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Certamente, resta che se nella stanza dei bottoni non metti al suo posto alcune pedine indispensabili nel calcio, dietro puoi avere anche Paperon de Paperoni e non solo non vinci ma fai disastri. Quindi ce ne possiamo anche fregare di quale sia la natura del loro business, ma non del fatto che non capiscano che questo è un business particolare con "regole" che non cambiano né oggi né 30 anni fa.
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Ma subito. Scambio alla pari.
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Ok, io ammetto di non essere esperto di basket moderno... Allora non sarà questione di tagliafuori ma comunque è allucinante cosa lasciamo agli avversari a rimbalzo
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Concordo con quasi tutto tranne con il discorso taglia fuori che nel basket di oggi è molto più complesso perchè bisogna accoppiarsi spesso "alla buona" sui tiri da fuori e i tanti rimbalzi lunghi addirittura penalizzano chi lo fa.
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Avranno sposato l'idea di business dei predecessori (quale essa sia) o si sono ritrovati con la società tra le mani avendo anticipato capitali (con i famosi prestiti, cessione del credito ecc.) che vogliono recuperare e tanto fa provano a sviluppare una loro linea di business (esempio la scesa in campo di House of Doge). Ci sono tante variabili e nessuno tranne i diretti interessati penso sa come stanno veramente le cose. Penso che sia a questo punto inutile scervellarsi troppo. Dopotutto a noi interessa preminentemente l'aspetto sportivo e i risultati sul campo anche se ci piacerebbe sapere cosa avviene nella stanza dei bottoni che riguarda direttamente le sorti della nostra Unione. Bei quei tempi andati in cui il presidente e patron era per esempio Del Sabato che era anche tifoso e credo che i denari che investiva o meglio immetteva in società non erano base di business personale ma frutto di passione sportiva. E lo stesso credo si possa dire di De Riù. I tempi loro, come quelli dei Rozzi, Moratti ecc., sono figli del passato. Ora il calcio è preminentemente business, piaccia o meno.
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