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    • Anche otto mesi a Ben e Stella, se può consolare
    • Mi sono preso la briga di leggere tutti gli interventi, provo a dire la mia. Per quel che mi riguarda, non sono competente di basket, mi piace guardarlo ma non posso dire di capirne davvero come qualche frequentatore di questa sezione del forum. So di dire una cosa che molti troveranno lunare, ma ho iniziato ad andare a Chiarbola solo perché mi piaceva l'ambiente. Avevo visto qualche partita della Pallacanestro Trieste negli anni precedenti, così a spot, ma il vero innamoramento è arrivato con Hurlingham come sponsor. Ho fatto l'abbonamento tutti gli anni per molto tempo, andavo in curva, mi piaceva da matti l'atmosfera. Non sono mai stato un ultrà, non ho mai amato le commistioni fra politica e sport e non ho mai concepito l'idea di diversi picchiare per stabilire una presunta superiorità di non so quale genere, eppure mi divertivo. I derby con la Pagnossin li ricordo ancora tutti, come quelli (più rari) con Udine. Il tifo a Chiarbola era gestito dagli stessi ultras che andavano alla stadio, e il tragitto Grezar-Chiarbola era un must della domenica pomeriggio: fischio finale del calcio alle 16.15, arrivo al palazzetto venti minuti dopo, dove qualche amico aveva tenuto il posto (numerare la curva non era neanche un'ipotesi, era numerata la tribuna fissa e successivamente lo fu quella telescopica messa per aumentare la capienza). Non capivo niente di basket, come non ne capisco ora, ma mi piaceva l'atmosfera, la cappa di nebbia sotto il soffitto, i vetri resi fradici da un tasso di umidità assurdo, il casino infernale, la playlist sempre uguale prima delle partite ("Der Kommissar", "It's a heartache", "I wlli survive"....). Guardavo la partita, perdevo la voce,  la pioggia di monetine e carte in campo era la normalità dopo una azione contestata sotto la curva. Altri tempi. Poi le cose sono cambiate, il tifo è rimasto caldo ancora per qualche anno fino alla spaccatura calcio/basket da parte degli ultras della Triestina, che al palazzetto hanno smesso di andare. È diventata un'altra cosa, migliore a livello di spettacolo (gli anni di Stefanel sono stati fin qua il top assoluto) ma inferiore a livello di atmosfera, tanto che nel suo ultimo anno Stefanel si prese la briga di assoldare dei ragazzotti veneti (mai capito se fossero dipendenti o cosa) per scaldare un poco il palazzetto. Quando Stefanel è scappato a Milano ho continuato ad andare a Chiarbola per abitudine, ma contrariamente a quanto avvenuto col calcio (ho sempre seguito la Triestina, anche nei dilettanti) il successivo periodo oscuro non mi ha visto fra gli spettatori. A dire il vero, un paio di volte ci ho provato, rimanendo però deluso: Pala Trieste troppo grande per il numero di spettatori, nessuna atmosfera, addirittura le luci del palazzo che rimanevano accese durante la gara, che era un po' come andare al cinema con le luci della sala accese. In curva uno o due volonterosi che usavano il megafono, utile a carattere esclusivamente scenografico visto che ad ascoltarli e darsi da fare erano una quindicina di ragazzi al massimo. Una tristezza. Poi, piano piano, le cose sono cambiate. Sono iniziati i risultati significativi, e con essi il pubblico è  diventato più numeroso, la curva ha iniziato a riempirsi, l'ambiente a scaldarsi. Ho iniziato ad andare al Pala più spesso, ho visto la curva crescere e toccare livelli di tifo e atmosfera paragonabili agli anni '70 nella semifinale con la F di Boniciolli. Qualche anno fa ho deciso quindi di riabbonarmi, stagione 22/23, scelta favorita da una amicizia nata un po' casualmente con Giovannone Vildera, arrivato a luglio, che dura ancora oggi. Ho portato fortuna (retrocessione immediata) ma sono stato decisamente ricompensato nei due anni successivi, e orfano del calcio (o meglio dello stadio, le partite in TV non me le perdo) attendo la prossima stagione con una certa eccitazione. Adesso leggo di questa polemica, che rischia di rovinare un po' tutto, e spero prevalga il buon senso. Che consiste, come quasi sempre accade, nel venirsi incontro. Ci sono cose che a mio parere non sono negoziabili: se nella Kop di Liverpool rimangono liberi i gradoni di accesso, non vedo perché non possa succedere al Pala. È una elementare questione di buon senso: se qualcuno si sente male, e i picchi emotivi di una partita uniti a caldo eccetera lo rendono senz'altro più probabile che durante una passeggiata in Viale, la celerità dei soccorsi fa la differenza. Punto. Non c'è margine di discussione su questi argomenti, altrimenti si diventa subumani. Altro è, evidentemente, constatare che in sede di abbonamento molti hanno preso il biglietto in settori diversi della curva basandosi su una consuetudine che con gli anni è diventata normalità. Cambiare le regole a giochi fatti mi pare ingiusto, così come mi sembra ovvio che chi decide di andare in curva sa che ci sarà gente che sta in piedi, sa che ci saranno le bandiere, sa che la comodità e la perfetta visibilità non sono garantite, ma in cambio viene offerto il sentirsi protagonisti, fare da sesto uomo, poter persino orientare (nei limiti del lecito) i destini di una partita. Non è assistere a un evento ma farne parte, e c'è differenza. Credo e spero che prevalga il buon senso, laddove sinceramente la percezione che a livello governativo sia partita una sorta di guerra contro il tifo organizzato personalmente ce l'ho. Sempre personalmente, non ho nulla contro la tolleranza zero per chi eccede, se le regole sono chiare e le infrangi sei fuori ed è giusto così, ma non amo la repressione preventiva, laddove se uno ha solo la colpa di perdere la voce tifando non fa del male a nessuno, e se sta in piedi chissenefrega, stabilito che chi va in curva ne conosce perfettamente le dinamiche. Mi pare che il comunicato della società vada nella giusta direzione, spero che in un incontro proficuo si possa trovare un compromesso fra il garantire la piena sicurezza per tutti, evitare sanzioni che danneggiano la società ma anche non trasformare il Pala nel Teatro Verdi, perché ci rimetterebbero tutti. Ragione e torto non stanno mai solo da una parte. Bastano intelligenza e buon senso, e si risolve.
    • Giunge voce altri 13 punti di penalizzazione secondo Nicola Binda
    • Dovrà farli per forza. E magari bastava parlare prima con la società invece di mandare un comunicato di quel tipo. 
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