SandroWeb Posted September 18, 2019 Report Posted September 18, 2019 MERCOLEDI' 18 SETTEMBRE 2019 - «Sarà un grande campionato. Anzi, eccezionale». Lo dice il presidente federale Gianni Petrucci, lo ripete il presidente della Legabasket Egidio Bianchi, in sala parecchi dirigenti e tecnici ammiccano.A dare ottimismo sono i dati di un afflusso di pubblico in aumento con una media di oltre 4mila spettatori a incontro che non si registrava da vent'anni. C'è stata anche la Pallacanestro Trieste ieri sul palcoscenico della presentazione della nuova serie A1. Ed è bello che tocchi un riconoscimento a uno di quei personaggi che lavorano nell'ombra ma che sono fondamentali per una società. Pierantonio Riosa da oltre cinque anni ha riposto il fischietto ed è il dirigente addetto agli arbitri della Pallacanestro Trieste. Una figura preziosa perchè occorre avere competenza e diplomazia, quel sangue freddo e tatto che possono anche scongiurare che una protesta in campo degeneri o che un'intemperanza dentro o fuori dal parquet diventi un macigno nel referto arbitrale. Riosa è stato riconosciuto meritatamente il migliore nel suo campo in Italia. «Questo premio però voglio condividerlo con la società percho è merito di tutti, dal presidente all'ultimo dei magazzinieri, se si sono resi conto tutti quelli che arrivano all'Allianz Dome che qui si può giocare e arbitrare bene».Viene chiamato poi alla ribalta anche il presidente Gianluca Mauro. Lo stuzzicano: l'anno scorso avete saputo reagire a una situazione delicata...Mauro ci scherza su: «Perchè, cosa è successo?...Il giorno dopo avevamo già la volontà di reagire perchè noi siamo abituati così». L'altro assist che arriva dall'intervista è sul progetto pilota di "Siamo Trieste" che desta interesse a livello nazionale. «Sono già tremila le adesioni», fa Mauro. In sala c'è chi strabuzza gli occhi. «Ma a Trieste abbiamo un bel pubblico, bella gente. Puntiamo alla salvezza». - Troppi i gol subiti in quattro giornate: ne parla Antonello Rodio sul Piccolo odierno. C'è un dato che impressiona maggiormente nella falsa partenza della Triestina, maturato soprattutto nelle ultime due sconfitte. Finora la squadra di Pavanel ha subito ben 7 reti, di cui 6 negli ultimi due match. Solamente tre squadre del girone hanno fatto peggio nelle prime quattro giornate. Ed è un dato che spiazza visto che proprio la difesa è stato uno dei punti fermi dello scorso anno e inoltre ha cambiato pochissimo, senza doversi adattare a delle novità. Anzi, col Piacenza e a Cesena è andato in campo lo stesso quartetto titolare della seconda parte dello scorso anno, quella migliore, con Lambrughi-Malomo al centro, Formiconi a destra e Frascatore a sinistra. E allora cosa può essere cambiato? Per capire il tracollo rispetto all'inizio della scorsa stagione (dove tra l'altro c'erano ancora Valentini e Sabatino), bastano alcuni dati del campionato 2018/2019: l'Unione rimase con la rete immacolata in ben quattro delle prime cinque partite; nelle prime tre sfide al Rocco non subì mai una rete; il settimo gol al passivo lo subì appena alla nona giornata. E dulcis in fundo, solo una volta in tutta la stagione la Triestina subì tre reti in una partita, quella vinta per 4-3 in trasferta a Verona. Insomma sono numeri talmente diversi da risultare quasi inspiegabili. Tanto più che, come detto, non solo la difesa è in pratica la stessa della seconda parte dell'ultimo campionato (con ulteriori supporti più importanti come Scrugli e Cernuto), ma è notevolmente migliore di quella dell'avvio della scorsa stagione, quando c'erano ancora Valentini e Sabatino. E allora come si spiega la differenza? Certo, c'è qualche sfasatura di troppo a livello di singoli: Frascatore dopo un travagliato precampionato non è ancora in condizione e da quella parte ci sono troppi buchi, Lambrughi non ha ancora ritrovato lo smalto dell'altro anno e soprattutto Malomo si è reso protagonista di alcuni errori evidenti. Ma c'è l'impressione che all'origine ci sia il fatto che il reparto arretrato sia lasciato un po' in balìa delle scorribande avversarie, soprattutto in caso di ripartenze veloci, come accaduto sia col Piacenza che con il Cesena. Insomma che non ci sia un'adeguata copertura davanti alla difesa, frutto evidentemente di uno scarso equilibrio complessivo. Il 4-4-2, con l'interpretazione molto offensiva degli esterni, si trasforma spesso in un 4-2-4. E in mezzo si fa ovviamente fatica. Tanto più che non c'è più un giocatore come Coletti che per attitudini era la barriera davanti alla difesa. Si è voluto giustamente dare qualcosa in più alla manovra e Giorico in effetti lo sta facendo, risultando quasi sempre il migliore in campo. Ma forse passare a tre a centrocampo (come ha fatto del resto Pavanel nella ripresa di Cesena) potrebbe assicurare più densità e copertura, oltre che dare più spazio anche a Paulinho. Certo, poi ci sarebbero scelte dolorose nel tridente offensivo, ma almeno la svolta servirebbe a capire se è davvero questo il motivo delle tante reti subite. Quote
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