SandroWeb Posted September 3, 2009 Report Posted September 3, 2009 Da "Il Piccolo": Bandelli sbatte la porta, in giunta Sbriglia Al nuovo assessore la Vigilanza urbana, Dipiazza si prende i Lavori pubblici di MATTEO UNTERWEGER Franco Bandelli non è più un assessore della giunta guidata da Roberto Dipiazza. Nell’esecutivo del Comune entra Enrico Sbriglia, con deleghe diverse rispetto all’uomo che va a rilevare: si occuperà di Vigilanza urbana. Per un uomo di An che esce, un altro aennino fa dunque il suo ingresso laddove, in Municipio, il Pdl non è ancora una realtà. Non una new entry, ma un ritorno: nel primo mandato dell’attuale sindaco, Sbriglia era stato titolare prima dell’assessorato a vigilanza e sicurezza, poi - nell’ambito di un consistente rimpasto - si era ritrovato dirottato sul capitolo Risorse economiche, con le sue competenze girate all’altro collega di partito Fulvio Sluga. IL DIVORZIO Dipiazza aveva convocato il suo ormai ex delfino alle 12 di ieri nel suo ufficio. Bandelli vi è salito poco dopo l’orario fissato, con una lettera in mano. Le sue dimissioni. Le ha consegnate al sindaco, in un clima che definire gelido è quasi un eufemismo: sono bastati cinque minuti per chiudere la pratica. L’ultima offerta, la delega agli Affari generali al posto del binomio Lavori pubblici-Grandi eventi, è andata a sbattere contro un rifiuto secco, come aveva lasciato intendere il diretto interessato il giorno prima attraverso l’altra missiva, consegnata al Piccolo: «Non avrei esitato un attimo ad accettare altre deleghe nel nome dell’ottimizzazione del lavoro della giunta. Farlo per un diktat (quello di Roberto Menia, che aveva chiesto di cambiargli le deleghe, ndr) è inaccettabile». Il suo pensiero, 24 ore dopo, non è cambiato di una virgola. Il no è stato categorico, l’addio a quel punto inevitabile. Bandelli non ha voluto rilasciare dichiarazioni al termine del faccia a faccia. Silenzio assoluto. Dipiazza si è limitato a confermare nel pomeriggio: «Franco mi ha portato le sue dimissioni. Risolto tutto in cinque minuti? Di più non si poteva». Una volta brindavano assieme per festeggiare vittorie elettorali (come quella alle comunali del 2006), tagliavano nastri inaugurando piazze e strade, uno (Dipiazza) chiamava l’altro (Bandelli) «cucciolo». D’ora in avanti, probabilmente, non si saluteranno nemmeno più, se è vero che il faccia a faccia di ieri si è concluso senza nemmeno una stretta di mano. LA LETTERA «Io oggi prendo una lezione umana e non certo politica, che mi dà modo però di rimanere uomo libero - si legge nella lettera di dimissioni -. Eraclito, un filosofo greco, in uno dei suoi frammenti più celebri scrive che "la guerra è padre di tutte le cose, di tutte le cose re. Gli uni disvela dei, altri uomini, alcuni schiavi, altri liberi". Oggi questa piccola "guerra politica" ha rivelato la natura di molti di noi. E con orgoglio rivendico di poter stare ancora fra gli uomini liberi e non fra i "soldatini" nelle mani di veri o presunti generali. Ciò detto - è la conclusione del testo -, lascio libero il mio posto nella tua giunta, certo che Menia troverà il "soldatino" di turno con cui poi tu mi sostituirai». GLI ATTACCHI Nella lettera, Bandelli si scaglia senza mezzi termini contro Dipiazza e Menia. Al sindaco non le manda a dire. «Ai cittadini - scrive - hai dato messaggi che tradiscono un modo di pensare che, a parole, hai sempre osteggiato: che le donne e gli uomini che gestiscono la cosa pubblica non verranno scelti sulla base di meriti o demeriti, ma solo sulla base dell’"irritazione" o della "simpatia" che saranno capaci di suscitare nei potenti di turno». E sul sottosegretario all’Ambiente: «Che nessuno pensi di addossare le colpe di questo disastro che cancella otto anni e mezzo di lavoro nel centrodestra a Trieste ad altri se non a chi ha dato il via alla sua personale guerra contro di me, Roberto Menia». LO SCENARIO Poco più di due ore dopo, una volta certa l’uscita di scena di Bandelli, la conferma del nome del nuovo assessore: Enrico Sbriglia, il direttore del carcere, nominato con delega alla Vigilanza urbana (fino ad oggi appartenente al sindaco). Il "rimpastino" si completa con i Lavori pubblici che Dipiazza fa propri, abbinandoli così all’urbanistica per il paventato super assessorato, e con il capitolo Grandi eventi che verrà soppresso, mentre chiaramente il vicesindaco Paris Lippi mantiene la delega agli Affari generali. Formalmente tutto sarà completato «in questi giorni», chiarisce direttamente Dipiazza, una volta illustrato il nuovo assetto. Di cui si parlerà anche oggi, nella riunione di giunta prevista per le 12.30. Voci molto vicine all’area aennina confermano che in corsa per diventare assessore ci sarebbe stato anche Bruno Sulli, per una sorta di premio alla sua lunga militanza politica nel partito. Tuttavia, lo stesso Sulli, schierandosi apertamente a favore di Bandelli, avrebbe compromesso le sue possibilità. IN CONSIGLIO Già, Sulli, uno dei cosiddetti Bandelli boys assieme a Salvatore Porro (Dc-Autonomie), Andrea Pellarini (An) e Claudio Frömmel (Forza Italia). In virtù di quanto accaduto, i quattro, in nome di intenzioni più o meno annunciate nei giorni scorsi, sono pronti allo strappo, a far traballare quella maggioranza in Consiglio comunale che da un solido rapporto di 25 su 41 potrebbe ritrovarsi - in caso di voto contrario, a iniziare da quello sul Piano regolatore - d’improvviso sul giro d’aria, a 21. Il che, di fatto, la rende ostaggio della Lega Nord, pronta ora a rivendicare un peso che il ribaltone ha moltiplicato esponenzialmente. Una forza data da quei due consiglieri acquisiti a mandato in corso: Maurizio Ferrara e Giuseppe Portale, il primo uscito dalla Lista Dipiazza, il secondo da Forza Italia. «Posso dire che come Lega Nord prevarrà il buon senso, non daremo alcun contributo per far cadere la giunta», assicura Ferrara, che poi però mette tutti sull’avviso: «Abbiamo l’obiettivo di convincere i componenti della maggioranza a sostenere le nostre richieste sul tema della sicurezza dei cittadini. Se ciò non avverrà, i voti saranno solo una conseguenza politica». A buon intenditor... e Menia: «Mi spiace che Franco lasci» Il sottosegretario: false le voci su una mia candidatura a sindaco «Mi spiace che Franco Bandelli abbia deciso di lasciare la giunta comunale. Di lui, basta rileggere quanto dichiarai un mese fa, avevo parlato come risorsa e le questioni che avevo sollevato erano di opportunità politica, non di onestà personale. Un banale scambio di deleghe sta nella routine della vita politica, basta saper vivere». È il messaggio che il sottosegretario all’Ambiente, Roberto Menia, invia all’assessore dimissionario. Dal recente passato al presente e prossimo futuro: «Un augurio di buon lavoro al nuovo assessore Enrico Sbriglia, uomo delle istituzioni e di spiccato senso civico», aggiunge Menia. Nell’occasione, c’è spazio anche per una puntualizzazione: «Sono destituite di ogni fondamento le voci che mi vorrebbero aspirante sindaco - conclude il vicecoordinatore regionale del Pdl -. Non sono candidato né mi sogno di candidarmi a sindaco di Trieste». Il neoassessore Enrico Sbriglia, direttore del Coroneo, riparte forte di una «fiducia che spero di poter contraccambiare con fatti concreti di politica amministrativa e per la quale ringrazio il sindaco Dipiazza, il Pdl e il sottosegretario Menia». «In questi anni - prosegue Sbriglia - il nostro sindaco ha mostrato come la concretezza sia la strada da seguire, ancor più se accompagnata da un progetto politico. Trieste è la mia città di adozione, verso cui credo di avere degli obblighi morali. Vigilanza e sicurezza? Non significano sguainare sciabole o far tintinnare manette, bensì vogliono dire essere ragionevoli, evitare inutili estetismi muscolosi e soprattutto avere fiducia nelle istituzioni deputate a garantirle». La Lega Nord già rivendica una particolare attenzione dei colleghi della maggioranza al tema della sicurezza, un implicito auspicio alla convergenza anche su ronde e pistole ai vigili. «Su questi temi - sono le parole di Sbriglia - la mia posizione è quella rappresentata dal sindaco Dipiazza (che ritiene non necessarie le ronde e non prioritario armare i vigili, ndr). Credo che Trieste possa contare sulle sue forze dell’ordine piuttosto che cercare complemento a un’attività già assicurata in modo tranquillo ed efficace, pur apprezzando la presenza del mondo del volontariato. In ogni caso, sulle varie questioni, va trovata la condivisione in sede consiliare: porto la mia esperienza in quel contesto, non la impongo». (m.u.) e infine MENTRE I "BANDELLIANI" ORGANIZZANO RACCOLTE DI FIRME E UN’ASSEMBLEACamber: ma i danni li pagherà la città E il Pd sferza: dov’è finito il primo cittadino indipendente dai partiti? Si sono spesi per lui a parole, ora continueranno con i fatti. Per appoggiare ancora il "loro" (ormai ex) assessore. I Bandelli boys si spargeranno per le strade del centro, a partire già da oggi stesso: Capo di piazza, piazza della Borsa, via Muratti, all’esterno dei bagni Ausonia e Lanterna, a Barcola, lungo le Rive e anche in via San Lazzaro. Allestiranno «dei banchetti per la raccolta di firme per manifestare solidarietà a Franco Bandelli», spiega Salvatore Porro (Dc-Autonomie), uno dei componenti del quartetto. Contestualmente, i bandelliani distribuiranno dei volantini nei quali si annuncia per martedì 15 settembre, alle 18 alla sala Saturnia della Stazione marittima, l’organizzazione di un’assemblea pubblica durante la quale Franco Bandelli, Claudio Frömmel, Andrea Pellarini, Salvatore Porro e Bruno Sulli incontreranno «i cittadini - recitano le fotocopie predisposte dal gruppo - per raccontare la loro verità sulla giunta comunale». Intanto, se il vicesindaco Paris Lippi preferisce «non dire nulla» sull’uscita di scena di Bandelli, con cui nello scorso gennaio aveva avuto un violento scontro pubblico, il consigliere regionale e vicecoordinatore provinciale del Pdl Piero Tononi osserva: «In politica le giunte subiscono rimpasti. Nessuno aveva chiesto la testa di Bandelli. Se qualcuno pensava troppo in grande e ha preferito andarsene, si tratta di scelte personali». «Le azioni si commentano da sole», sono le uniche parole che l’assessore regionale Alessia Rosolen, legata a Bandelli anche nella vita privata, si lascia scappare. Mentre il capogruppo forzista in Consiglio comunale, Piero Camber, definisce la separazione interna ad An fra Menia e Bandelli come «giudiziale e non consensuale», i cui «danni conseguenti ora li pagherà la città. Gli anni di gestione Dipiazza vengono così offuscati, forse qualcuno avrebbe dovuto approfittare di più del ruolo di giudice ricoperto dal sindaco». E quel qualcuno, pare di capire, sarebbe proprio Bandelli e il richiamo di Camber si aggancia alla sua mancata accettazione delle mediazioni proposte dal primo cittadino. Reazioni immediate al rimpasto anche dal centrosinistra. «Se Bandelli meritava di uscire dopo la sua reazione con i vigili urbani - è il pensiero del segretario provinciale del Pd, Roberto Cosolini - fa specie che chi allora lo difese valutandone bene l’operato, ovvero il sindaco, oggi lo abbia portato alle dimissioni in quanto "reo" di aver definito "generali stanchi" i dirigenti di An al momento della confluenza nel Pdl». «Dopo affermazioni di indipendenza dai partiti - prosegue Cosolini - e di fastidio per le logiche della "politica", il sindaco invece conferma nei fatti quanto già anticipato alcuni giorni fa: siamo soldati, anzi soldatini e se arriva un ordine...». Il capogruppo del Pd in Municipio, Fabio Omero, sottolinea «un’altra questione» nella quale Bandelli si è trovato «coinvolto suo malgrado ed è il confronto-scontro tra due cavalli di razza dentro An. Uno appunto il sottosegretario Menia e l’altro l’assessore regionale Rosolen. Bandelli infatti paga la scelta di Alessia Rosolen di garantirsi la propria autonomia politica non rinunciando alla carica di consigliere regionale a favore di Paris Lippi». Un attacco a Dipiazza giunge poi da un altro dei democratici, Marco Toncelli: «Dov’è finito quel Dipiazza che si vantava di essere indipendente dai partiti, se accetta un diktat che sembra nasca più da sensibilità e motivi personali che non da reali esigenze amministrative?». «Lo scenario si sta chiarendo» secondo il vicesegretario provinciale del Pd, Alessandro Carmi, che specifica: «La maggioranza numerica in Comune rischia di diventare sempre più traballante. Si profila nei prossimi consigli comunali l’incubo del governo Prodi, che ogni volta doveva andare in Senato alla ricerca della sua maggioranza». (m.u.) Quote
giuli Posted September 6, 2009 Report Posted September 6, 2009 Non mi è piaciuta per niente sta vicenda Quote
Stefano79 Posted September 6, 2009 Report Posted September 6, 2009 Bandelli sbatte la porta... [MOSC] Chi è che continua andar avanti e indrio :censura: con quela porta lì? [/MOSC] :rotfl: Scuseme, no go resistì Quote
SandroWeb Posted September 7, 2009 Author Report Posted September 7, 2009 Al limite "Sbatte la porta e la richiude urlando" Quote
dido76 Posted September 7, 2009 Report Posted September 7, 2009 sinceramente bandelli me piaseva co nol iera in politica...quando la sua attenzion iera incentrada alle belle e grandi manifestazioni che el ga contribuido a far per trieste...in politica el ga fatto varie cose che no me ga piaso x niente (vedi el toglier la magior parte de panchine in città) la vicenda la xè stada gestida in un modo molto grottesco...anunci sul giornal ancora prima che sapi i direti interesadi...anche se fosi stadi de sinistra, no xè un modo de gestir le cose....serietà ghe vol, altrimenti come te gestisi el resto? Quote
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