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GIOVEDÌ 3 MARZO 2022

- L'inseguimento a grandi falcate della Triestina sul Renate, domenica può vivere un capitolo decisivo con lo scontro diretto che andrà in scena allo stadio Rocco (inizio 14.30). Come scrive Antonello Rodio, l'Unione nelle ultime quattro giornate ha recuperato ben 10 punti ai rivali e si trova ora a 4 lunghezze dal quarto posto con la possibilità, in caso di vittoria, di piombare a un solo punto dal Renate. Ma attenzione, non c'è in ballo solo il quarto posto, in realtà la posta in palio è ben maggiore. E andiamo a spiegare il perché. Da oggi è ufficiale che la finale di Coppa Italia di serie C vedrà di fronte Sudtirol e Padova. Si tratta proprio delle prime due in classifica del girone della Triestina e questo porterà un vantaggio per tutte le partecipanti a questo raggruppamento. Come noto, alla vincitrice della Coppa Italia viene dato il diritto di saltare i primi turni di play-off del girone ed entrare direttamente nella fase nazionale come testa di serie, in pratica alla pari di una terza classificata nel girone. E se la vincitrice rinuncia al diritto perché classificata nei primi posti, ad averlo sarà la subentrante, ovvero chi viene sconfitto in finale. Ma Sudtirol e Padova sono saldamente ai primi due posti, per cui sia chi vince sia chi perde la finale, godrà comunque di un trattamento migliore nella griglia play-off: anzi chi arriva primo in campionato sarà promosso direttamente, chi arriva secondo entrerà direttamente nel secondo turno dei play-off nazionale, in pratica i quarti di finale. E allora chi beneficerà del diritto? Le regole parlano chiaro e dicono che in questo caso la posizione di griglia nei play-off prevista per la vincitrice della Coppa, sarà assegnata alla squadra quarta classificata nel girone di competenza della stessa vincitrice della Coppa Italia, con scorrimento della classifica delle altre squadre successivamente posizionate fino all'ammissione, in via del tutto eccezionale, della squadra classificatasi all'undicesimo posto. Per dirla in breve, se la Triestina arrivasse al quarto posto, avrebbe i benefici di chi vince la Coppa Italia: quindi salterebbe i primi due turni a gara unica, entrerebbe direttamente nella fase nazionale dei play-off e perfino da testa di serie, ovvero avrebbe la partita di ritorno in casa e in caso di parità di reti nell'arco dei 180 minuti, passerebbe anche il turno. Un vantaggio davvero enorme: in pratica significherebbe entrare agli ottavi di finali e con due risultati su tre a disposizione nell'arco di andata e ritorno. Se invece l'Unione arrivasse quinta, per i motivi citati scivolerebbe comunque al quarto posto, per cui salterebbe solo il primo turno dei play-off di girone a gara unica, dovendo però giocare il secondo, anche se in casa e con due risultati su tre a disposizione. Invece l'unica differenza fra arrivare terzi o quarti nel girone, sarebbe quella che la terza potrebbe essere testa di serie anche nel secondo turno dei play-off nazionali, nel caso fosse la migliore terza fra i tre gironi. Insomma, il vero colpo grosso lo si fa arrivando quarti: ecco perché il match con il Renate è così importante.

- Allianz venti punti con una gara da recuperare, Venezia quattro lunghezze dietro. Da quanto tempo non succedeva che Trieste ricevesse l'Umana guardandola dall'alto in basso in classifica? Come scrive Roberto Degrassi, nella lunga storia degli incroci tra biancorossi e lagunari negli ultimi anni i cugini poveri siano stati noi. La Reyer lassù, a lottare per lo scudetto, Trieste prima in A2 e poi comunque dietro, nella massima serie. Sono stati ceduto proprio a Venezia i due pezzi pregiati del movimento triestino (prima Michi Ruzzier, poi Stefano Tonut che nel corso degli anni è diventato la bandiera italiana della rruppa di De Raffaele) mentre in quegli stessi anni i veneti hanno mandato in prestito a Valmaura giovani lunghi da svezzare.Sono arrivati via Venezia infatti Candussi e Simioni, arrivò ma non potè fermarsi Akele, mentre era già free agent ma con una formazione cestistica lagunare il buon Pipitone che l'allora Alma firmò addirittura con un non lungimirante triennale. Pipitone aveva fatto un figurone contro Trieste nei play-off quando vestiva la maglia di Ferrara, pensammo di aver fatto bingo con il centro del futuro e invece i tifosi scoprirono a proprie spese che quelle prove monstre sarebbero rimaste le uniche nella sua carriera. Di tutt'altra pasta invece un altro arrivo all'Allianz Dome in anni più recenti, Hrvoje Peric, sbolognato da Venezia che lo aveva considerato ormai in fase calante.Il ponte Venezia-Trieste nella storia recente è stato consolidato dalla presenza di Eugenio Dalmasson sulla panchina biancorossa e da quella di Mauro Sartori nella stanza dei bottoni orogranata. Tra gli appuntamenti pressochè istituzionali del precampionato triestino c'era l'amichevole contro la Reyer. Quando Trieste era in A2 proprio in una partita estiva ad Alleghe i dirigenti veneti provarono a tentare i dirigenti giuliani, stregati da quel play che quella sera sembrava immarcabile. Il play era Grayson, e in campionato immarcabile non lo sarebbe stato spesso.Più indietro nel tempo, annata 1995-96, un Usa arrivato da Trieste fece vincere a Venezia i play-off promozione dalla A2. La stagione di Steve Burtt fu semplicemente mostruosa, con un abbonamento al trentello. Problemi economici tuttavia impedirono a Venezia di raccogliere quello che aveva semifinato. E nell'estate Burtt ritornò a Trieste.Venezia e Trieste sono le città del cuore per Massimo Guerra, che è stato capitano di entrambe.Anni prima un play mestrino di adozione aveva fatto il passaggio dall'allora Arsenale a Chiarbola. Di Marco Palumbo si ricorda soprattutto uno storico canestro all'ultimo secondo che permise alla Bic di battere i campioni d'Europa del Bancoroma.Ma il punto di contatto nella storia sportiva di Trieste e di Venezia è il più antico e inatteso. Costantino Reyer, l'uomo in cui onore è stato intitolato il sodalizio lagunare fondato nel 1872, era in realtà proprio triestino. Personaggio eclettico, insegnava ginnastica e un suo collega, Pietro Gallo, volle dedicargli la società. Sono passati 150 anni.

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Ci dimentichiamo di Bobo Prandin? 

(so che è difficile ricordarsi di tutti, ma se hanno meritato una menzione anche Pipitone a Simioni, penso che una parola su Bobo poteva starci) 

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