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GIOVEDÌ 19 SETTEMBRE 2024

- Tutti insieme, appassionatamente, per affrontare un torneo di serie A che si preannuncia tanto difficile quanto stimolante. Aspettative alte per la nuova Trieste di Michael Arcieri, che ieri ha alzato il sipario sui nuovi acquisti pronti ad affrontare l'imminente stagione.

Come scrive oggi Lorenzo Gatto su "Il Piccolo", presentata ieri nella casa della BCC Venezia Giulia, sponsor per il terzo anno consecutivo al fianco della società biancorossa, la pattuglia americana che sarà a disposizione di coach Jamion Christian ha parlato delle aspettative personali e di squadra in un campionato che si aprirà ufficialmente domenica 29 settembre, alle ore 12 sul rinnovato parquet del PalaTrieste, contro i campioni d'Italia dell'Armani Milano.

L'impressione, sia a fari spenti prima dell'inizio della conferenza stampa che poi a microfoni accesi, è stata quella di un gruppo di giocatori che a poco più di un mese dall'inizio della preparazione ha davvero già trovato grande feeling in campo e fuori.

Atmosfera familiare ed estremamente rilassata, quella che si è percepita nella chiacchierata che, a turno, ha visto i giocatori protagonisti. Ragazzi che hanno dimostrato di stare bene assieme e a loro agio in un contesto che stanno cominciando a conoscere e apprezzare. Un aspetto evidenziato anche da Michael Arcieri nella chiacchierata introduttiva.

«Sono al mio terzo anno in Italia, mai mi era capitato di avere una squadra in cui tanti giocatori hanno famiglia – le parole del giemme biancorosso –. Quasi tutti questi ragazzi hanno mogli e figli al seguito, un aspetto che certamente aiuta e facilità la creazione di un gruppo. Parlando dei singoli devo dire che, per diversi motivi, sono giocatori che ho fortemente voluto a Trieste. Ross e Brown perché li ho già avuti con me e li conosco molto bene, Brooks perché è un giocatore che ho cominciato ad apprezzare dopo la mia prima settimana in Italia, Uthoff e Johnson li avevo da tempo nel mirino e quando c'è stata l'opportunità di portarli in Italia non ci ho pensato un attimo. Ultimo ma non ultimo Denzel Valentine, giocatore di enorme talento e buona esperienza che, durante l'estate, ha avuto tante opzioni tra cui scegliere ma ha voluto venire a giocare a Trieste.

Motivazioni che rendono particolarmente stimolante il lavoro dello staff tecnico a disposizione di coach Christian.

«Sono grato a Michael Arcieri e a Jamion per l'opportunità che mi è stata data – racconta Francesco Taccetti –. Quando ho capito che la mia storia con Brescia si stava esaurendo ho colto al volo l'opportunità di venire ad allenare a Trieste, una piazza che da avversario ho affrontato e di cui ho sempre apprezzato la grande passione per la pallacanestro. Sono pronto a indossare l'elmetto e scendere in trincea per dare tutto».

Parole sottolineate e sottoscritte da Jamion Christian.

«Non vedo l'ora di cominciare la nuova stagione – racconta il coach biancorosso –. Sono felice, assieme ai miei assistenti, di poter allenare questi ragazzi e di poter costruire qualcosa di concreto assieme a loro per raggiungere gli obiettivi che ci siamo prefissati. La mia aspiraz ione massima, come coach, è quella di mettere ognuno di loro nella condizione di esprimere al massimo il proprio talento. Lavoreremo per questo, se saremo in grado di farlo sono certo che saremo in grado di giocare la nostra migliore pallacanestro».

Emozioni e sensazione della vigilia espresse dalle parole dei giocatori.

«Quando ho parlato al telefono con Arcieri mi ha descritto Trieste, l'ambiente e i tifosi in modo lusinghiero. Ho ritrovato le cose che mi ha detto quando sono arrivato – commenta Markel Brown – sono contento della città e della squadra e sono convinto potremo fare bene».

«Un grazie alla società che mi ha portato qui, non vedo l'ora di scendere in campo davanti ai nostri tifosi», sottolinea Colbey Ross.

Esordio ancora più stimolante per Denzel Valentine che alla prima di campionato troverà quella Milano con cui ha concluso la passata stagione. Seconda esperienza europea per Uthoff (dopo San Pietroburgo) e prima per Johnson che stanno cominciando ad apprezzare la vita di ogni giorno in una città nella quale sono riconosciuti e fermati dai tifosi. Chiosa finale per Jeffrey Brooks, l'americano più italiano della pattuglia.

«Sono state per tutti noi settimane ottime nelle quali ci siamo inseriti nel contesto della squadra e della città– sottolinea l'ex giocatore della Reyer –. Io e la mia famiglia siamo felici di essere a Trieste e siamo contenti perché siamo stati accolti molto bene, come squadra adesso dobbiamo pensare a giocare l'ultima amichevole in casa del Baskonia (confermata ieri dalla Pallacanestro Trieste la diretta della partita sul canale youtube della società spagnola, ndr ) e poi ci tufferemo sulla preparazione del campionato e la partita d'esordio con Milano» 

- La sua esperienza è indubbia, la categoria la conosce benissimo ed è sempre un attento osservatore del calcio triveneto. Lo scrive oggi Antonello Rodio: Bepi Pillon, una lunga e prestigiosa carriera di allenatore che al momento, come ultima casella del suo curriculum, ha proprio l'esperienza sulla panchina della Triestina dal novembre 2020 fino al termine di quella stagione nel giugno 2021, ha sicuramente le capacità per giudicare l'attuale difficile momento alabardato e le prospettive per la stagione.

La premessa fatta dal tecnico veneto classe 1956, è che dall'esterno è ovviamente difficile capire bene cosa può succedere all'interno di una squadra e quali sono le dinamiche di uno specifico spogliatoio, ma Pillon non si astiene da qualche importante riflessione sulla situazione dell'Unione. A partire dalla disfatta di domenica scorsa contro l'Atalanta U23: «Certo l'imbarcata presa domenica fa molto rumore – afferma l'ex allenatore alabardato – soprattutto per una squadra che è stata costruita per ambire al traguardo massimo, ? ovvero la serie B, che possa essere raggiungibile o in modo diretto vincendo il campionato o attraverso i play-off. È chiaro che una sconfitta del genere si ripercuote su tutto l'ambiente e può costare molto a livello psicologico, difficile non pagarne un prezzo».

Ciò nonostante, al di là di quelli possono essere i problemi contingenti dell'Unione, Pillon continua a vedere una Triestina grande protagonista del campionato: «Guardando il girone in generale – spiega il tecnico – il Padova è partito molto bene, non solo sta facendo ottimi risultati ma gioca anche molto bene. Il Vicenza da par suo ha un potenziale grandissimo da far valere. Ma io dopo queste due squadre vedo ancora la Triestina. È vero, è partita male, ma il campionato è lungo, è appena iniziato, basta un filotto di vittorie per risalire subito. Al momento però la Triestina deve pensare solo partita dopo partita, vincerne il più possibile e rimettersi in carreggiata, perché le possibilità per far bene ci sono ancora».

Però il momento è molto delicato: il clima è bollente e la piazza contesta. Non si tratta solo della disfatta di domenica scorsa, ma anche di una partenza con tre sconfitte su quattro partite e una squadra apparsa alla deriva. Sono questi, e Pillon lo sa bene, i momenti più delicati per un allenatore: «Io ne ho passate di tutti i colori – confessa – per cui posso capire il momento di Santoni. Se mi aveva sorpreso quest'estate la sua scelta? Ma si tratta di decisioni di chi gestisce la società, chiaramente se l'hanno scelto è perché credono nell'allenatore e anche nel loro lavoro. E ora giustamente continuano a dargli fiducia, poi se si tratta di una fiducia a tempo non lo so, questo lo sa solo la società».

Già, ma in situazioni così complicate come quella alabardata, come se ne esce? «Intanto per capire bene le situazioni bisognerebbe viverle dal di dentro – chiarisce Pillon – perché solo chi è dentro sa come agire. E solo chi è sempre vicino alla squadra può capire se il gruppo segue il mister o se la situazione è ancora più difficile. Da parte mia, dico che questi sono proprio i momenti in cui la società deve stare vicino all'allenatore e dargli fiducia. Bisogna anche ricordare che per Santoni si tratta di un ambiente nuovo in una categoria nuova, deve capire per bene tutte le cose, bisogna insomma dargli il tempo necessario e nel frattempo, come ho detto, stargli vicino e dargli fiducia».

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