Starlite Posted May 1, 2008 Report Posted May 1, 2008 BBC Tradotto direttamente in triestin: Albert Hofmann, el scienziato svizzero scopritore della droga allucinogena LSD, xe morto per attacco cardiaco nella sua casa de Basilea all'età de 102 anni. Hofmann xe sta el primo a produr LSD nel 1938 mentre investigava possibili utizzi medici de una muffa del grano. Accidentalmente gaveva ingerido la sostanza e più tardi commentava: "Tuto quel che vedevo iera distorto come in un specio ricurvo". Per anni el ga affermado che LSD podeva aiutar i maladi mentali, ma nei anni '60 iera ormai diventava una droga piuttosto popolare. Mentre lavorava al medicinal nei laboratori farmaceutici Sandoz pharmaceutical laboratory qualche anno più tardi Hofmann la gaveva provada per sbaio perché ghe iera restadi i polpastrei sporchi (NdStarlite: contighela a qualchedun altro ). Tornado a casa el ga provado quela che dopo el gaveria descritto come una vision de "figure fantastiche, forme straordinarie con un intenso, caleidoscopico zogo de colori". La droga xe diventada popolare grazie al professor Timothy Leary, de Harvard, che gaveva dito che con quela la gente "se impiza, se sintonizza, se spegni". (NdStarlite: Che bel doveva esser Harvard in quel periodo ). Le rock star e la contro-cultura dei anni '60 se gaveva butà sulla LSD come una droga fantastica, ma presto cominciva vignir fora brute storie a proposito de danni psicologici permanenti da parte dei consumatori. Verso la fine dei anni '60, molti paesi dichiara illegale l'LSD. Quote
b-chris Posted May 1, 2008 Report Posted May 1, 2008 Un giornal (no me ricordo qual) ga intitolà "L'ultimo viaggio ... " Che finezza! Quote
Ghost Posted May 1, 2008 Report Posted May 1, 2008 Orpo. 102anni e per la metà passati fora come un balcon? Che bella vita Quote
Stefano79 Posted May 2, 2008 Report Posted May 2, 2008 Orpo. 102anni e per la metà passati fora come un balcon? Però el xe rivà a quell'età. Deso magari tanti dirà che usandola se campa oltre i 100 anni Quote
dead_angel Posted May 2, 2008 Report Posted May 2, 2008 (edited) ...è pur vero che in Svizzera ci sono cliniche specializzate dove i consumatori abituali di sostanze stupefacenti si fanno ricoverare per una serie di dialisi depurative...una specie di lavaggio senza candeggio...ahahahahaha... ...mi chiedo invece se lo scopritore di tale sostanza, a parte il "casuale" incidente di cui si parla, ne abbia mai abusato... ...oppure conoscendo bene la propria "creazione" abbia preferito darsi all'ippica... Edited May 2, 2008 by dead_angel Quote
Mamo Posted May 2, 2008 Report Posted May 2, 2008 Ustia e che mi iero un LSD... ahhaahah del gruppo LIBERI SPELEO DIROCAI hahahaa Massimo Quote
Ghost Posted July 20, 2008 Report Posted July 20, 2008 tratto dal diario del dottor Albert Hoffman: Venerdì scorso, 16 aprile 1943, a pomeriggio inoltrato ho dovuto interrompere il lavoro in laboratorio e far ritorno a casa. Ero affetto da una profonda irrequietezza, accompagnata da leggere vertigini. Mi sono sdraiato e sono sprofondato in uno stato di intossicazione niente affatto spiacevole, marcato da una immaginazione particolarmente vivida. In una condizione simile al sogno, a occhi chiusi (la luce del giorno era abbagliante e fastidiosa), riuscivo a scorgere un flusso ininterrotto di figure fantastiche, di forme straordinarie che rivelavano intensi giochi caleidoscopici di colore. Dopo circa due ore questo stato svaniva. Il decorso di questi sintomi singolari faceva sospettare l’esistenza di un’azione tossica esterna; ipotizzai una relazione con la sostanza con cui stavo lavorando, il tartrato della dietilamide dell’acido lisergico. Questo implicava un’altra domanda: come ero riuscito ad assorbire il composto? A causa della nota tossicità delle sostanze a base di ergot, seguivo sempre abitudini di lavoro molto scrupolose. Poteva darsi che, durante la cristallizzazione, tracce di LSD fossero venute a contatto con la punta delle dita, e da lì fossero state assimilate attraverso la pelle. Se l’LSD era davvero la causa di questa bizzarra esperienza, doveva trattarsi senza dubbio di una sostanza di straordinaria efficacia. Pareva ci fosse un unico modo per fare chiarezza. Decisi di sperimentarlo su me stesso. Con la massima cautela, iniziai la programmata serie di prove a partire dalla più piccola quantità che potevo presumere avesse qualche effetto, considerando l’azione nota all’epoca degli alcaloidi dell’ergot: 0,25 mg (mg = milligrammo = un millesimo di grammo) di tartrato di dietilamide dell’acido lisergico. Segue l’annotazione nel mio diario di laboratorio di questo esperimento, in data 19 aprile 1943. Autosperimentazione: 19 Aprile, 16.20: 0,5 cc di soluzione acquosa contenente 1/2 pro-mille di tartrato di dietilamide dell’acido lisergico via orale = 0,25 mg di tartrato di LSD. Diluito con circa 10 cc di acqua. Senza sapore. 17.00: inizio vertigini, sensazione di angoscia, distorsioni visive, sintomi di paralisi, desiderio di ridere. Aggiunta del 21.IV: A casa in bicicletta. Dalle 18 alle 20 circa la crisi più acuta. (Vedi speciale rapporto). Riuscii a scrivere le ultime parole solo con grande sforzo. Era chiaro, adesso, che l’LSD era stato la causa dell’insolita esperienza del venerdì precedente: le percezioni alterate erano dello stesso tipo, solo molto più intense. Dovetti lottare per parlare in maniera intelligibile. Chiesi al mio assistente di laboratorio, che era al corrente dell’esperimento, di accompagnarmi a casa. Andammo in bicicletta – non c’erano automobili in vista, durante la guerra solo pochi privilegiati potevano permettersele. Sulla via del ritorno, cominciai a sentirmi perseguitato. Ogni cosa nel mio campo visivo fluttuava ed era distorta, come se fosse vista in uno specchio ricurvo. Avevo inoltre la sensazione di essere bloccato nello stesso posto, anche se il mio assistente mi disse, in seguito, che avevamo pedalato di gran lena. Alla fine arrivai a casa sano e salvo; riuscii appena a chiedere al mio compagno di chiamare il medico di famiglia e di farsi dare un po’ di latte dai vicini. Malgrado il mio delirante stato confusionario, avevo brevi momenti di pensiero lucido e sensato – il latte come antidoto generico per intossicazioni. Le vertigini e la sensazione di svenimento divenivano a volte così forti che non potei rimanere eretto a lungo. Mi adagiai su un divano. L’ambiente circostante aveva assunto ora aspetti più terrificanti. Tutto nella stanza si attorcigliava, gli oggetti familiari e i mobili presero forme grottesche e sinistre. Erano in continuo movimento, animati, come spinti da un’irrequietezza interna. A malapena riconobbi la vicina di casa che mi aveva portato il latte – nel corso della sera ne bevvi più di due litri. Non era più la signora R., ma una strega malvagia e infida dalla faccia colorata. Peggiori delle trasformazioni grottesche della realtà esterna furono tuttavia le alterazioni che percepii dentro me stesso, nel mio più intimo essere. Ogni sforzo di volontà, ogni tentativo di arrestare la disintegrazione del mondo e la dissoluzione del mio io, parevano vani. Un demone mi aveva sopraffatto, aveva preso possesso del mio corpo, dei miei pensieri, della mia anima. Balzai in piedi e urlai, cercando di liberarmene, sprofondai giù di nuovo, mi sentivo indifeso. La sostanza che avevo voluto sperimentare mi aveva sconfitto. Era il demone a trionfare sprezzante sulla mia volontà. Fui assalito dal terrore di uscire fuori di senno. Mi sentii trasportato in un altro mondo, in un altro luogo, in un altro tempo. Il corpo sembrava avesse perduto ogni sensazione, senza vita, sconosciuto. Stavo morendo? Era questo il trapasso? A volte pensavo di essermi sdoppiato, e in quel momento avvertivo, da osservatore esterno, la totale tragedia della mia situazione. Morire senza congedarmi dalla mia famiglia – quello stesso giorno, mia moglie, con i nostri tre bambini, era andata a Lucerna a far visita ai suoi genitori. Avrebbero mai capito che l’esperimento non era stato condotto in maniera sconsiderata e irresponsabile, ma con la massima cautela, e che in nessun modo avrei potuto prevedere questo risultato? La paura e la disperazione aumentarono, non solo perché una giovane famiglia stava perdendo il padre, ma anche perché ero terrorizzato dall’idea di lasciare incompiuti i miei studi di chimica proprio nel mezzo di sviluppi fruttuosi e promettenti. Si formò un’altra riflessione, un’idea piena di amara ironia: questa dietilamide dell’acido lisergico, che avevo messo al mondo, mi costringeva ora ad abbandonarlo prematuramente. Quando arrivò il medico, l’apice dello stato depressivo era ormai trascorso. Il mio assistente di laboratorio lo informò dell’esperimento, poiché io non ero ancora in grado di formulare una frase coerente. Scosse la testa perplesso, quando provai a descrivere il pericolo mortale che minacciava il mio corpo. Non potè ravvisare alcun sintomo anomalo, a eccezione delle pupille molto dilatate. Polso, pressione del sangue e respiro erano normali. Secondo il suo parere non c’era motivo di prescrivere alcun farmaco. Mi fece adagiare sul letto e rimase lì a tenermi sotto controllo. Lentamente ritornai da un mondo strano, non familiare alla rassicurante realtà quotidiana. L’orrore si era placato e aveva ceduto il terreno a una sensazione di gioia e di gratitudine, riapparvero percezioni e pensieri più normali; ero quasi sicuro ormai di aver scongiurato definitivamente il pericolo della pazzia. Adesso, a poco a poco, potevo iniziare a gioire dei giochi di colore e di forme senza precedenti, che instancabili si rivelavano ai miei occhi chiusi. Caleidoscopiche, fantastiche immagini si agitavano dentro di me, si alternavano, variopinte, si aprivano e si richiudevano in cerchi e spirali, esplodendo in zampilli colorati. Poi si riorganizzavano, si incrociavano, in continuo mutamento. Era straordinario il modo in cui ogni percezione acustica, come il rumore della maniglia di una porta o di un’auto di passaggio, si trasformasse in impressioni ottiche. Ogni suono creava una figura vivacemente cangiante, con i suoi colori e le sue forme compatibili. La sera tardi ritornò mia moglie da Lucerna. Qualcuno per telefono l’aveva informata che stavo soffrendo di un misterioso esaurimento. Aveva affidato i bambini ai suoi genitori. Ormai mi ero sufficientemente ripreso per raccontarle l’accaduto. Esausto mi addormentai. Il mattino seguente mi risvegliai rinvigorito e con la mente lucida, benché mi sentissi ancora un po’ stanco fisicamente. Sentivo scorrere dentro di me una sensazione di benessere e di rinnovamento. La colazione aveva un sapore delizioso che mi trasmise un piacere insolito. Quando poi uscii fuori nel giardino, dove il sole risplendeva dopo una pioggia primaverile, ogni cosa brillava e scintillava di una nuova luce. Sembrava che il mondo fosse stato creato di recente. Tutti i miei sensi vibravano in uno stato di estrema percettività, che durò per tutto il giorno. Questo esperimento dimostrò che l’LSD-25 era una sostanza psicoattiva con proprietà straordinarie. Non esisteva, che io sapessi, un altro farmaco che provocava effetti psichici così profondi a dosaggi così bassi, e in grado di determinare simili drammatici cambiamenti nella coscienza umana e nella nostra percezione della realtà esterna e interna. Quello che sembrava più ragguardevole era il fatto che potevo ricordare l’esperienza in ogni dettaglio. Questo poteva significare soltanto che l’attività cosciente di memorizzazione non si era interrotta, malgrado il profondo collasso della normale visione del mondo. Per tutta la sua durata ero stato consapevole di prendere parte a questo esperimento, senza tuttavia poter sfuggire al mondo dell’LSD, nonostante tutti gli sforzi di volontà. Avevo vissuto un’esperienza assolutamente reale nella sua dimensione inquietante, inquietante perché l’immagine dell’altro mondo, quello familiare, era ancora preservata nella coscienza, accessibile per il confronto. Un altro aspetto sorprendente dell’LSD era la sua capacità di provocare uno stato di alterazione intenso e di vasta portata senza lasciare postumi. Al contrario, il giorno successivo mi sentii, come ho già detto, in un’eccellente condizione fisica e mentale. Pensai che le proprietà di questo nuovo composto attivo avrebbero dovuto essere impiegate in farmacologia, in neurologia e soprattutto in psichiatria, e che avrebbero destato l’interesse degli specialisti. Quote
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