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I suntini sandrini di venerdì 10 marzo 2023


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VENERDÌ 10 MARZO 2023

- A Brescia, domenica sarà ancora la Pallacanestro Trieste formula 4 (stranieri) che ha battuto Treviso nell'ultimo turno ma proprio mentre si alzerà la palla a due al PalaLeonessa sbarcherà in Italia Jalen Hudson, nuova ala piccola biancorossa. Come scrive oggi Roberto Degrassi su "Il Piccolo", se tutto filerà liscio sul fronte burocratico il sabato successivo avrà modo di conoscere il pubblico dell'Allianz Dome guardandolo dal parquet.In ogni caso con la firma di Hudson Trieste cambia nuovamente pelle. Rispetto al roster e all'assetto della squadra d'inizio stagione, quella partita con lo 0-4 in campionato, le modifiche ci sono state e quasi sempre significative e innovative rispetto alla versione precedente. Significativa che il roster estivo aveva limiti ma va ricordato che era stato costruito in condizioni diverse rispetto alle attuali: non c'era ancora la nuova proprietà, era in corso la due dilingence da parte di Cotogna ma senza avere ancora concrete certezze per il futuro e il mercato giocoforza non aveva visto fuochi d'artificio. Quella prima edizione aveva Davis play titolare con Bossi cambio, Bartley guardia e Gaines sesto uomo d'eccezione con lo spot di ala piccola titolare da dividere tra Campogrande e Deangeli. Sotto canestro pessimo avvio di Spencer.Prima modifica con l'arrivo di Michele Ruzzier, proprio dalla gara d'andata contro Brescia. Condivisione della regia con Davis utilizzato anche da guardia permettendo come per un effetto domino lo scivolamento di Bartley a disputare spezzoni da ala piccola visto l'appannamento di Campogrande. Intanto Spencer svolta e comincia a incidere in doppia doppia. Svolta anche la squadra.La terza modifica è storia recente, con l'innesto di Terry al posto di Pacher. Un cambio di filosofia. Divorzio tra un giocatore più tecnico e con capacità (in realtà più presunte che dimostrate sul campo) perimetrali per inserire un elemento dal gioco più interno e soprattutto con mezzi atletici sopra la media.Con l'inserimento di Hudson al posto di Gaines un altro cambio sostanziale. Se n'è andato un giocatore esperto, a disagio nel ruolo di sesto uomo e di "3" d'emergenza, tiratore alterno da tre, ma utile comunque nei secondi tempi punto a punto per la capacità di costruirsi azioni con il mestiere subendo fallo. Arriva un esterno che è soprattutto un'ala, ha caratteristiche diverse, permetterà a Bartley di giocare prevalentemente da guardia con Davis a godere di munitaggio sia da play che da 2. Di Hudson sarà da verificare l'inserimento nelle dinamiche del campo e dello spogliatoio ma indiscutibilmente ha un tasso di atletismo superiore al predecessore. In sostanza, con le due ultime due operazioni Trieste avrà perso qualcosa in tecnica ma ha fatto un notevole upgrade nella verticalità. Anzi, nelle varie edizioni della PallTrieste in A da quando ci sono più di due stranieri questa è una di quelle più potenti atleticamente. In sostanza, rispetto alla scorsa estate è avvenuta una rivoluzione silenziosa che ha portato dallo 0-4 a un bilancio successivo di 9 vinte-7 perse.Intanto, però, c'è da pensare a Brescia affrontandola con quattro stranieri e confidando nel completo recupero di Bartley in ripresa dopo una lieve distorsione a una caviglia. Con quattro Usa le imprese si possono fare, per riuscirci con 3 servirebbero i miracoli.

- Fabio Rossitto (intervistato da Antonello Rodio per il quotidiano locale odierno) non è solo l'ex allenatore alabardato che nella stagione 2013/14 portò la Triestina a metà classifica in serie D in mezzo a varie traversie societarie, ma è soprattutto un attento conoscitore della categoria e delle squadre della nostra regione. L'ideale per fare il punto a otto giornate dal termine.Rossitto, qualche mese fa aveva detto che Pavanel poteva essere l'uomo giusto per raddrizzare la rotta della Triestina, ma non è stato cosi: come mai? "Quella era la mia speranza perché Pavanel sembrava la soluzione ideale: un uomo alabardato fino al midollo, appoggiato in qualsiasi cosa anche dai tifosi e in una piazza come Trieste entrare in empatia con i tifosi è fondamentale". Ma poi? "Ma poi contano i risultati. E anche se la squadra era buona, quando parti in una certa maniera non è mai facile raddrizzare tutto, subentra molta negatività. Devi stravolgere tutto a livello mentale e non è semplice. A un certo punto si capiva che faceva fatica, mi dispiace per lui, dalle interviste si vedeva che era provato. Non era facile venir fuori da quella situazione, il suo ritorno aveva illuso, ma si era preso carico di troppe cose che alla fine l'hanno appesantito". Sorpreso dalle sue dimissioni? "A un certo punto me le aspettavo. Era quasi un'agonia, non riusciva a venirne fuori. Le cose sarebbero cambiate se col Pordenone avesse portato a casa la vittoria a dicembre, ma l'aver preso due gol in pochi minuti è stato un brutto segnale. Ce la stava mettendo tutta, ma quando ti porti sulle spalle troppe cose, il fardello diventa pesante. Insomma lo capisco bene e non mi ha meravigliato. Unica piccola sorpresa i tempi, visto che stavano arrivando tanti giocatori nuovi". Che impressione le fa Gentilini? "Di un uomo pacato, la sensazione è che sia una persona che dà serenità, ha portato le sue idee e poi conosce bene la società. Per il resto giudicare da fuori è difficile, tanto più fare paragoni con chi c'era prima, anche perché dopo gli arrivi di gennaio mezza squadra in pratica è nuova". La Triestina si salverà? "Ero fiducioso quando la situazione era ancora più difficile, lo sono ancora di più adesso. La corsa si può fare, ora la squadra c'è, è più forte, è costruita per giocarsela con chiunque e ha possibilità di vincere con tutte, senza aver paura di nessuno. Certo c'è la tensione legata alla classifica, ma io ci credo nella salvezza". Novità in panchina anche per il Pordenone: il suo parere sull'esonero di Di Carlo? "Se guardiamo la classifica, vedo che il Pordenone è a tre punti dalla prima, quindi da fuori sembra una scelta un po' strana. Ma in società, a parte gli ultimi risultati che denotavano delle difficoltà, si aspettavano sicuramente qualcosa di diverso, insomma molto di più. Si sentiva da tempo che Di Carlo era in bilico, hanno provato a dare una scossa. Solo il tempo dirà se hanno avuto ragione". E Stefani può essere la soluzione giusta? "Credo di sì, perché è un ragazzo che conosce profondamente lo spogliatoio e le dinamiche della società, già negli ultimi anni da giocatore era un quasi allenatore. E quando sei a otto partite dalla fine ti stai giocando tutto, oramai è un fatto mentale, serve entrare in empatia con la squadra, non c'è tempo per stravolgere il lavoro precedente. È un ragazzo molto bravo e gli auguro ogni bene".

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