SandroWeb Posted April 9, 2023 Report Share Posted April 9, 2023 DOMENICA 9 APRILE 2023 - A Trento La parola più gettonata nel dopopartita è fisicità. Declinata da prospettive diverse. Come scrive Roberto Degrassi su "Il Piccolo" Per Marco Legovich la difesa fisica della Dolomiti Energia è la spiegazione della sconfitta della Pallacanestro Trieste, per Lele Molin è naturalmente la chiave della vittoria. Resta il dubbio se non fosse in fondo preventivabile che Trento sarebbe andata giù pesante contro Bartley e Davis.Racconta Legovich: «Trento è stava bravissima a limitarci con la sua aggressività, noi invece siamo stati poco lucidi nella risposta, abbiamo incontrato troppe difficoltà, lo testimonia anche il 16 su 36 all'interno dell'area. Abbiamo fallito quello che poteva essere un'esame di maturità». Continua il coach: «Ci sono state un paio di situazioni che non ci hanno aiutato, penso all'uscita dal campo quasi contemporanea di Ruzzier e Vildera (il centro ha lasciato il campo con la bocca sanguinante, ndr). Abbiamo cercato di riprendere il controllo dell'incontro con la zona ma non eravamo tutti e cinque concentrati. Non è questo il momento di disunirci, dobbiamo costruirci la salvezza e questo dev'essere l'obiettivo».Abbiamo visto Trieste sbagliare anche scelte elementari, ciccando linee di passaggio. «Trento aveva una difesa molto fisica sui nostri palleggiatori, siamo poco lucidi contro questo genere di squadre. Avremmo dovuto ragionare diversamente e sedici palle perse testimoniano la correttezza della vostra analisi».Delle 16 palle perse la metà gravano sullo stesso giocatore, Bartley. «Frank - risponde Legovich - deve migliorare nelle scelte, nella lettura del pick and roll, ne è consapevole, deve fare questo passo avanti». Male anche Davis, poco convincente sia da play che da guardia, il ruolo che ormai abita più spesso. «Non ha cambiato ruolo, l'alternanza tra play e guardia c'era già prima. Corey soffre quando di fronte ha una fisicità importante. Ha tirato poco ma cerco di vedere il lato positivo: ha provato a coinvolgere i compagni. Comunque non mi piace parlare dei singoli, anche perchè prima di Bartley e Davis dovrei parlare di qualcun altro». Chiosa sibillina che resta in sospeso. Cerchiamo di dare noi una risposta. Ha gli anni di Cristo sulla maglia, le treccine e dopo essersi fatto sparare due triple sul grugno da Grazulis ha assaporato a lungo la panchina. Emanuel Terry. Giusto? - Lo scoramento è inevitabile quando a decidere una partita è di fatto una topica, ma ciò non intacca la flemma di un sempre elegante Augusto Gentilini che - come scrive Guido Roberti oggi sul quotidiano locale - al netto dell'errore di Mastrantonio promuove i suoi per la prestazione fornita in riva al Garda. «Sono quegli episodi cruciali che possono determinare le partite in positivo o negativo. Sapevamo delle difficoltà che avremmo incontrato contro una squadra forte, ma tutto sommato era una partita aperta con occasioni da una parte e dall'altra e avevamo anche preso campo prima dell'episodio cruciale. Ma non stiamo a recriminare sull'errore, con palla scivolosa. Gli errori sono capitati anche ai portieri più grandi». Il tecnico incalza sulle cose positive viste in campo. «Da quando sono arrivato è sempre stata una finale, ogni settimana. Qui a Salò siamo arrivati in una situazione particolare ma abbiamo affrontato la Feralpi con la massima determinazione, senza barricate. Siamo ancora più convinti, dopo aver detto la nostra contro una grande squadra. Con un pelo d'attenzione in più ora parleremmo di un altro risultato ma bisogna accettare il verdetto del campo». La Triestina è sembrata frettolosa in fase di possesso. «Siamo mancati un po' nel primo passaggio di costruzione, quel momento in cui al recupero palla diventa determinante l'uscita per l'azione. Nel primo tempo questo aspetto lo abbiamo sbagliato in più di una occasione». Scelte ponderate, quelle dell'allenatore, anche alla luce della gara di domenica prossima. «Ho pensato a tutto, la squadra scesa in campo era in grado di dire la sua come è stato, abbiamo tutelato Celeghin che aveva due allenamenti alle spalle e soprattutto abbiamo preservato i diffidati. La squadra scesa in campo è stata all'altezza». Possibili contraccolpi sul morale? «Perdere fa male, in qualunque modo accada, ma è inutile recriminare. Sono due mesi, da quando sono arrivato, che giochiamo delle finali. Era una situazione abbastanza tragica al mio arrivo, ora dobbiamo stare a testa alta». Conclude con filosofia e lucidità il tecnico alabardato. «I contrattempi fanno parte della vita, oggi siamo inciampati, ma siamo in grado di fare cose importanti perché i ragazzi lo hanno già dimostrato. L'importante è continuare a metterci l'anima e sono convinto della forza che possono esprimere i miei ragazzi». Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
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