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VENERDì 4 MARZO 2022

- Il conto alla rovescia è cominciato, nel mirino dell'Allianz la sfida contro la Reyer Venezia che domenica alle 17, sul parquet dell'Allianz Dome, metterà in palio punti pesantissimi per la classifica delle due squadre. Come scrive Lorenzo Gatto oggi su "Il Piccolo", recuperati alla causa Andrejs Grazulis e Marcos Delia, di ritorno dagli impegni di qualificazione mondiale delle rispettive nazionali, la squadra ha potuto finalmente tornare a lavorare al completo e nella canonica amichevole in famiglia, ritrovare i consueti schemi e i classici automatismi. Coach Ciani ha prudentemente gestito l'utilizzo dei suoi lunghi cercando di non premere troppo sull'acceleratore.Quintetto base con la novità Deangeli a giostrare da ala forte e affiancare Davis, Banks, Mian e Konate, di fronte a loro formazione con Alexander da play, Cavaliero, Campogrande, Campani e Delia. Grazulis partito dalla panchina e, nell'ottica di un graduale ritorno alla normale attività, inserito poi nel corso del 5 contro 5. L'impressione è di una squadra che, archiviata la delusione per il flop di Coppa Italia, ha ritrovato garra, spirito e voglia di combattere. Il clima è senza dubbio buono, l'agonismo non manca e fa ben sperare in vista del ciclo piuttosto intenso che da domenica al 20 marzo vedrà i biancorossi in campo contro Venezia, Sassari, Milano e Fortitudo.Convince Alexander che, sempre stando alle indicazioni di questi allenamenti, si è inserito bene nel gruppo ed è pronto a fornire il suo contributo. Sarà il campo a dare un giudizio più veritiero sull'ultimo arrivato in casa Allianz ma le impressioni della vigilia sono positive. Sul fronte Reyer schiarita sull'utilizzo di Michele Vitali che ha recuperato dal problema alla caviglia e sarà a disposizione di coach De Raffaele. Da valutare, invece, la posizione di Stefano Tonut il cui ematoma alla coscia è ancora sotto osservazione. Si deciderà nei prossimi giorni.

- Per qualità ed efficacia, il suo rendimento è uno dei più alti della stagione nella rosa alabardata. L'unico problema di Stefano Negro - intervistato da Antonello Rodio - è che a causa di qualche acciacco muscolare di troppo ha saltato parecchie partite, ma quando c'è, la sua presenza in difesa si sente eccome. Negro, come è andato questo rientro dopo venti giorni di assenza?«Sono contento perché ero davvero al limite, erano passate tre settimane esatte dallo stiramento, ma mi sentivo bene ed è andato tutto ok. Soprattutto abbiamo continuato il trend positivo, siamo riusciti a non prendere gol e alla fine senza mollare mai è arrivata anche la vittoria». Lei ha sempre avuto un alto rendimento, purtroppo per alcuni problemi fisici ha giocato solo la metà delle partite. «Quando sento qualche dolorino, purtroppo io tendo a non fermarmi: è un mio errore e ne pago le conseguenze perché poi sono obbligato a star fermo più tempo di quello che sarebbe stato necessario. Diciamo che devo saper gestirmi meglio». Come mai questo cambio drastico tra la Triestina di inizio 2022 e queste ultime partite? «Abbiamo sempre avuto questo difetto di non trovare continuità, alternando grandi momenti ad altri più difficili. Siamo partiti maluccio per vari motivi, poi a dicembre eravamo la squadra più in forma del campionato. Siamo ripartiti e tra covid e infortuni abbiamo avuto un momento brutto, ma ne siamo usciti inanellando 4 vittorie di fila, di cui 3 fuori casa, che in serie C non è un'impresa facile. Speriamo ora con l'aiuto dei tifosi di andare più forte anche in casa: nelle corde ce l'abbiamo». Domenica c'è la possibilità di arrivare a ridosso del Renate: come la state vivendo? «Noi la viviamo come la partita più importante dell'anno, ovviamente fino a questo momento. Vincendo lo scontro diretto, alla lunga saremmo quasi favoriti noi per il quarto posto, perché a mio parere possiamo far meglio di loro da qui alla fine».Una delle chiavi di questo filotto è la ritrovata compattezza: merito del 3-5-2? «Secondo me il modulo non centra: è vero che forse rischi un pò di meno con tre centrali, e per gli altri diventa davvero tosta passare, ma la realtà è che anche con gli altri moduli avevamo fatto bene, solo non siamo riusciti a prenderci quello che meritavamo. Anche Padova e Sudtirol contro di noi hanno fatto fatica, il problema è che non siamo riusciti a concretizzare le buone prestazioni». Ha una preferenza fra giocare a tre o a quattro dietro?«No, per me è davvero uguale, qualsiasi sistema ha dei difetti e dei pregi. In ogni caso mi piace anche cambiare». In vista dei play-off, è corretta la sensazione che questa Triestina può giocarsela con tutti? «Sì, possiamo giocarcela con chiunque, ma da qui alla fine dobbiamo anche iniziare a dimostrarlo, perché finora con le squadre che stanno sopra non abbiamo mai vinto. Con il Renate abbiamo finalmente la possibilità di riuscirci per la prima volta. E nei playoff serve vincere».E qual è la ricetta allora?«Intanto è importante non prendere gol e compattarsi bene, perché così è tosta per gli avversari. Poi dobbiamo trovare il modo di fare male agli altri e vincere le partite: intendo come squadra, ovviamente, non è questione di attacco o difesa. Tutti insieme non si prendono gol e tutti insieme si segna e si vincono le partite»

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