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LUNEDI' 25 NOVEMBRE 2019

- E arrivò anche il giorno in cui persino Eugenio Dalmasson perse la pazienza. Come scrive Roberto Degrassi sul Piccolo, già nel dopopartita contro la Virtus Bologna il coach della Pallacanestro Trieste non aveva risparmiato le stoccate ai suoi. Stavolta l'affondo è ancora più deciso e anticipa una settimana pesante. «Cremona ha vinto meritatamente perchè noi ci abbiamo messo poco per crearle problemi. Siamo rimasti in gara nei primi venti minuti ma anche per i demeriti della Vanoli, ci eravamo illusi e invece quando Cremona ha accelerato non siamo stati capaci di giocare a quei ritmi. Abbiamo dimostrato incapacità a livello tecnico e caratteriale, raramente lucidi, senza quell'aggressività indispensabile».Il tecnico fa un esempio. «Abbiamo preparato per una settimana questa partita, ho ripetuto alla squadra che Cremona è prima nei rimbalzi offensivi e bisogna impedirglieli e il risultato è che la Vanoli ne ha catturati venti. Ne avevamo parlato per una settimana...Mi spiace perchè il pubblico di Trieste e la società non meritano partite come questa».Gli viene chiesto del poco impiego di Mitchell nella ripresa: «In attacco i momenti migliori li abbiamo avuti senza centri, con Peric e Da Ros. Nessuno dei due centri è andato bene». Justice, ottimo nei primi 20 minuti, ha scontato alcuni errori in avvio di terzo quarto e una difesa molle. Continua il coach: «Siamo in difficoltà nei finali, prorpio quando l'aspetto agonistico dovrebbe prevalere. Invece ci perdiamo. Vedo gente che scende dal pullman e gioca con la gambe piegate come se fosse reduce da 10 ore in fabbrica anzichè essere pagato per allenarsi due volte al giorno e giocare a basket».Come se ne esce, allora? «Dobbiamo renderci conto che questa non è la strada giusta. A Cremona c'era un centinaio di tifosi triestini. Gente che ha fatto strada sotto la pioggia per venire a vederci. Se io sono uno vivo, vero, che credo in qualcosa, dovrebbe scattarmi dentro una molla...E invece ci perdiamo per nulla»

- «Se una squadra non è mentalmente forte, questa partita non la vinci. E invece l'abbiamo vinta». A Carmine Gautieri, dopo il successo nel finale contro il Sudtirol, preme elogiare il modo in cui la squadra è stata in campo e come ha retto mentalmente contro un'avversaria forte. E anche se non sarà stato calcio-champagne, questa resta una grande vittoria: «Abbiamo fatto una partita compatta e ordinata - afferma il mister - siamo stati cattivi su ogni pallone, soprattutto nel primo tempo. Certo, abbiamo anche sbagliato qualcosa sul piano tecnico, ma ci abbiamo messo la cattiveria e la voglia, siamo stati mentalmente forti contro una delle migliori squadre del campionato. Complimenti ai ragazzi che l'hanno giocata per come è stata preparata, il gruppo ha portato in campo tutto quello che gli ho detto. Vero che dobbiamo migliorare in tante situazioni, ma qui lavorano professionisti veri che ogni giorno sputano sangue per questi colori. Certo, il pari poteva essere più giusto, ma altre volte abbiamo perso senza meritarcelo». E a proposito di applicazione tattica, il tecnico spiega anche l'utilizzo di Beccaro e non si preoccupa se si è creato poco: «Giochiamo con un 4-2-4: Gatto è un attaccante esterno, Beccaro mi serviva per fare l'ala in possesso palla e fare l'interno in non possesso, per dare equilibrio contro un centrocampo a tre. Non si può vincere sempre per 3 a 0, meglio vincere così, da cattivi, poi arriveranno successi più larghi. Poi che la squadra debba migliorare negli ultimi 16 metri lo sappiamo». Riguardo al match-winner Mensah, Gautieri rivela un episodio: «In settimana il ragazzo mi ha voluto parlare, gli ho detto che non è che può dare di più, lui deve dare di più: stavolta è entrato nella maniera giusta e l'ha fatto, credendo fortemente su un errore avversario». Riguardo all'atteggiamento del pubblico, Gautieri come al solito è un signore: «Il pubblico ci ha sempre aiutati: oggi abbiamo giocato, abbiamo vinto tutti, perché si vince tutti, e siamo rientrati dentro. Torno a ribadire concetti già detti: siamo fortunati a lavorare per una società seria, in una città bellissima dove c'è gente civile e corretta: non possiamo chiedere di più». Un commosso Gautieri chiude con una dedica molto sentita, da uno che ha vissuto una tragedia in prima persona: «Per me è stata una settimana particolare, il 23 novembre del 1980 avevo vissuto il terremoto dell'Irpinia, mi sono trovato in quella situazione e questa vittoria la voglio dedicare con grande affetto a tutte le persone che ci hanno fatto compagnia nei container per 4 anni e mezzo. Ringrazio i ragazzi che mi hanno dato questa gioia e permesso di fare questa dedica». 

 

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