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MARTEDÌ 25 GENNAIO 2022

- I confronti sono il sale dei dibattiti e figuriamoci quando si parla di sport. Come scrive oggi Roberto Degrassi su "Il Piccolo", il derby tra i due Corey che l'Allianz ha schierato in questa stagione finora sta dando ragione al subentrante Davis.E la differenza con Corey Sanders non sta solamente nel maggior mestiere frutto di esperienze in campionati europei (Turchia, Francia, Lega Adriatica) più competitivi rispetto a quelli frequentati dal suo predecessore prima del suo arrivo a Trieste (Portogallo e Polonia).La vittoria contro Pesaro ha infatti confermato alcuni effetti positivi dell'innesto di Davis. Rispetto a Sanders serve meno assist (3,8 contro 4,6) ma si fa sentire di più in attacco (12 punti contro 8,7).Le cifre non la raccontano però del tutto giusta per quanto riguarda la pericolosità perimetrale: Davis tira da tre con il 28,6% contro il 25 di Sanders e apparentemente è poca roba. La vera differenza è che il play della prima parte del campionato era stato presto "battezzato" dalla difese avversarie: si prendeva poche conclusioni dai 6,75 preferendo, forte di un primo passo letale, cercare di battere l'uomo ed entrare. Davis invece dimostra di saperla mettere da tre costringendo le difese rivali a lavorare di più e togliendo pressione a Banks e Mian.L'Allianz, fino a qualche settimana fa ultima nella graduatoria di squadra delle triple, ora si è lasciata dietro tre team. Merito soprattutto del clamoroso 11 su 16 di domenica scorsa.Con l'arrivo di Davis e il rientro di Campogrande che può aumentare la possibilità di fargli tirare il fiato, Fabio Mian ha migliorato sensibilmente il proprio rendimento. L'esempio più evidente: nelle prime 11 giornate l'ala piccola titolare era andata in doppia cifra solo in due occasioni, negli ultimi quattro turni è sempre andato in doppia. Nel tiro da tre prima aveva 13 centri su 38 tentativi, adesso 10 su 21, il 48% (contro Pesaro enplein 3 su 3).Intendiamoci, sull'effetto Davis serviranno ancora verifiche ma il primo responso è favorevole. Avendo maggior personalità in campo rispetto al predecessore, il suo inserimento non può tuttavia prescindere dalla coesistenza e condivisione della leadership con i due punti di riferimento consolidati in casa biancorossa, Banks e Fernandez.Lo stop per Covid del pistolero e del Lobito nelle scorse settimane può aver rallentato questo processo. Ma un equilibrio tra giocatori intelligenti e con spirito di squadra si finisce per trovarlo sempre.La tappa del match interno con Pesaro registra anche segni di risveglio da parte di Sagaba Konate. Aldilà dei numeri, si sono rivisti squarci del centro delle prime partite. La concentrazione rimane una variabile, la costanza anche visto che in 13 minuti e poco più ha stoppato, schiacciato ma anche collezionato falli e he ingenuità difensive. Franco Ciani gli ha dato fiducia proponendolo nel quintetto iniziale dopo aver verificato la storia del campionato del maliano, risultato più incisivo quando ha iniziato nello starting five. Tanto in panchina c'è Marcos Delia che alle marachelle del compagno di squadra pone rimedio come il mister Brown di tarantiniana memoria. 

- Una sconfitta contro il Padova può essere messa in preventivo pur giocando al Rocco. Pavanel ha a disposizione una rosa più completa e di maggior spessore e peraltro domenica l'ha gestita senza forzature. Insomma l'ex tecnico dell'Unione ha pensato più a gestire la partita con le buone o le cattive e molto meno a costruire. Il Padova sapeva che la Triestina a questo punto della stagione manovra bene e con intensità e si è ben guardato dal mollare le briglie ai suoi puledri di razza. Due colpetti quando l'Unione ha concesso ai veneti l'opportunità e altra vittoria. Questa è la loro forza anche se la Triestina avrebbe meritato almeno un pareggio. Forse quando avrà qualche interprete di qualità in più il gioco sviluppato dagli alabardati saprà essere tradotto in quel gol che manca troppo spesso. Perché alla Triestina di Bucchi non è mancato certo il coraggio e l'intraprendenza. Non solo la squadra ha creato molte palle-gol ma ha impedito al Padova di costruirne. Anzi il coraggio è diventato quasi temerario quando nel secondo tempo a 25' dal termine l'allenatore ha disposto quattro attaccanti lasciando Iotti e Crimi in balìa della mediana avversaria. Insomma non è mancato l'approccio nè l'interpretazione aggressiva al match. Eppure queste caratteristiche che rappresentano lo spirito della Triestina voluta da Bucchi non sono bastate a portare a casa almeno un pari ampiamente meritato. Il gol subito per una leggerezza in disimpegno di Volta (con la parziale corresponsabilità di Ligi) ha agevolato non poco il compito dei biancoscudati. Non è la prima volta che succede in questo campionato. Gli errori episodici della difesa, che comunque ha una buona tenuta generale, possono essere riequilibrati nelle gare contro le squadre più modeste ma diventano pesantissimi contro le big. Non è un caso infatti se la Triestina finora non ha mai vinto uno scontro diretto (Renate, Feralpi, Padova e se vogliamo anche Juve) anzi ne ha pareggiato solo uno con i gardesani. Anche per questo motivo occupa il quinto posto in classifica e, come è successo domenica, nonostante le prestazioni degli alabardati non siano mai mancate ed anzi la squadra è apparsa, come volume di gioco, anche superiore agli avversari. A mancare sono alcuni dettagli che fanno la differenza. Detto dei pasticci difensivi non si può non rimarcare la scarsa incisività degli attaccanti. Gomez si dà da fare ed è in ripresa, Litteri gioca pochissimo (per i suoi limiti fisici), De Luca è appena rientrato, Trotta è ancora da decifrare, Procaccio non è un goleador e Sarno non affonda mai o sbaglia le conclusioni. Con un centrocampo senza finalizzatori o incursori le potenzialità sono limitate. I recuperi di Galazzi e Petrella potranno aiutare almeno nelle partite contro le piccole. Il bello è che il calendario pone la Triestina davanti a un altro test contro una big. Anzi contro la regina delle big. Domani si affronta il Südtirol nella sua tana. Anche in questo caso, pur essendo prevedibile un atteggiamenti più spregiudicato degli uomini di Javorcic, l'Unione dovrà fare leva sull'intensità perché sul piano fisico gli altoatesini, specie in mediana sono massicci tanto quanto il Padova. Anche per questo Bucchi utilizzerà probabilmente un po' di turnover per aver maggior brillantezza e per salvare le gambe in vista del match di sabato a Lecco. Può essere l'occasione per vedere in campo Capela o Negro oltre a Giorico che rientra dalla squalifica e magari davanti Trotta e Litteri. Sarà un recupero-battaglia che va interpretato comunque nell'ottica del tour de force imposto dall'epidemia e dalle scelte della Lega. A Bolzano la tradizione delle ultime stagioni è favorevole all'Unione. Ma con la tradizione non si vincono le partite. Si vincono con la personalità che alla Triestina non manca ma anche con l'astuzia. Chissà che la lezione del derby non possa servire.

Posted (edited)

Su Sanders me lassa perplesso le sue due partide contro Treviso...Dove el ga messo le stesse bombe a segno in due partide rispetto a quelle insaccade da noi in nove partide (tirando 7 volte...a Trieste 8 in tutto el suo campionato)..secondo mi qua el zogava con el freno a man tirado..non conosso le ragioni

Edited by alvin66

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