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I suntini sandrini di mercoledì 9 giugno 2021


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MERCOLEDÌ 9 GIUGNO 2021

- Fredi Radojkovic torna alla guida della Pallamano Trieste a dodici anni di distanza dall'ultima panchina in biancorosso. Ufficializzato ieri, con la firma sul contratto avvenuta nel primo pomeriggio, l'accordo su base triennale che legherà il tecnico alla società della presidente Orlich. Un ritorno annunciato (Radojkovic era già stato a Trieste dal 2006 al 2009) che conferma la bontà del progetto cominciato nella passata stagione dalla presidente Orlich.Radojkovic verrà presentato a Chiarbola questo pomeriggio alle 16. «Quello di Fredi - commenta soddisfatto il direttore sportivo Giorgio Oveglia - è davvero un gradito ritorno. Sono certo che la sua presenza riuscirà a dare la svolta richiesta dalla società verso nuovi importanti obiettivi». Un pensiero, da parte della presidente Orlich, a Sasa Ilic, il tecnico che ha guidato Trieste alla salvezza. «A lui vanno i nostri auguri per le migliori fortune professionali - sottolinea la Orlich - e il ringraziamento per aver traghettato la squadra negli ultimi difficili mesi».Messaggio di stima ricambiato dal tecnico croato. «Voglio ringraziare la pallamano Trieste, una società nella quale mi sono trovato molto bene. Un pensiero e un saluto ai più giovani come Nait e Stojanovic e ai più "esperti" come Visintin, Di Nardo e Dapiran. Ma soprattutto alla presidente Orlich e al ds Oveglia che mi hanno dato fiducia. A loro va il mio augurio di riportare la società al vertice del campionato».Il ritorno di Radojkovic coincide con il rientro nei quadri tecnici di Andrea Carpanese, l'allenatore che proprio Fredi ha voluto al suo fianco in questa seconda parentesi sulla panchina triestina e che lavorerà assieme all'altro vice Davide Nait. Un "acquisto" importante per tutto l'ambiente, un valore aggiunto difficile da quantificare considerando l'energia, la positività e la qualità del lavoro che "Carpa" saprà portare quotidianamente negli allenamenti.Lunedì sera, intanto, ultimo atto della stagione con la cena di fine anno nello storico ritrovo della Pergola di Giorgio Polese. Serata che ha coinvolto tutto l'organico societario. L'occasione per festeggiare i ragazzi d'oro dell'under 17 freschi vincitori del titolo italiano e per rivolgere un caloroso e sentito applauso al tecnico Bozeglav.SERIE B: Al dunque l'avventura della Pallamano Trieste tra i cadetti. Reduce da una stagione che l'ha vista concludere al secondo posto, la formazione guidata da Marco Bozzola si giocherà la promozione nei play-off in programma nel fine settimana. Semifinali a Lissaro, in provincia di Padova, sabato 12 giugno. Alle 16 in campo Oriago-Cus Venezia, alle 18 sfida tra Dossobuono e Trieste. Domenica alle 16, sul parquet del PalaVillanova di Torri di Quartesolo, la finale che decreterà la formazione promossa nel prossimo campionato di serie A2 

- Alla fine della partita con la Virtus Verona, oltre alla grande delusione per l'eliminazione, Pablo Granoche aveva espresso anche la necessità di qualche giorno di riflessione per decidere del suo futuro. Come scrive Antonello Rodio, adesso El Diablo, che a settembre compirà 38 anni, rivela che non è arrivato ancora il momento di appendere le scarpette al chiodo e assicura di voler andare avanti almeno un anno, anche se ovviamente non sa ancora se nella Triestina o altrove. Granoche, le riflessioni post campionato a quali decisioni l'hanno portata? «Io penso che fisicamente ci sono ancora, pertanto al momento l'idea è di poter giocare un altro anno». Spera di farlo con la Triestina nonostante il contratto scada a fine mese? «A fine stagione ho dato a Milanese la mia piena disponibilità, con lui c'è reciproca stima e la Triestina resta la mia prima soluzione, ma con lui ci parleremo più avanti perché in questo momento la società ha altre priorità, deve decidere prima altre cose e non so quali siano ora i piani. In ogni caso sarò sempre grato a questa società e se dovesse fare altre scelte, mi adeguerò e mi guarderò intorno». La sua scelta di andare avanti da cosa deriva? «Fisicamente ci sono e questo mi ha fatto ragionare sul futuro, non vedo perché mollare se mi sento bene. Vorrei continuare almeno un altro anno, perché a questa età devi andare anno per anno, non puoi fare ragionamenti più lunghi. Però quando sono stato chiamato in causa mi sono sentito bene e di certo non mi vedo già ex calciatore la prossima stagione. Poi il calcio ha dinamiche che possono venire fuori da un momento all'altro». Ma quando finirà la sua carriera da calciatore, si vede più come uomo da campo o da scrivania? «Questa è una cosa che devo capire col tempo, io comunque mi vedo più come uomo da campo, in contatto con giocatori giovani a cui trasmettere quello che altri hanno insegnato a me. Sono pronto un po' a tutto e mi aggiornerò su tutti i campi, in ogni caso ho già da qualche anno il patentino allenatore Uefa B e quindi sarei già pronto per fare quel ruolo». Quando l'ha fatto? «Ancora nel 2016, quando sono rimasto svincolato dal Modena e prima di andare allo Spezia».E nel futuro post carriera si vede ancora a Trieste? «Quando sono tornato a Trieste tre anni fa, inizialmente l'idea era quella. Poi in realtà non se ne è più parlato perché si è pensato sempre al calcio giocato, è un discorso che resta aperto». Con la Virtus è rimasto più male per non aver praticamente giocato o per l'eliminazione? «Un po' entrambe le cose, sono sincero. È normale che c'è il rammarico di essere stato impiegato molto poco questa stagione, ma visto che avevamo due attaccanti che segnavano tanto e stavano facendo bene, devo dire che la panchina ci stava e tante volte l'ho capita».Anche contro la Virtus? «Quelle sono scelte dell'allenatore che ha fatto le sue valutazioni, un giocatore deve solo accettarle». Questa squadra comunque doveva fare molto di più... «Certo, ce lo siamo detti anche dopo la partita, è stato un brutto colpo per tutti. C'erano i presupposti per andare avanti, loro hanno giocato bene ma in fondo erano al secondo tiro in porta, era una partita equilibrata. Di sicuro dovevamo fare un match più aggressivo, ma i due risultati su tre ti possono condizionare e si è finito per giocare col freno a mano». Il rammarico aumenta guardando come sono proseguiti i play-off? «Non li sto guardando nemmeno per la rabbia. Ma di certo vedendo i risultati c'è ancora più rammarico, sono sicuro che eravamo all'altezza di quelle che ora sono nelle final four. Potevamo e dovevamo essere lì». 

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