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all'epoca dei fatti le vittime avevano 13 e 14 anni

Violenza sessuale, insegnante arrestato

Il 37enne triestino avrebbe adescato due minorenni in una chat, poi le ha incontrate più volte abusando di loro

MILANO - Un insegnante di 37 anni di Trieste è stato arrestato con l'accusa di violenza sessuale contro due minorenni che avrebbe adescato su una chat. Poi le avrebbe incontrate più volte abusando di loro. Le indagini, partite mesi fa e condotte dalla Procura di Trieste, si sono concluse giovedì. L'insegnante è ora nel carcere di via Coroneo: le prove a suo carico sono secondo gli inquirenti «schiaccianti». Le ragazze, che hanno ammesso le violenze, all'epoca dei fatti avevano 13 e 14 anni. L'inchiesta, coordinata dal sostituto procuratore Cristina Bacer, è partita in primavera dopo un monitoraggio delle chat erotiche da parte della polizia postale.

http://www.corriere.it/cronache/09_agosto_...44f02aabc.shtml

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Dal Piccolo de ieri:

Violenza sessuale su due alunne: docente in cella

Mauro Piccinini, 37 anni, è accusato di avere avvicinato via chat le ragazzine di 13 e 14

Agli agenti si è rivolta la madre di una delle minori: nei messaggi in arrivo sul computer della figlia apparivano frasi con riferimenti sessuali

di CORRADO BARBACINI

È finito in carcere Mauro Piccinini, 37 anni, fino allo scorso anno supplente incaricato in alcune scuole medie di Trieste. L’insegnante è accusato dal pm Cristina Bacer di violenza sessuale nei confronti di due ragazze, una di 13 e l’altra di 14 anni, sue ex studentesse durante il passato anno scolastico. Piccinini le aveva conosciute in classe e poi - secondo l’accusa - aveva continuato a frequentarle dapprima chattando con il computer, poi incontrando di persona le due ragazzine. Accuse devastanti e pesanti come macigni.

A carico di Mauro Piccinini è stato emesso un ordine di custodia cautelare in carcere firmato dal gip Raffaele Morvay. Oggi, attorno a mezzogiorno, lo interrogherà alla presenza del difensore Massimiliano Marchetti. «Verificheremo tutte le accuse che ritengo allo stato molto gravi nei confronti del professor Piccinini, e che comunque devono essere dimostrate», ha dichiarato il legale il quale solo questa mattina, poche ore prima dell’interrogatorio, andrà a parlare in carcere di persona con il suo assistito. L’ipotesi della difesa è che si sia trattato di amicizie tra un professore e due allieve. Rapporti personali equivocabili, ma null’altro.

I fatti. La vicenda che ha portato in carcere il docente inizia nella scorsa primavera, quando casualmente la madre di una ragazza (della quale omettiamo ogni riferimento che possa portare alla sua identificazione) legge sul monitor del computer della figlia alcune frasi fin troppo esplicite. La ragazzina sta chattando al computer. Dalle parole emergono riferimenti sessuali la cui lettura non può lasciare dubbi.

La donna si rivolge alla polizia postale che avvia immediatamente un’indagine. In breve vengono scaricati su una memoria tutti i files con i colloqui ritenuti hard, soprattutto quando intessuti con una minorenne.

Dalle indagini emerge che - nascosto dietro al nickname di fantasia - il compagno di chat che sta colloquiando con la ragazza non è un suo coetaneo, bensì un uomo di 37 anni. Ed è a questo punto che la minorenne confessa alla madre di avere conosciuto a scuola quell’uomo, il quale è stato per un certo periodo supplente delle materie di lettere, storia e geografia.

Fin qui gli accertamenti. In seguito sono emersi altri particolari ritenuti ancora più gravi. Attraverso le chat con la ragazza non c’erano stati incontri solamente virtuali, ma si erano configurate anche situazioni ben più definite. A quel punto, agli investigatori della polizia postale la ragazza - con l’aiuto di uno psicologo - ha riferito anche di avere avuto incontri personali con l’insegnante di lettere.

Ma c’è di più. Gli investigatori della polizia postale non si sono accontentati di indagare soltanto sulla prima studentessa. Su indicazione del pm Bacer hanno voluto capire se potessero essere avvenuti altri episodi simili, riconducibili sempre al professore. In breve sono scattati intercettazioni telefoniche e altri accertamenti sul computer del docente. È emerso che aveva avuto contatti, in un’occasione anche di persona, con un’altra ragazza. Anche di questa omettiamo le generalità e i riferimenti per evitare che venga individuata. Di lei si sa solo che i colloqui virtuali e l’incontro sarebbero avvenuti quando il professore di lettere insegnava alla scuola media.

Ieri è scattato l’arresto. Mauro Piccinini è stato fermato in via Mameli. Lo hanno avvicinato due agenti della polizia postale e lo hanno invitato a seguirlo. Prima negli uffici degli investigatori, poi in carcere.

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Perché se continua a pubblicar i commenti dei conoscenti?

Xe una roba schifosamente inutile e ridicola: xe sempre tuti cusì bravi muli, che i lo fossi o no... :disgust:

Dal Piccolo de oggi:

IL COMMENTO DEI CONOSCENTI

«Sembrava una persona tranquilla e perbene»

Incredulità e stupore tra i vicini di casa in piazzetta S. Silvestro

«Davvero il professore accusato di aver abusato di due studentesse è il nostro vicino di casa? Incredibile, è una persona così gentile e tranquilla. Non riesco proprio a credere che si tratti di lui».

Claudia Ferluga vive nella stessa palazzina al numero 1 di piazzetta San Silvestro dove, fino al momento dell’arresto, abitava Mauro Piccinini. E la notizia delle presunte violenze delle quali il trentasettenne si sarebbe reso responsabile, la lascia a dir poco senza parole. «Avevo sentito qualcosa della vicenda, ma non avrei mai pensato che la persona finita in carcere fosse il mio vicino. In questa casa siamo solo in tre: io, la mia collega Stefania, rimasta allibita quanto me dalla rivelazione, e appunto Mauro. Tra noi non ci sono mai stati problemi. Ci siamo sempre trovati d’accordo su tutto ciò che riguardava il condominio. È una persona tranquilla e perbene. Molto riservata, questo sì. Di lui - continua Claudia Ferluga - sapevo solo che insegnava, nulla di più. Mi sembra ancora tutto incredibile. Dandomi questa notizia - conclude - mi ha davvero spaventata».

A descrivere Piccinini come un uomo affabile e a modo è anche un altro ”vicino di casa”, il pastore valdese Michel Charbonnier. L’appartamento in cui dallo scorso inverno viveva in affitto l’insegnante finito in carcere, infatti, è di proprietà della Comunità valdese e si trova proprio a fianco della piccola basilica del XII secolo frequentata dai fedeli di quella Chiesa, «Non è però un membro della nostra Comunità - precisa il pastore -. Con lui quindi non ho mai avuto grandi contatti. Mi è capitato solo di incontrarlo parecchie volte per le scale (la palazzina in cui abita il trentasettenne ospita anche la sala riunioni e la segreteria delle Chiese valdese ed evangelica ndr) e scambiare con lui qualche parola. Mi è sempre sembrata una persona molto affabile, tranquilla e assolutamente a posto. Una persona - conclude - che non ha mai creato il benché minimo problema all’interno del condominio». (m.r.)

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Ancora dal piccolo de oggi:

L’ACCUSA: VIOLENZA SESSUALE SU DUE ALUNNE DI 13 E 14 ANNI

L’ALTRO CASO

Le intercettazioni delle telefonate intercorse con la seconda giovane risalgono ad agosto

Una famiglia affrontò Mauro Piccinini che negò tutto. Convalidato l’arresto, l’uomo in silenzio davanti al gip

I genitori dissero al docente: lascia stare nostra figlia

di CLAUDIO ERNÈ

Mauro Piccinini, 37 anni, il professore accusato di violenza sessuale su due alunne di 13 e 14 anni, ieri si è trovato di fronte per la prima volta ai magistrati inquirenti. Alle 13.15 il presidente del Gip Raffaele Morvay e la pm Cristina Bacer sono entrati nella stanza degli interrogatori del Coroneo. Lui li ha accolti in piedi e ha detto, porgendo loro la mano destra: «Sono Mauro Piccinini, mi avvalgo della facoltà di non parlare». Questa scelta ha di fatto confermato la sua detenzione. Il professore resta in carcere.

A giugno, nemmeno tre mesi fa, nella sua abitazione di piazzetta San Silvestro 1, i genitori della più giovane delle ragazze coinvolte in questa vicenda avevano bussato alla sua porta. L’atteggiamento del professore non era stato dissimile a quello tenuto ieri di fronte ai magistrati: li aveva fatti entrare in casa pur presagendo che di lì a poco si sarebbe scatenata una tempesta.

Lui, il professore, era rimasto tranquillo e apparentemente disponibile al dialogo e al confronto anche quando i due genitori - scossi, turbati ma anche ben decisi - gli avevano chiesto a muso duro ragione di quel rapporto asimmetrico con la loro figlia. Poi gli avevano intimato di lasciare stare, di troncare le telefonate, i messaggini, i rapporti attraverso il computer e gli incontri in quello stesso appartamento da scapolo. Il professore aveva acconsentito dopo aver negato con forza - quasi scandalizzato - ogni coinvolgimento che potesse travalicare un’amicizia nata tra i banchi di scuola. I rapporti, tutti i rapporti, con la ragazzina si erano immediatamente interrotti.

Ciò che Mauro Piccinini non sapeva in quel momento è che gli stessi genitori stavano per rivolgersi, se non si erano già rivolti, a una struttura sorta per proteggere i minori a rischio da ogni genere di rapporti asimmetrici, dove un uomo o una donna hanno tutto chiaro mentre il partner o la partner non possiedono l’esperienza necessaria per affrontare la situazione.

La struttura di ”protezione” aveva informato il pm Cristina Bacer, che avvalendosi del nucleo di polizia giudiziaria della Procura ha aperto un fascicolo e ha iniziato a intercettare le linee telefoniche del docente e a esaminare i tabulati del suo telefono cellulare. In effetti, dopo il confronto-scontro con i genitori dell’allieva, i rapporti tra i due si erano interrotti. Sembrava finita lì. Invece ad agosto gli investigatori avevano intercettato altre chiamate ”anomale” per l’età e per i ruoli degli interlocutori: lui 37 anni, professore di scuola media, lei 14 appena compiuti e sua ex alunna.

La Procura aveva informato i genitori della ragazza e il ménage era stato troncato alle prime battute. Certo è che anche questa seconda storia appena abbozzata ha dimostrato che Mauro Piccinini aveva un grande ascendente sulle sue alunne teenager.

In effetti negli anni in cui ha insegnato a Trieste e nel Canton Ticino il professore al centro di questo caso giudiziario si è sempre messo al livello dei suoi alunni e li ha trattati alla pari. Un metodo efficace che dovrebbe dare buoni risultati. È uscito assieme a loro nei momenti di libertà, ha organizzato gite alle quali partecipavano anche i genitori, ha costituito una sorta di gruppo di cui era il leader, forse aiutato anche dal suo aspetto fisico. Chi lo conosce non gli attribuisce più di 25 anni, anche se ne ha 37.

Nell’altro verso, il suo ”metodo” didattico si è rivelato anche una potente rete di circuizione. Lentamente in questa rete sono finite le due ragazzine. La più giovane ha creduto di essersi invaghita di lui e per più volte è salita fino al quarto piano, nell’appartamentino sotto le stelle affittato dal suo professore.

I genitori hanno percepito il suo turbamento e sono intervenuti, informando il Goa e indirettamente la Procura della Repubblica. Due giorni fa l’arresto e ieri il primo contatto con i magistrati inquirenti all’interno del carcere del Coroneo. Erano le 13.15 quando Mauro Piccinini, il professore accusato di violenza sessuale su due alunne, ha accolto in piedi nella sala degli interrogatori il presidente il pm Cristina Bacer e il presidente del Gip Raffaele Morvay e ha detto loro: «Mi avvalgo della facoltà di non rispondere».

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quel che me sciocca xè che i genitori (stando a quanto xè scrito nel'articolo) se ga rivolto alla struttura x questi casi (e questo xè ottimo), ma no ga denunciado el maestro/prof :disgust:

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me vien i brividi ogni volta che leggio ste robe... nella mia vita go sempre avù a che far con giovani e adolescenti, soprattutto femmine ma no me son mai sognà neanche de pensar a qualcosa con lore... resto sconcertà... la mente umana xe veramente misteriosa :wacko: :wacko: :wacko:

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Beh.... sto mato lo conossevo molto ben. El me ga fatto una supplenza 2 anni fa x 2 mesi. Un tipo completamente fora de lui e sicuro gavessi scommesso che el combinava qualcossa sottobanco, mah! Zà el secondo mio ex insegnante becado, tutti a mi me capita!

Resta sconvolgente però come i genitori non denunci el fatto e come sta gente non se rendi conto che i li sgama come niente.

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