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Più che bene Treviso, che anzi ha giocato peggio che contro di noi, ho visto una Reggio in enorme difficoltà.
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scarsa non è nessuna quest’anno, nel senso di candidata certa alla retrocessione come e’ stata Pistoia l’anno scorso Sassari che mi era sembrata orribile contro Udine ieri ha vinto segnando 100 punti, Treviso senza Weber ha vinto a Reggio, Cremona sulla carta una delle più scarse sta 4-2 come Milano e Venezia e sembra aver imbroccato ogni mossa di mercato italiano e straniero, in particolare Veronesi e quel Casarin che piace anche a Arcieri, non fosse arrivato Moretti forse arrivava lui e in un roster di non grandi difensori sarebbe stata un’ottima presa Varese passerà al 6+6 e sta prendendo buoni giocatori, Udine abbiamo visto qua che è una buonissima squadra, ieri ha giocato alla pari con Venezia perdendo solo nel finale, a Napoli e Cantu’ certo non mancano i buoni/ottimi giocatori anche se Cantu’ sembra alle prese con una chimica da trovare insomma, molto equilibrio, partite nelle quali la bilancia pende dalla parte di chi trova gli interpreti, per lo piu’ stranieri, in serata secondo me il livello del cosiddetto fondo classifica si è alzato, Pistoia e Scafati non ci sono, mentre si e’ abbassato quello di Trento e Reggio, dunque degli ultimi posti PO anche se al momento il livello di Tortona e Trieste non è ben chiaro
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Io mi ricordo da bambino, che per conoscere i risultati delle partite di basket dovevo aspettare Il Piccolo del giorno dopo se non potevo stare sveglio a sentire Aldo Giordani a ore invereconde a leggere i risultati in un fazzoletto di pochi minuti in mezzo a ore di calcio alla fine della Domenica Sportiva. Poi l'invenzione del televideo e i risultati in tempo quasi reale. Ora le possiamo vedere live con ogni mezzo e discutiamo pure su quale app per quale marca di televisore. Era meglio una volta? Sapevamo di meno ed eravamo più entusiasti? Si può restare a vivere nelle caverne, sono sempre lì a vostra disposizione. Qualcuno dice che il mondo è sempre peggio, qualcuno (es. Velasco) che invece è un mondo sempre più sicuro (meno malattie, più longevità, mediamente meno guerre e violenze, più accessibilità nello spazio e nelle informazioni); dico io anche se con un'eredità di danni passati (inquinamento, scelte geopolitiche, etc) le cui conseguenze ricadono su gli attuali abitanti. L'AI è l'emblema, l'ultima rivoluzione dopo internet è una di quelle che intellettualmente accettiamo di meno perché mette in gioco la supremazia intellettuale umanocentrica. E in un mondo in cui gli anni di durata tra le generazioni sono sempre più brevi, e quindi con la convivenza (confronto) di molte più generazioni che in passato. Ovviamente hai tutto il diritto di rifiutarla perché sei di una generazione lontana, o poi "usarla" per quanto di utile ti possa dare (e io ne ho quasi 60). I segoni nel basket si possono fare in vari modi, e anche con le statistiche evolute e la velocità di elaborazione ci sarà spazio per voli pindarici sui perché, sui se, sui ma... Sono le cosiddette informazioni in più, aprirsi anche a punti di vista diversi. In fondo quella caverna è forse la stessa del mito classico: facciamoci i segoni guardando solo le ombre riflesse dalla luce esterna, o rompiamo le catene e usciamo a farci abbagliare? So, ho esagerato, ma prima di criticare e vagheggiare un passato che non esiste più, per me è meglio studiarsi le cose e avere il coraggio di provarle senza preconcetti. Anche perché l'AI ha in sé dei rischi enormi e se non ne prendiamo una coscienza etica ne saremo annientati (vadi il lemma "singolarità").
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Fermo anche Silvestri, questa la salta di sicuro, trattandosi di polpaccio immagino saranno almeno 2/3. Purtroppo i timori estivi di avere una rosa troppo corta sono ora realtà.
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SABATO 8 NOVEMBRE 2025 - Un avvio di stagione in sordina, che gli è servito per conoscere e scoprire, giorno dopo giorno, la nuova realtà in cui si era calato, poi l'esplosione sul parquet. Un impatto forte e decisivo che gli regala la vetrina di un campionato che sta cominciando a scoprirlo. Come scrive Lorenzo Gatto oggi su "Il Piccolo", Jahmi'us Ramsey vuole lasciare un'impronta su questa serie A, grinta e carattere al servizio di una squadra che sul talento del giocatore texano punta per disputare una grande stagione. Cinque giornate gli sono bastate per conquistare, con oltre 20 punti di media a partita, il titolo di capocannoniere. Nel corso dell'estate, il gm Mike Arcieri aveva parlato di un giocatore potenzialmente in grado di conquistare il titolo di mvp del campionato. Il percorso è appena iniziato ma la strada intrapresa sembra essere quella giusta. È arrivato a Trieste dopo essere stato scelto al Draft Nba e aver giocato con i Sacramento Kings e i Toronto Raptors. Ramsey, cosa l'ha spinta ad accettare l'offerta della Pallacanestro Trieste e quali sono state le sue prime impressioni sul basket italiano? «Direi che la mia decisione è arrivata soprattutto dopo averci riflettuto e pregato molto. Anche Mike ha avuto un ruolo importante nella mia scelta, parlando con me e spiegandomi tante cose. La mia prima impressione è ottima: Trieste è una città bellissima, il pane, i formaggi e la pasta sono i migliori che abbia mai mangiato, e i tifosi sono fantastici. Quando cammino per strada tutti sono gentili, e in palestra l'atmosfera è pazzesca. È davvero bello». Conosceva già qualcosa della Lega italiana prima di arrivare? «A dire la verità, non molto. Sapevo solo quello che mi avevano raccontato i miei agenti. Sapevo che è un campionato di buon livello e che avremmo giocato anche in BCL. È la prima volta che mi capita di partecipare a due competizioni diverse nello stesso tempo, ma mi piace: il livello è alto e la competizione stimolante». Come si trova con il sistema di gioco e il playbook di coach Gonzalez? Quali differenze ha notato rispetto al basket americano? «È molto diverso, per me è come il giorno e la notte. Ma tutto sta nell'adattarsi, e sto imparando ogni giorno di più». Ha segnato 34 punti contro Treviso e 26 contro Igokea. Rispetto all'inizio sembra più sicuro e coinvolto nel gioco della squadra. Cosa è cambiato? «Non credo sia cambiato molto, forse semplicemente sto entrando nel mio ritmo. Mi sento più a mio agio e voglio continuare su questa strada». Trieste sembra aver trovato il suo equilibrio, con diverse vittorie importanti. Secondo lei quali fattori hanno contribuito alla crescita della squadra? «Penso che il gruppo si stia unendo davvero. La chimica di squadra e la comunicazione sono migliorate molto, e questo fa la differenza. Direi che sono questi gli aspetti principali». È conosciuto per la sua capacità di segnare e per il tiro da tre. Non a caso, dopo cinque giornate, è il capocannoniere della serie A ed è tra i migliori tiratori del campionato. Parlando di obiettivi personali, cosa si è prefissato per questa stagione? «Preferisco non entrare nei dettagli. Voglio solo giocare per dare gloria al mio Signore e Salvatore, Gesù Cristo. Scendo in campo per onorarlo, e so che Lui mi eleverà al momento giusto. Tutto ciò che faccio, lo faccio per Lui». Parliamo degli obiettivi della squadra. Dove pensa possa arrivare la Pallacanestro Trieste a fine stagione? «Credo che possiamo vincere dei titoli. Tutti. È la mia opinione personale, ovviamente poi dobbiamo dimostrarlo sul campo, ma questo è il nostro obiettivo». Com'è la sua vita a Trieste fuori dal campo? Ha avuto modo di conoscere un po' la città, i suoi luoghi e la sua gente? «Un po', sì. Non esco spesso, ma quando lo faccio mi piace passeggiare sul lungomare, è stupendo, mi fa davvero riflettere sulla bellezza della creazione di Dio. C'è anche un locale dove fanno dei burger fantastici… di fronte all'Eataly, se non sbaglio». Ha parlato del formaggio, della pasta… insomma, si sta trovando bene anche con il cibo italiano? «Tutto ottimo. Anche in America si mangia bene, ma qui… davvero "fire", come diciamo noi. Markel mi ha fatto scoprire dei posti incredibili». I tifosi di Trieste sono noti per la loro passione. Che impressione le hanno fatto e quanto conta per voi il loro supporto? «I tifosi sono davvero fondamentali. Ci danno energia prima e durante le partite; quando fai una bella giocata, impazziscono! Sono sempre presenti e ci sostengono anche dopo le gare. Direi che sono unici, nel senso migliore del termine». - Per un Silvestro in più, un Silvestri in meno. Come scrive Antonello Rodio oggi, sembra quasi un gioco di parole e invece sono i continui guai con i quali deve vedersela la Triestina, che come noto soprattutto in certi ruoli cruciali (attaccante e difensore centrale) continua a ritrovarsi con una coperta corta di fronte alla quale Tesser deve inventarsi soluzioni di emergenza. Il che non porta certamente serenità alla vigilia della delicata trasferta di domani contro la Pro Vercelli di Santoni (inizio alle 14.30), una gara nella quale l'Unione deve assolutamente tornare a fare punti per tenere accesa la fiammella della speranza di una risalita. La buona notizia è che Alessandro Silvestro, dopo la bella mezz'ora giocata contro il Brescia al rientro dopo l'infortunio, ormai è a pieno regime e torna probabilmente a essere disponibile fin dal primo minuto. Una risorsa preziosa per la fascia destra, visto che nelle ultime due partite in quel ruolo hanno dovuto adattarsi prima Moises e dopo il mancino Anzolin. La brutta notizia però è che si è fermato Tommaso Silvestri, l'indiscusso leader della difesa alabardata che con la sua esperienza guida i movimenti dell'intero reparto arretrato. Il giocatore ha accusato un risentimento muscolare ancora da valutare: sembra nulla di grave, ma di sicuro non ci sarà domani e bisognerà vedere dopo ulteriori accertamenti se dovrà saltare qualche altra partita. Un'altra tegola quindi per la formazione alabardata, che continua a dover fare a meno anche di Vertainen, oltre che di Louati e Tonetto. Come sopperire a questa pesante assenza? In realtà due partite fa, alla prima gara del suo ritorno in panchina, Tesser aveva già dovuto fare a meno di Silvestri che era squalificato, anzi in quell'occasione non c'era nemmeno Silvestro ancora infortunato. La partita con le Dolomiti può essere quindi un'indicazione su una delle possibili soluzioni: in quell'occasione era stato Anzolin ad affiancare Moretti al centro della difesa alabardata, con Moises a destra e D'Amore a sinistra. Ma ora Silvestro è disponibile e quindi dovrebbe partire proprio lui a destra. C'è sempre poi l'opzione di schierare il giovane Kosjier accanto a Moretti, cosa che permetterebbe ad Anzolin di restare libero per il più naturale ruolo di terzino, ma è una soluzione che al momento non sembra la principale sul piatto. Per il resto non ci dovrebbero essere grandi novità. A centrocampo il terzetto dovrebbe essere sempre formato da Crnigoj, Jonsson e Ionita, mentre in attacco restano due opzioni: quella vista nelle ultime due gare con Gunduz e D'Urso alle spalle di Faggioli (o Kljajic), ma c'è sempre in ballo anche il possibile ritorno alle due punte con un solo trequartista a supportare la coppia Faggioli-Kljajic. Di certo l'Unione non può permettersi il terzo ko consecutivo e in qualche maniera dovrà trovare le risorse per tornare a far gol e a far punti.
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