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Tanto per non essere fatto passare per un deficiente. Io non ho mai detto che Rosenzweig verrà estradato. Ho detto che se la procura riterrà il fallimento aggravato di bancarotta fraudolenta(su questo credo che non ci siano dubbi, viste le distrazioni di denaro messe in atto per cose e fatti personali da parte degli amministratori) potrà chiedere,se valuterà necessaria, l'estradizione del Presidente anche se questo è americano e risiede negli Stati Uniti,perché tra l'Italia e gli U.S.A. c'è un trattato di estradizione in essere. Poi è ovvio che gli Stati Uniti deve concederla ma la giustizia italiana ha la facoltà di chiederla. Questo dice la legge.
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Tornando alle sorti della Triestina e non di questi personaggi …….cè il fallimento oppure il bonifico? quando scadono i termini esattamente?
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VENERDÌ 6 GIUGNO 2025 - Tempo e denaro. Così scrive oggi Ciro Esposito su "Il Piccolo": due parole che esprimono i fattori determinanti per tentare di tenere in vita un club ultracentenario. Due concetti in stretta correlazione tra loro. La mancanza di soldi ha determinato una corsa contro il tempo piena di ostacoli sui quali incespicare. Oggi alla mezzanotte (con i documenti inoltrati via Pec) e alle 20 (consegna fisica) scadono i termini per l'iscrizione alla prossima C. Se le prescrizioni non saranno rispettate la Triestina perderà il titolo sportivo e potrà, eventualmente ripartire dai dilettanti. La Covisoc (Commissione di Vigilanza) avrà tempo fino al 13 per esaminare i documenti. I tre milioni circa necessari per saldare le mensilità dei tesserati dei mesi di marzo e aprile devono essere disponibili questa mattina. Perché i bonifici devono partire entro le 16 (e le banche americane riaprono alle 15). Senza quella somma a disposizione ogni altra strada diventa impercorribile. Ieri a tarda serata la disponibilità non c'era nonostante le continue rassicurazioni dagli States. Ci sono invece i 700 mila euro a garantire la fideiussione. Ma nonostante i soldi, i tempi per ottenere in un giorno l'ok da un istituto bancario o assicurativo sono quasi impossibili. L'ad Sebastiano Stella sta lavorando a testa bassa per riuscire a trovare una soluzione. Si potrebbe ovviare con un deposito diretto della somma presso la federazione? No, perché la norma non lo prevede e sulle regole l'ente federale non transige. È stato invece superato ieri l'ostacolo dell'utilizzo dello stadio Rocco: è arrivato l'ok, con grande disponibilità da parte del Comune, e la convenzione è stata siglata ed è pronta per essere allegata all'istruttoria. Anche l'ottenimento di questo documento, richiesto per l'iscrizione, non era scontato avendo il club delle pendenze fiscali e previdenziali che la società ha cominciato a sanare in accordo con gli Enti coinvolti. E a proposito di questo aspetto, a detta della società non dovrebbero esserci inghippi per quanto riguarda gli arretrati di tributi e previdenza non saldati a febbraio e aprile, quelli che hanno portato prima 4 e poi 9 punti di penalizzazione sul groppone della Triestina. La procedura di rateizzazione è stata vidimata con il pagamento delle prime rate. C'è da dire che in passato la federazione ha avuto da eccepire sulla formula della rateizzazione nonostante sia una procedura riconosciuta dallo Stato. Lo sforzo prodotto in un tempo strettissimo dallo staff amministrativo è stato enorme eppure non mette al riparo da possibili brutte sorprese. Non solo sul tavolo c'è la sopravvivenza di una società che rappresenta una città e la sua tifoseria ma, è bene non dimenticarlo, sono a rischio decine di posti di lavoro di persone che peraltro non ricevono lo stipendio da mesi (anche se qualcosa è arrivato nelle loro tasche negli ultimi giorni). Non si doveva arrivare a questo punto con una crisi di liquidità evidente sin da fine anno e la responsabilità del presidente Rosenzweig è pesantissima. E soprattutto il blackout si è manifestato, dopo aver speso 25 milioni con u na gestione dissennata di tutta l'azienda e in particolare del settore sportivo affidato al dg Alex Menta. Alla parte sportiva infatti sono imputabili i due terzi dei costi. E senza risultati apprezzabili se non quello miracoloso ottenuto dal ticket Delli Carri-Tesser con i giocatori. Una salvezza sul campo che rischia di essere gettata. Gli amministratori avrebbero dovuto fermare l'emorragia prima, molto prima del primo mancato pagamento del 16 febbraio. E adesso? Se l'attuale proprietà riuscirà a iscrivere la Triestina, a trovare nuove risorse finanziarie o vendere, o a gestirla meglio e ad evitare il fallimento, dovrà impostare una nuova stagione tra le macerie anche se il mantenimento della C è un punto di partenza non trascurabile. Se invece l'iscrizione non andrà in porto, qualcuno forse si prenderà l'onere, con la collaborazione del sindaco, di impostare un progetto nuovo e serio. In Eccellenza, in Promozione o, potrebbe succedere, privando per un anno Trieste della sua realtà calcistica più blasonata e amata. Non è mai successo uno stop nella storia dell'Unione e tutti sperano non accada. Eppure di disgrazie i tifosi ne hanno sopportate tante. Ma a tanto non si è mai arrivati nè nel post De Riù, e poi Tonellotto, Aletti, Mehmeti, Pontrelli. Ci volevano gli americani per riscrivere la storia. Una storia triste. - Non erano in molti, ma tutti con il cuore e gli occhi rivolti verso le stanze del governo cittadino, i tifosi che nel tardo pomeriggio di ieri hanno inscenato una manifestazione di protesta contro l'attuale dirigenza americana della Triestina Calcio e, al contempo, chiesto che l'amministrazione comunale stia ancora vicino all'Alabarda. Di oggi e di quella che potrebbe risorgere domani. Perché, come scrive Lorenzo Degrassi, in tanti non credono più alle promesse di una dirigenza che è riuscita a farsi infliggere dalla Federazione 14 punti di penalizzazione in neanche un anno. «Se facciamo caso qua da noi negli ultimi anni è arrivata sempre gente che ha utilizzato la Triestina per i suoi poco nobili scopi - spiega Roberto - per questo io credo che le istituzioni dovrebbero vigilare di più, perché capisco che si tratta di una società privata, ma rappresenta pur sempre la principale squadra di calcio della città». Pertanto ecco che, vista la situazione, potrebbe anche andar bene ripartire da zero. «Farlo, se va bene, dall'Eccellenza potrebbe essere una possibilità - aggiunge Luca - se questo potesse voler dire avere una società sana con la quale ritornare il prima possibile in serie C. Se, invece, gli americani dovessero in extremis compiere il miracolo e iscriverci alla prossima terza serie, il rischio secondo me è quello di fare la fine del Taranto e della Turris, escluse dal campionato nel corso del torneo. Ecco perché ritengo sia il caso di ripartire da zero e con una proprietà pulita». Elisa aspetta di chiudere il negozio per poter partecipare anche lei alla manifestazione. Intanto canta l'inno dell'Unione assieme agli ultrà e auspica una risoluzione positiva della faccenda. «Io vado a vedere regolarmente le partite in curva - spiega - e ne vado orgogliosa. Spero di poterci andare anche il prossimo anno, l'auspicio è almeno in serie C». Fra tante polo e magliette con i nomi dei gruppi della curva spicca anche qualche completo. Sono i tifosi della tribuna, quelli che hanno da poco finito di lavorare in ufficio e sono scesi a protestare per l'ennesimo presente funesto rossoalabardato. «Spiace che siano stati relativamente pochi a rispondere all'appello della tifoseria organizzata - conclude Filippo -. Con la tristezza nel cuore mi viene da dire che una città che non ha a cuore i propri colori forse non merita di avere quella squadra di livello che tutti noi auspichiamo».
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