Starlite Inviato 20 Agosto 2004 Autore Segnala Inviato 20 Agosto 2004 Ma savè cos che xe/iera una sessolota? Cita
yko Inviato 3 Settembre 2004 Segnala Inviato 3 Settembre 2004 …che nissun se scandalizi…in fondo xe cultura ‘nche questa e Joyce ‘n poco triestin ‘l iera… ______________________________________________________ di John Mc Court & Erik Schneider Uno degli aspetti del dialetto triestino che sembra avere più affascinato Joyce modo è la sua ricca scorta di parole (o parolacce) di natura sessuale, molte delle quali verranno adottate e adattate in Finnegans Wake. Dove se non in Città Vecia avrebbe egli potuto trovare ispirazione per coniare un nome quale "Figura Porca, Lictor Magnaffica" (FW, 463), e dove se non nella zona dei bordelli avrebbe potuto udire espressioni e parole in Finnegans Wake rielaborate così: "Okey boney, this little figgy and arraky belloky … porkodirto … Monabella … cullebuone … arraky bone" (che potremmo trascrivere in un triestino un po' ibrido: O che bona, questa fighetta, e ara che bello che xe … porco dirto … Monabella … cul le buone … ara che bone), tutte presenti in un breve paragrafo che pur nella sua ambiguità e difficoltà sembra in parte ambientato in o ispirato a una visita ai bordelli triestini. La familiarità che Joyce evidentemente aveva con un certo tipo di linguaggio scurrile triestino non è certo prova inoppugnabile che egli frequentasse i bordelli cittadini. Ma Stanislaus Joyce, suo fratello minore, nel suo diario triestino mai pubblicato, afferma più di una volta che era proprio il fatto di non bere e di non andare a prostitute a permettergli di mettere da parte qualche risparmio, virtù, questa, disastrosamente assente in suo fratello. Cita
yko Inviato 30 Ottobre 2004 Segnala Inviato 30 Ottobre 2004 Domando perchè le sigarete se ciama (o se ciamava) "spagnoleti"? -conzà come 'n zurlo-..."zurlo"...forsi de provenienza slava? me savè dir qualcossa de più? grazie Cita
Starlite Inviato 31 Ottobre 2004 Autore Segnala Inviato 31 Ottobre 2004 Spagnoleto: da un controllo incrociado sul dizionario de triestin (che rimanda all'italian spagnolettta) e quel de italian vine fora che deriva da "spagnolo" che iera in orgine per indicar le sigarette che se ritien inventade dai spagnoli. Per zurlo no so Cita
carlo Inviato 31 Ottobre 2004 Segnala Inviato 31 Ottobre 2004 ...che zurlo gabbi la stessa etimologia de "buzzurro" ?? buh, me se vignudo in mente cusi' cmq in web go trova' (san gugol): buzzurro:per lo Zingarelli e il DISC etimologia incerta o ignota; dal significato originario di « venditore ambulante di castagne, castagnacci, polenta dolce » passa al significato di « persona giunta da poco in città » e quindi rozza, incivile (http://www.sbobba.com/dizionario/elenco.php?order=B&offset=1120) Il buzzurro e' un villano, uno zotico, una persona rozza. Non si conosce la sua etimologia, sappiamo pero' che il termine veniva utilizzato in senso spregiativo dai romani, dopo il 1870, per indicare persone del Nord Italia. Anche in Toscana si usava buzzurro per indicare i montanari svizzeri. (http://www.neteditor.it/opere/leggi.php?opera=544) carlo Cita
carlo Inviato 31 Ottobre 2004 Segnala Inviato 31 Ottobre 2004 deso, rimuginando, me xe vignudo inmente che un altra ipotesi podesi eser zurlo = chiurlo (un usel, nol xe coloradissimo ma ga un beco longo e curvo che fa un poco rider, se li trova in laguna de venezia, anzi dovesi gaver la foto de uno fata proprio la' sta estate co giravo cola canoa de quele parti, se la trovo la meto in web) comunque, questa interpretazion xe ancora piu' de fantasia carlo Cita
AquilaBiancoRossa Inviato 3 Novembre 2004 Segnala Inviato 3 Novembre 2004 Mi sono venute in mente delle frasi, non so se c'entrano, del tipo: Which God taxi-driver ===> che Dio t'assista Evening the door ===> sera la porta Have you present ===> te ga presente Ne sapevo altre, se mi verranno in mente le posterò + avanti . Cita
Starlite Inviato 3 Novembre 2004 Autore Segnala Inviato 3 Novembre 2004 Scusa ABR ma mi gavesi verto una nova discusion per meter quele It isn't finger ==> no xe dito Cita
carlo Inviato 3 Novembre 2004 Segnala Inviato 3 Novembre 2004 evening the darks => sera i scuri carlo Cita
AquilaBiancoRossa Inviato 6 Novembre 2004 Segnala Inviato 6 Novembre 2004 queste le go trovade su www.tuttotrieste.net Not even to the dogs ! = Gnanche ai cani ! Which God taxi driver ! = Che dio t'assista ! But what are you stay to make? = Ma cossa te stà a far? In four and four eight = In quatro e quatr'oto But who makes me make it = Ma chi me lo fa far But from when in here ? = Ma de quando in qua ? But when has it never seen ?= ma dove se ga mai visto ? Right to be light = Giusto per eser ciari Right to say = Giusto per dir But of what ! = Ma de cossa ! How does it throw ? = Come te buta ? But what really ? = Ma cossa, per vero ? I don't send it to be told you = No te lo mando dir These dicks !!! = Sticazzi !!! I am tired dead = Son stanco morto Who has been seen, has been seen = Chi s'è visto s'è visto Who doesn't die, is reseen = Chi no mori se rivedi Today it's not air = Oggi non xe aria What I tell you for = Ma cos'te lo digo a far You made it the hair = Te ghe ga fato el pel And what it steals to me = E che me frega It doesn't enter a dick there !!! = No centra un ca**o !!! If I catch you I renew your face = Se te ciapo de rifazo i conotati If I catch you I make you new = Se te ciapo te fazo novo I make all one room = fazo tuto un logo God After = D.. Poi It's no finger = no xe dito Evening the door = sera la porta It's like an egg = xe come novo I have no sunrise = non go alba To eye and cross = A ocio e crose Left me lost = Lasime perder Well, walk !!! = Camina, dei !!! (Walk Gods - by F.Fumi) Eye ! = Ocio ! Your greek mother ! = Tu mare grega ! I need one hundred liras = Me 'cori zento lire There are more days than sausages = Xe più giorni che luganighe Also not ! = Anche no ! God see, God provides = Dio vedi, Dio provedi pig cow ! = porca vaca ! Cita
granzo Inviato 20 Maggio 2005 Segnala Inviato 20 Maggio 2005 Andar su e zo come un zurlo: saltar de qua e de la` senza pase. El zurlo xe proprio un usel. La sessolota, de quel che so mi, no c'entra niente col sesso, iera quela che vendeva le granaglie sfuse, come che se usava quela volta, e per misurar la quantita` de venderghe al cliente le usava la SESSOLA. Gave` presente quela specie de paleta che i usa ancora ogi ad esempio nele torefazioni per meter el cafe` nel sacheto? Xe come un cuciar 'ssai scavado e fondo. Se usa ancora dai. Cita
Stefano79 Inviato 2 Giugno 2005 Segnala Inviato 2 Giugno 2005 Una curiosità che go scoperto qualche giorno fa:perchè se disi che "piovi strangolini" o meio, cossa xe sti strangolini? No volesi sbagliarme, ma me par che i strangolini iera quei attrezzi simili a un piede de porco che se usava per sollevar i lastricati del pavimento in città ....e visto che iera sai pesanti co piovi sai se intendi quel.......cusi almeno i me la ga contada. Cita
tommy781 Inviato 5 Giugno 2005 Segnala Inviato 5 Giugno 2005 Un picolo contributo dopo qualche giorno de ricerca...zontè roba che alla fine femo un bel dizionarietto tutto nostro! A Alteraziòn febbre leggera Amolo tipo di prugna andron atrio del palazzo angusigolo aguglia, tipo di pesce apalto tabacchino, rivendita di tabacchi apoteca farmacia à pis matita arente / rente vicino armelin albicocca articioco carciofo B baba donna, specialmente quelle che chiacchierano tanto bacuco persona vecchia e stordita (famoso il termine "vecio bacuco" = vecchio scimunito) bagolar andare a zonzo, andare in giro senza meta bala stato di ebbrezza etilica balador terrazzo bamberle stupidotto, scemotto barba jata così veniva chiamato il gioco della mosca cieca barbòn triglia, un tempo considerato pesce da ricchi baredo terreno abbandonato a se stesso, incolto e pieno di sterpi (quando una cosa è abbandonata a se stessa e quindi in disordine, si usa dire "xe tuto un baredo") bartuela cardine (te salta le bartuele co te va fora co i copi = modo di dire per chi va fuori di senno) bambà so ovatta, bambagia bandaio lattoniere e idraulico specializzato in lavori in lamiera come i gocciolatoi bandon lamiera basabanchi bigotto, quello che è sempre in chiesa a pregare (o meglio a fare finta). Prende questo nome per il tipico modo di stare in chiesa accucciato sul banco quasi a baciarlo basual sciocco bavisela vento leggero bechèr macellaio befèl ordine, comando (soprattutto in segno di ammonimento tipo romanzina) biava avena (oggi si usa dire far biava o darse biava per esprimere "fare a botte") bibiez / bibiezo lavoro lungo e complicato e magari anche un poco rognoso bic' un pochetto, un goccio bieco pezzetta, anche i grandi soldi di carta birocio piccolo calesse blac bitume, catrame blec pezza, bieco per rattoppare bobici mais e in genere tutti i grani dei cereali brenta botte ma anche fortuna (te ga un cul come una brenta = hai il sedere come una botte) britola coltellino, temperino brivez barbiere borela boccia bubez apprendista, aiutante, garzone (quello che fa tutto al servizio di un superiore) budel oltre a budello, anche per camera d'aria spec.delle biciclette buganze geloni buiol pentolino per bollire buligar brontolio della pancia buriana burrasca buzarar imbrogliare C Cacabus scarto oppure argilla Cagafiasche dicesi di chi ha il sedere basso cagamiracoli dicesi di chi ama fare il prezioso cagarabia dicesi di persona che si arrabbia molto facilmente e/o è sempre con il broncio cagoia lumaca caìa tirchio, avaro caìcio tipo di barca molto piccola caiser "duro" (el xe duro come el caiser)oppure "senza valore" (no'l val un caiser) oppure anche quel panino rotondo che oggi chiamiamo "rosetta" o anche "bambino" ma usato come termine spregiativo calafatà operaio specializzato nel rivestimento interno dello scafo delle navi calighèr calzolaio (v. anche suster ) calìgo nebbia oppure per esprimere "difficoltà " (sul lavor iera calìgo ma gavemo rivà finir losteso) calumar abbassare calumo cima in eccesso camoma fune, usato per persona fiacca e lenta canapè divano caponera pollaio, dicesi anche di casa fatiscente carega sedia (termine che tutti conoscono ma pochissimi usano) chez (dar el chez) mandare via in malomodo, licenziare (el me ga da el chez = mi ha cacciato, mi ha buttato fuori) chibizar curiosare, sbirciare chifel panino lungo a forma di mezzaluna, cornetto chilarsela prendersela comoda tanto da tirare su il chilo (di peso) ciapar prendere, deriva dal cappio cicara/cichera tazzina cicheto bicchierino di qualcosa di alcolico (un cicheto de bira) cioder raccogliere da terra ciompo che funziona male, anche per persona goffa cistar rubare cisto senza soldi clabuc cappello clanfa ferro di cavallo dicesi anche di "scarpa o piede o impronta molto grande"a volte usato genericamente anche per denominare gli arnesi da scasso come il piede di porco clanfer bandaio clanz stradina di campagna clinz / klinz pene, no te capissi un klinz = non capisci nulla, no'l fa un klinz = non fa niente clonzi scarpacce grosse e rozze cluca maniglia cocal gabbiano cocòn quel modo di raccogliere i capelli che usano fare le donne (=chignòn o crocchio) cogolo sasso cogoma casalingo per fare il caffè, caffettiera coionar / cojonar fare fesso, prendere in giro colo grosso persona importante colomba cervello (espressione tipica "scavezado in colomba = con il cervello fuso) coltrine tende comato il collare per i cavalli e i somari (essendo quel collare duro, si usa dire, quando una cosa è dura o quando uno è ubriaco, che "el xe duro comen un comato") , il termine viene usato anche per indicare il collo del cappotto combinè sottoveste per signore comio gomito (ciaparsela in comio = prendere una cantonata) compjuter (neologismo) computer conzado sistemato oppure condito conzà r sistemare oppure condire (conzà r per le feste = picchiare qualcuno di santa ragione) conzalastre vetraio ma famoso una volta era quel conzalastre che veniva anche chiamato l'impiza-distuda-ferai che con un lungo bastone accendeva di sera i fanali (gli antichi lampioni dell'illuminazione pubblica) e di mattina li spegneva, dovendo prima aprire la porticina di vetro del fanale e dopo richiuderla, il tutto sempre con questo bastone lungo. Famosa la canzone del conzalastre le cui strofe recitano: el conzalastre, caldiere farsore, impiza e distuda ferai (veloce) el conzalastre, caldiere caldiere farsore, impiza e distuda, impiza e distuda ferai (lento) copìn collottola (la parte dietro del collo o del colletto, dove la gatta prende con la bocca i gattini e dove gli esseri umani prendono l'ospite indesiderato prima di sbatterlo fuori a calci in c**o copo tegola corame cuoio crachi garrette, arti (gambe e braccia); famose le frasi: distirar i crachi = andare a dormire e tirar i crachi = morire cragna sporco nero crazola era quello che in italiano si chiamava raganella, ovvero un attrezzo per fare rumore, un attrezzo di legno con un manico che terminava in una specie di ingranaggio e un listello che batteva sui denti de quest'ultimo come lo si faceva girare. Poi, un po' pervia del tipico rumore e un po' pervia dell'incertezza che girava attorno al suo funzionamento, il termine è passato ad indicare le automobili scassate crepi piatti criel scolapasta crodiga pelle del maiale usata per fare la minestra (buccia di maiale), si dice crodiga di persona poco onesta crozole sandali di legno, oggi si usa definire crozole un paio di scarpe rudi, grosse, pesanti, tozze, vistose cruco tedesco cruziar tormentare qualcuno oppure preoccupare (no farme cruziar = non farmi preoccupare) cruziarse preoccuparsi (cruziarse l'anima = preoccuparsi tanto) cucà r guardare, sbirciare cucer autista (v.anche sofer o safer) cucherle lo spioncino della porta cucuruz granoturco cudic' diavolo cùguluf / cugluf tipo di panettone con un buco in mezzo D Daur c**o Dindio tacchino Disfrizer friggere Dismisiarse svegliarsi dispicar staccare dremch / trench l'impermeabile (vestito) dura v. bala E erbeta / arbeta barbabietola F Falisca scintilla Farsora padella (quella per far da mangiare, non quella ospedaliera!!!) Feral fanale, lanterna Fiapo floscio Fiepa seme della zucca e del melone oppure anche la patata (non il tubero però … !!!) Filovia filobus Flaida vestaglia, usato anche per dire di un vestito lungo e malconcio fliche / flichete soldi / soldini, lirette flit insetticida (DDT) flozca schiaffo o sculacciata fogolér focolaio, dove nelle case di una volta si bruciva la legna per cucinare e per riscaldare formentòn mais, una volta si usavano le foglie del mais per fare i bigodini fraier uomo libero, uomo che non ha nulla da fare, benestante (sicuramente dal tedesco “frei Herr”) freschìn puzza di pesce marcio fritolin rosticceria di soli prodotti ittici , ristorazione di pesce fritto frize rimasugli di frittura del lardo fulminanti fiammiferi G Ganasse guance gardèl cardellino gargato gargarozzo, gola giribìz capriccio globìn / glubìn lucido per scarpe gloriet gazebo gnampolo sempliciotto, scemottoo (in senso benevolo ed affetuoso usato per i bambini) in pratica uno scemo che dorme in piedi gòlas spezzatino di carne, stufato di carne gorna grondaia grembano sasso ma anche persona goffa, pl. grembani strada dissestata (son 'nda con l'auto pei grembani) grìes semolino gringola eleganza grua gru (el) gua arrotino guato "ghiozzo", tipo di pesce I Imbombì intriso, zuppo Imborezà eccitato, arrapato Imbugnido otturato (el lavandin imbugnido = il lavello otturato) Incandì dalle reazioni torbide per il freddo o altro Incicararse ubriacarsi Indindià dicesi dell'uovo di tacchino fecondato Indivia verdura come la cicoria Indormio sonnifero, anestesia infinocià / infenocià persona che è stata convinta in qualche imbroglio, come dir inzinganà infinociar / infenociar gabbare ingalà propriamente dicesi dell'uovo di gallina fecondato ma usato anche per indicare una persona galvanizzata da qualche evento o semplicemente canterina da effetto etilico instalador idraulico intardighirse fare tardi inzinganà persona che è stata raggirata inzinganar tentare di raggirare qualcuno inzumbà bagnato, inzuppato, v. imbombì solo riferito a cose piuttosto che a persone J jazado / jazà ghiacciato jazar ghiacciare, iera tanto fredo che se ga jazà un muss = modo di dire per esprimere un freddo glaciale, è infatti nota la resistenza al freddo del somaro. Jazo ghiaccio L Lais pidocchio Lavandera lavandaia (quella che faceva la "lissia" ossia il bucato) là varno / là verno alloro lecherle lecchino (dispregiativo come "leccaculo" o peggio ancora "can de lecherle") lepi le cispe degli occhi limpida grappa lissia bucato (v. sopra "lavandere") lofio che non serve a nulla o rotto, guasto o brutto o stupido, scemo loica tiritera, discorso lungo e noioso lola sbornia lole scemo longa organo sessuale maschile ludame letame ludro farabutto, furfante luganiga salsiccia (propabilmente da lucania, zona dove in antichità si producevano le migliori salsicce) M Macaco el macaco è un tipo di scimmia ma in triestino lo si usa per dire "scemo" (anche macacovez o macacovic' ) magagna fastidio, acciacco, te son pien de magagne malagrazia dispetto, cattiveria oppure "farghe la malagrazia" o "darghe una malagrazia" = fargli la fattura malandrin farabutto, furfante mamolo / mamola fidanzato / fidanzata mamulo ragazzotto mandriol maggiolino, famoso un ritornello popolare che recita sulle note dell'opera "Wien bleibt Wien": "molighe el fil che'l svoli, quel mandriol peloso ..." marangòn falegname marcantogno persona grande e grossa Marco Caco vecchissimo, fuori moda (anche Marco Sventola) Marmaia tanta gentaglia, gruppo di monelli Marogna scarto Matavilz "valerianella" una verietà della pianta della valeriana mela grosso mozzicone di sigaretta, sigaretta spenta ma fumada poco memele me**a mendaressa antico mestiere della rammendatrice, sarta specializzata meza lana un bicchiere con metà vino bianco e metà vino nero, usato anche un pò come a Roma si usa il termine coatto meza menola persona magra, mingherlina meza vigogna cosa di scarso valore o persona mediocre mignognole moìne mincionar prendere in giro mismas miscuglio, anche cocktail mistro mastro mistro de fero fabbro monighela il due di spade (che si differenzia dal "do de cope" che invece è quello che ti da una donna quando ti liquida e non si becca più el "do de spade") montura divisa morbin allegria, buon umore (fin che dura la gioventù, dura el morbin) mufo giù di corda musina salvadanaio mussato zanzara mussolo mollusco bivalve N nagana principalmente è la fiacca, la stanchezza (gaver nagana), ma si usa anche per indicare quel tipo di persone che i romani definiscono coatta nane persona sempliciotta, si dice anche Nane Buseca napa la cappa sopra il focolaio (oggi sopra il piano cottura), si usa dire che uno ha la napa quando ha un grosso naso nonzolo il servo del prete, sagrestano, chierichetto oppure per persona scema e che fa tutte le sciocchezze gli vengono dette di fare O Ocagine stupidità oieto radicchio di primo taglio, piccolo piccolo ombolo lombo orbitolo serpentello meglio conosciuto come "orbettino" orzar bastonare qualcuno, picchiare osmiza osteria di campagna osso rabioso tibia, così chiamato perchè causa una grossissima arrabiatura per il fastidioso ed intenso dolore che causa quando viene colpito, o malleolo, così definito in quanto rappresenta la parte del colpo che colpisce il sedere del malcapitato (di solito un bimbo) che ha causato una arrabbiatura al genitore. otavo tipico bichiere dove si serve il vino sfuso (da 1/8) P pagnerol passero paiola forfora palesar raccontare pampalugo sciocco, scemo pandolo anche se oggi viene usato quasi esclusivamente per indicare l'organo maschile, il "pandolo" in verità è un gioco fatto con due bastoni, un lungo e l'altro corto; al corto vengono fatte le punte da ambo le parti; per giocare si mette il bastone corto a terra e lo si colpisce con il bastone lungo per farlo saltare cosicché quando è in aria gli si da un colpo al volo. Vince chi lo lancia più lontano. pandùr quei mascheroni che venivano messi sopra le porte a simbolica difesa (in ungherese pandùr significa soldato) pantalena piccolo mollusco che si attacca sugli scogli, col guscio a forma di piattello, molto frequente sugli scogli dell'Istria papussa / papuza sost.: ciabatta, verbo: va via ! (imperativo) pardesus soprabito pareciar apparecchiare parecio servizio di piatti patacarse sporcarsi il vestito durante il pasto patacòn grossa moneta, grossa patacca senza valore, usato anche per indicare un qualcosa di brutto, inutile ed ingombrante allo stesso tempo pataf sberla patoc / potoc rigagnolo, fiumiciattolo, rio paver stoppino pec / pek panettiere perlina scaldaacqua per la cucina pesterna bambinaia, oggi si potrebbe usare per le baby sitter pesternar sbracciare un bimbo per farlo addormentere petès bibita alcolica ma scadente petessòn / petessèr uno che ama bere tanto alcol, ubriacone pezòto vestito scadente picapiere scalpellino ( v.servizio ) pimpinela coccinella, dicesi anche di persona insulsa, scema pio-pio / pipiu paura, fifa piria imbuto, dicesi anche dell'ubriacone (el xe una piria = è un ubriacone) pirola pillola, pastiglia pirulik piccolo tappo, tipo quello per la camera d'aria della bicicletta pirulichi lanuggine, filamenti di polvere pisdrul / pizdrul termine afettuoso per dire bambino piccolo, bambinello pissiol / piziol ceci pitèr vaso per fiori e piante pitima persona che si demoralizza facilmente o che rompe insistentemente le scatole pitocar chiedere l'elemosina pitoco spilorcio plafòn soffitto, tetto plis felpa ploc' pozzanghera o pozza di acqua e fango plucia polmone pluzer / plutzer / pfluzer borsa dell'acqua calda provianda provvista, scorta puina ricotta pulto pulpito o scrivania Q Quartier appartamento R rafa sporco, sporcizia rampigamuri bibita composta per metà da grappa e per l'altra metà da vino bianco ranfà r / rafar rubare ranglò / ronglò tipo di susina, prugna raspà r levigare ma anche rubare ratapalz randello remenar prendere in giro remenela dicesi di persona che si diverte a prendere in giro remitur gran fracasso o stanza in gran disordine, riva dal francese "demi tur" che era un comando dato ai soldati i quali per eseguirlo con tutto il loro armamentario provocavano un gran fracasso. renga arringa ribaltavapori linguella, tipo di pesce molto piccolo rochel rochetto del filo da cucito rochete fuochi d'artificio rodoleto tipo di tramezzino con una o due fette di prosciutto rodoleto de limpida grappa servita nel tipico bicchierino piccolo e rotondo rosignol usignolo ruc' spinta rucà r spingere rucsac / rusac / russac zaino S Saiba rondella di ferro col buco che si usa per mettere sotto la vita prima di stringerla col dado (un simpatico modo di dire è "el se ga meso la saiba al dito" cioè "si è messo la saiba al dito" per dire "si è sposato") sacheto giacca saliscendi ascensore sanza collina sariandola lucertola sbafada mangiata voracemente sbrindolo il pezzo di spago che avanza dal nodo, brandello sbriso trasandato sbrovà scottato, ustionato sbrodigar pastrocchiare, fare un intruglio sbrodighez intruglio, pastrocchio sbrufador annaffiatoio sbruma impasto di pane e teste di pesce che si butta in mare per attirare il pesce sburto sporto della finestra scafa lavabo della cucina, acquaio, si usa dire che uno ha una "scafa" quando ha una bocca molto larga, molto grande scagòt cacarella scavezzà storto, rotto schinco stinco s'cinca bilia, per ragioni poco chiare anche ebbrezza una s'cinca e un botòn = come dire poco nulla do s'cinche e un botòn = un pugno di mosche s'ciipauca molletta, fermacarte scroc serratura scufia berretto, cuffia scuria frusta sghiribiz / schiribiz scarabocchio ma anche idea selegato passerotto sèleno sedano sèsola quel cucchiaio ampio che serve per estrarre dai sacchi i piselli, i fagioli, ecc. sfoio giornale sgarar sbagliare sgnanfo persona che parla con voce nasale siba stecchetto di lagno, rametto, bacchetta, oggi, nel parlare comune, si usa dire "tirar una siba" per indicare un tiro oun colpo molto forte sifon acqua frizzante, selz sina rotaia sinter accalappiacani (famoso il pezzo della canzone "Teresute" che recita: "jera el sinter de Gropada") sisola giuggiola slaif freno o anche roba di poco valore o anche donna di facili costumi slavazòn acquazzone slepa oltre che sberla e grossa fetta, significa anche spighetta sligoviz acquavite di prugne slonz quantità indefinita di una bibita sluc sorso smir grasso smonarse annoiarsi sofèr / safèr autista (v.anche cucer) sopressar stirare sortir andare fuori, uscire spacher / sparcher cucina economica, anticamente focolaio spagnoleto sigaretta spetime-un-poco zolfanelli spoianegà disperato spriz vino ed acqua frizzante squasi quasi stagnaco secchio stagno (aggettivo) dicesi di cosa a tenuta stagna staufer ferro per il caminetto stifel quel grande bicchiere per la birra a forma di stivale stifelpuzer lustrascarpe strafanic aggeggio, soprammobile, attrezzo inutile e malconcio, deriva da "extra fanicula" cioè ex voto che si appendeva fuori dai templi, scritti su stoffa che con le intemperie si logoravano inevitabilmente stramazo materasso strambizar fare o dire stramberie straco stanco stramazo materasso strauss persona ridicola e vestita male, persona balorda strazacavei il frutto della lappola, che prende questo nome in quanto piccolo ed acuminato si incastra facilmente tra i capelli dei bambini intenti a giocare nelle campagne o nei prati strofal persona maleducata stropacui un tipo di bacche rosse selvatiche stropolo tappo, si dice stropolo anche ad un bambino piccolo o ad un animaletto stropòn grosso tappo strucar spremere, strizzare strussiar lavorare duro stufadiz persona che si scoccia facilmente,persona noiosa stupini bigodini fatti con le foglie del mais subioto fischietto ma anche tipo di pasta corta suf / zuf miscuglio di latte e farina, si usa dire "te ga fato tuto un suf" per esprimere "hai fatto un gran caos" suro sughero suster calzolaio v. anche caligher T Tabà ro cappotto, far tabaro: avere un aspetto malaticcio taiar tabari: sparlare picatabari: appendiabiti tacomaco persona attaccaticcia e noiosa oppure adesivo o cerotto oppure grosso stemma (tipo i tacomachi che hanno i generali sulla divisa) talpòn pioppo, dicesi di persona senza grazia e senza delicatezza alcuna tamìso setaccio tampagno dado per vite tarlis / tarliss stoffa di jeans, (braghe de tarlis = pantaloni jeans) tazà il pesto, genericamenta anche l'aggettivo tagliuzzato tazadora impasto di prezzemolo, aglio e lardo, anche dentiera tazar fare a pezzettini, tazar l'anima: attività squisitamente muliebre che di solito comincia subito dopo il matrimonio (e certe volte anche un poco prima) e poi va avanti, avanti, avanti... telér intelaiatura di porte e finestre tira-mola noioso adirivieni chewing-gum traversa, grembiule tocio sugo togna / tonia lenza per pescare a mano tontonar dire e ridire sempre la stessa cosa torziolo / torziolòn persona che va sempre in giro tranvai tram trench / drench l'impermeabile (vestito) tresso traverso, pezzo di legno messo di "traverso" per tenere più rigidi e deritti altri due pezzi paralleli ossia el treso è quel pezzo orrizzontale tra le gambe della sedia dove di solito se usa appoggiare il piede, è famoso il modo di dire "me xe 'ndà per treso" quando il cibo va di traverso tripa In piatto: trippa.Dopo: stomaco e sottostomaco di uomo di mezza età trombini stivali in gomma per la pioggia troso sentiero di campagna tubili persona stupidina e un pò vanesia tululù scemo tumbano scemo, ignorante tuss inchiosto di china U Ùa uva Ugnolo singolo V Verùl letteralmente porcello ma si usa soprattutto per persona stupida, è il diminutivo di viru o vèru che in ladino significa porco vaneza / vanesa aiuola o pezzo di terra lavorata, maneggio venderigola venditrice di frutta e verdura visavì di fronte viz battuta di spirito voliga rete a sacco per prendere i pesci o i totani torna all'inizio Z Zacagnà rovinato, strapazzato Zampìn mancino, persona mancina zavai grande confusione (da questo termine nasce il vocabolo zavaion per zabaione) zentinere centinaia zibiba uvapassa zigala cicala zigalòn che grida sempre oppure i colori zigalòni sono i colori forti e di poco gusto che attirano l'attenzione zima cima (z dura, di zurlo) zima freddo (z dolce di zio) zimise cimice zinzolar dondolare, ciondolare zoco pezzo di legno (famoso il detto "duro come un zoco" per indicare una cosa molto dura) zufolà / zufolado spettinato zurlo è l'antico nome della trottola e si dice anche di persona scemotta Cita
Stefano79 Inviato 5 Giugno 2005 Segnala Inviato 5 Giugno 2005 Orca cio, altro che qualche giorno de ricerca..... Cita
iaga Inviato 5 Giugno 2005 Segnala Inviato 5 Giugno 2005 Orca.. te podevi scriver un post più lungo?!?! :D Cita
tommy781 Inviato 5 Giugno 2005 Segnala Inviato 5 Giugno 2005 lo slongherò man a man che troverò altra roba, in sti giorni go un pel de robe da far Cita
tommy781 Inviato 5 Giugno 2005 Segnala Inviato 5 Giugno 2005 già che me stimolè ve meto anche sto breve corso de triestin BREVE CORSO DE TRIESTIN PER FORESTI (breve corso di triestino per stranieri) Questo testo nasce a seguito della richiesta di una gentile studentessa italiana in Germania (tale Carla) di aiutarla a formulare un qualcosa che potesse essere d'aiuto al suo professore che stava per trasferirsi a Trieste. Ho cercato di fornirle qualcosa che aiutasse il suo professore a districarsi nei meandri del dialetto che i suoi nuovi studenti avrebbero utilizzato. Il testo potrebbe quindi essere d'aiuto a chiunque si dovesse trovare in una situazione simile, ricordando a tutti loro che anche dove si può pensare di trovarsi difronte ad una volgarità , in veriltà ci si imbatte semplicemente nella colorita, schietta e genuina realtà cittadina. Egregio Professore, a Lei che si accinge a raggiungere la nostra città per sostenere l'arduo impegno di acculturare gli studenti dello storico Ateneo, ci permettiamo di fornirLe questa breve ma utile Guida del Dialetto Triestino (sempre meio che no saver ne ai ne bai) premettendo anche che a Trieste è già noto il gran casino che sono le equazioni differenziali alle derivate parziali. Sappia fin da subito che i giovani triestini sono tutti muli e mule, storico sostantivo del quale vanno fieri, mentre non si offenda se qualcuno la appellerà come "mato" le persone comuni infatti, altro non sono che el mato e la baba; non si stupisca quindi se sentirà dire domandighe a quel mato che ora che xe oppure quela baba no xe bona de far de magnar Queste sono solo gocce di stupore nel mare della pazzia comica che avvolge la città di Trieste ma possono essere un buon punto di partenza. Scoprirà che qui da noi non esistono vocali finali nei verbi ed in nessuna parola troverà la GL e le consonanti doppie: la maglia diventerà maia, l'aglio aio; caramella sarà caramela, coccodrillo sarà cocodril e così sentirà le bizzarre coniugazioni dei verbi magnar, bever, andar, tornar e vignir Eh si, i primi due sono proprio i verbi più importanti per i triestini, magnar e bever: assaggerà la jota, tipica minestra triestina fata coi capuzi el presniz e la gubana, due dolci squisiti e soprattutto la beverà un bon bicèr vin, magari un quarto de terà n o de refosco stando 'tento a no ciapar la bala. Ma l'importante sarà conquistare gli studenti con la sua padronanza del dialetto, da sfoggiare soprattutto nei momenti di difficoltà : te son un muss! (per lo studente somaro) sentite o camina fora de la porta! (siediti o vai fuori dalla porta, esci!) ste ziti! (state zitti!) mi raccomando la zeta bella dura come quella di cozza ocio che interogo (attenti che interrogo) no sté far casìn (non fate baccano) va de balìn fora de la porta (fuori!) …che credo possano bastare per un principiante del dialetto. Qui scoprirà la BORA, vento impetuoso che spazza la città con raffiche oltre i 100 Km/h ma per difendersi basta star ben piantai coi pie e taparse come se devi (star ben piantati con i piedi e vestirsi bene). L'importante che lei qui no la vegni cassòn e la torni baul e soprattutto no la se lassi inzinganà r, se c'è qualche complicazione no la stia missiarla, perché più se la missia e più la spuza… Qualche altro buon motto, in un'adeguata circostanza potrà essere speta muss che l'erba cressi con tuto quel che mama spendi per farte studiar te son più mona de la mona de la mussa per un pel de mona de farfala 'sto libro no val un boro perché no te studi inveze de butarte al porco? se fa le nespole, te se farà anche ti scolta cocolo, ciapa qua i mii spagnoleti e va fumar in cesso inveze de romper i bisi in classe … e gli studenti che l'ameranno di meno, non le risparmieranno nulla, dal classico e famoso va in mona! (al quale tutto sommato non fa mai male per risposta un "magari!"), ai meno noti agli stranieri remengo tuo! va remengo! va in malora ti e chi te ga ciapà in traversa! che te vignissi un terno a loto! tu santola in cariola! tu mare grega! …ok ok, no la stia vardarme de traverso, si consoli che qui, nella gioia o nel dolore, il motto è CHE LA VADI BEN O CHE LA VADI MAL SEMPRE ALEGRI E MAI PASSION VIVA LA E PO BON …e 'desso che la xe pronto, la cioghi la carega e la se senti, metemo su la cògoma e femo un bon café e magari seremo anche la porta che no giri l'aria… BUON LAVORO !!! Cita
Stefano79 Inviato 6 Giugno 2005 Segnala Inviato 6 Giugno 2005 Eh, volesi sai saver el commento del professor dopo che el ga letto sta lettera... Cita
SandroWeb Inviato 6 Giugno 2005 Segnala Inviato 6 Giugno 2005 Gran lavoro tommy, bravo Cmq avanzo un piccolo appunto da admin rompi-pelotas quale sono (OT) Attenzione a non creare post troppo lunghi: il mio consiglio spassionato è quello di dividere una discussione chilometrica in un paio di messaggi diversi, il tutto risulterà maggiormente leggibile. Ricordiamoci sempre che una discussione, per interessante che sia (e quella di tommy lo è, e molto) più lunga è, più innervosisce l'utente medio che è abituato a leggere solo un paio di righe Il risultato che ne deriva è che una persona aggrada di più leggersi 10 messaggi di tre righe ciascuno che uno di 30 righe. Non chiedetemi il perchè, ma è una cosa dimostrata nei forum di discussione Ringrazio per l'attenzione dedicatami, porgo distinti saluti (e finisco di rompere le pelotas ) (/OT) Cita
trert Inviato 6 Giugno 2005 Segnala Inviato 6 Giugno 2005 in feffetti xe pensantin leggerse tutto.. cmq bel lavoro! Cita
tommy781 Inviato 6 Giugno 2005 Segnala Inviato 6 Giugno 2005 miro a becarve sula stancheza me impegnerò a smembrar i prosimi "lavori" Cita
cenerentola82 Inviato 8 Giugno 2005 Segnala Inviato 8 Giugno 2005 Dante Alighieri iera de Firenze e 'l parlava fiorentin ma, durante l'esilio iera stà un bon toco ospite dei Signori de Duin, e là el gaveva 'vù ocasion de imparar el triestin; e lo gaveva imparà tanto ben,ch'el se gaveva fina messo a scriver poisia in Triestin: che difati in Triestin, po, el ga scrito la Divina Comedia. Divina Comedia - Inferno In mezo del viagio dela vita me go trovà int'una boscaia nera parchè gavevo perso la via drita. Dura xe dirve cossa che no iera 'sto salvadigo bosco grembanoso, che co ghe penso ancora cambio ziera. Murir ga de esser poco più penoso. Ma par contar del ben che go trovà dirò del resto che ghe xe la zoso. No so ben come che son rivà , par via che iero tanto insonolido co go la bona strada abandonà . Ma po, dessoto un montisel finido, andò che terminava quela vale che tanto me gaveva el cuor stremido, go visto in alto tute le sue spale vistide coi ragi del pianeto che driti ne fa 'ndar per uni cale. Alora se ga fato un poco chieto el tremacor che, tuta quela note passada mal, gavevo avudo in peto. E come un che de crude e de cote ga visto in mar, e afanà el vien a riva e 'l varda l'aqua dopo tante lote; mi, che filavo ancora via de brivia, me son voltà vardar verso quel troso che no ga mai lassado anima viva. .... el resto lo trovè sula version dela Divina Comedia curada de Nereo Zeper in libreria. Cita
Tirabaralla Inviato 8 Giugno 2005 Segnala Inviato 8 Giugno 2005 EhmEhm... Quella somma opera gliè scritta in fiorentino, un ci sbagliamo Cita
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