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Inviato

Dal Piccolo del 30.01.09:

IL MUNICIPIO HA CHIUSO L’INDAGINE NATA DA UNA SEGNALAZIONE DELLA PROCURA

Operazione taxi pulito, tolte 3 licenze

Passata al setaccio la ”lista nera” di 30 nomi di persone che hanno precedenti penali

Ma intanto il Tar riabilita in via provvisoria una delle persone che si erano viste togliere il nulla osta all’esercizio della professione

di PIERO RAUBER

Il Comune sfila a tre tassisti pregiudicati le chiavi dell’auto di lavoro, cassando come «incompatibili» le loro fedine penali. Incompatibili rispetto ai requisiti di una professione che è libera, di nome, ma è parametrata, di fatto, al rango di servizio pubblico. Si chiude così con la revoca di tre licenze - i cui titolari hanno però già presentato ricorso al Tar - una lunga inchiesta sviluppata nel corso del 2008 dall’amministrazione municipale su assist della Procura di Foro Ulpiano. Gli uffici che fanno capo all’assessore allo Sviluppo economico Paolo Rovis hanno infatti vivisezionato, e a conti fatti scremato, la lista nera dei tassisti triestini che alla fine del 2007, sulla scia di un’analoga indagine nata a Roma, il pm Federico Frezza aveva spedito a Palazzo Cheba, invitando per l’appunto l’ente che eroga le licenze a fare ordine.

LA LISTA NERA Era così spuntato un dossier con i nomi di trenta tassisti in servizio, che all’epoca risultavano condannati, con sentenza definitiva, per una gamma di reati che spaziava dalla truffa al furto, dagli stupefacenti alle lesioni personali, dalla bancarotta fraudolenta al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, dall’omissione di soccorso alla guida in stato di ebbrezza. Ebbene: dopo l’incrocio tra le singole autocertificazioni, presentate dai diretti interessati nel momento in cui avevano chiesto di subentrare a una licenza, e i documenti arrivati dalla Procura, il Comune ha archiviato 27 posizioni individuali, partorendo altrettanti «nulla osta» alla continuazione del servizio.

I NULLA OSTA Il che non significa - come precisano a Palazzo Cheba - che 27 di quelle condanne non siano storia scritta. Anzi. In alcuni casi sono storia a tal punto che chi ne era stato oggetto, da giudicato, ha già scontato le relative pene, tra reclusioni, ammende e anni di interdizione dai pubblici uffici. Riabilitati, insomma, alla vita sociale dei normali. In altri casi invece, stando all’interpretazione uscita dalle stanze di Palazzo Carciotti in base al regolamento comunale sulle licenze taxi, il reato commesso da un tassista non determinerebbe alcun rischio per i clienti che salgono sul suo mezzo di lavoro: droga e alcol al volante, in soldoni, qui diventano affari ben più gravi della bancarotta fraudolenta o del favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. «Gli uffici - spiega a questo proposito Rovis - si sono mossi, come atto dovuto dopo l’invito alle verifiche da parte della Procura, diversificando giustamente le istruttorie caso per caso. E alla fine sono state revocate tre licenze».

IL CONTRATTACCO Ma non siamo ancora all’epilogo della vicenda. Perché i tre tassisti colpiti dal provvedimento di revoca si sono già appellati al Tribunale amministrativo regionale che ha sede proprio in piazza Unità, chiedendo l’annullamento della determina dirigenziale con cui il Comune li informava di aver tirato una riga sui loro nomi.

IL REINTEGRATO Uno dei tre peraltro, il primo ad aver fatto ricorso in ordine di tempo, ha vinto il primo tempo della partita e si è visto riconsegnare dai giudici ammministrativi la licenza, in via temporanea, in attesa che il contenzioso sia esaminato nel merito. Esiste infatti una freschissima ordinanza con cui il Tar ha accolto la sua istanza di sospensione cautelare urgente della determina dirigenziale. Motivo? «Il ricorso - come recita la stessa ordinanza - non appare sprovvisto di fumus boni juris», in sostanza di fondatezza preliminare, «ove eccepisce l’inapplicabilità del regolamento comunale poiché i reati per i quali il ricorrente è stato condannato non comportano l’interdizione dalla professione». Reati che il documento del Tar, ancora, rimanda agli articoli 485 e 640 del codice penale: falsità in scrittura privata e truffa.

LA PRECISAZIONE Massimo riserbo - e tanto meno neanche mezzo accenno polemico - giunge nel frattempo dai rappresentanti dei tassisti. «Le situazioni e i relativi ricorsi al Tar - mette le mani avanti Alessandro Marocco, referente della categoria per la Confartigianato - sono personali, delicate e non coinvolgono in alcun modo la categoria».

Inviato

E ancora:

La categoria: «È dura senza l’agevolata»

E spunta la concorrenza dei casinò che scendono in città a prendere i clienti

Prima «i segnali della crisi, con la gente che di mese in mese cerca di spendere il meno possibile per gli spostamenti». Poi, un anno fa, la fine dell’agevolata e l’impossibilità - da parte dei titolari di partite Iva come sono i tassisti - di accedere al paracadute dello sconto regionale sul carburante, la materia prima della categoria: «così uno si arrangia come può» e magari va a fare il pieno di là ma non scarica un bel niente. E infine una concorrenza sempre più attrezzata che viene proprio da oltreconfine: per carità, mica i colleghi sloveni - né tanto meno gli abusivi come succede a Roma e più giù per lo Stivale - bensì i casinò che offrono legalmente un comodo servizio auto ai loro aficionados, bruciando così una quota, seppur marginale, di possibile introito transfrontaliero.

È sempre più dura, dunque, assicurano gli addetti ai lavori, la vita del tassista a Trieste. Un esercito di circa 250 persone associate in due distinte cooperative, più un manipolo di autonomi che aspettano i clienti ai parcheggi dedicati senza agganciarsi alla rete di radiochiamata. «La crisi - lamenta Alessandro Marocco, che rappresenta i tassisti nella Confcommercio - si sente ogni anno di più. Difficilmente superiamo una corsa minima da cinque euro ogni ora, anche se nei momenti di punta riusciamo talvolta a mettere assieme qualcosa di meglio. E così facciamo le ore che servono (il minimo da regolamento, per paradosso, sarebbero tre ore ogni 19 giorni, ndr)». Gli anziani restano il core-business dato che i triestini sono per lo più un popolo di automobilisti e scooteristi incalliti. Finché la vitalità li assiste. «Si vive più sulle necessità personali che sul lavoro della gente», ammette ancora Marocco. Ecco perché l’acqua dal cielo si fa manna: «In effetti si lavora parecchio di più col tempaccio». «Il resto degli affari - gli fa eco il presidente di Radiotaxi Mauro Detela - arriva dalle convenzioni con le ditte, in parte dai congressi e un po’ dalle crociere. E soprattutto dagli eventi. Il top delle corse, tanto per citare un paio di esempi, si fa con la Barcolana o la notte di Capodanno...». (pi.ra.)

PARLANO GLI OPERATORI DEL SETTORE

«Forzati del lavoro senza un giorno di ferie»

«Il nostro è anche un compito sociale, ma nessuno ci dà una mano»

di FURIO BALDASSI

Preparati come un urbanista. Pronti al dialogo come un affabulatore di professione. In possesso di ben precise ricette per cambiare l’esistente, che condividono volentieri col resto della città. I tassisti costituiscono decisamente una categoria particolare nell’ambito triestino. Ai margini delle immancabili critiche, li trovi infatti propositivi, con le idee chiare su cosa si debba o non si debba fare, mai disfattisti, anche in un periodo in cui il lavoro latita e il faro è puntato sulla categoria, non decisamente in senso amichevole. Merito, forse, dell’approccio, talvolta quasi francescano, con il quale affrontano la professione. «Siamo un confessionale che i preti neanche si possono immaginare – scherza Roberto Levini della cooperativa radiotaxi, delegato Cna, tassista da 32 anni – sentiamo i racconti di tutti, delle persone che hanno bisogno di sfogarsi e degli anziani soli che hanno solo bisogno di trovare una persona che li ascolti...». In un pomeriggio dedito a fotografare l’uso dell’«auto pubblica» viene fuori di tutto di più. Ad iniziare, appunto, dal ruolo sociale che i tassisti si trovano a svolgere. «Nessuno può neanche immaginare – racconta ancora Roberto – il contesto nel quale siamo chiamati a operare. Hanno trattato parte della categoria come dei criminali, anche se la causa scatenante è stata il famoso omicidio svoltosi a Roma, nel quale nessuno di noi c’entrava niente. E se poi, con l’autocertificazione, qualcuno non si è ricordato di qualche ragazzata compiuta nel periodo di leva, è tanto grave?!?».

Levini, che fa parte della Cooperativa radiotaxi 307730, respinge anche con decisione l’ipotesi che le tariffe troppo alte allontanino l’utenza. «Si parte, col primo scatto, da 2,80 euro, al quale bisogna aggiungere la spesa di un euro a chilometro, che non mi pare eccessiva». In effetti la prova sul campo dimostra che è proprio così.

Ci vogliono 8,70 euro per raggiungere la stazione centrale da via Locchi, rione di San Vito e appena 8,20 euro per proiettarsi in piazzale Valmaura, nella cittadella dello sport. Moreno Salich, che appartiene all’altra cooperativa storica di conduttori, l’«Alabarda», guida in relax, è un’ora morta. Parla volentieri e non ha difficoltà ad ammettere che nella sua categoria ci sono troppi tassisti. «Siamo oltre 250 – racconta – una cifra nata quando Trieste aveva 250mila abitanti e il rapporto era di un taxi ogni 1000 abitanti. Ora non è più così, ma il numero non è sceso». A Valmaura, proprio di fronte al «Grezar», esiste un parcheggio taxi dove, nel momento in cui arriviamo, staziona una vettura. Complice un caffè, si volatilizza quasi subito. Panico? No perchè, Dio benedica i cellulari, in poco più di un minuto se ne materializza un altro, quello di Stefano, che ci porta direttamente a Cattinara, per 10 euro. Pieno controllo delle strade più convenienti, nel dedalo di via Costalunga, Erta Sant’Anna e grande disponibilità al dialogo, Stefano conferma anche notevoli capacità programmatorie e un dente avvelenato con i vigili urbani. «A parità di abitanti, Padova e Verona hanno 100 tassisti meno di noi. Perché? E per quale motivo nessuno ci assiste quando bisogna spendere 300mila euro all’anno per far funzionare la radio delle chiamate, con noi stessi costretti a fare i centralinisti a turno per ridurre le spese? Francamente non capisco questo meccanismo che ci considera un servizio pubblico ma scarica tutto sulla gestione privata. Un impegno totale, senza feste e senza ferie solo per garantire la continuità».

Sul gozzo, al di là del lavoro difficile e sempre meno remunerativo, Stefano ha anche il rapporto con i vigili urbani. «Basti un episodio. Ho trasportato una vecchietta in via Economo e mi ha chiesto se potevo aiutarla a portare le borse in casa, al terzo piano. Ovviamente ho annuito, parcheggiando la vettura, con i lampeggiatori accesi, sulle strisce pedonali. Il tempo di salire le scale e al ritorno c’era già una multa di 80 euro. Ho chiesto spiegazioni ai vigili e mi hanno detto che quel compito non mi spettava, così come non spettava a loro. Inutile aggiungere commenti».

È Ferruccio Venutti invece, che ci trasporta sul tratto Cattinara-piazza della Borsa, per altri 10 euro, ad auspicare, come altri, un centro totalmente chiuso al traffico e un po’ di collaborazione dei vigili per gli accessi alle zone pedonali dei taxi, «almeno quando sono inderogabili», mentre Andrea Ganzini amplia ancora il concetto. «Con la chiusura delle aree centrali e un migliore e potenziato servizio pubblico potremmo costare un po’ di meno anche noi. E se poi, effettivamente, dovessero prendere corpo progetti tipo il Parco del mare, vedrete che il problema del numero dei tassisti non si porrà più».

Inviato

Col parco del mar formato vasca de bagno, za vedo milioni de turisti tuti in fila a spetar taxi :D

Scherzi a parte, no capisso come che i se posi lamentar che a Trieste ghe sia pochi clienti, con tuti i veci che ghe xe..

Ghe xe de drio erori de gestion.. 250 taxi per una cità come Trieste me par sensado come numero, ma i ga de eser competitivi.. con i prezi che ghe xe, poco cossa far: un studente come mi no lo ciaperà mai, se no esendo almeno in 2/3 per divider.

E, a parte questo, xe evidente come el fatto dela sopravivenza dei taxisti e tante altre categorie de terziario avanzado xe diretamente ligada al svilupo dela cità.

A proposito, fazo notar che semo in man de comun, provincia e region incapaci de

- meterse d'acordo sui intenti, spesso anche quando controlai dala stesa parte politica

- pianificar a medio lungo termine (fondamentale per SUGGELLAR i intenti e le promesse, che altrimenti xe aria frita)

- dar quindi sicureza che quel che vien proclamado no xe cambiado come niente fosi al prosimo articolo sul giornal

Con ste premesse, no xe tempi favorevoli nè per tassisti, nè per negozianti, nè per tanti altri.

Toca ripartir dale basi.. dopo decenni de crisi lo gaveremo capido? Ghe vol iniziar a crear richeza dal basso, prima. E dopo, viver de indotto.

Senza spetar che caschi el pero in bocca..

Qualchidun (area de ricerca, sissa, etc) lo ga capido, altri (comun, provincia, region, corporazioni varie).. evidentemente, no.

Inviato

Mah...che la crisi ghe sia per tutti, questo xè chiaro.

Ma sinceramente, no conosso nessun tassista che tira la cinghia per rivar a fine mese. Consideremo anche che xè gente in lista de attesa per becarse la licenza, (che costa un sproposito e che de sicuro no i la speta per 7/800 euro al mese) e che spesso la stessa la vien passada da padre a figlio. Se mi son (per dir...) metalmeccanico, no ghe consiglierò mai a mio fio de intraprender la mia strada con quel che se prospetta....e sinceramente no rivo a capir come che i possi dir che xè crisi per lori! Esempio: ore 7 de matina, taxi de via Rapicio fin in stazion, (per capir ben el tragitto xè stado: via Giulia, Battisti, Carducci,Oberdan, Ghega, Libertà....)senza un kaiser de traffico....= 7.40 euro. Sarà anche crisi, ma per el mio tacuin!!!! 14 carte de mille (del vecchio conio...) me par tantine......

Inviato

Ma come i pol lamentarse per la benzina? E el resto de Italia che no ga mai avù l'agevolata? Allora no dovesi esister nianche un taxi in tutta Italia??? Dai dai, che i sbasi le tariffe altrochè...

Inviato
Ma come i pol lamentarse per la benzina? E el resto de Italia che no ga mai avù l'agevolata? Allora no dovesi esister nianche un taxi in tutta Italia??? Dai dai, che i sbasi le tariffe altrochè...

fermo restando che i ga zero de lamentarse x i vari motivi za esposti dai post precedenti questo dela benzina no xè sai sbagliado...nel resto d'italia no i ga posti confinanti che la vendi a minor costo...e dove questo avvien i ga la benzina agevolada a prezo ancora più basso del nostro.

cmq i ga poco cosa brontolar: anche lori rientra nele categorie che fin deso ga ciapado bei schei.

Inviato
nel resto d'italia no i ga posti confinanti che la vendi a minor costo...

Allora ancora meno de lamentarse ah, che i vadi a farla in Slovenia allora. Capiso la strada, ma xe sempre un risparmio. El resto de Italia no ga sto vantaggio.

Inviato (modificato)

nissun però ga dito che i trasporti pubblici (parlo in particolare de Trieste Trasporti) xè eccellenti in confronto ad altre realtà italiane...

per esempio Brescia ga 18 o 19 linee de bus... e ga 190.000 abitanti e circa 400-500 mila nelle aree limitrofe (con la provincia i riva a 1,1 milioni ma la finissi su in cima ai monti)... infatti i ga un casin de traffico

Milano stessa no ga ottimi trasporti pubblici, visto che per più de una volta son sta de un mio amico che abita a Corsico (36.000 abitanti, quindi no proprio un buso) e dalla prima stazion metropolitana te pol cior solo 2 autobus (che ognun xè circa ogni 20-25 minuti nei giorni feriali e anche 50 minuti nei giorni festivi)

in più qua i bus te porta praticamente ovunque... altrove te ga de cior robe extraurbane che no porta proprio dove te devi andar

Modificato da Ikeya
Inviato
nissun però ga dito che i trasporti pubblici (parlo in particolare de Trieste Trasporti) xè eccellenti in confronto ad altre realtà italiane...

Si, ma no se pol misurarse sempre con quei pezo de noi :D

El fatto xe che no esisti che i taxi sia SOSTITUTIVI dei mezi, co costi che i ga. I devi eser un mezo parallelo, preciso, veloce, con costi umani. Alora i ga senso.

Se go de decider se ciapar 50min de bus o 20 de taxi, dipendi tuto dal prezo. Ma no i pol sperar che i stesi che ciapasi un bus, metemo ale 10 de sera, i vadi a ciapar un taxi. PIutosto no i se movi o i va in motorin.. Ripeto, le due robe no xe alternative, ma servizi paraleli con lati positivi e negativi.

Milano stessa no ga ottimi trasporti pubblici, visto che per più de una volta son sta de un mio amico che abita a Corsico

Beh ma Corsico no xe Milan :D El comun de Milan ga ottimi trasporti publici, el problema xe che i comuni vizin, anche se con tanti abitanti, no xe in grado de organizarse decentemente.

Se spera che fazendo Milan cità metropolitana questo se risolverà.. comunque i ga un bel poche de linee de treni e metro, che le altre cità no ga..

Inviato

si Arlon ma varda lo stato de certi mezzi...

i bus girava con dentro dei cartellini con scritto che i loro mezzi ga l'età media più bassa d'Italia... quando ghe xè la linea verde che un giorno se incioda e quel dopo anche, con treni che xè roba fiat de anni 70 o 80... i tram xè robe sempre de quel periodo, mai messi a posto... e anche certi bus xè dei catorci allucinanti

e i taxi a Milano xè molto più utilizzadi che a Trieste... e no me sembra i costi cussì tanto de meno...

Inviato

beh, i xe utilizai perchè ghe xe sai più gente con pila :) e perchè efetivamente dopo una certa ora i trasporti no esisti più nianche qua.

Comunque, ripeto che, gavendoghe visudo 3 anni, i mezi a Milan proprio mal no xe :D almeno rispeto ala media italiana, credo sia l'unica cità grande che posi vantar una simile copertura.

Dopo, basta moverse fora del comun per gaver: o treno, o niente.

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