Starlite Posted June 4, 2009 Report Posted June 4, 2009 (edited) Mi go letto l'articolo, ma no go miga capì cos che ga sbaglià sto ingegner. Secondo mi no ga capì nianche chi ga scritto l'articolo. El fatto in sé de aver usado prima due e dopo tre, o viceversa, decimali no pol portar alla vittoria de un o de l'altro. Me spiego: se la base d'asta xe 1000,000 e le offerte xe 800,01 e 799,99 e mi fazo i conti dei ribassi me trovo con due ribassi del 20,00% approssimando a 2 decimali e xe 19,999% e 20,001% approssimando a 3 decimali. Nel secondo caso vinzi direttamente la seconda che ga un ribasso maggiore, ma nel primo caso che risulta tuti e due 20,00% basta che guardo la cifra assoluta proposta e vedo che vinzi quela che chiedi 799,99. Boh... Insomma, no xe con una cifra decimale de approssimazion che te fa vinzer un o l'altro, a patto de confrontar numeri con lo stesso numero de decimali, ma solo imbrpoiando proprio sui numeri... boh... Dal Piccolo de oggi: LA PAVIMENTAZIONE DI PIAZZA UNITÀ Sbaglia l’appalto, dovrà pagare 260mila euro La Corte dei conti ha condannato l’ingegner Cortese a risarcire il Comune DOPO UN RICORSO AL TAR CHE L’AMMINISTRAZIONE AVEVA PERSO di CLAUDIO ERNÈ E’ costato caro all’ingegner Enrico Cortese, dirigente del Comune di Trieste, l’aver adottato due diversi sistemi di calcolo nell’ambito della gara d’appalto per l’assegnazione dei lavori di ripavimentazione di piazza dell’Unità, lavori eseguiti a partire dal giugno del 2000. I giudici della Corte dei conti lo hanno condannato a pagare in favore del Municipio 260 mila euro per il danno erariale che la sua scelta del 1999 ha provocato. Nello stesso processo erano coinvolti oltre all’ingegner Cortese altri due dipendenti del Municipio: Claudio Donati e Tiziana Rosso Cicognani. Sono stati entrambi assolti ma nella sentenza il presidente della Corte dei conti Enrico Marotta ha parole molto dure nei loro confronti. «Hanno fornito sicuramente un apporto causale alla realizzazione del danno erariale, ma per entrambi la colpa è stata lieve. Questo impedisce di procedere alla loro condanna al risarcimento». La vicenda processuale contabile che si è conclusa un paio di giorni fa, è direttamente collegata alla sentenza del Tribunale amministrativo regionale che già nel 2002 aveva riconosciuto l'illegittimità dell’aggiudicazione dell’appalto per la ripavimentazione della principale piazza cittadina. La gara era stata vinta dalla «Cesi srl», proprio in base ai calcoli al ribasso effettuati dall’ingegner Cortese sulle offerte presentate dalle 58 imprese concorrenti. La «Cotea srl» non aveva accettato la sconfitta e forte delle proprie buone ragioni aveva presentato ricorso contro l’esito della gara. I magistrati amministrativi hanno riconosciuto il suo buon diritto e hanno costretto il Comune a pagare un risarcimento di 382 mila euro «per i danni conseguenti alla violazione degli interessi legittimi della stessa Cotea srl». In sintesi l’aggiudicazione alla «Cesi srl» era stata illegittima. Subito dopo, all’interno del Municipio, era iniziata la caccia all’errore nell’appalto e a coloro che eventualmente lo avevano compiuto. L’ingegner Enrico Cortese era il «Presidente del seggio di gara», mentre Tiziana Rosso Cicognani e Claudio Donati avevano il ruolo di «testimoni». Le definizioni tra virgolette discendono dal lessico inusuale usato dal Comune di Trieste nel proprio regolamento per definire in un verso il presidente della commissione di gara, nell’altro i componenti della stessa commissione L’errore, secondo la sentenza, nasce dal fatto di aver adottato due criteri di calcolo diversi nell’ambito della stessa gara d’appalto. nella prima fase della procedura l’ingegner Cortese aveva calcolato le percentuali di ribasso dei prezzi offerti, tenendo conto di tre decimali; mentre nella seconda fase in cui veniva individuata l’offerta per aggiudicare la gara, lo stesso dirigente comunale aveva disposto che fossero esaminati solo due decimali. «Volevo evitare che si verificassero dei pareggi tra le ditte concorrenti» ha affermato nella sua difesa il dirigente comunale. «Non ritengo che nel mio comportamento vi siano elementi di colpa grave». Il suo difensore, l’avvocato Angelo Scarpa, ha anche sottolineato come l’ingegner Cortese si fosse consultato prima con il direttore del Servizio contratti e Grandi opere e poi con quello dell’Ufficio statistica che a suo dire gli avrebbe consigliato questi metodi di calcolo. Nella sentenza i giudici contabili hanno superato tutte le obiezioni difensive e scrivono a chiare lettere di «irrazionalità» nella scelta dei due differenti parametri nell’ambito dello stesso appalto. «Questo modo di procedere ha determinato una grave alterazione nella scelta dell’impresa aggiudicatrice». Ed ancora. «Il comportamento tenuto dalla Commissione si connota per una sostanziale inosservanza delle norme del buon senso e del buon andamento della pubblica amministrazione». Edited June 4, 2009 by Starlite Quote
Ghost Posted June 8, 2009 Report Posted June 8, 2009 I calcoli per le gare d'appalto sono diabolici. da quanto ho capito io: Vince chi effettua il ribasso percentuale maggiore. Quindi il 20%. Chi presenta la domanda deve però fornire i numeri, calcolando con la formula apposita fornita assieme al bando (che in pratica definisce arrotondamenti). L'ingegnere poi deve fare il conto alla rovescia determinando il ribasso ed indicando chi ha vinto. In tutti i casi deve essere assolutamente utilizzata la stessa formula e decimali in quanto altrimenti è possibile "barare". In questo caso aumentare di 1 cifra l'arrotondamento permette di far vincere una delle due ditte che in verità hanno fatto entrambe una offerta equivalente. Quindi se su bando sono indicate 2 cifre decimali, usare tre per far vincere una ditta è barare... l'ingegnere avrebbe potuto essere d'accordo con la ditta, avvisandoli di fare i conti con una cifra in più in modo da avere la vittoria assicurata in caso di pareggio. Se interessa magari chiedo conferma dato che mia madre fa spesso le carte per questi appalti. Quote
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