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GIOVEDÌ 31 DICEMBRE 2020

- Una boccata d'ossigeno per tornare a respirare. Servivano come l'aria i due punti, Trieste li ha colti tornando a correre in campionato e lasciando a Varese l'ultimo posto. Domenica, proprio contro la Openjobmetis ancora all'Allianz Dome, sarà battaglia. Ma arrivare allo scontro diretto con la spinta psicologica del vantaggio in classifica sarà certamente un aspetto importante.«Partita molto intensa - l'analisi dell'assistent coach Marco Legovich - ce l'aspettavamo così e siamo stati bravi a restare uniti nei momenti di difficoltà. Non solo tecnicamente, anche con la mentalità giusta ragionando di squadra e aiutandoci possesso dopo possesso. Abbiamo avuto passaggi a vuoto e cali fisiologici visto il periodo ma non abbiamo mai smesso di lottare. Di positivo c'è stata la coralità del nostro gioco e il fatto che in una serata in cui ci è un po' mancato il tiro da tre siamo stati bravi a stringere le maglie della difesa. Due punti fondamentali per il nostro percorso di crescita alla vigilia di un match importante come quello di domenica contro Varese». Nessuna valutazione sulla scelta di lasciar fuori Udanoh per fare posto a Uspon. «Credo sia giusto parlare di chi ha giocato - conclude Legovich - perchè tutti coloro che sono scesi in campo hanno portato il loro fondamentale contributo».Da parte trevigiana coach Menetti sottolinea l'incapacità della sua squadra di trovare continuità di rendimento nell'arco dei quaranta minuti. «È evidente che non abbiamo giocato la partita che avevamo preparato - sottolinea - Non ho nulla da rimproverare ai ragazzi sul piano della voglia e della determinazione ma abbiamo fatto troppi errori contro un'avversaria che ha trovato il modo di punirci. L'impegno c'è stato, poi però i troppi errori gratuiti commessi sui due lati del campo hanno finito per pesare sull'esito dell'incontro. Abbiamo avuto intensità, aggressività ed energia troppo a corrente alternata, per questo alla fine gli up&down nei 40 minuti hanno finito per punirci».

- Un evento di portata storica per Trieste, funzionale al futuro della Triestina ma utile anche alla città. Così i tifosi alabardati vedono la prossima realizzazione del nuovo Centro sportivo nell'area del Ferrini, che diventerà così la nuova casa dell'Unione, fondamentale soprattutto per il suo settore giovanile e per la crescita dei ragazzi che si avvicinano al calcio. I tifosi salutano infatti con soddisfazione il progetto, a partire da Sergio Marassi, presidente del Centro di coordinamento dei Triestina Club: «Quella che andrà a realizzarsi è per la Triestina una cosa grande e bellissima, soprattutto pensando al passato e a quello che è stato sempre un eterno girovagare per trovare alle varie squadre campi dove allenarsi. Avere una struttura tutta tua, bella, polifunzionale e moderna come quella che si prospetta, sarà molto importante. Anche per la gente del quartiere, visto che le strutture non saranno precluse a nessuno: anche questa è una cosa molto positiva, che fa ulteriormente avvicinare la Triestina alla città». Per Marassi, il passo in avanti per i baby calciatori sarà enorme, senza trascurare l'idea del museo che troverà spazio nella struttura: «Finalmente una grossa parte del settore giovanile troverà una casa, questo aiuterà a migliorare i giovani e a curare di più e meglio il vivaio. Si tratta di un'altra garanzia per la tifoseria della presenza di Biasin, con un progetto simile è chiara l'intenzione di continuare a investire nella Triestina. Quanto al museo, era stato sempre promesso dal Comune di trovare un'ubicazione al Rocco, ma visto che le cose non si sono mai concretizzate, ben venga una sistemazione definitiva in quella che sarà la casa della Triestina». Entusiasta del progetto anche Franco della Gala, presidente del Triestina Club Mattonaia-Krmenka: «Finalmente la Triestina riuscirà ad avere strutture proprie per l'attività sportiva: era una cosa che aspettavamo da decenni e anche più, e che finalmente sta per realizzarsi. Mi ricordo che negli anni Ottanta si allenavano a Guardiella, poi sempre un girovagare. Questa è un'ottima mossa per salvaguardare il settore giovanile che ha sempre incontrato mille difficoltà, con le squadre disperse su vari campi anche a causa di rapporti non certo ottimi con altre società, che invece dovrebbero guardare con più attenzione alla possibilità di collaborare con la Triestina per favorire l'esplosione di qualche giovane. Ed è un progetto che darà certamente molti frutti e può dare anche il via a una marcia di rinnovamento nella tifoseria, dove purtroppo i giovani mancano. Quanto al museo, farà sicuramente contenti i vecchi aficionados, perché quella della Triestina è una storia ultracentenaria importante e meravigliosa». Molto positivo anche il giudizio di Giacomo Klein, presidente del Triestina Club I Greghi: «Sono assolutamente entusiasta di questo progetto, dopo molti anni è una cosa che si realizza e che la società si merita, ma che farà contenta tutta la città: avere una casa propria è molto positivo anche per una questione di identità, di appartenenza. Oltre al fatto che servirà a rivalutare anche il quartiere, un messaggio importante in questo periodo così difficile. Quanto al museo è un'idea molto interessante, per il centenario infatti era stato raccolto tantissimo materiale che ora potrà trovare una sistemazione definitiva». 

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