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LUNEDÌ 23 SETTEMBRE 2024

Quattro sconfitte consecutive, cinque nelle sei gare ufficiali disputate, tre soli gol segnati su azione, tre punti in classifica, sono elementi numerici sufficienti per sollevare dalla panchina Michele Santoni. Anzi per la cultura italica e quindi per i tifosi, l'esonero sarebbe già dovuto scattare all'indomani dell'umiliante sconfitta con l'Atalanta. Come scrive oggi Ciro Esposito su "Il Piccolo", c'è anche l'atteggiamento in campo della squadra a non deporre a favore del tecnico trentino: avvii di gare da dimenticare, qualche mezz'ora positiva (anche a Lecco) ma troppe ingenuità e distrazioni. Gli americani hanno un'altra cultura (anche se non è emersa con la separazione da Tesser) e Menta aveva optato a maggio per la scommessa Santoni con l'idea di un percorso medio-lungo. Questo non significa che il tecnico sia blindato anche se la società finora non ha fatto una piega. La storia dimostra che il cambio di panchina spesso non dà i risultati sperati anche se tutti, dopo questo inizio disastroso, si attendono una scossa.

Ma sul tavolo al momento ci sono tante incognite. Il primo fatto da soppesare è che giovedì si torna in campo con il Lumezzane e poi c'è la trasferta di Trento. Non è proprio il momento migliore per una scelta così tranchant. E poi c'è il problema dell'eventuale successore a meno di non voler optare per una soluzione interna magari temporanea (Marino, Strukelj). Al di là del pasticcio sulla fideiussione integrativa che, dopo aver al momento invalidato l'operazione Olivieri, può gravare anche sull'over-budget per un nuovo mister, c'è da capire chi in questa situazione sarebbe disposto a venire a Trieste. Il rimbalzo di voci che fanno leva sul contratto in essere con Tesser e su un contatto (smentito) con l'ex tecnico ( nel mirino dell'Avellino) apre uno scenario inedito: nonostante il vincolo, è certo che l'allenatore di Montebelluna chiederebbe delle garanzie, quantomeno sull'autonomia nella gestione del gruppo e poi sul mercato di gennaio e infine sul futuro in caso di risultati positivi. Fattori questi che sono stati all'origine della separazione e che la dirigenza alabardata potrebbe concedere solo con un atteggiamento di prostrazione e autocritica che finora non ha dimostrato di avere.

C'è poi la consapevolezza, se non in Menta, quantomeno nella piazza che la società non ha oggettivamente dato a Santoni tutti i tasselli necessari al completamento del suo mosaico peraltro concordato. Al di là del caso Olivieri, alla rosa mancano pedine in difesa, esterni d'attacco veri e un bomber. Sono arrivati, o rimasti, anche alcuni giocatori di ottimo livello ma che devono adattarsi alle circostanze tattiche maturate. Lo stillicidio di infortuni ha poi aggiunto difficoltà a organizzare il lavoro. Un eventuale cambio di tecnico e di modulo potrebbero aiutare ma lascerebbe a chi subentra e ai tifosi tanti alibi in grado di mettere in difficoltà il club almeno fino a gennaio. Ma ciò che più conta è che la squadra, già lontanissima dall'obiettivo indicato quest'estate, rischia per mesi di non trovare un barlume di identità. La scossa emotiva e qualche risul tato positivo darebbero una mano a ritrovare un po' di fiducia al gruppo e all'ambiente ma i limiti tecnici e anche quelli caratteriali non sparirebbero di colpo. Visto che a Lecco chi è sceso in campo quantomeno non si è tirato indietro, forse è più opportuno evitare shock fino a domenica prossima per poi tirare una riga fermo restando che per Santoni non sarà facile, visto l'ambiente, sedersi in panchina giovedì al Rocco. Ma anche questo fa parte della crescita professionale. Non solo del tecnico, ma di tutti. 

- Terminato il lungo precampionato e assegnata la Supercoppa 2024, primo trofeo della stagione, il campionato di serie A è pronto ad accendere i motori.

Lo scrive oggi Lorenzo Gatto: nel prossimo week-end scatterà la prima giornata, con tre gare in programma di sabato (Unahotels Reggio Emilia–Dolomiti Energia Trento, Trapani Sharks–Segafredo Bologna e Banco di Sardegna Sassari–Givova Scafati) e il lunch match domenicale che vedrà i campioni d'Italia dell'Armani Milano impegnati sul parquet del PalaTrieste. Una sfida che non lascia indifferente Alessandro De Pol, giocatore che a metà degli anni novanta le maglie di Trieste e di Milano le ha indossate con cucito addosso il marchio Stefanel.

«Un'estate movimentata sul fronte del mercato ci consegna una serie A in cui il livello medio si è decisamente alzato – sottolinea De Pol –. Partendo dal valore aggiunto di gruppi in gran parte confermati, sia nella componente giocatori che in quella tecnica, molte squadre hanno messo mano al roster facendo tesoro delle difficoltà palesate nella scorsa stagione, colmando le lacune esistenti e rafforzando gli organici. Adesso la curiosità è constatare come la consueta valanga di nuovi giocatori che popoleranno la prossima serie A sarà capace di inserirsi nelle rispettive realtà creando la chimica giusta. Personalmente la curiosità, più che sugli stranieri, va ai giocatori italiani che lo scorso anno sono stati un fattore in serie A2 e che si affacciano nel massimo campionato con la voglia di scoprirsi protagonisti. Penso a Zampini e Poser che hanno scelto Cremona, a Veronesi che è finito a Sassari ma anche al nostro Filippo Gallo, che a Reggio Emilia può sfruttare l'ambiente giusto per trovare spazio, crescere e mettersi in mostra. Per il nostro movimento e per la nazionale del Poz scoprire talenti e dare nuova linfa al futuro azzurro può essere un punto di ripartenza importante».

Stagione nella quale, come ha confermato la Supercoppa, si riparte dal testa a testa Milano–Bologna con la curiosità di capire se altre realtà della serie A potranno spezzare la dittatura Olimpia–Virtus. Squadre costruite per cercare di costruire un percorso credibile nella prossima Eurolega e che, proprio in virtù delle dichiarate ambizioni europee, potrebbero nel corso della stagione regolare far segnare qualche passo falso.

«Le sorprese in serie A ci sono sempre state – continua Alessandro – ma se parliamo delle squadre maggiormente attrezzate per arrivare fino in fondo, Milano e Bologna sono naturalmente le candidate numero uno. Dietro Olimpia e Virtus vedo le conferme di Venezia e Tortona e attendo con curiosità la matricola Trapani che ha messo a disposizione di coach Repesa un organico davvero di prim'ordine. Poi una nutritissima schiera di squadra che lotteranno per conquistare un posto nei play-off, ci sarà tanto equilibrio e molte squadre separate in classifica da pochi punti, tra queste metto anche Trieste. Nella fascia più bassa, in questo momento, vedo Varese, Scafati e Pistoia. Mi ha colpito il fatto che la società toscana sia stata contestata ancor prima dell'inizio del campionato».

Su Trieste, il potenziale della formazione di coach Jamion Christian e le possibilità dei biancorossi di disputare una buona stagione, Alessandro De Pol si mostra ottimista.

«Credo che Michael Arcieri sia andato sul sicuro scegliendo un play affidabile come Colbey Ross e un giocatore come Markel Brown che mi piace tantissimo. Trieste ha fatto le cose per bene costruendo un gruppo solido con giocatori stranieri di assoluta qualità nel quale il collaudato nucleo italiano, se saprà sfruttare le occasioni che arriveranno nel corso della stagione, potrà avere un ruolo importante».

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