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LUNEDÌ 7 MARZO 2022

- «Dobbiamo ritrovare l'atteggiamento di inizio anno». Anche Franco Ciani si aspettava una partita diversa e nel dopopartita, sottolineati i meriti e la cifra tecnica del roster veneziano, esprime rammarico e spunti critici.Il rammarico, innanzitutto. «In questo campionato ci è successo di vincere in un Allianz Dome scarsamente popolato. Stavolta il pubblico c'era, e lo ringrazio, ha portato il suo entusiasmo ma dobbiamo essere noi sul campo ad alimentarlo. Dobbiamo riabituarci a creare un clima importante nel nostro Palasport e invece non siamo stati in grado di scaldare gli animi».Dal punto di vista tecnico il coach biancorosso si sofferma in particolare su una voce statistica. «In una partita in cui siamo riusciti a tenere i nostri avversari a un punteggio relativamente basso abbiamo concessi 18 punti per banalità. Mi riferisco a quei rimbalzi corti, a quei palloni nella terra di nessuno sui quali i veneziani sono stati sempre più veloci di noi recuperandoli per creare nuove situazioni d'attacco. Disattenzioni. Un quarto dei punti subiti è arrivato così. Da ora in poi ogni pallone sarà importante, perchè da qualsiasi azione può scaturire il canestro che può decidere cosa sarà del nostro futuro in questa stagione».Manca la fame a questa Allianz anche se Ciani non vede una squadra sazia o appagata. «Abbiamo mangiato un po' meritandoci di essere tra le prime ma adesso non dobbiamo perdere il giro dei dolci al buffet perchè pensiamo che tanto prima o poi troveremo anche noi il piatto. Perchè adesso sono tutti che premono davanti a quel buffet. Hanno tutti fame di vittorie». Il tecnico si sofferma sulla prova di Alexander: «Un inserimento non facile che diventerà più semplice se gli faremo capire che qui per vincere bisogna sporcarsi le mani. Ty-Shon è un rookie, è arrivato alla Virtus Bologna dove comunque non gli veniva chiesto di fare la differenza e aveva davanti tanti campioni. Nella nostra squadra gli viene chiesto di essere una presenza importante e di calarsi in una mentalità operaia».Rammarico e considerazioni critiche anche nelle parole del capitano, Daniele Cavaliero. «Siamo mancati nelle cose semplici - spiega Dani - Peccato perchè era una sfida da affrontare a viso aperto, con la voglia di dimostrare che gli errori commessi in Coppa non li avremmo più fatti. Mi dispiace che il nostro approccio non sia stato quello giusto. Avremmo dovuto far risaltare la voglia di giocare contro uno squadrone come Venezia. Sono mancate tante cose. Gli abbracci, gli aiuti, la panchina che si infiamma per un canestro».Sincero come sempre il capitano. «Le squadre ormai conoscono pregi e difetti una dell'altra, la differenza la fa come si gioca. Mi verrebbe da dire bisogna giocare per la vita ma è una forzatura visto quello che sta succedendo attorno e non è giusto dirlo. Il piacere di lottare e vincere, però, quello sì, dobbiamo dimostrarlo. Al pubblico dico che mi dispiace, la mia promessa è che mercoledì saremo migliori»

- Mister Bucchi non ci sta a parlare di una Triestina sottotono e diversa dalle ultime uscite che hanno fruttato il poker di successi. Per il tecnico alabardato sono stati gli episodi, oggettivamente tutti pesanti, a indirizzare una partita nella quale il Renate a suo parere non stava facendo nulla più degli alabardati. «Non sono d'accordo a parlare di una Triestina diversa - dice Bucchi - piuttosto gli episodi sono quelli che cambiano il volto delle partite. Un rigore a favore o contro significa sbloccare una partita oppure doverla rimontare, un'espulsione significa giocare in inferiorità numerica. Sono episodi troppo importanti, soprattutto a dieci turni dalla fine in uno scontro diretto con posizioni di rilievo in palio». La partita, prima del discusso episodio che l'ha sbloccata, per Bucchi era equilibrata, anche ben iniziata dall'Unione: «Era una partita combattuta fra due squadre che sanno quanto pesava il match, noi i primi 20 minuti abbiamo fatto bene, più di loro: abbiamo tenuto palla, abbiamo creato qualcosa. Poi è vero che loro hanno preso campo, ma se non fa gol su rigore, mi spiegate come fa a far gol il Renate? Io non ricordo un tiro in porta, se non quello del 2-0. A oggi la dea fortuna non ci ha mai dato una mano, soprattutto nei momenti topici o quando le partite contavano di più. Stavolta non era un passaggio cruciale, ma un'occasione per battere una squadra che ci precede. Abbiamo dominato e perso con loro all'andata, ma anche con Padova e Sudtirol. Invece queste partite bisogna vincerle, perché nei play-off vanno vinte. C'è stata qualche prova individuale un po' sotto le attese, ma ora non dobbiamo perdere la serenità e l'equilibrio tattico-mentale, bensì ripartire e costruire sul fatto che anche stavolta in dieci non abbiamo mai mollato». Naturalmente tiene banco la direzione arbitrale e il rigore concesso al Renate: «Si può incappare in giornate storte - spiega Bucchi - oggi credo l'abbia avuta l'arbitro. In casa abbiamo subito 6-7 rigori contro di cui 3-4 molto dubbi, noi mai uno a favore. Non so se è lo stadio a stimolare gli avversari o gli arbitri ad accanirsi contro di noi, perché magari non favorire la squadra di casa può essere un vanto. Ma noi vorremmo solo un metro onesto di giudizio. Altre volte ho lodato l'arbitro anche se abbiamo perso. Stavolta non è stato solo il rigore dato a loro, ma anche quello non dato a noi e altre situazioni». Il tecnico poi spiega la sostituzione nell'intervallo: «Calvano viene da tanti mesi di stop, in questo periodo di tante partite ravvicinate gli abbiamo chiesto gli straordinari viste le assenze di Giorno, Sakor e Giorico, inevitabile vada gestito per trovare una certa continuità. Non riuscivamo a passare a centrocampo, per cui con Ala-Myllymaki volevo uno che avesse più impostazione e qualità offensiva. Ma poi siamo rimasti in dieci e ci siamo messi a due in mezzo». 

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