Di Uglietti ne vogliamo parlare? 😄

Ho finalmente visto tutto il video disponibile della conferenza stampa di Rothstein (parla quasi solo lui). Alcuni aspetti: - è stata lunghissime perché il Rothstein dice una parola ogni 20 secondi...estenuante anche ascoltandolo a 1,5x - mi fa un po' paura il discorso del board di 7 elementi tirato fuori alla domanda sul nuovo presidente. Se ad ogni decisione, che può essere necessaria anche in tempi brevi, bisogna prima ascoltare la voce di tutti e sette e successivamente metterli d'accordo il rischio è di avere sempre una risposta fuori tempo massimo. Vedremo come la organizzano, ma rimango dell'idea che serve uno che decide, in ogni campo  - messa in soffitta la narrazione del "Menta ha fatto anche cose buone": lo dice Rothstein, con quello he speso bisognava giocare la Serie B. Il fatto che abbia centrato un paio di buoni acquisti in proporzione al budget fa parte della legge dei grandi numeri - mi è sembrato logica la risposta sui 4 aspetti per cui hanno scelto la Triestina (al netto delle questioni più sotterranee): squadra italiana, di una serie minore, di una grande città, potenziali di sviluppo per sponsor. Il contenitore è coerente, va riempito  

Passare da un 8/8 contro l'Igokea ad uno 0/4 ieri fa pensare che il pubblico del PalaTs abbia influito. 

Per far capire quanto sia difficile allenare e quanto la pressione nei finali di partita possa influire sui coach(figurarsi sui giocatori) faccio notare che Priftis ieri nel finale né ha combinate di tutti i colori: - non chiama timeout dopo la tripla di uthoff - non chiede ai suoi di stare lontani da JTA nell' ultima azione,bastava un banalissimo "Ghost screen" con l'uomo di Ross per togliere JTA da caupain  - sempre sull'ultima azione, lascia in campo Uglietti in attacco che ha il 20% da3 in carriera Di contro Gonzalez lascia in campo Ross sulla difesa dell'ultima azione invece di spendere Brown o al limite anche DeAngeli.  Mestiere difficile quello dell'allenatore.

A leggere qua e la, ne vedo pochi di occidentali che capiscono di pallone. La maggior parte sembra più appassionata a scrivere idiozie sulla squadra avversaria, ad augurare la morte alle mogli dei giocatori, a cercare di capire se l'assist vale +1 al fantacalcio o a giocarsi lo stipendio nelle scommesse.  Ragionando per assurdo, gli indiani che hanno devastato lo stadio perché avevano il sogno (quasi infantile) di vedere con i loro occhi Messi* dimostrano più passione popolare di gente che organizza curve e coreografie solo se può guadagnare decine di migliaia di euro con la rivendita dei biglietti o con il taglieggio degli esercenti.   *Mi ricorda un po' quando mio nonno mi raccontò quando andò a San Siro e vide Pelé mezzo zoppo nella famosa amichevole contro Trapattoni (divenuta poi "leggendaria" per il Trap) solo perché la gente aveva pagato il biglietto per vederlo in campo.  Anche quello era calciobusiness, solo riservato ai milanesi, non agli abitanti di Goa.