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VENERDI' 13 DICEMBRE 2019

- «Il fioretto a questo punto non serve più. Si combatte anche a mani nude, se è necessario. E bisogna usarle». Eugenio Dalmasson, intervistato da Roberto Degrassi del Piccolo, non nasconde il momento di difficoltà. L'Allianz che allena è penultima a pari punti con Pistoia ma soprattutto è reduce da una prova di sconcertante arrendevolezza a Roma. E domenica si va a Reggio Emilia, sforzandosi di pensare che non esistono parquet impossibili perchè per salvarsi i punti bisogna andare a prenderseli dove si può, e non arrivano per blasone nè per grazia ricevuta.Come state vivendo questa settimana? "Con due allenamenti al giorno, cercando di guardare avanti perchè piangersi addosso adesso non ha senso. In questo momento più che gli aspetti tecnici contano anche altri valori". Questa è una squadra che a Roma ha dimostrato di non saper lottare. "Mi ferisce non vedere una reazione. Ci sta di perdere, può accadere, non deve però succedere senza combattere. Chi deve salvarsi deve dare il 110%. Le squadre che inseguono quell'obiettivo lo fanno. Pistoia ha perso di 12 a Brescia ma uscendo tra gli applausi. Noi abbiamo perso di 10 a Roma ma giocando male". Come se ne esce? "Dobbiamo prendere atto di quello che siamo: la posizione in classifica parla chiaro, non possiamo permetterci di pensare di essere più bravi. Proviamo a cambiare atteggiamento. Abbiamo problemi, in alcuni settori scontiamo limiti fisici rispetto agli avversari, ma bisogna lottare e averne voglia". E se questo non succede? "Vuol dire vivere in una bolla fuori dalla realtà. La realtà dice che questa squadra gioca davanti a un pubblico favoloso, in una splendida città, in un bell'impianto. Le condizioni per rendere ci sono tutte". Tra le varie edizioni della Pallacanestro Trieste, questa sembra la meno dalmassoniana. O, comunque, lei non è sembrato mai così in difficoltà. "In assoluto sì. Anche se ho già vissuto in passato momenti di difficoltà. Se le cose andranno male questa sarà anche la mia sconfitta. Ci sono molte diversità, per esperienza, per atletismo, per mezzi tecnici". Domenica si va a Reggio Emilia, contro una Grissin Bon temibile. E intanto si parla di mercato. Ma può bastare un solo innesto per risolvere i problemi? "Reggio Emilia è un campo molto difficile, anche più complicato del PalaEur affrontato domenica scorsa. Non voglio parlare di operazioni di mercato, mi sono confrontato con la società e ho già espresso i miei pensieri su come si può cercare di uscire da questa situazione. Quello che è sicuro è che stiamo facendo fatica, dura da tempo, e non è sicuramente quello che ci aspettiamo".

- Sempre sul Piccolo odierno, Antonello Rodio parla delle poca efficienza offensiva di Pablo Granoche, che proprio qualche settimana fa è stato festeggiato per aver superato le 100 presenze con la maglia alabardata. A preoccupare non c'è solo il suo dato complessivo, fermo a 5 reti di cui 3 realizzate su rigore, quanto il fatto che El Diablo non va in rete su azione dal lontanissimo 15 settembre. Giusto per capire quanto quel giorno sia lontano, sulla panchina dell'Unione c'era ancora Pavanel: la Triestina perse a Cesena e il gol del momentaneo pareggio del 2-2 arrivò proprio su una zampata di Granoche.Da quel giorno, Pablo ha messo a segno una doppietta su rigore la settimana successiva a Verona (ancora con Pavanel), e poi è andato a rete ancora una volta su penalty a Pesaro, quando a guidare gli alabardati dalla panchina era Princivalli. In pratica Gautieri non ha ancora avuto il piacere di vedere segnare El Diablo, che ultimamente in occasione dei rigori avuti a favore si trovava in panchina, impossibilitato a rimpinguare il suo bottino.Il lungo digiuno di Granoche è un po' il simbolo di questa stagione finora deludente della Triestina: anche il giocatore non appare esattamente al top, in qualche partita ha fatto fatica ad emergere e non è un caso che talvolta è partito dalla panchina, visto che il reparto consta di quattro punte. E ultimamente ha sbagliato occasioni che lui di solito non fallisce, come il colpo di testa di domenica contro il Modena da posizione favorevole. Ma sono momenti che possono capitare nella carriera di un attaccante, e del resto El Diablo ha abituato anche a imperiose resurrezioni, nonostante i suoi 36 anni.L'esempio più fulgido, ma anche motivo di speranza per il prosieguo di questa annata alabardata, arriva proprio dalla scorsa stagione. Ebbene nello scorso campionato, quello nel quale la Triestina è arrivata a un passo dalla serie A, fino a dicembre Granoche aveva fatto addirittura peggio di quest'anno.Vero, allora c'erano stati parecchi problemi fisici a frenarlo nella prima parte di stagione: prima il problema a una costola, poi alcuni guai muscolari. Ma sta di fatto che alla resa dei conti a fine 2018 El Diablo aveva segnato appena quattro reti, di cui due su calcio di rigore.Come è finita lo scorso anno, poi, lo ricordano tutti. Granoche vinse la classifica capocannonieri del girone con 17 reti, frutto di un girone di ritorno a mille. Certo, i rigori furono parecchi, ma non mancarono certo le reti su azione, che arrivarono con buona frequenza.

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