SandroWeb Posted January 19, 2021 Report Share Posted January 19, 2021 MARTEDÌ 19 GENNAIO 2021 - L'esordio contro Milano e il minuto speso contro la Reyer al Taliercio lo avevano visto protagonista delle prime uscite nel massimo campionato. Ma è stato il PalaRadi di Cremona, domenica contro la Vanoli, a regalare ad Andrea Arnaldo (intervistato da Lorenzo Gatto per Il Piccolo odierno) la gioia dei primi punti segnati in serie A. Due liberi trasformati con freddezza e una bomba nei secondi finali che hanno mostrato la personalità di un ragazzo sul quale l'Allianz ha puntato facendogli firmare un contratto che lo legherà a Trieste fino al 2025.Nato a Brindisi nel luglio del 2002, Arnaldo è cresciuto in Puglia nell'Aurora poi, nel 2017, è arrivato in biancorosso voluto dall'allora responsabile tecnico del settore giovanile Alessandro Nocera per difendere i colori delle formazioni under. Lo scorso anno le prime apparizione tra "i grandi" poi quest'anno, pur nel contesto di una crescita che sta avvenendo passo dopo passo, è entrato a far parte in pianta stabile della rosa della prima squadra.«Nell'estate del 2017 - ricorda Andrea ripercorrendo il percorso che lo ha portato a Trieste - ho ricevuto la telefonata da coach Nocera che mi invitava a un camp. Lavoro individuale al mattino, allenamenti di squadra al pomeriggio. Alla fine del camp ho ricevuto la proposta, ho fatto i bagagli e mi sono trasferito».Scelta non semplice per un ragazzo che doveva ancora compiere quindici anni. «In realtà - racconta - è stata più facile di quello che si può immaginare. Il primo posto in cui mi hanno portato una volta arrivato in città è stato l'Allianz Dome: io sono di Brindisi è un palazzetto così grande non lo avevo mai visto. È stato amore a prima vista e ho capito di essere arrivato nel posto giusto».In città ormai da quattro anni, Arnaldo si è inserito a pieno nella realtà triestina. «Sono dell'idea che fare una cosa che ti piace davvero in un posto in cui ti senti a casa sia una fortuna. Per me, ormai, Trieste è casa per cui sono riuscito ad ambientarmi bene e a superare le difficoltà legate alla lontananza dalla famiglia. In questo, devo dire, sono stato fortunato. Ho trovato compagni di squadra eccezionali che, sin dal primo giorno, mi hanno aiutato ad ambientarmi».Di Arnaldo parla Alessandro Guidi, responsabile regionale per le attività maschili e femminile del settore squadre nazionali. «Uno dei ragazzi di interesse nazionale che gravita a Trieste ormai da qualche anno. Ho avuto modo di conoscerlo anche nei centri tecnici regionali e di seguirlo per relazionare coach Bocchino e Capobianco. È un ragazzo sveglio, ha una bella faccia, deve ancora avere l'umiltà e la voglia di continuare a lavorare per crescere e stare in campo non soltanto nel finale ma spendendo minuti veri sul parquet». Un obiettivo che Andrea rincorre con una maturità certamente superiore a quella dei 19 anni ancora da compiere. «Sono dell'avviso che il talento stia nella capacità di assorbire gli insegnamenti che ti vengono dati nel più breve tempo possibile. Per questo ascolto molto e lavoro in silenzio senza pormi altro obiettivo se non quello di dare il mio massimo giorno dopo giorno. Voglio tornare a casa sapendo di aver fatto il massimo in ogni singolo allenamento».L'exploit di Cremona gli "costerà caro. I primi punti in serie A e il canestro dei cento punti lo costringeranno a portare le pizze per tutti. Un'altra occasione per fare festa tutti assieme nello spogliatoio. - Adesso tutti sanno di che pasta siamo fatti». L'orgoglio di Mario Ghiacci, presidente dell'Allianz Pallacanestro Trieste, è fotografato in una frase. Il suo pensiero sul momento biancorosso - quello a Cremona è stato il quarto successo consecutivo - è racchiuso in un numero. Trenta giorni. Un mese. «Dopo l'emergenza Covid, avevamo spiegato che ci sarebbe voluto tempo per riprendere la condizione e avremmo dovuto affrontare il resto della stagione un passo alla volta. La serenità e la fiducia non sono mai mancate. Dopo un mese di lavoro in palestra i risultati si vedono».Risultati che pongono l'Allianz tra le squadre più in forma della serie A. Le ultime due vittorie, peraltro, sono state ottenute in trasferta. E sempre lontano da casa in precedenza erano state sprecate un paio di occasioni. Ghiacci, l'Allianz di domenica scorsa non avrebbe perso a Pesaro o a Desio contro Cantù...«Può darsi ma stiamo ragionando con il senno di poi. Rispetto a quell'incontro, ad esempio, Cantù si è rinforzata ingaggiando Gaines. Non siamo cambiati solo noi».Il successo al PalaRadi ha ribadito la credibilità del collettivo triestino, stavolta addirittura in formato extralarge. Tutti e 12 i giocatori alternati sul parquet, punti anche per il giovane Arnaldo e l'impressione di un gruppo così omogeneo da mantenere la stessa intensità nonostante il turnover. «Il gruppo è molto unito, si capisce che hanno tutti voglia di giocare insieme, senza rivalità.Ci si diverte in campo ma se penso al lavoro svolto nel dopoCovid devo parlare di concentrazione e applicazione. La capacità di programmazione da parte dello staff tecnico ha permesso di raggiungere questa condizione».I PUNTI DI FORZA Dieci giocatori impiegati tra i 15 e i 24 minuti. La gestione del minutaggio è diventata ormai una prerogativa dell'Allianz. Nessu elemento costretto agli straordinari, nessuno tenuto ai margini delle rotazioni. Eugenio Dalmasson ha costruito una macchina dal timing preciso, tanto da annullare la distinzione tra primo e secondo quintetto. Un esempio: nelle ultime gare è partito nello starting five Teo Da Ros, autore di prove di grande qualità difensiva. Grazulis è uscito dalla panchina: 17 punti a Cremona, 20 la settimana prima a Casalecchio di Reno, con una media di realizzazione al minuto fantascientifica, ora che ha anche ritrovato la vena dai 6,75.La condivisione delle responsabiltà si vede anche a rimbalzo. A Cremona non c'è stato confronto. 45-32 per Trieste, con dieci uomini a spiccare palloni sotto i tabelloni. La sensazione di sentire la collaborazione da parte dei compagni di squadra tra l'altro dà sicurezza. Prendete Upson. Nove rimbalzi in 17 minuti sono tanta roba. L'alternanza tra i centri è un'altra delle chiavi del momento biancorosso. Delia e Upson hanno caratteristiche completamente diverse. E l'argentino (14 punti, 7 falli subiti, 8 carambole) si sta rivelando l'addizione perfetta.I MARGINI Come scrive Roberto Degrassi oggi, l'Allianz ha ancora margini di crescita? La risposta può essere ottimistica anche se il calendario delle prossime gare (Sassari in casa, Milano fuori, Brescia a Valmaura, Coppa Italia e poi trasferta a Brindisi) è oggettivamente pesante. Trieste dovrà superare anche quest'altra prova di maturità: dopo l'esaltazione di queste settimane mantenere la rotta e la convinzione anche se dovessero arrivare sconfitte. Il gruppo c'è e vale. Tra i singoli l'elemento con i maggiori margini sembra Myke Henry: ha fantasia e atletismo per dare quel pizzico di imprevedibilità. Può spaccare le difese, come ha dimostrato nella Supercoppa. Nelle ultime uscite è stato gestito con parsimonia dal coach che sta scoprendo l'imbarazzo dell'abbondanza: ha due ottime ali piccole - Henry e Alviti - e nessuno dei due merita di languire in panchina. Teoricamente l'azzurro potrebbe coesistere con l'Usa giocando da "4" tattico ma di questi tempi in ala forte Grazulis e Da Ros stanno fornendo un rendimento altissimo. Teoricamente Henry potrebbe giocare con Alviti spostandosi in guardia ma, sempre di questi tempi, Doyle a parte qualche mattana la mette e Cavaliero è di un'utilità irrinunciabile. E allora? Allora le due ali piccole devono spartirsi i 40 minuti del loro spot e uno buono deve inevitabilmente sedere a turno in panchina. Eh, averne sempre di questi problemi, vero coach? Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
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