SandroWeb Posted February 6, 2023 Report Share Posted February 6, 2023 LUNEDÌ 6 FEBBRAIO 2023 - Lucido nell'analisi, Marco Legovich fotografa con consumata abilità il match che ha visto l'Armani imporsi all'Allianz Dome al termine di una battaglia nella quale la formazione milanese ha saputo imporre i diritti della sua maggior classe. Come scrive Lorenzo Gatto su "Il Piccolo", perfetta per tre quarti, Trieste si è arresa nel finale quando lo sforzo profuso per tenere testa a un'avversaria schierata in formato Eurolega si è fatto sentire. Una battuta d'arresto che non rende felice il coach triestino ma lascia, nelle pieghe di un match molto combattuto, anche motivi di soddisfazione.«Un pubblico eccezionale, la caccia di questi giorni al biglietto, un sold-out quasi sfiorato. L'ho detto più volte ma lo ripeto volentieri - sottolinea Legovich - siamo orgogliosi di tutto questo e avremmo voluto regalare una gioia ai tifosi che hanno riempito il palazzo. Non ci siamo riusciti, purtroppo, ma essere stati alla pari con questa Milano per trenta minuti è il segnale di quanto la mia squadra è cresciuta. Non sono soddisfatto ma non mi dimentico da dove arriviamo: all'inizio della stagione segnavamo 59 punti ma ne subivamo 95, adesso i ragazzi stanno giocando con molta più determinazione e i risultati si vedono».Trieste ci ha provato, ha condotto a lungo, è rimasta nel match fino all'inizio dell'ultimo quarto. Poi ha pagato la grande difesa di un'Armani cinica e brava a chiuderla nelle fasi decisive. «Nell'ultimo quarto la stanchezza mentale di un match che ci ha costretti a confrontarci contro una difesa di altissimo livello che ci ha stritolati. Loro bravissimi su ogni nostra mossa in primis a opporre il fisico alle nostre iniziative. Per vincere contro questa Milano bisognava essere perfetti e non lo siamo stati: Milano è stata più brava e ha meritato la partita».I complimenti a Marco Legovich arrivano anche da Ettore Messina. «Giusto farli - l'analisi del tecnico milanese - perchè Trieste ha dimostrato di essere una squadra molto ben organizzata contro la quale è sempre molto difficile fare canestro. Per noi, alla quarta partita in otto giorni, non è stato facile. I miei ragazzi sono stati fantastici per dedizione e concentrazione, bravi a stringere i denti nei momenti in cui facevamo fatica a segnare».Emanuel Terry ha impressionato in un esordio che ha lasciato intravedere le potenzialità di un giocatore in grado di spostare gli equilibri della squadra. «Mi dispiace per i nostri tifosi - sottolinea - avremmo voluto fare di più. Personalmente sono contento di come mi sono inserito in questo gruppo e devo ringraziare coach Legovich, tutto lo staff e i miei nuovi compagni per la grande disponibilità con cui mi hanno accolto aiutandomi a inserirmi in questo gruppo» - Ha visto la sua squadra giocare alla pari, perfino in inferiorità numerica, contro una Pro Sesto che ora è la capolista del girone, ma alla fine la sua Triestina esce con zero punti e l'impresa salvezza diventa sempre più improba. Quello di Augusto Gentilini è uno stato d'animo comprensibilmente complesso, ma il tecnico alabardato preferisce guardare alle cose positive, da cui trae anche speranze per il futuro: «Sono orgoglioso dei ragazzi perché hanno messo l'anima fino all'ultimo. Anche in dieci, fino al gol non siamo mai stati in difficoltà, anzi abbiamo coperto il campo nella maniera corretta, abbiamo perfino avuto la voglia e la determinazione di andare a cercare il gol. Il nostro campionato è iniziato mercoledì scorso e ora abbiamo questo minitorneo dove la necessità è di cercare il massimo sempre, in casa e in trasferta, in dieci o in undici. La classifica? Non è tempo di fare tabelle, dobbiamo ripartire da questo spirito, questa voglia e questa determinazione: se lo faremo, lotteremo fino alla fine a testa alta». Uno spirito di squadra che hanno notato anche i tifosi, che alla fine hanno applaudito gli alabardati, cosa che non è passata inosservata a Gentilini: «Ringrazio il nostro pubblico, e non è una ruffianata perché io sono un tipo molto diretto: i tifosi hanno apprezzato quello che i ragazzi hanno messo in campo e l'anima che stanno mettendo per salvare il patrimonio di questa città. Se l'Unione fa la forza, crediamoci tutti». L'ambiente alabardato è anche imbufalito con l'arbitro per alcune decisioni controverse, ma Gentilini sotto questo aspetto ha le idee chiare: «Non ci sono alibi, gli arbitri ci sono e a torto o a ragione gestiscono loro. Cosa ho detto ai ragazzi nell'intervallo? Che le ingiustizie fanno parte della vita e la forza di un gruppo, di un calciatore e di un uomo, è anche quella di saper gestire queste situazione negative. Altrimenti ci si arrampica sugli specchi e noi non ne abbiamo bisogno, dobbiamo guardare avanti e credere ancora di più nelle nostre qualità. Alla fine tireremo le somme, dobbiamo continuare con questo spirito battagliero, aiutandoci reciprocamente. Se tirerò le orecchie a Masi? No, ma è inutile stare qui a dire che secondo me il giallo non c'è, ci siamo trovati in una situazione in cui con Mbakogu potevamo fare gol e un secondo dopo ci siamo ritrovati in dieci. Sono quelle situazioni strane che in area di rigore ne succedono a iosa. Ma come ho detto non dobbiamo cercare alibi, bensì aggrapparci alle nostre qualità fisiche, tecniche e morali per tirarci fuori da questa situazione» Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
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