SandroWeb Posted September 6, 2021 Report Posted September 6, 2021 LUNEDÌ 6 SETTEMBRE 2021 - Non sarà una partita come le altre, quella di stasera alle 21 all'Allianz Dome. Lo scrive Roberto Degrassi oggi su "Il Piccolo": si riaprono almeno parzialmente le porte del palazzone di Valmaura, sulla carta c'è posto per duemila tifosi e sarà comunque un concreto passo di avvicinamento verso la normalità.Basterebbe questo a dare sapore ad Allianz-Bertram Tortona, secondo atto della Supercoppa. Ma c'è molto di più. Il ritorno a Trieste di Chris Wright e il confronto con Corey Sanders, ad esempio. Play a confronto: l'esperienza di Wright contro il primo passo devastante del nuovo regista, ancora alla ricerca della leadership.Dopo la bella vittoria di Trento, per l'Allianz è un altro eccellente banco di prova per leggere condizione e identità. Franco Ciani sul conto degli avversari avverte: Tortona è una matricola mascherata. «Va considerata una protagonista futura assoluta del prossimo campionato, già pronta per affrontare la A con ambizione. Se Wright e Sanders sono ex beniamini di Valmaura, io ricordo i due anni con Cannon ad Agrigento, uno dei miei moschettieri. E con lui Bruno Mascolo. Sarà una partita dall'impatto emotivo particolare».Sarà l'occasione per cercare conferme a quanto emerso a Trento. Va verificato l'impatto di Konate, finora devastante sul piano fisico, contro un'altrasolida batteria di lunghi. Sarà un'altra occasione per Lever e Deangeli per acquisire minuti e malizia. Aspetta conferme la buona distribuzione delle soluzioni offensive tra gioco interno e perimetro, non va ripetuto invece il conto delle palle perse ma capita in fase di rodaggio quando non tutti gli automatismi sono a punto.Un eventuale successo inoltre metterebbe l'Allianz in pole per il passaggio del turno nel girone, in attesa del retour match casalingo con i trentini. - Dopo lo scoppiettante finale di mercato, mister Bucchi si trova a lavorare con una Triestina diversa e comunque più ricca di soluzioni. Per il tecnico alabardato è l'ora di fare il punto sui nuovi arrivi e su quale potrà essere la nuova Unione. Bucchi, la sua prima sensazione dopo l'ultima raffica di arrivi? «Sono molto soddisfatto. Credo che questa proprietà e questa società, oltre ad aver operato bene, abbiano ulteriormente dimostrato ambizioni e voglia di migliorarsi. Come già detto, nella scelta di Trieste non ho guardato la categoria, ma la tifoseria e le persone, che fanno davvero la categoria. Qui so con chi lavoro e so che Trieste può sognare. Tante altre città hanno una categoria in più, ma si vive alla giornata e non possono sognare». Ma la conseguenza dei tanti arrivi, non è quella di quasi ripartire da capo? «Non sarà mai una preoccupazione, bensì uno stimolo. Volevamo gente motivata che scegliesse Trieste non come un ripiego, ma come punto di partenza o di rivalsa. Poi abbiamo dovuto completare la squadra e far fronte a un paio di situazioni: Rizzo e Gatto, che erano funzionali al progetto, negli ultimi giorni di mercato ci hanno comunicato di voler cambiare squadra. Poi gli infortuni di Coppola e Calvano, altri giocatori appena rientrati o quasi, insomma serviva un intervento drastico. E abbiamo preso giocatori che sanno fare più cose, non ingabbiati in un ruolo». Servirà insomma un po' di pazienza? «So che a Trieste c'è un velo di pessimismo e negatività, ma non dobbiamo mai farci prendere da frenesia e ansia, e tenere presente che il lavoro alla lunga paga sempre. Dovremo avere pazienza e trasformare il velo di scetticismo in entusiasmo, questo è il nostro compito». Può essere un problema trovare il feeling con tanti nuovi a campionato già iniziato? «Il problema è soprattutto quello della condizione fisica. I nuovi arrivati sono indietro, alcuni nelle loro squadre erano fuori lista e si allenavano a parte. Al di là dell'aspetto fisico-atletico, non hanno mai lavorato con la palla o quasi, il ritmo partita manca, quindi servirà un po' di tempo per farli arrivare a una buona condizione e poterli gradatamente inserire. Ma in loro ho trovato predisposizione ed entusiasmo». Come si fa a gestire una rosa di 24 tutti potenziali titolari? «Nel calcio di 10 anni fa poteva essere complicato, c'erano 11 titolari, 4 riserve e gli altri di contorno. Ma il calcio è cambiato: c'è più ritmo e intensità, ci sono impegni ravvicinati, ci sono i cinque cambi, per cui avere una rosa profonda e ricca di soluzioni è una grande risorsa, non un problema. Poi a me sta sceglierli sfruttando i momenti e le loro onde positive, a loro la predisposizione nel saper accettare altre scelte e conviverci. Dove ci sono valori uguali, valgono i momenti e chi sta meglio. Se un gruppo vuole fare qualcosa di importante, bisogna entrare in questo tipo di mentalità».Le caratteristiche dei nuovi porteranno a un cambio di modulo? «Io sono sempre aperto su questo, ma non è questione di numeri, ma di applicazione dei principi, che valgono con qualsiasi sistema si giochi. Questo cerco di trasmettere. Del resto è difficile partite con un sistema e tenerlo sempre, a volte anche nella stessa partita. Le situazioni sono diverse, bisogna sempre adeguarsi cambiando pelle».I nuovi in due parole: partiamo dall'attacco. «Avevamo già spunto, ma ci mancavano peso e riempimento dell'area. Questo può portarlo Trotta, ma anche Litteri che non dimentico, oltre a esperienza, qualità e motivazioni. Poi Trotta ha scelto di scendere di categoria con entusiasmo, come è capitato a me in carriera». A centrocampo ben tre giocatori nuovi. «Anche Crimi ha accettato di scendere di categoria, è un ragazzo con grandi qualità umane e fisiche, ha intensità, esperienza ed è abituato a giocare sotto responsabilità. Angiulli è dinamico e geometrico, inoltre ha un grande calcio per poter colpire da fuori area. Giorno è completo, un tuttocampista moderno che può fare il playmaker o la mezzala». In difesa un nome nuovo importante.«Negro può fare tutti i ruoli in difesa, giocare a due o a tre, è duttile, ha grande struttura ma è rapido. Inoltre ha giocato in squadre importanti e sotto pressione, sa prendersi delle responsabilità». E infine due jolly. «Iotti è duttilissimo, ha fatto il terzino, il quinto, l'esterno d'attacco, è perfetto per il calcio moderno. Galazzi è un ragazzo sveglio e interessante, giovane ma già con esperienza, con dinamismo e buona tecnica, anche lui duttile avendo già fatto mezzala, esterno e altri ruoli». Quote
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