SandroWeb Posted February 5, 2018 Report Posted February 5, 2018 LA RASSEGNA STAMPA SANDRINA DI LUNEDI' 5 FEBBRAIO 2018 Da Il Piccolo di Trieste I supereroi dell'Alma: Bowers e Giga Robot Sofferenza e impacci ma alla fine Bergamo è piegata di Roberto Degrassi Il basket, in fondo, è bello anche per questo. Pur essendo uno sport dove i numeri contano, può regalare un fondo di illogicità. L'Alma giocava senza Da Ros, con una caviglia malconcia. «Oddio, e adesso il pacchetto dei lunghi?» E «Bowers saprà essere protagonista?», di preoccupazioni e interrogativi così era popolata la vigilia della gara con Bergamo. Il campo ha fornito la risposta. Bowers 20 punti e 37 di valutazione. Janelidze 18 punti. L'Alma viene a capo della più brutta e faticosa partita casalinga dell'ultimo anno, grazie proprio ai lunghi.Bowers da subito dimostra di esserci: ingaggia un notevole duello con Hollis, fa valere malizia e mestiere in difesa, si assume responsabilità in attacco, legge il gioco con la perla di una stoppata - una delle sei finali - su Solano in entrata e successivo assist nel traffico per Cittadini. Certo, mostra il meglio giocando da "4" e non lo si può negare. E gioca bene e pure da "4" con le provvidenziali chele di Cittadini a coprire le spalle, anche quel satanasso di Giga Janelidze. Cuore e intensità da lungo di quelli di una volta, di quelli che dopo aver cercato di farsi largo tra due avversari, aver rischiato un'infrazione di passi e aver sbagliato il tiro, con la forza della disperazione vanno a raccattare il rimbalzo offensivo e la mettono dentro. Il bello del basket ma anche l'unico aspetto bello della vittoria dell'Alma su Bergamo. Mai vista Trieste tanto in imbarazzo sul parquet di casa. Passi che se i lombardi tirano da tre con il 69% nel primo quarto, non ci sono santi che all'intervallo non li stacchi più. Passi che bisogna aspettare il 25' per registrare il primo canestro di Green e il 27' per quello dalla lunetta di Cavaliero. Ma si vede per larghi tratti anche un'Alma che non riesce a imprimere la propria personalità contro l'ultima in coabitazione, che attacca senza lucidità la zona accettando una sfida alle triple e che incappa in alcuni falli spesi a bordo linea o a metà campo.Contro Bergamo i biancorossi vanno anche sotto di sette (50-57) e a tre minuti e mezzo dalla sirena sono ancora ammanettati a 70 pari mentre il Green svagato del primo tempo è rimasto negli spogliatoi e rientra sul parquet quello bravo, quello che completa un alley oop con una giocata ad altezze tali che per raccontarle ci vorrebbe l'androide di Blade Runner («Ho visto cose che voi umani...»).L'azione che decide la partita, tuttavia, non appartiene nè a un lungo nè a Javonte. È il gioco da quattro punti di Daniele Cavaliero. Fino a quel momento due punti, tre falli e un -1 di valutazione. Un pomeriggio così. Nello sguardo che accompagna la tripla a bersaglio e il successivo libero su fallo subito si possono leggere la rabbia, la frustrazione appena sconfitta per una prestazione che non era quella che avrebbe voluto, la voglia di apporre il proprio sigillo sulla vittoria. Una rabbiosa liberazione. E l'Alma va. -- Janelidze in quintetto è la rivelazione di Lorenzo Gatto QUINTETTI INIZIALI: L'assenza di Matteo Da Ros, infortunato, stravolge gli equilibri dell'Alma. Fernandez, Baldasso e Green confermati, Giga Janelidze completa la formazione assieme a Laurence Bowers. Bergamo sceglie Ferri, Solano, Sergio, Hollis e Fattori. PRIMO QUARTO: Sergio e Hollis danno vigore alla buona partenza di Bergamo. Trieste non si scompone, gioca su ritmi alti e allunga 11-8 a metà tempo. Le triple di Fattori e Hollis e due liberi di Solano per il 16-13 ospite. Dentro Cavaliero per Baldasso, Cittadini per Janelidze e Loschi per Green. Il miglior Bowers della stagione (9 punti, 2/3 da due, 1/2 da 3) riporta l'Alma in parità a 21. SECONDO QUARTO: Bergamo sul 25-21 poi tre bombe di Fernandez e Bowers per il sorpasso. Bergamo è li al 15' (32-31), sorpassa al 18', 38-39 (con uno stratosferico 9/13 da tre). Quattro liberi consecutivi di Ferri per il 40-44 dell'intervallo. TERZO QUARTO: Bergamo mena le danze continuando a dettare i ritmi. Massimo vantaggio ospite 57-50 con Fattori che sbaglia la tripla dall'angolo poi si assiste al recupero biancorosso con Trieste che chiude sotto di due sul 57-55. QUARTO QUARTO: c'è il marchio di Javonte Green sul sorpasso dell'Alma. Schiaccione su assist volante di Fernandez poi tripla del 62-59. Bergamo è li, 70-70 a meno di quattro minuti dalla fine ci pensa Cavaliero bomba più fallo a spaccare in due la partita. Bergamo alza bandiera bianca, l'Alma continua a spingere trascinata dalle prodezze di Janelidze, migliore in campo assieme al più convincente Bowers della stagione -- Dalmasson: «Potevamo vincerla soltanto così» «Dopo 20 minuti spenti abbiamo rimediato con l'atteggiamento giusto, sporcandoci le mani e buttandoci per terra». Ciocca: «Una bella battaglia ma ancora a mani vuote» di Raffaele Baldini Conclusa la sfida con Bergamo, un'Alma che vince alla distanza per la soddisfazione di coach Dalmasson: «Potevamo vincerla solo così. Nei primi venti minuti non abbiamo fatto bene, però abbiamo avuto la capacità di riassestarci facendo segnare un solo tiro da tre punti a Bergamo nel secondo tempo. Abbiamo rimediato con un atteggiamento giusto, sporcandoci le mani e tuffandoci per recuperare palloni decisivi. Eravamo tesi? Quando perdi qualcosa lasci sempre, era una partita delicata da tanti punti di vista, tornavamo a casa nostra dopo due sconfitte, per questo motivo sono molto soddisfatto e ringrazio il pubblico che ci è sempre stato vicino». L'importanza di saper vincere in un finale punto a punto, rispetto alle ultime uscite: «In casa nostra abbiamo vissuto pochi arrivi in volata, stavolta abbiamo portato a casa il risultato più con le qualità morali che quelle tecniche».In Bowers ha trovato il vice Da Ros? «Bowers ha fatto il Bowers, domenica dopo domenica sta crescendo, anche in attacco è stato continuo ed incisivo con canestri difficili e stoppate date. La cosa che mi rinfranca è che ancora ha tanti margini di miglioramento». È pensabile provare a fare il miracolo per avere Da Ros a Bologna? «Vedremo, Matteo sta facendo un lavoro certosino con i fisioterapisti. Non possiamo però avere delle certezze». Il coach bergamasco Ciocca è stremato, per certi versi abbattuto: «Sono stanco, come con Verona è bello vedere la squadra che lotta e gioca, che mette in pratica il lavoro settimanale ma i punti non vengono. Veniamo da un tour de force di 4 partite giocate in casa e 7 in trasferta, rimane la soddisfazione di arrivare pari a pochi minuti dal termine con la capoclassifica. L'emblema che rappresenta la forza di Trieste è Javonte Green, arginato per 30 minuti e poi devastante nel finale. Se poi pensate che il sostituto di Da Ros (Janelidze ndr.) segna 18 punti, capite il valore dell'Alma». -- LE PAGELLE BIANCOROSSE Janelidze: 8 Si rivede il combattente della prima parte di stagione; volitivo e presente offensivamente, con spiccata propensione al tiro dalla media e lunga distanza. Conclude con 18 punti e 4 rimbalzi con soli tre errori dal campo. La miglior partita in casacca Alma. Cittadini: 6 Forma in lenta ascesa. Maggiormente servito dai compagni nella prima parte ha inciso, anche gravando di falli gli avversari. Green: 5 Canovaccio già scritto in partenza: aggressivo dalle prime e battute e poi spento in panchina. Tanti minuti prima di rivederlo attaccare il ferro; poi, con il suo "pane quotidiano" (ergo la transizione), torna a sfamare l'esigente platea dell'Alma Arena. Fernandez: 6 In versione play più che realizzatore: i 9 assist sono emblematici, i 7 tiri totali anche, non dispiace questo new-deal in salsa argentina. Baldasso: 6 Più ai margini della manovra Alma, difende con impegno ma non si mette troppo in ritmo offensivamente: chiude con 3 punti e soli 3 tiri. Complemento. Cavaliero: 5/6 Palesa nervosismo ma ha l'esperienza per adoperarsi nel "lavoro sporco" difensivo; segna il primo canestro dalla lunetta al 27', poi si perde in errori e qualche fallo puerile. Come un'Araba Fenice risorge sul tiro da 3 con fallo che decide il match. Loschi: 6/7 Arma tattica di straordinaria incisività: difende fortissimo e colpisce chirurgicamente quando chiamato in causa. Poi non gioca più. Bowers: 8 Il nuovo vice Da Ros. Non solo segna in tutti i modi ma scarica palloni per i compagni con sapiente visione di gioco. Decisivo per tutti i 40 minuti, compresa la giocata difensiva e il canestro che chiudono virtualmente la sfida. 20 punti, 8 rimbalzi, 7 assist e 6 stoppate con 37 di valutazione. Prandin: 5 Appannato e meno preciso in fase realizzativa. Chiude con 0 punti in quasi 13 minuti. Poco. Dalmasson: 6 Non cambia filosofia gestionale, sfrutta a dovere il duo Janelidze-Bowers con l'assenza di Da Ros. Ancora fa fatica a comunicare pallacanestro con i suoi uomini in certi frangenti, quando ognuno cerca la soluzione estemporanea quale panacea di tutti i mali. (R.B.) -- Contro il Mestre Triestina sotto i riflettori Alle 20.45 (diretta in tv) l'Unione gioca una partita cruciale: senza una vittoria si apre una crisi. Debutto per Coletti di Antonello Rodio La Triestina sotto gli occhi di tutti. Dei tifosi che vogliono bene all'Unione, soffrono per questo momento un po' opaco e si aspettano un riscatto. Dei calciofili da tv di tutta Italia, visto che la partita andrà in diretta televisiva su RaiSport. E della stessa società che si aspetta un cambio di marcia dopo le ultime mosse di mercato. Anche perché c'è una classifica che dopo i risultati di sabato vede la Triestina al sestultimo posto in classifica, posizione inimmaginabile fino a qualche settimana fa. Dall'altro lato, una vittoria riporterebbe direttamente gli alabardati in zona play-off. Insomma per tanti motivi Triestina-Mestre di stasera al Rocco (inizio ore 20.45, arbitra Meleleo di Casarano) sembra davvero uno snodo fondamentale della stagione alabardata. Inutile sottolineare che un ennesimo risultato negativo, dopo i 2 punti raccolti nelle ultime quattro partite, aprirebbe le porte a una crisi. Ma la squadra dalla sua può recriminare di aver perso per strada tanti punti in maniera immeritata, e spera che il vento finalmente giri: serve un po' di buona sorte, ma anche la capacità di tirar fuori la cattiveria giusta da metterci nei momenti chiave. Di fronte l'Unione si troverà un Mestre che in questi anni è diventata una rivale con la quale si sono ingaggiate sfide rocambolesche. Se c'è un aspetto positivo per la Triestina, è che certamente stasera non si troverà di fronte una di quelle formazioni che vengono al Rocco chiuse a riccio. Mister Zironelli ha sempre giocato in modo aperto e propositivo, a volte perfino troppo, per cui almeno la difficoltà dell'aggirare difese blindate stasera non ci sarà. Ma è ovvio che servirà qualcosa in più rispetto alle ultime uscite per ritrovare la strada della vittoria. Il gioco non è quasi mai mancato, la Triestina ha fatto spesso le partite, solo che il possesso palla e le occasioni vanno poi concretizzate in rete, e soprattutto l'Unione deve evitare improvvisi black-out o ingenuità come quelle che sono costate i punti a Bolzano. Tra l'altro quella che si presenta stasera sarà anche una Triestina più completa. Se l'innesto di Lambrughi si è rivelato molto positivo, in settimana Milanese ha portato dal mercato Finazzi, che può essere una preziosa pedina in determinate occasioni, e soprattutto Coletti, che potrebbe anche essere buttato nella mischia portando agonismo, grinta e cattiveria nel centrocampo alabardato. Proprio Coletti potrebbe essere l'unica novità dell'undici iniziale rispetto a domenica scorsa. Per il resto, Miori sembra favorito su Boccanera per difendere i pali, poi il recuperato Lambrughi sarà accanto a El Hasni in mezzo alla difesa, con Libutti favorito a destra (ma c'è nuovamente Troiani fra i convocati) e Pizzul a sinistra. A centrocampo Coletti perno centrale con Porcari e Bracaletti mezzali, davanti Arma punta con Petrella e Mensah esterni alti. Per quanto concerne il Mestre, out ancora Bonaldi e probabilmente Kirwan (figlio di quel John Kirwan campione del mondo di rugby con gli All Blacks ed ex allenatore della nazionale italiana) per uno stiramento rimediato contro la Fermana. Fuori anche Martignago per una contrattura e Stensson influenzato. Nel 3-4-3 di Zironelli occhio al solito Sottovia, che sarà affiancato in avanti da Spagnoli e Beccaro. A centrocampo dovrebbero esserci Boscolo e Casarotto con Lavagnoli e Fabbri sulle corsie. In difesa davanti a Favero, il trio Gritti, Perna, Politti. Quote
SandroWeb Posted February 5, 2018 Author Report Posted February 5, 2018 Da City Sport Comuzzo, un operaio da palestra in veste di head coach della “F”: “Sensazioni mai provate prima” “La gara di giovedì contro l’Alma? Un piccolo assaggio dei futuri play-off” di Alessandro Asta Si è auto-definito un “operaio da palestra” nel momento in cui si è presentato in sala stampa al Paladozza nel post partita contro la Bondi Ferrara, dopo la sua “prima” vittoria da head coach delle Aquile Fortitudine. E forse in quella manciata di parole è trasudata tutta l’essenza di Stefano Comuzzo, apprezzato assistant-coach qualche anno fa in Pallacanestro Trieste a fianco di Eugenio Dalmasson e che nelle ultime stagioni ha sposato la causa bolognese, sedendosi in panchina accanto a Matteo Boniciolli tuttora ai box per motivi di salute. Un ambito prestigioso e al tempo stesso non semplice da cavalcare, che l’ex responsabile tecnico di baskeTrieste – carica che ha ricoperto per sette stagioni di fila - ha dimostrato di far suo in un momento non facile per la Consultinvest, a pieno titolo l’avversaria più temibile dell’ambiziosa capolista Alma che giovedì sera sarà di scena al Paladozza. Coach Comuzzo, non si può certamente dire che lo scendere in campo in una partita ufficiale in qualità di capo allenatore della Fortitudo sia stato privo di emozioni. Specialmente dopo il pesante rovescio della settimana precedente a Jesi… “Posso dire che quelle provate prima, durante e dopo la gara con la Bondi siano state sensazioni intense e incredibili, pur avendo già condotto la squadra in alcuni tornei pre-campionato e lavorando di fatto sempre attorno al gruppo durante i giorni che ci separano dalle singole sfide di campionato. Certamente questa è un’esperienza diversa da tutte le altre: l’emozione contro Ferrara è stata tanta, anche perché in una città come Bologna ci sono tante aspettative e il nostro è un pubblico competente ed esigente. Ma non posso dire di aver avvertito particolare tensione in questa prima volta da head coach della Fortitudo”. Bologna, appunto: secondo lei che differenze ci sono con una piazza come quella giuliana? “Qui in ogni minuto del giorno si parla di pallacanestro per strada e per i bar, è dunque naturale e logico essere sempre sotto i riflettori. Credo però che per certi versi non ci si allontani più di tanto da quello che succede a Trieste, specialmente adesso che nell’Alma sono cresciute le ambizioni e le prospettive: quando non hai niente da perdere il clima è decisamente più festante rispetto al momento in cui le cose cambiano e sei costretto a vincere”. Torniamo alla Consultinvest: guardando al vostro ruolino di marcia, è logico parlare di tanti saliscendi in campionato. Eppure, nonostante tutte le difficoltà che avete affrontato, la testa della classifica resta a un tiro di schioppo. “La stagione sin qui è stata difficile, in prima battuta a causa dei tanti infortuni che ci hanno attanagliato: questo ha finito col provocare problemi già in ambito di preparazione, se poi ci aggiungiamo le defezioni di alcuni singoli in corso d’opera è chiaro parlare di parecchi alti e bassi, sia da una partita all’altra piuttosto che all’interno di una stessa gara. Essere al secondo posto dopo aver perso tanti punti per strada è comunque positivo, è altrettanto logico che siamo alla ricerca dell’equilibrio attorno alla squadra: per fare cose importanti in campionato, questo è un passaggio imprescindibile”. Giovedì il big-match al Paladozza: che partita si aspetta di vedere e soprattutto cosa pensa sia cambiato dopo quel -25 che la Fortitudo aveva rimediato all’Alma Arena? “Penso che il gap rimediato in quell’occasione è stato figlio di una nostra prestazione nettamente al di sotto delle aspettative, a cui va aggiunto un finale brutto in cui siamo andati letteralmente fuori giri. Sicuramente ci si incontra in un momento diverso rispetto ad allora: Trieste ha fatto un girone d’andata straordinario, ora sta un po’ accusando il colpo ma va detto che tutte le sconfitte rimediate ultimamente in trasferta sono state di pochi punti, con un atteggiamento che è rimasto sempre quello giusto. Oltretutto, non ricordo una stagione dove una singola squadra abbia fatto un percorso netto sul profilo dei risultati. Giovedì sarà una bella battaglia, ma anche un assaggio di quello che vedremo ai play-off: in una gara che reputo apertissima, serviranno nervi saldi e bravura nel leggere le situazioni che si svilupperanno”. -- Una resa con onore contro la Loacker Ora c’è il Molteno Mercoledì in terra lombarda in ballo il 4°posto Preventivata e puntualmente arrivata: la sconfitta maturata sabato scorso a Bolzano è di quelle che fanno relativamente poco male al morale triestino. Dovendo sempre affrontare problemi sul fronte delle defezioni (e nella sfida quasi impossibile contro la Loacker, oltre a Crespo Diego coach Oveglia ha dovuto fare a meno all’ultimo minuto anche del pivot Pernic, bloccato dall’influenza intestinale), la Principe fa ugualmente il suo sporco dovere in Alto Adige, nonostante un 28-21 finale un po’ bugiardo per tutto quello che Trieste è stata abile di creare di fronte alla corazzata allenata da Alessandro Fusina. Pur priva di pezzi da novanta come Gaeta e Innerebner (ma con il recupero last-minute di Sporcic), Bolzano ha staccato definitivamente i biancorossi giuliani nel punteggio solamente negli ultimi dieci minuti di sfida, quando la stanchezza degli ospiti (sommata a qualche errore di troppo in fase offensiva) ha finito col diventare la chiave di Volta per la risoluzione del match. La prima mezz’ora di gara è di grande solidità per la Principe: una partenza di sfida decisamente convincente di Visintin e compagni - Trieste avanti sul 2-3 - non fa decollare la Loacker come ci si poteva aspettare. Turkovic e Moretti (in particolare quest’ultimo, in grande spolvero nell’intero computo della contesa) sono le principali spine nel fianco che la difesa giuliana non riesce a bloccare. Sono comunque i gol di Udovicic (recuperato dopo il problema fisico rimediato in casa contro Mezzocorona) a tenere in ballo gli ospiti, sempre in linea di galleggiamento e mai sotto le tre reti di scarto nel primo tempo: lo svantaggio minimo arriva quasi in prossimità del 30’, con un momentaneo 11-10 che prospetta teoricamente una seconda frazione potenzialmente equilibrata. E in parte per Trieste è proprio così (bene ancora il giovane talento Sandrin), sempre sotto nel punteggio ma mai realmente costretta a imbarcare troppa acqua, nonostante Bolzano veda la salita sugli scudi dell’ex biancorosso Dapiran e più in generale una maggiore fluidità di tutto il reparto offensivo. Il vero punto debole della Principe si rivela invece essere quello inerente agli “errori gratuiti”: senza troppi cambi, gli ospiti perdono progressivamente contatto con i padroni di casa a causa di due contropiedi solitari sbagliati e ben tre tiri dai sette metri falliti, che diventano autentici regali per una Loacker che sul 26-18 firmato Sporcic fa pochi sconti agli avversari. La testa di Trieste è ora rivolta verso la sfida infrasettimanale contro Molteno: il quarto posto è a un passo dall’essere conquistato. (A.A.) Quote
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