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per me Mancini di bel gioco non ne produceva ma aveva solo fortuna e capacità di scelta dei convocati e in più all' europeo c' erano Chiesa e Spinazzola in gran forma
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Buondì a tutti. Ritiro fuori questo post per chiedere cortesemente a Guido (ovviamente quando ha tempo, e ci mancherebbe 😉) se può "aggiornare" la situazione di chi è di proprietà (compresi i rientri dai prestiti) e chi invece è solo in prestito, giusto per capire meglio da che base partire. Grazie aprioristicamente
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SABATO 7 GIUGNO 2025 - Trieste tira un sospiro di sollievo anche perché nessuno, o pochissimi, ormai ci credevano. Come scrive Ciro Esposito oggi su "Il Piccolo", la Triestina è riuscita a inviare alla Federazione nei tempi previsti, cioè entro la mezzanotte di ieri, la documentazione completa per l'iscrizione al campionato di C. «Us Triestina Calcio 1918 comunica di aver depositato in data odierna tutta la documentazione necessaria al fine di ottenere l'iscrizione al campionato di Serie C 2025/26, unitamente a tutti gli adempimenti normativi e finanziari richiesti dal sistema Licenze Nazionali» si legge nel comunicato diffuso in serata che mette un timbro a una giornata convulsa scandita dalla corsa contro il tempo. Dopo le promesse fatte pubblicamente a febbraio e aprile dal presidente Ben Rosenzweig e non mantenute era evidente che nessuno credesse alle rassicurazioni arrivate dagli States ai suoi collaboratori. I due scogli principali da superare nelle ultime 24 ore erano legati all'arrivo del denaro per bonificare gli stipendi dei tesserati dei mesi di marzo e aprile e alla fideiussione, da questa stagione incrementata a 700 mila, necessaria per l'iscrizione. Giovedì questi adempimenti erano inevasi, ieri si sono materializzate le disponibilità finanziarie per ottemperare a entrambe le prescrizioni. Un'iniezione di liquidità da tre milioni è arrivata. Ed è arrivata con l'intervento dei nuovi investitori americani trovati dal presidente Ben Rosenzweig entrati nel fondo Lbk con una società di capitali neocostituita nelle scorse settimane. Il dato di fatto è che la proprietà è interessata a continuare l'avventura (Rosenzweig da mesi cercava nuovi investitori) avendo preso un impegno tra i 10 e i 12 milioni di euro per la prima stagione. Detto questo non è da escludere che ci possa essere un nuovo acquirente o qualcuno interessato a una partnership (il nome dell'imprenditore Zanutta, già patron del Cjarlins, è sulla bocca dei tifosi da giorni). Insomma c'è un interesse per lo sviluppo di un progetto dell'Unione. E chiunque lo porti avanti sa che deve essere articolato in modo opposto a quanto fatto in questi quasi due anni. Organizzazione, controllo di gestione rigoroso, budget sicuro anche se non faraonico. Sul piano tecnico, come si è giustamente parlato di miracolo sportivo della coppia Tesser-Delli Carri, anche l'operazione iscrizione si può definire miracolosa o quantomeno sorprendente e complicatissima per l'assenza di liquidità (da mesi). E in qualche modo ha reso non effimera l'impresa della squadra. L'ha condotta l'ad Stella con il suo staff e va dato atto a tutti loro e alle persone che da mesi lavorano senza stipendio in sede. E proprio ieri, tra i tanti coup de theatre della giornata, i resistenti in sede hanno affrontato anche un'escursione non certo tranquilla di una delegazione di tifosi. Il sollievo e la soddisfazione emotiva ci sono, anche se non possono che essere contenuti in un ambiente giustamente disilluso. Ma ci sono anche dei motivi logici che non possono essere sottovalutati. Tra quelli positivi c'è il fatto che la Triestina mantiene la continuità aziendale e in un campionato professionistico. Il mantenimento della C comunque dovrà essere ratificato, come succede per gli altri club, dalle verifiche della Commissione di Vigilanza (Covisoc) che si esprimerà entro il 13 giugno. I passi successivi sul piano della gestione amministrativa non sono banali. Si devono trovare le risorse per far fronte ai debiti con i fornitori, alle prossime scadenze (1 luglio e 1 agosto). Nel complesso non meno di 4 milioni per chiudere o gestire le pendenze relative a questa stagione. Il prima possibile poi la società deve impostare la stagione sportiva. L'idea di fondo era ed è quella di affidare le chiavi a Daniele Delli Carri (senza dimenticare Tesser) con il quale i contatti non sono mai stati interrotti. Ora il club dovrà mettere il tutto nero su bianco posto che il direttore sportivo può essere conteso da altre società. Non si cancellano infatti i 9 punti di penalizzazione con i quali la futura squadra dovrà fare i conti, così come non si cancellano gli errori commessi uno dopo l'altro nella gestione presieduta da Rosenzweig. Oggi la Triestina è in vita grazie a un secondo miracolo dopo quello ottenuto sul campo. Da domani, e in attesa dell'ok federale, potrebbe cominciare un anno zero iniziando da sottozero non solo in classifica ma anche nella fiducia dell'ambiente. Ma finché c'è vita si può lottare e crescere. E l'Unione è ancora viva. - Una solidità che va oltre le parole e i bilanci di fine stagione. Paul Matiasic, numero uno della Pallacanestro Trieste, nel pezzo di Lorenzo Gatto analizza con grande lucidità il suo primo anno da presidente. Il sesto posto finale certifica la bontà del lavoro svolto nell'ultimo campionato, la conquista dell'Europa e la futura partecipazione alla Basketball Champions League testimonia la crescita di una società che, con grande ambizione, non vuole fermarsi. Ribadendo il suo impegno assoluto per fare Trieste ancora più grande, Matiasic sottolinea però il ruolo che dovrà avere la città. Sottolineando un pensiero espresso già in altre occasioni. «Non è virtuoso un percorso nel quale una sola persona, pur potendolo fare, si occupa di portare avanti un patrimonio che è di tutta la città». Un messaggio che in questa chiacchierata di fine stagione il presidente ribadisce con determinazione. L'ANALISI DELLA STAGIONE «Il mio più grande rammarico è non aver realizzato ciò che ci eravamo prefissati, ovvero sollevare un trofeo a fine stagione a Trieste. Quell'ambizione non è solo mia, né unica della nostra organizzazione, ma dovrebbe essere il richiamo per ogni squadra e società del nostro campionato. Detto questo, non aver raggiunto il nostro obiettivo finale non sminuisce in alcun modo ciò che abbiamo realizzato, sia dentro che fuori dal campo. Sono orgoglioso e grato per i molteplici aspetti positivi di questa stagione, che sono stati ampiamente documentati. Ogni sorriso sul volto di un nostro tifoso mi riempie di gioia, così come ogni "cinque-alto" individuale e collettivo di coloro che tifano all'unisono per la squadra che amano». LE ASPIRAZIONI «Il nostro desiderio è mettere in campo un prodotto che sia allo stesso tempo divertente e coinvolgente. E in questa stagione siamo stati all'altezza di questa aspirazione. La crescita e lo stimolo della nostra tifoseria sono il risultato di uno sforzo consapevole, frutto del duro lavoro di molte persone nella nostra organizzazione. Sentiamo il sostegno dei nostri tifosi e loro ci forniscono indubbiamente un netto vantaggio competitivo ogni volta che scendiamo in campo». UNO SGUARDO ALL'EUROPA «Giocare in Europa è un grande privilegio, un obiettivo che desideravamo raggiungere da tempo. La salute e il benessere dei nostri giocatori sono una priorità. Siamo fiduciosi nelle nostre capacità di competere al meglio in più di un campionato e saremo attenti alla gestione del carico di lavoro della nostra squadra durante la stagione. Adottiamo le migliori pratiche per salvaguardare i nostri giocatori e ottimizzare le loro prestazioni e continueremo a farlo con attenzione anche nella prossima stagione». IL NUOVO ROSTER «Sarà un roster competitivo. La nostra valutazione delle opportunità di mercato e la costruzione della squadra sono incessanti ed evolvono con ogni nuova opportunità che si presenta. Ci aspettiamo che la squadra a inizio stagione rifletta sia la cultura e lo stile di gioco che abbiamo sviluppato, valutando tutte le opportunità che si presenteranno nei prossimi mesi». SPONSOR E RAPPORTO CON LA CITTà «Siamo profondamente grati agli sponsor che abbiamo e li consideriamo veramente partner nel nostro percorso: sono straordinari. Tuttavia, la mancanza di ulteriori sponsorizzazioni, in particolare ai massimi livelli, è molto preoccupante per la nostra organizzazione e per il futuro delle iniziative cestistiche a Trieste. La scorsa stagione ha dimostrato gli investimenti necessari per competere ai massimi livelli di un campionato in cui la qualità del gioco è aumentata in modo così drastico e dove l'equilibrio competitivo non è mai stato così grande. Pertanto, spero che gli esponenti della comunità imprenditoriale che apprezzano lo splendore della pallacanestro di alto livello qui si facciano avanti, come hanno fatto in altre regioni. A mio avviso, non è giusto che sia la proprietà a continuare a sostenere perdite finanziarie così significative, e la presunzione, qualora esistesse, che continuerà ad accettare un onere così sproporzionato è senz'altro irrealistica». OBIETTIVI PER LA PROSSIMA STAGIONE «Sarò soddisfatto alla fine della prossima stagione se continueremo ad aspirare a traguardi sempre più alti come squadra e come organizzazione, riusciremo a divertire i nostri tifosi con uno stile di pallacanestro esteticamente piacevole e avvincente, continueremo ad avere un impatto positivo e a contribuire in modo significativo alla vita della nostra comunità: così, potremo guardare indietro alla stagione con umiltà e concludere di aver fatto tutto il possibile per sollevare un trofeo... e per il resto, che vada come deve andare»
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Ok Forest sono tutti squali ma pensa al Brescia che per 3 milioni e' stato fatto fallire da Cellino italiano come noi, praticamente per una ripicca.....e parliamo di Brescia cioe' la provincia piu' ricca d'Italia con almeno 5 imprenditori che potrebbero comperarsi il Milan o l'Inter altro che il Brescia o la Triestina...Nonostante l'intervento del Sindaco a nessuno e' fregato nulla. Prsonalmente ricordo anche un tale Casillo commerciante di granaglie originario di San Giuseppe Vesuviano, che avevo conosciuto durante i frequenti viaggi di lavoro in Russia, ed era della stessa pasta. E' stato presidente del Foggia dei miracoli. Ho messo il paese di nascita perche' notoriamente conosciuto per varie situazioni....non esattamente legali. A settembre vado in Sud Carolina e magari data la relativa vicinanza faccio un salto da Ben Rosen cosi' vediamo come sta messo.... Guarda come gira il mondo. fino a 8-10 anni fa' se volevi cercare posti dove produrre a prezzi concorrenziali eri praticamente obbligato ad andare nell est europa o al massimo in Albania, ora si va in Tunisia Algeria Marocco oltre ovviamente ai 3-4 paesi asiatici (Vietnam soprattutto ma anche Cambogia Laos e Bangladesh) esclusa ovviamente la Cina che produce per se stessa proprio nei paesi asiatici piu' poveri. Incredibilmente ora con Trump pare sia ritornato interessante produrre in Usa in alcuni stati del sud est dove il costo del lavoro e gli aiuti statali sono estremamente convenienti. E' un mondo di squali purtroppo....speriamo che i nostri ventenni siano in grado di adeguarsi e non e' cosi semplice.
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Credo che con Illy, Acegas, Genertel, e forse qualcuno che dimentico, buona parte delle principali aziende locali abbia già dato. Al momento ci sono solo Hera e Italia Marittima (ex Lloyd Triestino) tra quelle con utili maggiori di 50 milioni (dati 2023), Estenergy 11 milioni, T.O. Delta S.p.A (logistica, gestisce anche il TMT, Trieste Marine Terminal, che già di suo fa 10 milioni) 18 milioni, non so quanti altri singoli possano essere in grado di dare sponsorizzazioni importanti. Per fare un confronto con gli sponsor precedenti, Illy nel 2023 era a 12, Acegas a 24. Fincantieri, nonostante il fatturato miliardario, ha un utile minimo, vivendo in gran parte di sovvenzioni. Sicuramente Hera e OMV, nonostante la sede legale a Trieste, facendo parte di gruppi più grandi potrebbero essere più sensibili alla pubblicità in tv nazionale e europea, pensando alle coppe. Anche perché la visibilità la si ha mettendo il nome bello grande sulla maglia, inutile prendersi in giro, gli sponsor minori (per fortuna che ci sono) lo fanno più per passione che per ritorno d'immagine. Certo, se per esempio incentivassero gli sponsor minori in loco (che ne so, dando in gestione bar, ristoranti o negozi nel pala in cambio di una sponsorizzazione) qualcuno in più potrebbe arrivare, ma non so quanto sia fattibile, e innanzitutto sarebbero da adattare gli spazi e i locali. Altrimenti, come dici tu, bisogna andare su aziende nazionali o internazionali, e lì c'è tutto un altro giro.
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