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I suntini sandrini di venerdì 25 agosto 2023


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VENERDÌ 25 AGOSTO 2023

- Dopo l'ultima amichevole con il Primorje, l'allenatore della Triestina Attilio Tesser fa il punto della situazione a dieci giorni dalla prima di campionato.

Come scrive Antonello Rodio su "Il Piccolo", il tecnico è moderatamente soddisfatto, elogia il nuovo arrivato Correia, ma fa capire che serve ancora un trequartista, e ammette che in questo cammino di crescita precampionato pesano i tantissimi stranieri nella rosa e il fatto di non aver ancora disputato un solo allenamento al Rocco.

Tesser, da quest'ultimo scorcio di precampionato lei chiedeva una maggior di velocità di manovra: che risposte ha avuto dal test con il Primorje?

«Rispetto alle ultime partite è andata decisamente meglio, anche l'ingresso del nuovo arrivato Correia ha velocizzato molto l'azione, giocando proprio da play. Le gambe hanno girato un po' meglio, le catene sugli esterni hanno lavorato un po di più, diciamo che ho avuto una buona risposta».

Non è mancata però una sbavatura difensiva.

«Una sbavatura che ci è costata il gol, più forse un'altra mezza. Ma ci può stare, il problema invece è se crei 7-8 occasioni da gol e ne fai uno solo, come nel primo tempo. Non dico che queste sbavature siano un un bene, sarebbe meglio non farle, ma così si evidenzia che la concentrazione deve essere sempre massima, perché appena si sbaglia, si rischia di pagare».

L'esordio di Correia?

«Ha dato personalità in mezzo al campo: la palla la vuole, la gestisce, ha fatto vedere cose buone e può essere solo in crescita. Aveva fatto solo un allenamento con noi, facendo solo la fase difensiva, per la partita non gli ho chiesto niente, solo di far vedere le sue qualità. E lui ha fatto vedere quello che chiedo, ovvero giocate in verticale a cercare i trequartisti e gli interni nel giro palla veloce. Ora questi dieci giorni serviranno per entrare in sintonia con i compagni, anche nei movimenti».

Oltre a Correia appena arrivato, anche in un altro ruolo chiave come il trequartista rischia di avere un nuovo arrivo solo a pochi giorni dal via: un fatto che la preoccupa?

«Se arriva uno bravo, sono contento anche se arriva a poco dall'inizio del campionato. Uno in quel ruolo ci serve: El Azrak sta facendo bene, è un ragazzo che spende molto, con un tipo di gioco tutto scatti e accelerazioni palla al piede. È un buon giocatore, può entrare e rompere le partite con la sua qualità, ma fin dall'inizio abbiamo detto che lì serve un altro giocatore e spero che arrivi a breve».

Intanto la squadra non ha mai potuto allenarsi al Rocco: spera almeno in una sgambata prima dell'esordio?

«Una sgambata? Spero anche due. Non c'è motivo per non farlo, non faccio polemica, ma è un dato di fatto: il campo è lì, disponibile, se non ci si allena su un campo che è casa tua, allora è preoccupante. Spero ci diano quelle due-tre occasioni necessarie per fare conoscere ai ragazzi lo stadio. Sembra una banalità, ma non lo è affatto».

A che punto è in questo momento la squadra in una scala tra zero e dieci?

«Non dò un voto altissimo, mi tengo ancora basso. Con la prova di oggi e l'applicazione dei ragazzi, dò un 6 e mezzo, una sufficienza piena, qualcosa di più. Ma su questo giudizio bisogna tener conto di tre cose».

Quali?

«Primo, molti sono arrivati strada facendo. Secondo, c'è un cambiamento radicale con tanti giocatori nuovi. Terzo, ci sono tantissimi stranieri: io per la prima volta dopo 22 anni devo avere l'interprete per parlare, non era mai successo. Qualche straniero l'ho avuto, non così tanti assieme, spero che migliorino velocemente il linguaggio: ma non per parlare con me, ma per parlarsi e aiutarsi fra loro in campo. E spero che entrino tutti presto nella mentalità del campionato di serie C, che non è semplice. E questa integrazione va velocizzata».

- Ha scelto Varese per lasciarsi alle spalle la delusione di una retrocessione che ha lasciato il segno. Lo scrive Lorenzo Gatto: nella sua Trieste, arrivato in prima squadra dopo una gavetta lunga otto stagioni, Marco Legovich sperava di poter mettere le basi di un percorso di crescita comune. Le cose sono andate diversamente, oggi è pronto a ricominciare in serie A grazie a una società che ha creduto nel talento e nella freschezza di un giovane coach che ha grande voglia di riscatto. «La cicatrice Trieste c'è ancora- racconta Legovich- ma sto cercando di vivere con grande serenità e gioia questa nuova avventura. Devo dire che l'ambiente mi sta aiutando molto, ho trovato persone estremamente competenti e disponibili che mi stanno dando una mano a inserirmi in una realtà completamente nuova. Il confronto è per me una costante occasione di crescita: le giornate in palestra sono lunghe ma ogni giorno porto a casa qualcosa di nuovo da inserire nel mio bagaglio di esperienza e questo è molto stimolante e gratificante».

I primi contatti con Varese a metà dell'estate quando tutto sembrava definito. La decisione di Brase di lasciare la panchina per tornare nell'Nba ha rallentato un'operazione che si è poi concretizzata grazie all'arrivo di Tom Bialaszewski. «E' successo tutto molto in fretta- conferma Marco- ho avuto modo di confrontarmi sia con il coach che con il management, mi hanno chiarito le loro idee e quello che sarebbe stato il mio ruolo e in pochissimo tempo abbiamo trovato un accordo. Con coach Bialaszewski stiamo imparando a conoscerci ma mi trovo già in sintonia, è una persona estremamente disponibile al dialogo, con idee ben chiare ma aperto al confronto. Ovviamente stando all'interno di un idea di basket molto precisa basata su transizione, tanti possessi e un gioco veloce e spettacolare. Personalmente il mio ruolo sarà quello di defensive coordinator ma il lavoro che va fatto è naturalmente a trecentosessanta gradi. Con il coach e lo staff ci dividiamo tra l'analisi delle partite e il lavoro di sviluppo individuale con i giocatori. Per quello che riguarda la nuova squadra stiamo imparando a conoscere i nostri giocatori. Le prime impressioni sono comunque positive, da parte loro c'è grande disponibilità a recepire e mettere in pratica le cose che stiamo iniziando a proporre».

Concentrato sulla sua nuova avventura, coach Legovich sta seguendo da tifoso il percorso della nuova Trieste che si appresta ad affrontare un campionato impegnativo come la prossima serie A2. «Sarà un torneo molto equilibrato- sottolinea Marco- con tante squadre costruite per arrivare fino in fondo. Tra le favorite vedo Cantù, Treviglio e Trapani nel girone verde, Trieste, Udine e Verona nel girone rosso. Tra le possibili sorprese, oltre a una riconferma di Forlì sui livelli dello scorso anno, farei il nome di Rimini. Sarà una stagione lunga e difficile nella quale conteranno freschezza e chimica di squadra. In questo senso penso che Trieste abbia fatto le scelte giuste e che sia in assoluto una delle squadre più attrezzate per cercare di centrare già in questo st agione la promozione. E' un augurio che faccio perchè società e tifosi meritano senza dubbio la serie A».

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