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IL RESTAURO DEL NOSOCOMIO

Ospedale Maggiore, via alle demolizioni

La palazzina di via Stuparich sarà distrutta, al suo posto un polo tecnologico

LA STRUTTURA ASBURGICA COSTRUITA NELL’OTTOCENTO

di GABRIELLA ZIANI

Dodicesimo anno di restauri all’ospedale Maggiore, costruito tra il 1833 e il 1841 (l’anno seguente si sarebbe inaugurato il Tergesteo) e rimesso in discussione nel 1997. Mentre dalle impalcature del primo pezzo di via Slataper ormai già emergono pareti color giallo asburgico, un piccolo segnale annuncia l’avvio del prossimo lotto, dal 5 febbraio traslocano in via Farneto gli uffici amministrativi del secondo distretto, ospitati in via Stuparich, là dove c’è il Cup: la palazzina a marzo si svuota del tutto.

Si apre infatti il capitolo, straordinario per la nostra cultura molto costruttoria, della distruzione del finto nuovo per salvare il vero antico. Verrà demolita la palazzina tra via Stuparich e via Gatteri che contiene uffici amministrativi, Dialisi, Odontostomatologia, ex cucine e lavanderie. Di seguito andranno in macerie l’ex anatomia patologica, la banca del sangue, medicina legale, stabulario, deposito salme, palazzine di servizi costruite via via per necessità anche nel giardino. Costo delle demolizioni: oltre un milione e 200 mila euro. Dai tempi della cinematografica, impressionante distruzione della piscina Bianchi sulle rive, sarà il secondo colpo di spugna su un’architettura invecchiata, e anche non condivisibile.

Al posto della palazzina «ex nuova» verrà costruito un polo tecnologico da 11 mila e 611 metri quadrati per Terapia intensiva, Radioterapia, Fisica sanitaria, complesso operatorio. Costo, tra disfare e rifare: 19 milioni e 487 mila euro. Sono le stime del 2005, quando fu redatto il progetto definitivo a firma dello Studio Altieri, che prevedeva per il totale riassetto dell’enorme rettangolo (190 metri per 152), e il cui giardino interno misura 12 mila metri quadrati, un costo di 82 milioni e 666 mila euro.

«Per riaprire il primo lato di via Slataper, angolo piazza dell’Ospitale - spiega il direttore generale Franco Zigrino - ci vorrà ancora qualche settimana, verso la fine di marzo sposteremo in questo pezzo rifatto il Cup che andrà nel grande atrio, l’Odontostomatologia, la Dialisi e altri delicati servizi per i quali abbiamo già pronti tutti gli arredi». L’ala nuova attende anche il Centro cardiovascolare.

Nel frattempo, sul lato di via Pietà già restaurato, anche l’Azienda sanitaria è entrata nello storico ospedalone, uno dei più alti esempi dell’architettura sanitaria austroungarica assieme al «frenocomio» di San Giovanni di cui proprio ora si ricorda l’avanguardistica concezione per i tempi. Vi ha stabilito il secondo distretto. «Ma lì non c’era spazio per gli uffici amministrativi, dove per esempio si prenota il medico di famiglia o si prende la tessera sanitaria - spiega Maria Grazia Cogliati, la responsabile -, e dunque essi sono stati ospitati in via Stuparich. Ora bisogna andarsene, abbiamo spostato gli uffici in via Farneto 3, potremo tornare a riunificare tutto in via Pietà a lavori veramente finiti, a metà 2010».

Così da domani al 4 febbraio gli uffici saranno chiusi per trasloco. Da giovedì 5 i cittadini dovranno recarsi nel palazzone dell’Azienda sanitaria di via Farneto 3, al terzo piano, nelle stanze 327 e 328. Una postazione meno comoda per chi è abituato ad affollare il Maggiore. Ma i tasselli della sanità triestina continuano a muoversi, in vista della «cosa» nuova che sarà il Maggiore, la cui ultimazione messa in calendario per il 2012 subirà certamente qualche ritardo, ma non di misura epocale.

Una galleria trasparente nel parco messo a nuovo

La corte interna verrà ripulita da tutte le costruzioni di servizio: ricavato un passaggio sotterraneo

Mentre a Cattinara si fanno sale operatorie e ci si stringe via via per fare spazio ai reparti che lasciano il Maggiore per insediarsi alle torri, ma giace nella burocrazia la costruzione della cittadella sanitaria tutta nuova che deve sorgere attorno per il Burlo e l’università, l’ospedale coi muri di pietra grossi come quelli dei Piombi veneziani si sta riaggiustando con pazienza e costanza. I lavori iniziati nel 1997 sono tutti finanziati tranne l’ultimo lotto, qualche anno fa la disperazione per un «fermo» dal ministero mise il motore a dirigenti e progettisti che rinviarono la domanda e salvarono 42 milioni di euro.

Si certificò a quel punto la nuova missione dell’ospedale di città: ambulatoriale, prime cure, degenza lieve, distretto. Resteranno tuttavia al Maggiore anche reparti altamente specialistici come Malattie infettive, la cui palazzina ex scuola infermieri fu il primo pezzo restaurato già nel 2000, Oncologia, Ortopedia, Radioterapia, la chirurgia ambulatoriale. Vi avranno sede l’Odontostomatologia con le sue strutture universitarie, Medicina del lavoro, e Ematologia (seconda Medica), anche questa già rifatta a nuovo. Nonché vi saranno i nuovi spazi per il Centro sociale oncologico e il Centro cardiovascolare, ora in via Farneto in «casa» dell’Azienda sanitaria. E sarà del tutto nuovo, finalmente decente, il Pronto soccorso che avrà ingresso nell’area adiacente l’altrettanto nuovo polo tecnologico, tra via Stuparich e via Gatteri, dove saranno ospitate tra l’altro Emergenza e Terapia intensiva. Infine, nuove cucine e mense, farmacia, laboratori, uffici: tra le costruzioni nuove che verranno per ultime c’è infatti anche una cosiddetta palazzina economale da oltre 4000 metri quadrati.

L’area direzione e tecnica andrà al terzo piano del grande rettangolo, ma la più spettacolare visione per i cittadini sarà certamente il nuovo parco. Mentre sotterraneamente è stato ricavato un passaggio per strumenti, materiali e sanitari di 545 metri quadrati, la corte interna verrà innanzitutto ripulita di tutte le costruzioncine di servizio che ne deturpano i bordi («superfetazioni» nel linguaggio degli architetti), e poi riallestita nel verde, e tagliata fra l’atrio grande e la parte opposta da una galleria protettiva e trasparente di attraversamento.

L’attuale mezzo lato di via Slataper e mezzo lato di piazza dell’Ospitale che sta per svestirsi delle impalcature ha riguardato lavori su 8746 metri quadrati; la parte restante di via Slataper ne misura 3724. Più grande di tutti l’angolo tra piazza dell’Ospitale e primo pezzo di via Pietà: 16.160 metri quadrati ancora da fare. E se la corte interna ha tutta la grandeur dei palazzi della grande Vienna, misurando 12 mila metri quadrati, gli allestitori della parte ultima del restauro dovranno risistemare il verde anche all’esterno dell’ospedale, già nel 1840 previsto con le possenti alberature, e così tra giardino e perimetro se la dovranno vedere con ben 27 mila e 725 metri quadrati da attrezzare in modo onorevolmente fiorito. (g. z.)

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