SandroWeb Posted June 12, 2021 Report Share Posted June 12, 2021 SABATO 12 GIUGNO 2021 - Il tributo dell'amministrazione comunale, i ricordi e la commozione. Eugenio Dalmasson, l'allenatore uscente della Pallacanestro Trieste, è stato insignito del Sigillo Trecentesco della città, riconoscimento speciale che il Comune riserva a personalità in grado di distinguersi nei campi sociali che spaziano tra arte, cultura, politica e appunto lo sport. Dalmasson entra da ieri nell'albo d'oro in virtù di un cammino di ben undici anni al servizio di una delle passioni sportive cardini cittadine, dopo aver (ri)dipinto la passione per la pallacanestro non solo a suon di risultati ma anche nel segno dell'appartenenza collettiva. Alla cerimonia della consegna del Sigillo Trecentesco, allestita nella mattinata nel Salotto Azzurro del palazzo municipale, sono intervenuti in molti, dall'assessore regionale Fabio Scoccimarro a Boscia Tanievjc, al vice sindaco Paolo Polidori e numerosi rappresentanti della "vecchia guardia" tecnica e dirigenziale della Pallacanestro Trieste, sino a Daniele Cavaliero e il nuovo coach Franco Ciani, accompagnato dal vice Marco Legovich. Insomma, quasi una sorta di passaggio delle consegne ma qui con ulteriori spunti dettati dal forte legame tra l'ex allenatore e lo stesso sindaco Dipiazza.«Sono stato anche il tuo primo presidente della Pallacanestro Trieste - ha ricordato il primo cittadino nel corso della cerimonia - a te mi lega un sentimento e stima che va ben oltre al di là del basket che io amo. Sei e resterai sempre un uomo capace, un maestro di sport e di vita. Un professionista che resterà sempre nel nostro cuore». Le parole proferite da Dipiazza hanno toccato Eugenio Dalmasson al pari di una tripla a fil sirena: «Trieste mi ha accolto subito come un suo figlio - ha sottolineato con commozione l'ex coach - grazie a tutte le persone che mi sono state accanto, dentro e fuori dal campo. Credo che il traguardo maggiore sia stato aver riportato entusiasmo e aver fatto valere la condivisione degli obiettivi. Il mio erede Franco Ciani? Non ho mai avuto dubbi - ha aggiunto Dalmasson - ha qualità, esperienza e mezzi». L'ultimo assist è stato ancora per la città, il clima e la passione respirata in undici anni: «Io penso che sia realmente difficile ora trovare altrove quanto ho vissuto a Trieste». - Ha fatto valanghe di gol da calciatore, adesso Carlos França ha iniziato a far subito centro anche da allenatore. Come scrive Antonello Rodio, l'ex attaccante della Triestina, che nella stagione 2016/17 in serie D mise a segno con la maglia alabardata ben 23 reti, quest'anno ha vissuto un'esperienza più unica che rara: con il Seregno ha iniziato da giocatore, poi ha concluso da allenatore trascinando la squadra alla promozione in serie C. «Dentro di me sentivo di fare prima o poi l'allenatore - racconta França - ma non me l'aspettavo in modo così improvviso. Mi ero rotto il crociato a novembre, dopo l'operazione sono andato in Brasile e a febbraio sono rientrato in Italia». Poi, proprio mentre stava per concludere il periodo di isolamento fiduciario visto il covid, la chiamata del presidente del Seregno Erba. «Mi ha detto che avevano deciso di cambiare allenatore - dice França - mi ha chiesto se me la sentivo di guidare io la squadra, perché vedeva in me il carisma e l'esperienza necessari». Il patentino Uefa B Carlos ce l'aveva già: «L'ho fatto a Potenza nel 2019, perché negli ultimi anni di carriera avevo il sentore di fare questa strada, inoltre volevo completarmi perché con mia moglie ho un brand di consulenza per società sportive e per gli atleti». Accettare una richiesta così improvvisa però non è semplice, allora França si rivolge alla fede, come è sempre avvenuto nelle sue scelte importanti: «Mi sono messo a riflettere, poi a pregare assieme alla famiglia, e il giorno successivo ho accettato perché ero convinto di farcela. Anzi, l'ho vista quasi una risposta del Signore alle mie preghiere: ero arrivato a Seregno per raggiungere un sogno che la città aspettava da 39 anni, forse potevo ottenerlo in questo modo». E la missione riesce: con França in panchina, il Seregno vola e guadagna la promozione con una giornata di anticipo. «Sono stato davvero benedetto e il grande merito va ai ragazzi che mi hanno visto in quest'altra veste con grande rispetto, mi hanno seguito e hanno creduto nelle mie idee: non solo sullo schema e sul tipo di gioco, ma soprattutto nell'aspetto mentale sul quale ho lavorato molto ed è fondamentale nel calcio. Si lavora troppo poco a livello di forza mentale, invece grazie a quella si può avere un rendimento migliore anche sotto l'aspetto tattico, fisico e tecnico. La mente di un atleta va allenata quotidianamente come il fisico, un lavoro che non va confuso con quello del mental coach o dello psicologo dello sport». Per il suo futuro, França non ha nessun dubbio: continuare a fare l'allenatore. E se sarà a Seregno, il prossimo campionato verrà proprio a Trieste da avversario: «Al Seregno ho dato la mia disponibilità a continuare, ma qui ci si sta ancora godendo la festa, visto che l'ultima volta della serie C molti tifosi non erano nemmeno nati. Spero così di venire anche a Trieste che è sempre nel mio cuore. Di certo voglio continuare a fare l'allenatore, anzi voglio arrivare in quella serie A nella quale in Italia da calciatore non sono mai arrivato» Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Recommended Posts
Join the conversation
You can post now and register later. If you have an account, sign in now to post with your account.