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GIOVEDÌ 29 FEBBRAIO 2024

- La fase a orologio come semplice coda alla prima parte della stagione regolare della serie A2? Non proprio. Nella Pallacanestro Trieste la seconda fase sta riscrivendo le gerarchie e mette sotto i riflettori protagonisti diversi.

Come scrive Roberto Degrassi su "Il Piccolo", il boom di Giovanni Vildera (7,6 punti di media nelle prime 22 partite, ora 14,7) è iniziato in realtà già un mese prima dell'inizio dell'orologio e ha cercato di mettere una toppa all'assenza di Reyes. Peccato che allo sforzo del "Barba" di Montebelluna non abbia fatto riscontro una risposta collettiva e il bilancio dei risultati in questo periodo rimane negativo.

L'altro giocatore che ha cambiato completamente passo è Ariel Filloy. Venticinque minuti di media nella prima fase con 8,9 punti di media, adesso invece una produzione offensiva praticamente raddoppiata (17,7) migliorando la percentuale da tre punti (dal 30% al 38%) con cinque minuti in più da spendere sul parquet. Da alternativa a Brooks da guardia della prima fase Filloy adesso è starter fisso da ala piccola e dà la sensazione che finalmente gli è stato trovato uno spazio adeguato in squadra con la consapevolezza che i leader naturali per carisma, esperienza e impatto tecnico sulle partite non possono che essere Ariel e Michele Ruzzier. Ottenute le chiavi della formazione da coach Christian e con una buona condizione atletica Filloy sta cercando di dare equilibrio al quintetto biancorosso.

Tra prima fase e orologio sono rimaste sostanzialmente le stesse le statistiche di Eli Brooks e Francesco Candussi anche se l'ex Michigan sta tirando decisamente peggio da tre punti. Migliorato l'apporto di Ruzzier, passato da 8,6 punti di media a 10,7 e da 4,8 assist a 6,3. In flessione invece i numeri di Deangeli, utilizzato nove minuti in meno rispetto alla prima parte del torneo. L'apporto del capitano, tuttavia, raramente viene fotografato in modo attendibile dalle statistiche visto che il lavoro difensivo non viene premiato a sufficienza dai numeri.

Trieste attende di inserire Justin Reyes che ha ripreso ad allenarsi a parte e nei prossimi giorni si sottoporrà a un nuovo check per verificare che il recupero rispetti i tempi previsti.

Il giorno del ritorno per l'ala portoricana dovrebbe essere il 22 marzo a Torino, ospite della Reale Mutua di coach Ciani e Matteo Schina. Subito dopo le finali di Coppa Italia che Trieste seguirà da spettatrice.

Sarà un periodo caldo anche perchè poi resteranno solamente un paio di settimane alla società per poter intervenire sul mercato per un innesto italiano che migliori il roster in vista dei play-off. Sondaggi sono in corso.

- Chi l'avrebbe mai detto, appena un mese fa, che la Triestina di quest'anno, quella che lottava con il Padova per il secondo posto e sognava ancora un riaggancio al Mantova capolista, avrebbe ottenuto il record negativo di cinque sconfitte consecutive?

Eppure, come scrive Antonello Rodio, il calcio riserva anche queste brutte sorprese e trasforma in poche settimane quella che era una squadra compatta e temuta da tutti, in un gruppo fragile e in balìa delle onde. E questa Triestina, quasi come una fiaba di Andersen all'incontrario, si è trasformata da cigno in brutto anatroccolo. I dati sono sotto gli occhi di tutti: tra il primo ko di Tesser con la Pergolettese e il poker di sconfitte inanellato con Bordin in panchina nella successione Mantova, Renate, Lumezzane e Vicenza, l'Unione ha messo insieme una striscia negativa (purtroppo ancora aperta, ma la speranza è che finisca sabato) che neppure squadre ben più scarse e addirittura retrocesse della storia alabardata, avevano toccato dal dopoguerra in poi.

A dire il vero poco più di dieci anni fa c'è stata una sequenza simile, anche se leggermente diversa nella modalità, e totalmente differente come contesto. Ne fu protagonista la derelitta Triestina del 2011/12 di Aletti, quella che poi portò alla gestione del curatore fallimentare Turazza, con il buon Galderisi che cercava ammirevolmente di tenere assieme un gruppo sballottato qua e là tra pernottamenti di fortuna e cibarie offerte da tifosi, con escursioni al cinema tutti assieme invece che il tradizionale ritiro. Ebbene quella Unione perse tutte le ultime quattro partite della regular season con Piacenza, Trapani, Spezia e Prato, mentre il quinto capitombolo di fila arrivò nel play-out di andata a Latina, dove la Triestina fu sconfitta 2-0 (inutile il 2-2 del ritorno al Rocco). Ma allora non c'era la società e i giocatori vivevano alla giornata, adesso invece la società avrà fatto anche scelte strane, ma è solida e assicura ai giocatori tutti i comfort.

Comunque per trovare una cinquina di ko di fila in campionato bisogna andare appunto alla notte dei tempi, addirittura al campionato 1946/47, quasi ottant'anni fa, in serie A, dove però almeno le avversarie si chiamavano Juve, Milan, Inter e il grande Torino. Quella Unione che finì ultimissima in classifica mise prima in fila 5 sconfitte, ma poi addirittura più avanti nella stagione ne perse 11 consecutive. Altre squadre alabardate non sono riuscite a fare altrettanto anche in annate disgraziate. Nelle due consecutive retrocessioni dalla B alla C tra il 2009 e il 2011, toccò un po' a tutti, a Iaconi, a Somma, poi ad Arrigoni, perderne quattro di fila, ma mai cinque. Stesso destino nell'anno di Pontrelli, e anche nell'ultima travagliatissima stagione conclusasi con la salvezza in extremis grazie al gol di Tavernelli, i ko consecutivi dell'Unione si erano fermati a quattro, anche se ripetuti per due volte. Come si diceva, l'attuale striscia è ancora aperta e va chiusa al più presto.

Sabato a Fontanafredda contro il Legnago (inizio ore 18.30) la Triestina ha l'occasione di ripartire, anche se l'avver saria sta attraversando un momento magico ed è a soli 5 punti dagli alabardati. Ma l'Unione deve darsi una svegliata perché allungare ulteriormente questo record di sconfitte vorrebbe dire entrare nella storia dal lato sbagliato. 

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