SandroWeb Posted December 13, 2021 Report Posted December 13, 2021 LUNEDÌ 13 DICEMBRE 2021 - Alla fine del successo sul Giana, mister Bucchi non ha dubbi: la gioia per un tabù finalmente sfatato e la buona prestazione complessiva della Triestina, prevalgono decisamente sui patemi finali. «Stavolta almeno non andiamo a casa con il rammarico - dice il tecnico - ma questo difetto lo dobbiamo migliorare e lo sappiamo, ce lo portiamo dietro da tempo: in partite così, dominate in lungo e in largo, dovevamo fare tre o quattro gol, non ci siamo riusciti e gli altri senza mai tirare in porta hanno segnato. E poi negli ultimi minuti non dico che soffri, ma certo non hai lo stesso stato d'animo come in una partita chiusa». Detto questo, Bucchi è pienamente soddisfatto della prestazione della squadra: «Lo sappiamo che dobbiamo capitalizzare di più la mole di gioco, ma questi sono tre punti pesanti, un regalo che volevamo fare a noi e ai tifosi, perché da troppo tempo non vincevamo. Abbiamo creato tanto, l'avevamo preparata così e interpretata bene, anche nella ripresa eravamo in pieno controllo, il rammarico è solo per il rigore che ritengo dubbio perché forse era fuori area». È comunque una Triestina che sta mutando forma: «Siamo in emergenza continua e siamo stati bravi a fare dell'arte di arrangiarsi una virtù, anche questa gara ha voluto il suo tributo: Rapisarda è uscito perché ha preso un pestone e ha un livido importante, Gomez dopo una ginocchiata ha fastidio a una gamba e Crimi ha chiuso con la caviglia gonfia. Ma ora abbiamo recuperato alcuni giocatori che hanno alzato il tasso qualitativo, possiamo dare una pressione più forte e più alta, giocare più in verticale». Da qui, la scelta di un 4-3-3 più canonico, con due esterni di ruolo e un solo riferimento centrale: «Abbiamo trovato un modo nuovo di attaccare e sono gli interpreti a fare la differenza. Sarno è stato fuori tanto, Petrella ancora non sappiamo quando rientra, Procaccio ha avuto tanti problemi. Senza questi giocatori, avevamo un modo diverso di attaccare, con più cross e cercando di occupare l'area con più peso. Ora il fatto di averli a disposizione ci ha portato in maniera logica a un calcio diverso, più palleggiato, con fraseggi corti e ricerca della profondità. Ci stiamo lavorando da dieci giorni e finora tra Vercelli e Giana la scelta ha dato i suoi frutti. A Bolzano? Come facciamo sempre, giocheremo per vincere» - Un “testacoda” che forse in pochi si aspettavano di giocare: saprà l’Allianz, affrontando una Kigili Bologna ultima della classe, non lasciarsi impietosire dai problemi fortitudini? Daniele Cavaliero (intervistato dal sottoscritto per City Sport News) parla di questo, ma anche dei segnali incoraggianti biancorossi dopo le prime dieci partite di stagione. Un terzo del campionato se n’è già andato: con il ruolo di capitano ereditato questa estate, come è stato sin qui per te? “Quello che sto cercando di fare è di essere all’altezza di quanto fatto da Andrea Coronica, che in tanti anni ha racchiuso in sé il vero significato di essere capitano. Le sensazioni sono molteplici: sentirsi responsabili per la squadra, dare una mano e avere cura dei compagni e di tutti coloro che gravitano attorno a noi. “Coro” lo ha fatto sempre con grande successo, sto cercando solamente di continuare questo lavoro. E alla fine sono solo un pezzetto di un ingranaggio più grande che comprende anche chi lavora per questa società e non si vede in campo alla domenica”. Dall’Allianz sono arrivate sin qui molte risposte positive: sei soddisfatto? “Abbiamo fatto certamente un cammino interessante: abbiamo vinto tante partite e già questa è una cosa mai scontata, ma tante di queste le abbiamo fatte nostre con le unghie e con i denti come con Napoli e Trento. Abbiamo trovato equilibrio e le giuste gerarchie, ma dobbiamo essere consci che perdere due partite di fila potrebbe voler dire ritrovarsi nella parte destra della classifica”. Da poco è arrivato Corey Davis: che impressione ti ha fatto in questi primi giorni? “Mi sembra un ragazzo che ha conoscenza di pallacanestro e che possiede un tiro migliore di chi lo ha preceduto. E proprio su Sanders ho un pensiero…” Quale? “Che, nonostante squadra e società abbiano fatto tanto per aiutarlo ad ambientarsi, dobbiamo chiederci se potessimo noi stessi dare qualcosa in più per lui. E di riflesso capire come fare entrare Davis nel nostro gruppo: lui dovrà essere bravo a capire che la squadra ha delle gerarchie consolidate e che qui si lavora in un certo modo, ma dobbiamo anche essere consapevoli che sta a noi introdurlo al meglio nell’ambiente”. Fra poche ore c’è la Fortitudo affamata di punti, su un campo che conosci bene: qual è la ricetta per vincere? “Concentrazione e consapevolezza che, con una Varese in una situazione analoga alla “F”, qualche settimana fa abbiamo perso male in casa. Non possiamo permetterci di sbagliare approccio, il PalaDozza non ti permette mai distrazioni”. Quote
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