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    • Non solo è un gesto tecnico ma è un gesto tecnico non allenabile.. Nel basket ci sono i tiri liberi, il portiere non c'è e io impazzisco quando vedo giocatori dell'NBA tirare col 50%. Perché la scuola slava dimostra che si può segnare praticamente sempre, basta allenarsi finché diventa un gesto meccanico. La distanza è quella, il pallone è quello, l'altezza del canestro è quella. Te ne metti uno in cortile e ne tiri mille al giorno finché non ne segni 990. Sei un professionista strapagato, lo definirei un dovere. Ma il rigore è un'altra cosa: c'è la componente portiere, ci sono archivi video che mostrano come li hai tirati fino a quel momento, c'è una componente emotiva fortissima Le percentuali in carriera contano poco o nulla, perché tirarlo sul 4-0 son buoni tutti, ma tirarlo in un finale, magari importante, è un altro sport. In generale, credo che tirarli adesso sia più difficile che nei '90, perché i portieri sono cresciuti in altezza e atleticita', e ormai è impensabile che chi un rigore importante deve pararlo non sappia esattamente quanti ne hai tirati e dove. Non è una cosa allenabile, perché la componente emotiva non la ricrei e comunque il portiere con cui ti alleni sa perfettamente come li tiri. Certo che esiste una componente di buona sorte, la grande maggioranza ieri sera battezzava un angolo e tirava senza guardare il portiere, ma lo definirei senza alcun dubbio un gesto tecnico. Una gara vinta ai rigori non ha meno dignità di una vinta su un tiro deviato, anzi....
    • Questo è un discorso sensato, ma banalmente le squadre che sono al vertice sono quelle che spendono di più..... quindi andando in CL da quinta ho più soldi a disposizione da spendere per giocatori buoni e quindi rinforzare la squadra.
    • SABATO 20 DICEMBRE 2025 - Dimenticare la sconfitta di Champions League contro Wurzburg o meglio, usarne le macerie per costruire un muro di protezione attorno a un gruppo che sembra aver smarrito la bussola. Come scrive oggi Lorenzo Gatto su "Il Piccolo", non c'è tempo per le riflessioni prolungate, né spazio per le leccarsi le ferite. Il calendario, serrato ma in questo caso provvidenziale, offre alla Pallacanestro Trieste l'occasione immediata per voltare pagina. Lo fa ponendo davanti alla squadra di Gonzalez un esame certamente complicato. Domani alle 20 il parquet di Masnago non sarà solo il teatro della sfida contro la Openjobmetis Varese, ma un vero e proprio banco di prova per una Trieste che dovrà dimostrare di avere ancora un'anima collettiva. Quale versione uscirà dal tunnel degli spogliatoi? Quella fragile e nervosa vista in Champions League o quella capace di lottare e imporre il proprio talento che i tifosi avevano ammirato nei successi contro Galatasaray e Armani Milano prima della pausa? Buttarsi alle spalle le scorie tecniche, ma soprattutto quelle comportamentali del match contro Wurzburg, è l'unico obiettivo possibile. Le tensioni palesi, i diverbi a bordo campo e l'atteggiamento rinunciatario devono essere trasformati in energia agonistica, pena il rischio di scivolare in una crisi d'identità dai contorni imprevedibili. Affrontare Varese in trasferta, in questo momento, è certamente un pericolo per chi è in cerca di equilibrio, ma è anche il test ideale per capire se si è ancora squadra. Se Trieste si presenterà in Lombardia con i dubbi e le fragilità palesati tra Sassari, Reggio Emilia e il match contro Wurzburg, il rischio di venire travolti dall'energia della Openjobmetis è concreto. Al contrario, se il gruppo saprà fare quadrato attorno alla guida tecnica, isolandosi dai veleni e ritrovando quella compattezza che sembra essersi incrinata, Masnago potrebbe diventare il luogo della rinascita. Il peso della sfida ricade adesso, inevitabilmente, sui leader del gruppo. Saranno loro a dover dare l'esempio, dimostrando che la gerarchia e il rispetto del ruolo vengono prima di ogni frustrazione individuale. Non si tratta più soltanto di basket giocato, ma di orgoglio. La piazza di Trieste, ferita dall'ultima prestazione, chiede un segnale di vita, una reazione di carattere che onori la maglia e il progetto. In questo clima di incertezza, i radar della società non sono però spenti. Se è vero che la risposta deve arrivare dal campo, è altrettanto vero che dietro le quinte si comincia a muovere qualcosa per dare una struttura più solida a un roster apparso scoperto. Il mercato dei centri è sotto stretta osservazione, bisogna verificare cosa c'è però di disponibile. In attesa che le trattative prendano forma, spetta a chi c'è oggi dimostrare di meritare ancora la fiducia di una piazza che non accetta di vedere la propria passione scivolare nell'apatia. Contro la Openjobmetis si gioca per i due punti, ma soprattutto per ridare un senso al domani. - Chiudere il 2025 scacciando i fantasmi delle ultime beffe e regalare un sorriso al pubblico di casa. È questo l'obiettivo della Pallamano Trieste, attesa questo pomeriggio, sul parquet del palasport di Chiarbola, all'ultimo appuntamento della Serie A Gold prima della lunga pausa legata agli impegni della nazionale. Alle 19, direzione di gara affidata ai fischietti Fato e Guarini, i biancorossi affronteranno il Loacker Bolzano in un match che profuma di scontro diretto e di anticipo di Coppa Italia. L'imperativo per gli uomini di coach Carpanese è chiaro: resettare le amarezze maturate nei finali concitati di Cingoli e Fasano. Due sconfitte di misura che hanno lasciato l'amaro in bocca ma che non scalfiscono quanto di buono costruito in un anno fin qui straordinario. La classifica, d'altronde, parla di un equilibrio quasi perfetto: giuliani e altoatesini viaggiano a braccetto a quota 16 punti, con un cammino identico fatto di 7 vittorie, 2 pareggi e 5 sconfitte. Una parità che rende la sfida una vera e propria prova del nove, considerando anche che il sorteggio di Coppa Italia ha stabilito che saranno proprio queste due compagini a sfidarsi nel quarto di finale delle final eight in programma dal 26 febbraio a Riccione. Se Trieste cerca il riscatto dopo il ko in Puglia, Bolzano non attraversa un momento più brillante. Dopo il successo dello scorso novembre contro Conversano, la formazione di Mario Sporcic ha rallentato vistosamente, raccogliendo appena un punto nelle ultime tre uscite. Un calo che ha fatto scivolare entrambe le squadre fuori dalla Top 4, pur restando a brevissima distanza dalla zona playoff. Il pericolo numero uno per la difesa alabardata porta il nome del grande ex, Erik Udovicic, attualmente sesto nella classifica marcatori con 99 reti. Accanto a lui, il tecnico Sporcic può contare sulla potenza del terzino croato Alan Javor e sul talento del giovane Zanon. All'andata finì con un pirotecnico 35-33 per i bolzanini: un precedente che Trieste vuole ribaltare non solo per il morale, ma anche per la differenza reti. A suonare la carica in casa biancorossa è il vice-allenatore Piero Sivini, che sottolinea l'importanza della posta in palio: «Vogliamo vincere davanti ai nostri tifosi per fare quel salto di qualità necessario a restare agganciati al vertice della classifica». Sivini non nasconde i limiti emersi recentemente, legati soprattutto a cali di tensione nelle fasi finali dei match: «Stiamo lavorando molto sulla tenuta fisica e mentale. Prima della pausa dobbiamo compensare eventuali carenze con una maggiore energia e una mentalità ancora più vincente. L'importante è che tutti, dal primo all'ultimo, remino nella stessa direzione». Fari puntati in questa seconda di ritorno sul PalaTacca dove la capolista Cassano Magnago ospita lo Junior Fasano in quello che è il big match di giornata. Sfida insidiosa per la Raimond Sassari chiamata a difendere il secondo posto appena conquistato con il successo nel recupero a Bolzano. Per la formazione sarda trasferta da prendere con le pinze al Palavis contro il Pressano.
    • Hai ragione. Io credo che per questo motivo e anche per spostare l'attenzione dalle vicende interne, Arcieri si stia muovendo per prendere un giocatore, il fatto che ci sia il silenzio pneumatico non vuol dire nulla. Dico una cazzata, in questo momento tra stare senza un 3 o senza un centro, il male minore sarebbe spedire JTA e prendere un 5/4 atletico ed eventualmente prendere un 3 più avanti. Sarebbe un bel rammarico rinunciare a Toscano per quello che potrebbe dare a questa squadra, ma ho la sensazione che faccia più male che bene al gruppo, ho come l'impressione che anche Sissoko, pur irreprensibile per impegno, si faccia influenzare dalla sua personalità e dal suo chiacchiericcio. 
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