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LUNEDÌ 6 GENNAIO 2025

- Clima pesante nella sala stampa del PalaMangano. Come scrive Lorenzo Gatto su "Il Piccolo", la sconfitta arrivata nei secondi finali del supplementare non va giù a una Givova che punta decisamente il dito contro la direzione arbitrale. Per Scafati parla il presidente Longobardi, durissimo contro la terna che ha diretto la partita. «In questo sport gli arbitri sono troppo spesso determinanti e troppo offensivamente a senso unico – le sue parole –. Contro di noi quasi sempre».

Un j'accuse che, ci immaginiamo, non si è limitato solo alla sala stampa. Per questo, né il general manager Arcieri né il coach Christian hanno voluto esprimere le loro impressioni sulla gara. Rimangono le sensazioni di un match infinito, che ha regalato emozioni nell'arco di tutti i quarantacinque minuti spesi sul parquet dalle due squadre. Battere Scafati al PalaMangano è di per sé un'impresa, farlo dopo un supplementare e nelle condizioni in cui Trieste è stata costretta a giocare, rende la vittoria una pietra miliare di questo campionato. Due punti che non valgono solo per una classifica in cui la squadra riprende il settimo posto: con il successo strappato alla Givova, Trieste prenota il suo viaggio per Torino dove andrà a giocarsi le sue chance di vincere la Coppa Italia. Restano per celebrare i due punti le parole rilasciate da un felicissimo Colbey Ross a Dazn immediatamente dopo la sirena che ha sancito il successo biancorosso. «Non era facile vincere qui – sottolinea il play del Colorado –. Siamo stati bravi a farlo in un match nel quale ognuno di noi ha messo un mattoncino importante. Siamo felici per noi e per i nostri tifosi che anche oggi ci hanno seguito fin qui. Non vediamo l'ora di tornare a casa».

«Ha vinto la squadra più forte anche perché la Triestina sul piano tecnico non c'entra nulla con l'attuale classifica». Al termine di un match chiuso dalla sua squadra con tre gol sul groppone mister Antonio Andreucci non ha avuto dubbi sulla sua analisi. È un gentiluomo ma la sua riflessione non è stata condizionata dalla galanteria dell'ex. Come scrive Ciro Esposito oggi, l'Unione è stata costruita a suon di milioni con giocatori esperti, la Clodiense cerca di salvarsi con un budget di dieci volte inferiore a quello alabardato con un manipolo di giovanotti poco più che ventenni ed alcuni marpioni della categoria. Eppure all'andata, quattro mesi fa, i chioggiotti avevano battuto l'Unione giocando in dieci. In panchina c'era Santoni, non Tesser e non c'erano nell'esilio di Legnago nemmeno Frare, Bianconi, Olivieri per non parlare degli ultimi arrivati.

Se per Andreucci quello del Rocco era uno scontro diretto sui generis, non va dimenticato che quella di sabato è la prima vittoria stagionale della Triestina contro un'avversaria di bassa classifica. Non c'è quindi da lasciarsi andare a facili entusiasmi ma va constatata l'indubbia crescita del gruppo. Tesser e Delli Carri stanno facendo un lavorone perché i dieci punti conquistati in cinque partite, dopo i 7 raccolti nelle precedenti 16, non si ottengono per caso. Nel dopo partita si è visto in sala stampa il presidente Rosenzweig con tutto l'establishment (eccetto Alex Menta) alabardato nel corridoio del Rocco. Il club è riuscito a svoltare in ritardo ma con efficacia ed è opportuno che sostenga il tandem di campo senza entrate irruente. Non solo dopo le vittorie ma anche nei momenti difficili.
Tesser sta costruendo un gruppo sul piano tattico ma anche caratteriale. Sulle giocate e l'atteggiamento dei singoli, al di là dei loro talenti o meno, pesano le sconfitte a grappoli. Lo si è visto a tratti a Novara, ad Arzignano e in parte nel primo tempo con la Clodiense. Quando la squadra si è liberata del fardello ha giocato e creato non da compagine invischiata nella zona calda. Succede quasi sempre così a un collettivo che sta appena nascendo e di questo Tesser è ben consapevole. L'innesto di giocatori bravi, di personalità e con la mente libera (Fiordilino per esempio), può accelerare il processo di uscita dalle sabbie mobili. Il compito di Delli Carri è quello di individuare e portare a Trieste ancora un paio di elementi freschi e pronti a essere gettati nella mischia.
Serviranno ancora parecchie settimane prima di vedere all'opera una squadra compiuta. Nel frattempo la Triestina dovrà raccogliere quanti più punti possibili anche aiutata dalla buona sorte (per esempio l'infortunio che sembra non banale di Germano non ci voleva).
La certezza è che, dopo mesi di incubo, il gruppo-squadra sta ritrovando serenità e spessore tecnico e agonistico, oltre a una ritrovata connessione con i tifosi che non guasta. La strada giusta è stata imboccata. Anche se non è in discesa.

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