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  • 2 settimane dopo...
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Miglior contributo in questa discussione

Miglior contributo in questa discussione

Inviato

…che nissun se scandalizi…in fondo xe cultura ‘nche questa e

Joyce ‘n poco triestin ‘l iera…

______________________________________________________

di John Mc Court & Erik Schneider

Uno degli aspetti del dialetto triestino che sembra avere più affascinato Joyce modo è la sua ricca scorta di parole (o parolacce) di natura sessuale, molte delle quali verranno adottate e adattate in Finnegans Wake. Dove se non in Città Vecia avrebbe egli potuto trovare ispirazione per coniare un nome quale "Figura Porca, Lictor Magnaffica" (FW, 463), e dove se non nella zona dei bordelli avrebbe potuto udire espressioni e parole in Finnegans Wake rielaborate così: "Okey boney, this little figgy and arraky belloky … porkodirto … Monabella … cullebuone … arraky bone" (che potremmo trascrivere in un triestino un po' ibrido: O che bona, questa fighetta, e ara che bello che xe … porco dirto … Monabella … cul le buone … ara che bone), tutte presenti in un breve paragrafo che pur nella sua ambiguità e difficoltà sembra in parte ambientato in o ispirato a una visita ai bordelli triestini.

La familiarità che Joyce evidentemente aveva con un certo tipo di linguaggio scurrile triestino non è certo prova inoppugnabile che egli frequentasse i bordelli cittadini. Ma Stanislaus Joyce, suo fratello minore, nel suo diario triestino mai pubblicato, afferma più di una volta che era proprio il fatto di non bere e di non andare a prostitute a permettergli di mettere da parte qualche risparmio, virtù, questa, disastrosamente assente in suo fratello.

  • 1 mese dopo...
Inviato

Domando

perchè le sigarete se ciama (o se ciamava) "spagnoleti"?

-conzà come 'n zurlo-..."zurlo"...forsi de provenienza slava?

me savè dir qualcossa de più?

grazie

Inviato

Spagnoleto:

da un controllo incrociado sul dizionario de triestin (che rimanda all'italian spagnolettta) e quel de italian vine fora che deriva da "spagnolo" che iera in orgine per indicar le sigarette che se ritien inventade dai spagnoli.:rolleyes:

Per zurlo no so :unsure:

:bye:

Inviato

...che zurlo gabbi la stessa etimologia de "buzzurro" ??

buh, me se vignudo in mente cusi' :)

cmq in web go trova' (san gugol):

buzzurro:per lo Zingarelli e il DISC etimologia incerta o ignota; dal significato originario di « venditore ambulante di castagne, castagnacci, polenta dolce » passa al significato di « persona giunta da poco in città » e quindi rozza, incivile (http://www.sbobba.com/dizionario/elenco.php?order=B&offset=1120)

Il buzzurro e' un villano, uno zotico, una persona rozza. Non si conosce la sua etimologia, sappiamo pero' che il termine veniva utilizzato in senso spregiativo dai romani, dopo il 1870, per indicare persone del Nord Italia. Anche in Toscana si usava buzzurro per indicare i montanari svizzeri. (http://www.neteditor.it/opere/leggi.php?opera=544)

carlo

Inviato

deso, rimuginando, me xe vignudo inmente che un altra ipotesi podesi eser

zurlo = chiurlo (un usel, nol xe coloradissimo ma ga un beco longo e curvo che fa un poco rider, se li trova in laguna de venezia, anzi dovesi gaver la foto de uno fata proprio la' sta estate co giravo cola canoa de quele parti, se la trovo la meto in web)

comunque, questa interpretazion xe ancora piu' de fantasia :)

carlo

Inviato

Mi sono venute in mente delle frasi, non so se c'entrano, del tipo:

Which God taxi-driver ===> che Dio t'assista

Evening the door ===> sera la porta

Have you present ===> te ga presente

Ne sapevo altre, se mi verranno in mente le posterò + avanti :D .

Inviato

queste le go trovade su www.tuttotrieste.net

Not even to the dogs ! = Gnanche ai cani !

Which God taxi driver ! = Che dio t'assista !

But what are you stay to make? = Ma cossa te stà a far?

In four and four eight = In quatro e quatr'oto

But who makes me make it = Ma chi me lo fa far

But from when in here ? = Ma de quando in qua ?

But when has it never seen ?= ma dove se ga mai visto ?

Right to be light = Giusto per eser ciari

Right to say = Giusto per dir

But of what ! = Ma de cossa !

How does it throw ? = Come te buta ?

But what really ? = Ma cossa, per vero ?

I don't send it to be told you = No te lo mando dir

These dicks !!! = Sticazzi !!!

I am tired dead = Son stanco morto

Who has been seen, has been seen = Chi s'è visto s'è visto

Who doesn't die, is reseen = Chi no mori se rivedi

Today it's not air = Oggi non xe aria

What I tell you for = Ma cos'te lo digo a far

You made it the hair = Te ghe ga fato el pel

And what it steals to me = E che me frega

It doesn't enter a dick there !!! = No centra un ca**o !!!

If I catch you I renew your face = Se te ciapo de rifazo i conotati

If I catch you I make you new = Se te ciapo te fazo novo

I make all one room = fazo tuto un logo

God After = D.. Poi

It's no finger = no xe dito

Evening the door = sera la porta

It's like an egg = xe come novo

I have no sunrise = non go alba

To eye and cross = A ocio e crose

Left me lost = Lasime perder

Well, walk !!! = Camina, dei !!! (Walk Gods - by F.Fumi)

Eye ! = Ocio !

Your greek mother ! = Tu mare grega !

I need one hundred liras = Me 'cori zento lire

There are more days than sausages = Xe più giorni che luganighe

Also not ! = Anche no !

God see, God provides = Dio vedi, Dio provedi

pig cow ! = porca vaca !

  • 6 mesi dopo...
Inviato

Andar su e zo come un zurlo: saltar de qua e de la` senza pase. El zurlo xe proprio un usel.

La sessolota, de quel che so mi, no c'entra niente col sesso, iera quela che vendeva le granaglie sfuse, come che se usava quela volta, e per misurar la quantita` de venderghe al cliente le usava la SESSOLA. Gave` presente quela specie de paleta che i usa ancora ogi ad esempio nele torefazioni per meter el cafe` nel sacheto? Xe come un cuciar 'ssai scavado e fondo. Se usa ancora dai.

Inviato
Una curiosità che go scoperto qualche giorno fa:

perchè se disi che "piovi strangolini" :)

o meio, cossa xe sti strangolini?

No volesi sbagliarme, ma me par che i strangolini iera quei attrezzi simili a un piede de porco che se usava per sollevar i lastricati del pavimento in città....e visto che iera sai pesanti co piovi sai se intendi quel.......cusi almeno i me la ga contada.

:clap:

Inviato

Un picolo contributo dopo qualche giorno de ricerca...zontè roba che alla fine femo un bel dizionarietto tutto nostro!

A

Alteraziòn febbre leggera

Amolo tipo di prugna

andron atrio del palazzo

angusigolo aguglia, tipo di pesce

apalto tabacchino, rivendita di tabacchi

apoteca farmacia

àpis matita

arente / rente vicino

armelin albicocca

articioco carciofo

B

baba donna, specialmente quelle che chiacchierano tanto

bacuco persona vecchia e stordita (famoso il termine "vecio bacuco" = vecchio scimunito)

bagolar andare a zonzo, andare in giro senza meta

bala stato di ebbrezza etilica

balador terrazzo

bamberle stupidotto, scemotto

barba jata così veniva chiamato il gioco della mosca cieca

barbòn triglia, un tempo considerato pesce da ricchi

baredo terreno abbandonato a se stesso, incolto e pieno di sterpi (quando una cosa è abbandonata a se stessa e quindi in disordine, si usa dire "xe tuto un baredo")

bartuela cardine (te salta le bartuele co te va fora co i copi = modo di dire per chi va fuori di senno)

bambàso ovatta, bambagia

bandaio lattoniere e idraulico specializzato in lavori in lamiera come i gocciolatoi

bandon lamiera

basabanchi bigotto, quello che è sempre in chiesa a pregare (o meglio a fare finta). Prende questo nome per il tipico modo di stare in chiesa accucciato sul banco quasi a baciarlo

basual sciocco

bavisela vento leggero

bechèr macellaio

befèl ordine, comando (soprattutto in segno di ammonimento tipo romanzina)

biava avena (oggi si usa dire far biava o darse biava per esprimere "fare a botte")

bibiez / bibiezo lavoro lungo e complicato e magari anche un poco rognoso

bic' un pochetto, un goccio

bieco pezzetta, anche i grandi soldi di carta

birocio piccolo calesse

blac bitume, catrame

blec pezza, bieco per rattoppare

bobici mais e in genere tutti i grani dei cereali

brenta botte ma anche fortuna (te ga un cul come una brenta = hai il sedere come una botte)

britola coltellino, temperino

brivez barbiere

borela boccia

bubez apprendista, aiutante, garzone (quello che fa tutto al servizio di un superiore)

budel oltre a budello, anche per camera d'aria spec.delle biciclette

buganze geloni

buiol pentolino per bollire

buligar brontolio della pancia

buriana burrasca

buzarar imbrogliare

C

Cacabus scarto oppure argilla

Cagafiasche dicesi di chi ha il sedere basso

cagamiracoli dicesi di chi ama fare il prezioso

cagarabia dicesi di persona che si arrabbia molto facilmente e/o è sempre con il broncio

cagoia lumaca

caìa tirchio, avaro

caìcio tipo di barca molto piccola

caiser "duro" (el xe duro come el caiser)oppure "senza valore" (no'l val un caiser)

oppure anche quel panino rotondo che oggi chiamiamo "rosetta" o anche "bambino" ma usato come termine spregiativo

calafatà operaio specializzato nel rivestimento interno dello scafo delle navi

calighèr calzolaio (v. anche suster )

calìgo nebbia oppure per esprimere "difficoltà" (sul lavor iera calìgo ma gavemo rivà finir losteso)

calumar abbassare

calumo cima in eccesso

camoma fune, usato per persona fiacca e lenta

canapè divano

caponera pollaio, dicesi anche di casa fatiscente

carega sedia (termine che tutti conoscono ma pochissimi usano)

chez (dar el chez) mandare via in malomodo, licenziare (el me ga da el chez = mi ha cacciato, mi ha buttato fuori)

chibizar curiosare, sbirciare

chifel panino lungo a forma di mezzaluna, cornetto

chilarsela prendersela comoda tanto da tirare su il chilo (di peso)

ciapar prendere, deriva dal cappio

cicara/cichera tazzina

cicheto bicchierino di qualcosa di alcolico (un cicheto de bira)

cioder raccogliere da terra

ciompo che funziona male, anche per persona goffa

cistar rubare

cisto senza soldi

clabuc cappello

clanfa ferro di cavallo dicesi anche di "scarpa o piede o impronta molto grande"a volte usato genericamente anche per denominare gli arnesi da scasso come il piede di porco

clanfer bandaio

clanz stradina di campagna

clinz / klinz pene, no te capissi un klinz = non capisci nulla, no'l fa un klinz = non fa niente

clonzi scarpacce grosse e rozze

cluca maniglia

cocal gabbiano

cocòn quel modo di raccogliere i capelli che usano fare le donne (=chignòn o crocchio)

cogolo sasso

cogoma casalingo per fare il caffè, caffettiera

coionar / cojonar fare fesso, prendere in giro

colo grosso persona importante

colomba cervello (espressione tipica "scavezado in colomba = con il cervello fuso)

coltrine tende

comato il collare per i cavalli e i somari (essendo quel collare duro, si usa dire, quando una cosa è dura o quando uno è ubriaco, che "el xe duro comen un comato") , il termine viene usato anche per indicare il collo del cappotto

combinè sottoveste per signore

comio gomito (ciaparsela in comio = prendere una cantonata)

compjuter (neologismo) computer

conzado sistemato oppure condito

conzàr sistemare oppure condire (conzàr per le feste = picchiare qualcuno di santa ragione)

conzalastre vetraio ma famoso una volta era quel conzalastre che veniva anche chiamato l'impiza-distuda-ferai che con un lungo bastone accendeva di sera i fanali (gli antichi lampioni dell'illuminazione pubblica) e di mattina li spegneva, dovendo prima aprire la porticina di vetro del fanale e dopo richiuderla, il tutto sempre con questo bastone lungo. Famosa la canzone del conzalastre le cui strofe recitano:

el conzalastre, caldiere farsore, impiza e distuda ferai (veloce)

el conzalastre, caldiere caldiere farsore, impiza e distuda, impiza e distuda ferai (lento)

copìn collottola (la parte dietro del collo o del colletto, dove la gatta prende con la bocca i gattini e dove gli esseri umani prendono l'ospite indesiderato prima di sbatterlo fuori a calci in c**o

copo tegola

corame cuoio

crachi garrette, arti (gambe e braccia); famose le frasi:

distirar i crachi = andare a dormire

e tirar i crachi = morire

cragna sporco nero

crazola era quello che in italiano si chiamava raganella, ovvero un attrezzo per fare rumore, un attrezzo di legno con un manico che terminava in una specie di ingranaggio e un listello che batteva sui denti de quest'ultimo come lo si faceva girare. Poi, un po' pervia del tipico rumore e un po' pervia dell'incertezza che girava attorno al suo funzionamento, il termine è passato ad indicare le automobili scassate

crepi piatti

criel scolapasta

crodiga pelle del maiale usata per fare la minestra (buccia di maiale), si dice crodiga di persona poco onesta

crozole sandali di legno, oggi si usa definire crozole un paio di scarpe rudi, grosse, pesanti, tozze, vistose

cruco tedesco

cruziar tormentare qualcuno oppure preoccupare (no farme cruziar = non farmi preoccupare)

cruziarse preoccuparsi (cruziarse l'anima = preoccuparsi tanto)

cucàr guardare, sbirciare

cucer autista (v.anche sofer o safer)

cucherle lo spioncino della porta

cucuruz granoturco

cudic' diavolo

cùguluf / cugluf tipo di panettone con un buco in mezzo

D

Daur c**o

Dindio tacchino

Disfrizer friggere

Dismisiarse svegliarsi

dispicar staccare

dremch / trench l'impermeabile (vestito)

dura v. bala

E

erbeta / arbeta barbabietola

F

Falisca scintilla

Farsora padella (quella per far da mangiare, non quella ospedaliera!!!)

Feral fanale, lanterna

Fiapo floscio

Fiepa seme della zucca e del melone oppure anche la patata (non il tubero però … !!!)

Filovia filobus

Flaida vestaglia, usato anche per dire di un vestito lungo e malconcio

fliche / flichete soldi / soldini, lirette

flit insetticida (DDT)

flozca schiaffo o sculacciata

fogolér focolaio, dove nelle case di una volta si bruciva la legna per cucinare e per riscaldare

formentòn mais, una volta si usavano le foglie del mais per fare i bigodini

fraier uomo libero, uomo che non ha nulla da fare, benestante (sicuramente dal tedesco “frei Herr”)

freschìn puzza di pesce marcio

fritolin rosticceria di soli prodotti ittici , ristorazione di pesce fritto

frize rimasugli di frittura del lardo

fulminanti fiammiferi

G

Ganasse guance

gardèl cardellino

gargato gargarozzo, gola

giribìz capriccio

globìn / glubìn lucido per scarpe

gloriet gazebo

gnampolo sempliciotto, scemottoo (in senso benevolo ed affetuoso usato per i bambini) in pratica uno scemo che dorme in piedi

gòlas spezzatino di carne, stufato di carne

gorna grondaia

grembano sasso ma anche persona goffa, pl. grembani strada dissestata (son 'nda con l'auto pei grembani)

grìes semolino

gringola eleganza

grua gru

(el) gua arrotino

guato "ghiozzo", tipo di pesce

I

Imbombì intriso, zuppo

Imborezà eccitato, arrapato

Imbugnido otturato (el lavandin imbugnido = il lavello otturato)

Incandì dalle reazioni torbide per il freddo o altro

Incicararse ubriacarsi

Indindià dicesi dell'uovo di tacchino fecondato

Indivia verdura come la cicoria

Indormio sonnifero, anestesia

infinocià / infenocià persona che è stata convinta in qualche imbroglio, come dir inzinganà

infinociar / infenociar gabbare

ingalà propriamente dicesi dell'uovo di gallina fecondato ma usato anche per indicare una persona galvanizzata da qualche evento o semplicemente canterina da effetto etilico

instalador idraulico

intardighirse fare tardi

inzinganà persona che è stata raggirata

inzinganar tentare di raggirare qualcuno

inzumbà bagnato, inzuppato, v. imbombì solo riferito a cose piuttosto che a persone

J

jazado / jazà ghiacciato

jazar ghiacciare, iera tanto fredo che se ga jazà un muss = modo di dire per esprimere un freddo glaciale, è infatti nota la resistenza al freddo del somaro.

Jazo ghiaccio

L

Lais pidocchio

Lavandera lavandaia (quella che faceva la "lissia" ossia il bucato)

làvarno / làverno alloro

lecherle lecchino (dispregiativo come "leccaculo" o peggio ancora "can de lecherle")

lepi le cispe degli occhi

limpida grappa

lissia bucato (v. sopra "lavandere")

lofio che non serve a nulla o rotto, guasto o brutto o stupido, scemo

loica tiritera, discorso lungo e noioso

lola sbornia

lole scemo

longa organo sessuale maschile

ludame letame

ludro farabutto, furfante

luganiga salsiccia (propabilmente da lucania, zona dove in antichità si producevano le migliori salsicce)

M

Macaco el macaco è un tipo di scimmia ma in triestino lo si usa per dire "scemo" (anche macacovez o macacovic' )

magagna fastidio, acciacco, te son pien de magagne

malagrazia dispetto, cattiveria oppure "farghe la malagrazia" o "darghe una malagrazia" = fargli la fattura

malandrin farabutto, furfante

mamolo / mamola fidanzato / fidanzata

mamulo ragazzotto

mandriol maggiolino, famoso un ritornello popolare che recita sulle note dell'opera "Wien bleibt Wien": "molighe el fil che'l svoli, quel mandriol peloso ..."

marangòn falegname

marcantogno persona grande e grossa

Marco Caco vecchissimo, fuori moda (anche Marco Sventola)

Marmaia tanta gentaglia, gruppo di monelli

Marogna scarto

Matavilz "valerianella" una verietà della pianta della valeriana

mela grosso mozzicone di sigaretta, sigaretta spenta ma fumada poco

memele me**a

mendaressa antico mestiere della rammendatrice, sarta specializzata

meza lana un bicchiere con metà vino bianco e metà vino nero, usato anche un pò come a Roma si usa il termine coatto

meza menola persona magra, mingherlina

meza vigogna cosa di scarso valore o persona mediocre

mignognole moìne

mincionar prendere in giro

mismas miscuglio, anche cocktail

mistro mastro

mistro de fero fabbro

monighela il due di spade (che si differenzia dal "do de cope" che invece è quello che ti da una donna quando ti liquida e non si becca più el "do de spade")

montura divisa

morbin allegria, buon umore (fin che dura la gioventù, dura el morbin)

mufo giù di corda

musina salvadanaio

mussato zanzara

mussolo mollusco bivalve

N

nagana principalmente è la fiacca, la stanchezza (gaver nagana), ma si usa anche per indicare quel tipo di persone che i romani definiscono coatta

nane persona sempliciotta, si dice anche Nane Buseca

napa la cappa sopra il focolaio (oggi sopra il piano cottura), si usa dire che uno ha la napa quando ha un grosso naso

nonzolo il servo del prete, sagrestano, chierichetto oppure per persona scema e che fa tutte le sciocchezze gli vengono dette di fare

O

Ocagine stupidità

oieto radicchio di primo taglio, piccolo piccolo

ombolo lombo

orbitolo serpentello meglio conosciuto come "orbettino"

orzar bastonare qualcuno, picchiare

osmiza osteria di campagna

osso rabioso tibia, così chiamato perchè causa una grossissima arrabiatura per il fastidioso ed intenso dolore che causa quando viene colpito, o malleolo, così definito in quanto rappresenta la parte del colpo che colpisce il sedere del malcapitato (di solito un bimbo) che ha causato una arrabbiatura al genitore.

otavo tipico bichiere dove si serve il vino sfuso (da 1/8)

P

pagnerol passero

paiola forfora

palesar raccontare

pampalugo sciocco, scemo

pandolo anche se oggi viene usato quasi esclusivamente per indicare l'organo maschile, il "pandolo" in verità è un gioco fatto con due bastoni, un lungo e l'altro corto; al corto vengono fatte le punte da ambo le parti; per giocare si mette il bastone corto a terra e lo si colpisce con il bastone lungo per farlo saltare cosicché quando è in aria gli si da un colpo al volo. Vince chi lo lancia più lontano.

pandùr quei mascheroni che venivano messi sopra le porte a simbolica difesa (in ungherese pandùr significa soldato)

pantalena piccolo mollusco che si attacca sugli scogli, col guscio a forma di piattello, molto frequente sugli scogli dell'Istria

papussa / papuza sost.: ciabatta, verbo: va via ! (imperativo)

pardesus soprabito

pareciar apparecchiare

parecio servizio di piatti

patacarse sporcarsi il vestito durante il pasto

patacòn grossa moneta, grossa patacca senza valore, usato anche per indicare un qualcosa di brutto, inutile ed ingombrante allo stesso tempo

pataf sberla

patoc / potoc rigagnolo, fiumiciattolo, rio

paver stoppino

pec / pek panettiere

perlina scaldaacqua per la cucina

pesterna bambinaia, oggi si potrebbe usare per le baby sitter

pesternar sbracciare un bimbo per farlo addormentere

petès bibita alcolica ma scadente

petessòn / petessèr uno che ama bere tanto alcol, ubriacone

pezòto vestito scadente

picapiere scalpellino ( v.servizio )

pimpinela coccinella, dicesi anche di persona insulsa, scema

pio-pio / pipiu paura, fifa

piria imbuto, dicesi anche dell'ubriacone (el xe una piria = è un ubriacone)

pirola pillola, pastiglia

pirulik piccolo tappo, tipo quello per la camera d'aria della bicicletta

pirulichi lanuggine, filamenti di polvere

pisdrul / pizdrul termine afettuoso per dire bambino piccolo, bambinello

pissiol / piziol ceci

pitèr vaso per fiori e piante

pitima persona che si demoralizza facilmente o che rompe insistentemente le scatole

pitocar chiedere l'elemosina

pitoco spilorcio

plafòn soffitto, tetto

plis felpa

ploc' pozzanghera o pozza di acqua e fango

plucia polmone

pluzer / plutzer / pfluzer borsa dell'acqua calda

provianda provvista, scorta

puina ricotta

pulto pulpito o scrivania

Q

Quartier appartamento

R

rafa sporco, sporcizia

rampigamuri bibita composta per metà da grappa e per l'altra metà da vino bianco

ranfàr / rafar rubare

ranglò / ronglò tipo di susina, prugna

raspàr levigare ma anche rubare

ratapalz randello

remenar prendere in giro

remenela dicesi di persona che si diverte a prendere in giro

remitur gran fracasso o stanza in gran disordine, riva dal francese "demi tur" che era un comando dato ai soldati i quali per eseguirlo con tutto il loro armamentario provocavano un gran fracasso.

renga arringa

ribaltavapori linguella, tipo di pesce molto piccolo

rochel rochetto del filo da cucito

rochete fuochi d'artificio

rodoleto tipo di tramezzino con una o due fette di prosciutto

rodoleto de limpida grappa servita nel tipico bicchierino piccolo e rotondo

rosignol usignolo

ruc' spinta

rucàr spingere

rucsac / rusac / russac zaino

S

Saiba rondella di ferro col buco che si usa per mettere sotto la vita prima di stringerla col dado (un simpatico modo di dire è "el se ga meso la saiba al dito" cioè "si è messo la saiba al dito" per dire "si è sposato")

sacheto giacca

saliscendi ascensore

sanza collina

sariandola lucertola

sbafada mangiata voracemente

sbrindolo il pezzo di spago che avanza dal nodo, brandello

sbriso trasandato

sbrovà scottato, ustionato

sbrodigar pastrocchiare, fare un intruglio

sbrodighez intruglio, pastrocchio

sbrufador annaffiatoio

sbruma impasto di pane e teste di pesce che si butta in mare per attirare il pesce

sburto sporto della finestra

scafa lavabo della cucina, acquaio, si usa dire che uno ha una "scafa" quando ha una bocca molto larga, molto grande

scagòt cacarella

scavezzà storto, rotto

schinco stinco

s'cinca bilia, per ragioni poco chiare anche ebbrezza

una s'cinca e un botòn = come dire poco nulla

do s'cinche e un botòn = un pugno di mosche

s'ciipauca molletta, fermacarte

scroc serratura

scufia berretto, cuffia

scuria frusta

sghiribiz / schiribiz scarabocchio ma anche idea

selegato passerotto

sèleno sedano

sèsola quel cucchiaio ampio che serve per estrarre dai sacchi i piselli, i fagioli, ecc.

sfoio giornale

sgarar sbagliare

sgnanfo persona che parla con voce nasale

siba stecchetto di lagno, rametto, bacchetta, oggi, nel parlare comune, si usa dire "tirar una siba" per indicare un tiro oun colpo molto forte

sifon acqua frizzante, selz

sina rotaia

sinter accalappiacani (famoso il pezzo della canzone "Teresute" che recita: "jera el sinter de Gropada")

sisola giuggiola

slaif freno o anche roba di poco valore o anche donna di facili costumi

slavazòn acquazzone

slepa oltre che sberla e grossa fetta, significa anche spighetta

sligoviz acquavite di prugne

slonz quantità indefinita di una bibita

sluc sorso

smir grasso

smonarse annoiarsi

sofèr / safèr autista (v.anche cucer)

sopressar stirare

sortir andare fuori, uscire

spacher / sparcher cucina economica, anticamente focolaio

spagnoleto sigaretta

spetime-un-poco zolfanelli

spoianegà disperato

spriz vino ed acqua frizzante

squasi quasi

stagnaco secchio

stagno (aggettivo) dicesi di cosa a tenuta stagna

staufer ferro per il caminetto

stifel quel grande bicchiere per la birra a forma di stivale

stifelpuzer lustrascarpe

strafanic aggeggio, soprammobile, attrezzo inutile e malconcio, deriva da "extra fanicula" cioè ex voto che si appendeva fuori dai templi, scritti su stoffa che con le intemperie si logoravano inevitabilmente

stramazo materasso

strambizar fare o dire stramberie

straco stanco

stramazo materasso

strauss persona ridicola e vestita male, persona balorda

strazacavei il frutto della lappola, che prende questo nome in quanto piccolo ed acuminato si incastra facilmente tra i capelli dei bambini intenti a giocare nelle campagne o nei prati

strofal persona maleducata

stropacui un tipo di bacche rosse selvatiche

stropolo tappo, si dice stropolo anche ad un bambino piccolo o ad un animaletto

stropòn grosso tappo

strucar spremere, strizzare

strussiar lavorare duro

stufadiz persona che si scoccia facilmente,persona noiosa

stupini bigodini fatti con le foglie del mais

subioto fischietto ma anche tipo di pasta corta

suf / zuf miscuglio di latte e farina, si usa dire "te ga fato tuto un suf" per esprimere "hai fatto un gran caos"

suro sughero

suster calzolaio v. anche caligher

T

Tabàro cappotto, far tabaro: avere un aspetto malaticcio

taiar tabari: sparlare

picatabari: appendiabiti

tacomaco persona attaccaticcia e noiosa oppure adesivo o cerotto oppure grosso stemma (tipo i tacomachi che hanno i generali sulla divisa)

talpòn pioppo, dicesi di persona senza grazia e senza delicatezza alcuna

tamìso setaccio

tampagno dado per vite

tarlis / tarliss stoffa di jeans, (braghe de tarlis = pantaloni jeans)

tazà il pesto, genericamenta anche l'aggettivo tagliuzzato

tazadora impasto di prezzemolo, aglio e lardo, anche dentiera

tazar fare a pezzettini, tazar l'anima: attività squisitamente muliebre che di solito comincia subito dopo il matrimonio (e certe volte anche un poco prima) e poi va avanti, avanti, avanti...

telér intelaiatura di porte e finestre

tira-mola noioso adirivieni

chewing-gum traversa, grembiule

tocio sugo

togna / tonia lenza per pescare a mano

tontonar dire e ridire sempre la stessa cosa

torziolo / torziolòn persona che va sempre in giro

tranvai tram

trench / drench l'impermeabile (vestito)

tresso traverso, pezzo di legno messo di "traverso" per tenere più rigidi e deritti altri due pezzi paralleli ossia el treso è quel pezzo orrizzontale tra le gambe della sedia dove di solito se usa appoggiare il piede, è famoso il modo di dire "me xe 'ndà per treso" quando il cibo va di traverso

tripa In piatto: trippa.Dopo: stomaco e sottostomaco di uomo di mezza età

trombini stivali in gomma per la pioggia

troso sentiero di campagna

tubili persona stupidina e un pò vanesia

tululù scemo

tumbano scemo, ignorante

tuss inchiosto di china

U

Ùa uva

Ugnolo singolo

V

Verùl letteralmente porcello ma si usa soprattutto per persona stupida, è il diminutivo di viru o vèru che in ladino significa porco

vaneza / vanesa aiuola o pezzo di terra lavorata, maneggio

venderigola venditrice di frutta e verdura

visavì di fronte

viz battuta di spirito

voliga rete a sacco per prendere i pesci o i totani

torna all'inizio

Z

Zacagnà rovinato, strapazzato

Zampìn mancino, persona mancina

zavai grande confusione (da questo termine nasce il vocabolo zavaion per zabaione)

zentinere centinaia

zibiba uvapassa

zigala cicala

zigalòn che grida sempre oppure i colori zigalòni sono i colori forti e di poco gusto che attirano l'attenzione

zima cima (z dura, di zurlo)

zima freddo (z dolce di zio)

zimise cimice

zinzolar dondolare, ciondolare

zoco pezzo di legno (famoso il detto "duro come un zoco" per indicare una cosa molto dura)

zufolà / zufolado spettinato

zurlo è l'antico nome della trottola e si dice anche di persona scemotta

Inviato

già che me stimolè ve meto anche sto breve corso de triestin :D

BREVE CORSO DE TRIESTIN

PER FORESTI

(breve corso di triestino per stranieri)

Questo testo nasce a seguito della richiesta di una gentile studentessa italiana in Germania (tale Carla) di aiutarla a formulare un qualcosa che potesse essere d'aiuto al suo professore che stava per trasferirsi a Trieste.

Ho cercato di fornirle qualcosa che aiutasse il suo professore a districarsi nei meandri del dialetto che i suoi nuovi studenti avrebbero utilizzato. Il testo potrebbe quindi essere d'aiuto a chiunque si dovesse trovare in una situazione simile, ricordando a tutti loro che anche dove si può pensare di trovarsi difronte ad una volgarità, in veriltà ci si imbatte semplicemente nella colorita, schietta e genuina realtà cittadina.

Egregio Professore,

a Lei che si accinge a raggiungere la nostra città per sostenere l'arduo impegno di acculturare gli studenti dello storico Ateneo, ci permettiamo di fornirLe questa breve ma utile

Guida del Dialetto Triestino

(sempre meio che no saver ne ai ne bai)

premettendo anche che a Trieste è già noto il gran casino che sono le equazioni differenziali alle derivate parziali.

Sappia fin da subito che i giovani triestini sono tutti

muli e mule,

storico sostantivo del quale vanno fieri, mentre non si offenda se qualcuno la appellerà come "mato" le persone comuni infatti, altro non sono che

el mato e la baba;

non si stupisca quindi se sentirà dire

domandighe a quel mato che ora che xe

oppure

quela baba no xe bona de far de magnar

Queste sono solo gocce di stupore nel mare della pazzia comica che avvolge la città di Trieste ma possono essere un buon punto di partenza.

Scoprirà che qui da noi non esistono vocali finali nei verbi ed in nessuna parola troverà la GL e le consonanti doppie:

la maglia diventerà maia, l'aglio aio;

caramella sarà caramela, coccodrillo sarà cocodril

e così sentirà le bizzarre coniugazioni dei verbi magnar, bever, andar, tornar e vignir

Eh si, i primi due sono proprio i verbi più importanti per i triestini,

magnar e bever:

assaggerà la jota, tipica minestra triestina fata coi capuzi

el presniz e la gubana, due dolci squisiti

e soprattutto la beverà un bon bicèr vin, magari un quarto de teràn o de refosco stando 'tento a no ciapar la bala.

Ma l'importante sarà conquistare gli studenti con la sua padronanza del dialetto, da sfoggiare soprattutto nei momenti di difficoltà:

te son un muss! (per lo studente somaro)

sentite o camina fora de la porta! (siediti o vai fuori dalla porta, esci!)

ste ziti! (state zitti!) mi raccomando la zeta bella dura come quella di cozza

ocio che interogo (attenti che interrogo)

no sté far casìn (non fate baccano)

va de balìn fora de la porta (fuori!)

…che credo possano bastare per un principiante del dialetto.

Qui scoprirà la BORA, vento impetuoso che spazza la città con raffiche oltre i 100 Km/h ma per difendersi basta star ben piantai coi pie e taparse come se devi (star ben piantati con i piedi e vestirsi bene).

L'importante che lei qui no la vegni cassòn e la torni baul e soprattutto no la se lassi inzinganàr, se c'è qualche complicazione no la stia missiarla, perché più se la missia e più la spuza…

Qualche altro buon motto, in un'adeguata circostanza potrà essere

speta muss che l'erba cressi

con tuto quel che mama spendi per farte studiar

te son più mona de la mona de la mussa

per un pel de mona de farfala

'sto libro no val un boro

perché no te studi inveze de butarte al porco?

se fa le nespole, te se farà anche ti

scolta cocolo, ciapa qua i mii spagnoleti e va fumar in cesso inveze de romper i bisi in classe

… e gli studenti che l'ameranno di meno, non le risparmieranno nulla, dal classico e famoso

va in mona!

(al quale tutto sommato non fa mai male per risposta un "magari!"),

ai meno noti agli stranieri

remengo tuo!

va remengo!

va in malora ti e chi te ga ciapà in traversa!

che te vignissi un terno a loto!

tu santola in cariola!

tu mare grega!

…ok ok, no la stia vardarme de traverso, si consoli che qui, nella gioia o nel dolore, il motto è

CHE LA VADI BEN O CHE LA VADI MAL

SEMPRE ALEGRI E MAI PASSION

VIVA LA E PO BON

…e 'desso che la xe pronto, la cioghi la carega e la se senti, metemo su la cògoma e femo un bon café e magari seremo anche la porta che no giri l'aria…

BUON LAVORO !!!

Inviato

Gran lavoro tommy, bravo :ehsi:

Cmq avanzo un piccolo appunto da admin rompi-pelotas quale sono :D

(OT)

Attenzione a non creare post troppo lunghi: il mio consiglio spassionato è quello di dividere una discussione chilometrica in un paio di messaggi diversi, il tutto risulterà maggiormente leggibile. Ricordiamoci sempre che una discussione, per interessante che sia (e quella di tommy lo è, e molto) più lunga è, più innervosisce l'utente medio che è abituato a leggere solo un paio di righe :ehsi: Il risultato che ne deriva è che una persona aggrada di più leggersi 10 messaggi di tre righe ciascuno che uno di 30 righe. Non chiedetemi il perchè, ma è una cosa dimostrata nei forum di discussione

Ringrazio per l'attenzione dedicatami, porgo distinti saluti (e finisco di rompere le pelotas :D)

:bye:

(/OT)

Inviato

Dante Alighieri iera de Firenze e 'l parlava fiorentin ma, durante l'esilio iera stà un bon toco ospite dei Signori de Duin, e là el gaveva 'vù ocasion de imparar el triestin; e lo gaveva imparà tanto ben,ch'el se gaveva fina messo a scriver poisia in Triestin: che difati in Triestin, po, el ga scrito la Divina Comedia.

Divina Comedia - Inferno

In mezo del viagio dela vita

me go trovà int'una boscaia nera

parchè gavevo perso la via drita.

Dura xe dirve cossa che no iera

'sto salvadigo bosco grembanoso,

che co ghe penso ancora cambio ziera.

Murir ga de esser poco più penoso.

Ma par contar del ben che go trovà

dirò del resto che ghe xe la zoso.

No so ben come che son rivà,

par via che iero tanto insonolido

co go la bona strada abandonà.

Ma po, dessoto un montisel finido,

andò che terminava quela vale

che tanto me gaveva el cuor stremido,

go visto in alto tute le sue spale

vistide coi ragi del pianeto

che driti ne fa 'ndar per uni cale.

Alora se ga fato un poco chieto

el tremacor che, tuta quela note

passada mal, gavevo avudo in peto.

E come un che de crude e de cote

ga visto in mar, e afanà el vien a riva

e 'l varda l'aqua dopo tante lote;

mi, che filavo ancora via de brivia,

me son voltà vardar verso quel troso

che no ga mai lassado anima viva.

....

el resto lo trovè sula version dela Divina Comedia curada de Nereo Zeper in libreria.

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