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VENERDÌ 21 NOVEMBRE 2025 - Un rientro a centrocampo fondamentale ma previsto, finalmente una certa abbondanza in attacco, ma anche un'infermeria dalla quale continuano ancora a non arrivare notizie rassicuranti. Come scrive Antonello Rodio oggi su "Il Piccolo", questo in sintesi il momento alabardato a due giorni dalla cruciale sfida di Verona contro la Virtus (sabato al Gavagnin-Nocini si gioca alle ore 17.30). Il rientro ovviamente è quello di Ionita, centrocampista fondamentale per questa Triestina che la scorsa settimana aveva saltato l'impegno contro il Trento perché impegnato con la nazionale moldova, tra l'altro una settimana fa proprio contro l'Italia. Il ritorno del capitano, oltre a dare spessore al reparto di centrocampo, rappresenta anche un'iniezione importante di esperienza e di leadership, soprattutto vista l'assenza dell'altro veterano Silvestri. A proposito di Silvestri, il difensore centrale sta ancora lavorando in palestra per cui un suo rientro non pare imminente e quantomeno per Verona, a meno di miracoli, non ci sarà. Stesso discorso per Louati che sta recuperando da un lungo infortunio, e con loro in palestra ha lavorato anche Tonetto per iniziare a riacquistare la mobilità della spalla dopo la frattura della clavicola accusata a fine settembre, durante il match con il Renate. Partita a cui risale tra l'altro l'ultima vittoria dell'Unione, datata ormai quasi due mesi fa. Qualche piccola speranza, ma soprattutto per allungare la panchina, sembra invece esserci per Moises, che ha svolto parte dell'allenamento con il gruppo. Allo stato attuale, dunque, cambierà poco nella formazione alabardata rispetto a sabato scorso. La difesa, con Silvestri assente, resterà presumibilmente la stessa, con la coppia centrale Moretti-Anzolin davanti a Matosevic, Silvestro a terzino destro e D'Amore sulla corsia mancina. A centrocampo c'è come detto il ritorno di Ionita, mentre l'altra mezzala sarà Crnigoj e il play centrale Jonsson. In avanti, se Gunduz si è meritato la conferma nel ruolo di trequartista, la novità è che Tesser ha finalmente a disposizione quattro attaccanti, dopo aver spesso dovuto fare i conti in questo mese con sole due punte a disposizione. Dopo il rientro di Faggioli, si può già considerare a pieno ritmo infatti anche quello di Vertainen, che ha superato brillantemente la prova della mezz'ora abbondante giocata contro il Trento. Oltre a loro due, ci sono infatti Vicario e Kljajic, ovvero proprio la coppia che aveva iniziato la partita di una settimana fa. Finalmente un po' di opzioni sul piatto dunque per il tecnico alabardato: visto che Vertainen aveva realizzato tre reti nelle prime sei partite prima di infortunarsi, dimostrandosi fra i quattro quello con il maggior feeling con la rete, è probabile che il finlandese parta dal primo minuto. È lotta a tre invece fra Kljajic, Faggioli e Vicario per designare chi gli giocherà a fianco, anche se le ultime buone prestazioni e i progressi mostrati dall'olandese originario di Curaçao, fanno propendere per un utilizzo proprio di Vicario. - Da Istanbul al PalaRubini, dal Galatasaray all'Armani Milano per continuare un percorso di crescita. Come scrive Lorenzo Gatto, la Pallacanestro Trieste prepara il ritorno in campionato nella giornata che si apre stasera alle 20.30 con l'anticipo tra Brescia e Cremona e che domenica alle 16 riporterà le scarpette rosse dell'Olimpia in città. A guidare la formazione di coach Gonzalez, ancora una volta, Lodovico Deangeli, co- capitano assieme a Markel Brown di una squadra che ha voglia di regalarsi una domenica da ricordare dando continuità all'impresa sul Bosforo. L'immagine dell'ultimo possesso contro il Galatasaray, con lei che stringe il pallone al petto, è significativa. Quali emozioni le ha regalato la vittoria a Istanbul? «Da triestino, da capitano è stato bellissimo. Stringere la palla tra le mani e portarla al petto è stato un gesto istintivo, me la sarei portata a casa volentieri e prima di passarla all'arbitro me la sono anche baciata. Una vittoria fortemente voluta, una bella storia, un bel modo non solo di rappresentare Trieste in Europa ma di esaltarla su uno dei parquet storici di questa Champions League. Ci lascia consapevolezza, siamo una squadra molto forte, completa e profonda, non ci manca niente, dobbiamo solamente trovare la continuità per essere sempre come siamo stati a Istanbul». La vittoria contro il Galatasaray un punto di svolta. Al di là dei due punti, quanto è importante questa partita per la mentalità della squadra? «Spero che possa essere il punto di svolta della stagione. Era la prima volta in cui ci trovavamo un po' con le spalle al muro nel senso che dovevamo vincere per trovarci poi nelle condizioni di essere artefici del nostro destino contro il Wurzburg. Il fatto che la risposta del collettivo sia stata questa è segno di unità di intenti, di un gruppo sano tutto sulla stessa pagina del libro e che sa in che direzione deve andare». Ha guadagnato con merito la fiducia di coach Gonzalez. Oltre 11 minuti di impiego medio in campionato, 12 minuti anche a Istanbul. In che modo il coach è riuscito a sfruttare al meglio le sue qualità e quali sono le cose fondamentali che le chiede di portare sul parquet in ogni partita? «Trovo Gonzalez una persona molto sensibile, gentile e disponibile ed è un coach meritocratico che premia impegno e serietà. Penso di essermi guadagnato la sua fiducia così, con il lavoro quotidiano. In campo quello che mi chiede, nei minuti in cui mi impiega, è di essere un punto di riferimento per la squadra da un punto di vista difensivo non solo per la responsabilità individuale ma anche vocalmente per aiutare gli altri. In attacco lavora e crede nelle mie letture e nel fatto che sono un giocatore che capisce il gioco. In tutte le situazioni in cui si creano le condizioni per un tiro aperto o una penetrazione, quindi, mi incoraggia a prendermele sempre». Dopo una vittoria così importante, quali sono i prossimi passi che Trieste deve compiere per consolidare il riscatto e raggiungere gli obiettivi stagionali? «Dobbiamo dare un grande passo in termini di consapevolezza. Adesso la situazione in Europa è buona, in campionato siamo in una discreta posizione per cui non dobbiamo vivere le settimane pensando di dover dimostrare qualcosa, dobbiamo consolidare la continuità perchè abbiamo tutti gli strumenti per essere una realtà credibile a livello nazionale e non solo». Considerazione finale sulla sfida di domenica contro Milano. Come vedi la partita contro l'Armani? «Una sfida mai banale perchè Milano è al top in Italia e in Europa, bella perchè giocheremo in un palazzetto pieno di entusiasmo. So che hanno qualche infortunio, hanno l'impegno dell'Eurolega che sicuramente incide, noi ci concentriamo su di noi e su quello che dobbiamo fare perchè le squadre che hanno l'ambizione di essere forti devono pensare a loro stessi. E' il test perfetto per poterci misurare dopo la buona prestazione di Coppa».
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Campo minuscola ma ampiamente regolamentare nel quale abbiamo spesso vinto e qualche volta perso o pareggiato. C'e' un divieto per i tifosi? mi dichiaro simpatizzante e sono convinto che entrero'. Della Virtus sono sempre stato avversario trattato sportivamente e con amicizia da tantissimi anni. Succedera' cosi anche questa volta e andro' a salutare il Gigi a prescindere dal risultato sperando che sia arrabbiato..... La prossima non si puo' mancare nemmeno Gorgonzola....per vari motivi anche extra calcistici.
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anche per me! di gran lunga la squadra piu' forte vista quest'anno e credo di aver visto fino ad ora tutte le partite di Eurolega. Nei 6 e' ingiocabile per ciunque almeno ora nei 12 non so ma mi pare che non abbiano giocatori che si infortunano spesso e nemmeno troppo anziani. Quelli li lasciano comperare a Messina.
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Mi sforzo di risponderti anche se capisco le tue difficolta' di comprensione anche delle cose semplici: la mia idea riguardo i nostri giocatori "meno sportivi" era riferita a Mancini principalmente e a Bastoni. Barella brilla da sempre per agonismo e per proteste ma non ci avevo proprio pensato questa volta....baci
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I giocatori di Juve, Inter eccetera eccetera hanno faticato a battere Moldova e Israele, e perso 7-1 in due gare con la Norvegia. In generale, non facciamo un mondiale dal 2014, quando peraltro siamo usciti ai gironi. L'ultima edizione in cui abbiamo raggiunto almeno gli ottavi è stata 19 anni fa, quattro anni dopo siamo usciti in un girone dove fra noi, Slovacchia, Nuova Zelanda e Paraguay ne passavano due. Il Galles, per dire, quattro anni fa ai Mondiali c'è andato, è uscito al primo turno ma c'è andato. Mediamente, i giocatori del Galles non giocano nella squadra X della B inglese ma in Premier League, due o tre lo fanno da protagonisti. Dal mio ignorante punto di vista mi fa paura chiunque, perché se siamo usciti con la Macedonia in casa nostra possiamo comodamente uscire col Galles a casa loro, dunque personalmente non do' per scontato proprio nulla. Tanto più che Galles-Macedonia del Nord si è giocata ieri l'altro, proprio a Cardiff dove andremo noi, ed è finita 7-1. Per il Galles. Poi, se dovessi scommettere, lo farei sull'Italia, ma come ho scritto 60-40, oltre non vado. Non solo, ma trovo che l'atteggiamento da "abbiamo vinto quattro mondiali" che leggo in giro (non da te) riferito a roba di 19, 43, 87 e 92 anni fa, sia fuori dal mondo. Perché 20 anni fa, quando non solo abbiamo superato i gironi ma abbiamo vinto il mondiale, il ct poteva scegliere chi mettere davanti a Buffon fra Nesta, Cannavaro, Chiellini, Barzagli e Materazzi, a centrocampo aveva Pirlo, De Rossi e Gattuso e davanti doveva sceglierne due fra Del Piero, Totti, Toni, Vieri, Di Natale e Inzaghi, mentre adesso il migliore che abbiamo è uno scarto dell'Argentina. Dunque sì, aver paura del Galles mi pare decisamente giustificato. Poi passeremo, per carità, ma partiamo se non alla pari niente più che leggermente favoriti.
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