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I suntini sandrini di martedì 12 novembre 2019


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MARTEDI' 12 NOVEMBRE 2019

- La sconfitta contro Brindisi lascia alla Pallacanestro Trieste una scomoda conseguenza: come scrive infatti Roberto Degrassi, la formazione di Eugenio Dalmasson da domenica sera è sola a precedere, con 4 punti in classifica, Pistoia e Pesaro, le squadre che attualmente occupano i posti che valgono la retrocessione. L'ultimo turno ha visto l'allungo di Cremona e nella prossima giornata il calendario combina due match - Pistoia-Cantù e Roma-Pesaro - che potrebbero dare un assist a chi adesso arranca sul fondo. In sostanza, Virtus Bologna o no, la PallTrieste ha bisogno di tornare a fare punti in fretta per riuscire a tenere sempre a debita distanza chi insegue e mantenere la serenità.Certo, per arrivarci, i biancorossi devono ritrovare tutti. Nella domenica in cui il buon Cooke tra punti e rimbalzi non fa rimpiangere Mosley e risulta abbondantemente il Mvp di casa, latitano ancora Elmore e stavolta soprattutto Justice. I 15 minuti scarsi di impiego di quella che dovrebbe essere la guardia titolare raccontano del momento che sta attraversando Justice. Meno due di valutazione, 1 su 7 dal campo, poca personalità. L'altra faccia della medaglia sono i quasi 25 minuti di Daniele Cavaliero che a quasi 36 anni deve sopperire da play alle incertezze altrui, spremersi in difesa e essere uno dei terminali più affidabili da tre punti. Per carità, il buon Daniele non si tira mai indietro ma la squadra pensata in estate doveva avere altri equilibri. Un Fernandez non al meglio e gravato di falli - rimasto sul parquet appena 15 minuti - ha fatto risaltare il disagio di Elmore che se l'è cavata meglio di Justice ma il 2 su 11 al tiro fa capire che c'è ancora tanto da lavorare. Margini per intervenire sul mercato non ci sono, quindi l'unica possibilità - a meno di colpi di scena - è fare in modo che i due si calino sempre più all'interno del gruppo. Lavoro in più per staff tecnico e compagni ma alternative non se ne vedono e non si può pensare che il 6+6 di inizio torneo diventi stabilmente una sorta di 4+6...

- Due sconfitte secche con sei reti sul groppone in meno di una settimana sarebbero segnali da allarme rosso. Lo scrive quest'oggi Ciro Esposito, con il condizionale è d'obbligo perchè la Triestina di quest'anno vive in emergenza praticamente da inizio campionato. Due sconfitte contro due avversarie di alto livello come la Feralpisalò e la capolista Vicenza ci possono anche stare. Sul piano emotivo le due battute d'arresto (che si sommano alle altre quattro) sono devastanti perché la società si era prefissa un obiettivo (la prima piazza) da tempo di fatto irraggiungibile e i tifosi ci hanno creduto. Con questo anche il gruppo alabardato non può non fare i conti e in campo talvolta si percepisce l'imbarazzo che si trasforma in frenesia o apatia. Entrambe cattive consigliere.Sul piano razionale ci sono delle cause che hanno contribuito al fatto che la Triestina (a tre mesi dall'inizio della stagione) non abbia un'identità tecnica, tattica e caratteriale che si esprime con continuità nel corso di una gara o in una sequenza di partite. La squadra impostata sull'assetto che nella seconda parte della scorsa stagione aveva fatto benissimo non ha trovato finora il rendimento atteso da molti dei giocatori nuovi e vecchi. Questo non significa che siano diventati dei brocchi. La stessa difesa, una delle migliori, è diventata un colabrodo. Frascatore e Lambrughi hanno avuto dei problemi fisici e Scrugli non ha mai entusiasmato. Ma il problema è che il reparto arretrato non ha carretteristiche di contenimento (su palle inattive e forcing avversario) se non è supportato dal centrocampo, dagli esterni e anche dalle punte. Insomma, con un "difensore aggiunto" in meno come Coletti, con l'incapacità di fare pressing alto (cosa che non si è vista nelle ultime due partite), con un ritmo nella fase d'attacco poco intenso, quelli dietro fanno fatica sugli avversari (non sempre Offredi è stato impeccabile e dialoga poco con in compagni in campo) e le reti arrivano in sequenza. Maracchi e Steffè (peraltro poco impiegato)sono molto al di sotto del loro standard, così come Procaccio e anche Gatto. Mensah non è stato impiegato con continuità mentre Ferretti ha deliziato con qualche spunto ma nulla di più. Del resto la mancanza di costruzione di una continuità è anche figlia di tre guide tecniche che si sono susseguite in tre mesi. Quando i tecnici hanno più o meno tenuto in campo gli stessi uomini l'Unione ha vinto. A parte il partitone con il Padova, la Triestina è riuscita almeno a vincere con le squadre di medio-bassa classifica. Sì perché ci sono anche gli avversari più strutturati che evidentemente in questo girone sono più attrezzati complessivamente dell'Unione rispetto ai competitor della scorsa stagione. La situazione, specie per l'incapacità di reazione del gruppo nei momenti difficili, è molto delicata. Ma non è una situazione nuova nelle vicende calcistiche. È successo di recente alla Ternana, era successo due anni fa al Pordenone (reduce da un'eliminazione alle finali play-off). Il vantaggio che può avere Gautieri è che il campionato è ancora lungo e lui è appena arrivato.La società deve mantenere lucidità e fermezza (anche con misure drastiche) e apportare (se intende) qualche ritocco (un mediano e un esterno per esempio)nel mercato di gennaio anche o soprattutto in chiave futura. Non è facile ma con umiltà, pazienza e consapevoli che la squadra non è da top ma nemmeno da buttare nonostante i suoi difetti. E consapevoli che i tifosi hanno tutte le ragioni per protestare e contestare ma che giocando con semplicità e con il cuore si possono riavvicinare. A cominciare dal match di domani in Coppa Italia. Che visti i tempi di magra deve diventare un obiettivo.

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