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GIOVEDÌ 30 SETTEMBRE 2021

- La seconda vittoria di fila è ossigeno puro per la Triestina. Lo scrive oggi Guido Roberti su "Il Piccolo": eppure quel gol trovato in avvio contro la Pro Sesto, al quale non vi è stato seguito in termini di marcature, lascia spunti di riflessione al tecnico Bucchi, che a ragione, catechizza sui rischi che si corrono in questo genere di partite. «Non mi è piaciuta la gestione del vantaggio, anche perchè il gol è arrivato al 2'. Abbiamo preparato la partita per aggredirli, consapevoli del loro momento particolare visto che avevano appena cambiato allenatore, noi dovevamo partire forte e lo abbiamo fatto, ma poi ci siamo limitati a gestire e questo non è quello che piace a me». Il tecnico rincara la dose sil concetto. «Queste partite vanno chiuse, perchè magari un rimpalllo, una respinta o un episodio rimettono in discussione una partita che devi chiudere, punto». Al netto della opportuna sfumatura, la soddisfazione per il primo successo esterno c'è tutta. «Stiamo crescendo, anche se pure questa volta abbiamo dovuto rimescolare le carte adattando giocatori a nuovi ruoli, siamo corti. Dobbiamo essere bravi a gestire le partite ma non mi accontento, non volevo soffrire fino alla fine. L'ho detto ai ragazzi pur facendo loro i complimenti perché vincere in trasferta contro una squadra ostica su un campo piccolo con la palla sempre viva non era facile. Quindi contentissimo per la vittoria ma dobbiamo continuare a crescere, dobbiamo accelerare». Bene la duttilità della linea mediana. «Avevamo Crimi stanco, lo stesso per Giorno, sapete della questione Angiulli quindi ci siamo trovati a corto di uomini. Procaccio sta crescendo ma viene da un anno di inattività. Avere gente come Galazzi, Iotti che ti danno più opportunità è importante, bravi loro e noi in sede di mercato a prendere giocatori abili in più ruoli». Un accento sulla prova di Procaccio? «Un giocatore dalle potenzialità incredibili, ha un anno difficilissimo alle spalle, non ha fatto la preparazione, va portato alla miglior condizione possibile. Una gestione del suo impiego che troveremo assieme, sono contento che sia tornato al gol». Su cosa insisterà nel lavoro? «Su tutto, mi piacerebbe continuità invece dobbiamo sempre rimescolare gli uomini. Non vedo l'ora di avere il ciclo di gare settimanali in cui posso allenare la squadra e recuperare giocatori importanti». 

-  Importante, anzi importantissima: la vittoria di domenica scorsa contro Brindisi, oltre a scaldare i cuori dei tifosi, è di quelle che in casa Pallacanestro Trieste se la ricorderanno a lungo per tanti motivi diversi. Per Juan Fernandez (intervistato dal sottoscritto per il numero infrasettimanale di Citysport) tra quelli della vecchia guardia biancorossa ad aver dovuto sempre chinare il capo nel recente passato contro l’Happy Casa, i primi due punti conquistati alla prima di campionato valgono molto. Specialmente in proiezione futura.

“Lobito”, l’eco della vostra prima vittoria di stagione regolare non si è ancora spento. Ma quanto vi ha caricato aver vinto una gara così tirata all’overtime? “Tantissimo, anche perché sicuramente loro saranno protagonisti anche quest’anno e soprattutto perché avevamo sempre fatto fatica contro di loro. L’ho detto in spogliatoio alla fine della partita: finalmente ce l’avevamo fatta a batterli. È stata una doppia gioia, i primi punti che abbiamo conquistato ci danno fiducia e potranno essere molto importanti in chiave classifica nei prossimi mesi”.

Riavvolgendo il nastro dei vostri primi 45 minuti, siete riusciti a imporvi nonostante le mediocri percentuali dalla lunga distanza e anche nei tiri liberi. Quale secondo te è stata la variabile che ha pesato di più in positivo per voi? “Senza dubbio l’intensità difensiva, soprattutto nei momenti più importanti. Essere riusciti a contenere i due Perkins è stata senza dubbio una delle chiavi, ma anche il fatto di aver mosso bene la palla cercando di giocare assieme in attacco ha poi prodotto tanti tiri a canestro in pitturato con alte percentuali. È un qualcosa che dovremo fare nostro anche nelle prossime partite”.

Come la vostra, nello scorso week-end tante altre partite si sono risolte all’ultimo respiro: è un segnale del grande equilibrio che potrà esserci in questo campionato? “Sicuramente sì, e questo fa capire le difficoltà che incontreremo: non c’è nessuna squadra con cui ti puoi rilassare, ognuno giocherà fino all’ultimo per i propri obiettivi. Per Trieste ogni partita sarà come una finale, dovremo approcciarle così come fatto con Brindisi”.

Tornerete in campo appena mercoledì prossimo contro Pesaro: un vantaggio o uno svantaggio? “Personalmente preferirei giocare nel fine settimana, anche perché poi avremo Brescia la domenica successiva e tutto questo ci squilibra un po’ il lavoro settimanale a cui siamo abituati. Nonostante ciò, stiamo utilizzando questi giorni per prepararci con intelligenza a Pesaro: fare due vittorie in altrettante gare giocate renderebbe questo inizio ancora più bello”.

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