendo l'ennesimo infortunio muscolare dell'attaccante, è ovvio che lo stop non lascia presagire nulla di buono. Ed è un'assenza pesante perché Eetu è l'unico attaccante davvero incisivo, è quello che segna, oltre a dare profondità, inventare giocate e sgomitare con le difese avversarie. LE COSE BUONE Ma per riuscire a continuare con questa voglia e questa fame, l'Unione da Gorgonzola deve portarsi via anche le cose buone. Non dimentichiamoci che la Giana era quasi imperforabile nelle ultime dieci partite (solo 5 gol al passivo), eppure la Triestina è riuscita a segnarle ben tre reti (le due annullate si possono chiamare quasi gol) e a guadagnarsi un rigore. Insomma anche la produzione offensiva è stata brillante e sembra in crescita. Certo d'ora in poi senza Vertainen sarà difficile, ma prima o poi girerà anche la ruota della fortuna?
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Chiaro però è quello che hanno lasciato intendere, secondo me in malafede. Specificavo che ufficialmente sono due società distinte, nel senso, hanno annunciato HoD come principali azionisti, nuovi proprietari..
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La tiratina c'era non era rigore ma Wirtz ha solo alzato le braccia e non fatto grandi scene.....pensa se capitava a Barella quale contorsione con salto carpiato all'indietro.... Sinceramente vorrei sempre calciatori come Pulisic: prendono botte, spesso non sanzionate ma sta zitto, gli fanno fallo cade e non protesta o al massimo cerca di far capire che era fallo e punizjikone ma quanti sono? Ho citato Pulisic non perche' e del Milan ma perche' e' veramente un esempio di persona seria. I pirla protestosi e scenosi ci sono ovviamente anche nel Milan ma percentualmente non cosi' numerosi. Vedo la Juve e Locatelli che continua all'inizio alla fine a protestare....e fa dei falli che dovrebbero essere sanzionati ma protesta lo stesso...
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Non voglio fare incazzare il "carissimo amico" Ndocojo ma secondo me e' l'abitudine di alcuni calcoiatori dell'Inter di esagerare in alcune cose: Bastoni la maglia la tira sempre tutte le partite e piu' volte sia in area che fuori, Barella protesta sempre e comunque cosi' come Lautaro anche quando hanno torto marcio di acerbi meglio non parlare....sono abituati ad essere ben considerati in campionato italiano (la squadra con meno ammonizioni...ecc.). Ovviamente non sono i soli quelli dell'Inter ma diciamo che in un ipotetico podio di questo tipo di scorrettezze sono certamente primi. Assomigliano alla Juve di Chiellini e Bonucci. Pero' sinceramente un rigore cosi' dopo che hai visto l'azione e laasciata correre non lo pui dare perche' un pirla al Var ti richiama L'arbitro puo' sempre dire: Ho visto io. Non concordo con Forest su Wirtz che fa palesemente scena....lui stava tentando di andare verso il pallone e Bastoni e' il doppio di lui quindi il primo strappo alla maglia lo ha sbiklanciato ma xcomunque mai sarebbe arrivato sul pallone nemmeno se Bastoni non lo avesse strattonato. E' caduto facendo il minimo per non rimanere in piedi....da noi ne vediamo dieci a partita. In Germania pure ma anche in UK ci sono alcuni furboni (vedi nel Chelsea o nel City). Certo non lo fa Haaland ma perche' non gli serve. Bello comunque il commento di Van Dijk: ma....l'arbitro avra' compensato con un corner non dato....detto col sorriso. Come dire "che ti devo dire...e' il calcio". La partita non era comunque determinante per proseguire. Anche se l'Inter crollasse nelle ultime partite avfrebbe sempre la possibilita' di passare poi negli scontri diretti successivi.
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Capisco e li capisco. Forse una dichiarazione dei "nuovi" potrebbe un po' cambiare la situazione? Alla fine se si risolvesse l'impasse attuale a favore dei Dogi l'immagine pubblica e nell'ambiente dovrebbe virare nettamente in positivo. Ne gioverebbe tutto l'ambiente e anche in prospettiva (sperabile) mercato invernale. Se, appunto.
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